Searle Riprende la letteratura degli atti linguistici ma ponendo più attenzione al mentale: Atto illocutorio preso come unità di analisi e definito come:

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Searle Riprende la letteratura degli atti linguistici ma ponendo più attenzione al mentale: Atto illocutorio preso come unità di analisi e definito come: atto comunicativo intenzionale Atto comunicativo è il prodotto di certi stati mentali e ha lo scopo di influire su quelli dell’ascoltore Non azione razionale ma azione intenzionale Grice ha confuso il significato con la comunicazione Gli illocutori non corrispondono a categorie di performativi (categoria superficiale) Nella comunicazione esistono due intenzioni: Intenzioni rappresentative (l’essenza del significato) Intenzioni comunicative (gli stati mentali) Dopo Chomsky ha bisogno di ancorare le sue teorie al linguaggio per delimitare usi linguistici

Criteri di tassonomia Tassonomia deve classificare gli atti in base agli scopi che con quell’atto gli interlocutori vogliono raggiungere (Forza illocutoria) Qual è lo scopo illocutorio e la forza illocutoria di un comando o richiesta? Le condizioni di felicità non sono regole per valutare esito degli atti, ma regole costitutive: Contenuto proposizionale Condizione preparatoria (ciò che rende possibile l’atto) Condizioni di sincerità (adeguatezza degli stati mentali) Condizione essenziale (significato pragmatico dell’atto, l’intenzione rilevante) Sottolinea l’importanza delle assunzioni di sfondo anche per la comprensione di espressione letterale

Direzione di adattamento? Queste condizioni di felicità sono caratteristiche costitutive sono altro da principi d’interpretazione (vedi diretti- indiretti) Direzione di adattamento? esistono parole che descrivono il mondo per come appare (asserzione) esistono parole che modificano la realtà esterna (comando) Atti sono soddisfatti se si verifica la direzione d’ adattamento Stati psicologici espressi? In diversi atti è esplicitato la predisposizione del parlante verso il contenuto (Io credo, assumo, apprezzo…)

Tassonomia Assertivi: funzione di impegnare il parlante rispetto ad uno stato di cose (es. affermare, insistere, giurare) Stato psi.è la credenza (che p) Parole si adattano al mondo Direttivi: funzione di indurre l’ascoltatore a fare qualche cosa (implorare, invitare, domandare) Le parole modificano il mondo Commissivi: impegnano il parlante ad assumere una certa condotta futura (es. promettere, continuo, impegnarsi, giurare) Le parole impegnano rispetto al mondo Espressivi: esprimere lo stato psicologico rispetto ad un contenuto (es. ringraziare, dispiacersi, congratularsi) Nessuna direzione

Dichiarazioni: performativi di Austin Sono gli unici casi in cui valgono le condizioni di felicità Quando le condizioni sono soddisfatte esiste una corrispondenza tra enunciato e realtà (adattamento nelle due direzioni). Introduce così elementi extra-verbali Searle cerca una corrispondenza con le strutture sintattiche profonde degli enunciati di ciascuna classe di atti

Diretti ed indiretti Alcuni atti vengono utilizzati per indicarne un altro: “ti assicuro che me la pagherai” Proferire un atto illocutorio attraverso uno secondario (atto letterale): distingue tra forza letterale e forza illocutoria Come fa l’ascoltatore a capire l’intenzione? Secondo Searle viene prima interpretato il secondario…da il via a processi d’inferenze, dal momento che la forza letterale non esaurisce la forza illocutoria. Basandosi su cooperazione Grice

Principi di Grice Per Searle viene cercata una seconda interpretazione che porta alla comprensione dell’atto secondario (sulla base di conoscenze di fondo linguistiche e non) “Puoi telefonarmi tu?” Assumo che stia cooperando e che il suo enunciato abbia un qualche senso La situazione non è tale da indicare un interesse teorico per le mie abilità, e saprà gia che è sì (informaz. di background) Ha perciò un ulteriore punto illocutorio Perciò la domanda indica la condizioni preparatorie Stiamo ora parlando dell’appuntamento di domani Vuole perciò che io soddisfi le condizioni per una richiesta Mi sta chiedendo di chiamarla

…però Il fenomeno degli indiretti è molto presente nel nostro linguaggio naturale: es. “sai che ore sono” Per Searle sono convenzionali solo perché esplicitano condizioni preparatorie Spesso legato a forme di cortesia “è indispensabile che alla riunione non ci siano assenti” La teoria degli atti linguistici non sembra sufficiente a contenere tutti i fenomeni comunicativi Perché gli indiretti sono più frequenti dei diretti Forse non è necessaria l’analisi del diretto: es. studi in età evolutiva La riduzione del linguaggio ad atti primitivi o di base non è soddisfacente

Trascura l’idea poco definita di Austin di tenere in considerazione l’ascoltatore (come eliminare dall’analisi delle azioni le sue conseguenze?) Searle distingue tra intenzione all’azione privata e intenzione collettiva (agire in modo sociale). La sua analisi riguarda solo la prima Conversazione è il frutto di intenzionalità collettiva Questa ha regole che trascendono regole di costituzione degli atti linguistici (una fusione degli stati intenzionali che costituiscono gli atti) Questa intenzione non aggiunge nulla agli elementi costitutivi che sono gli illocutori Lo studio dell’effetto perlocutorio permette di osservare una discrepanze

Gazdar Non esiste una forza letterale semanticamente autonoma Insensato distinguere tra diretti ed indiretti L’ascoltatore arriva al significato inteso dal parlante senza analizzare il significato letterale In realtà in caso di dubbi gli ascoltatori ripercorrono il significato partendo dal letterale Nei frantendimenti mostriamo di tenere a mente le modalità letterali per giungere alla seconda interpretazione

Indiretti convenzionali e non Gibbs Esistono atti indiretti convenzionalizzati: Ci sono casi di relazioni sistematiche Acquistano un valore idiomatico Espressioni convenzionali perché rispecchiano condizioni preparatorie all’azione (es. riesci a darmi una mano giovedì), Ipotesi dell’ostacolo Questi indiretti sono interpretati come diretti Si definiscono atti non convenzionale quelli in cui è necessario attivare le catene inferenziali proposte da Searle

Lakoff E’ necessario introdurre nell’analisi il comportamento pragmatico: Rapporto con il destinatario Situazione concreta dell’informazione Esplicite trasformazioni di queste da parte del parlante Esiste un’ulteriore regola a massime di Grice che è Regola di cortesia Non ti imporre Offri delle alternative Metti l’altro a suo agio e sii amichevole In caso di conflitto questa regola ha la meglio per esempio su massime di modo

Si tratta di un fenomeno universale o solo di certe culture, quali sono le regole che la costituiscono? Non basta esprimere propria intenzione, ma questa necessita di adeguate introduzioni (es. i saluti) Perché alcune regole necessitano di insegnamento esplicito ed altre no (es. indiretti?) Dipende dalle culture (occidentale-giapponese) Alcune culture preferiscono espressioni dirette, rendersi il più possibile comprensibile (nuova guinea)