ASPETTI CHIMICO-FISICI DEL LAGO L’acqua dei laghi e dei fiumi viene definita “acqua dolce”, in quanto presenta una differente composizione media rispetto alle acque marine; queste ultime contengono percentuali di cloro (Clˉ ) e di sodio (Na+ ) del 55% e del 33% rispettivamente, mentre le acque dolci ne contengono solo il 5-6% per ciascuno di questi Sali. Un’altra particolarità delle acque lacustri è la presenza massiccia di Sali cosiddetti “incrostanti”, soprattutto carbonati acidi di calcio e di magnesio, Ca(HCO3)2 e Mg(HCO3)2 , che superano il 32% della composizione media dell’ acqua dolce. Questi due Sali dell’acido carbonico e i solfati degli stessi metalli determinano la durezza dell’acqua, un valore che deve essere tenuto costantemente sotto controllo, specialmente per quelle che sono le acque potabili. Per operare l’analisi chimico-fisica del lago d’Idro, gli esperti hanno tenuto conto di vari parametri, rilevandone i valori sia in superficie, sia in colonna d’acqua; le determinazioni, eseguite su varie stazioni, riguardavano: temperatura, Ph, ossigeno disciolto, azoto (ammoniacale, nitroso e nitrico), fosforo (solubile e totale), sali disciolti e livello idrometrico. TEMPERATURA L’andamento della temperatura superficiale del lago è direttamente proporzionale alle variazioni degli eventi meteorologici durante l’anno. Quindi l’escursione misurata (dai 5,4˚C ai 24,9˚C) è si elevata, ma in linea con la variazione della temperatura dell’aria circostante.
PH Il bacino lacustre funge da tampone per quanto riguarda il pH delle acque che vi entrano, grazie al sistema bicarbonati-carbonati-anidride carbonica. Infatti se il lago viene interessato da una forte eutrofizzazione, cresce di conseguenza il consumo di CO da parte della biomassa algale. Questo determina uno spostamento del pH verso valori alti (verso la basicità), che viene però frenato dalla capacità del lago di reintegrare la CO2. Il processo tampone avviene soprattutto secondo la seguente reazione 2HCO3ˉ→CO3--+H2O+CO2. L’andamento annuale del Ph è strettamente legato alle variazioni di temperatura e di ossigeno disciolto. La crescita algale, promossa dalle temperature favorevoli, ha causato una forte produzione di ossigeno ed una spropositata crescita della domanda di CO2; di conseguenza il Ph si è alzato fino a raggiungere valori compresi tra 8,8 e 9,0, limite quest’ultimo per definire balenabile un lago. OSSIGENO DISCIOLTO L’ossigenazione di un lago è un parametro molto importante che si realizza sia attraverso la solubilità diretta dell’ossigeno atmosferico, sia dalla produzione derivata dalle alghe. Nello strato superficiale è presente un fenomeno di sovrasaturazione che raggiunge valori del 132%, dovuto alla maggior concentrazione del fitoplancton. Scendendo in profondità la concentrazione cala drasticamente facendo rilevare sul fondo dei locali stati di anossia, molto pericolosi per l'’ecosistema. il problema è determinato soprattutto dallo scarso rimescolamento delle acque: in profondità infatti la componente organica in decomposizione consuma molto ossigeno, rilasciando grandi quantità di CO2.