SCIENZA ED ETICA. Due processi Galileo e Oppenheimer Nel 1633 Galileo viene processato perché sospettato di eresia dal Santo Uffizio Nel 1942 Oppenheimer.

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SCIENZA ED ETICA

Due processi Galileo e Oppenheimer Nel 1633 Galileo viene processato perché sospettato di eresia dal Santo Uffizio Nel 1942 Oppenheimer aveva partecipato alla costruzione della bomba atomica, progetto Manhattan, negli anni ‘50 quando anche la Russia possedeva l’atomica e di fronte al pericolo di una guerra nucleare si rifiutò di partecipare alla costruzione della bomba H. accusato di tradimento fu processato nel Entrambi i processi sebbene in contesti diversi mettono in campo il problema della responsabilità della scienza. Ma Galileo è uno scienziato libero che desidera difendere l’autonomia della ragione e la libertà della ricerca dal divieto teologico e dal monopolio religioso. Oppenhaimer fa una scelta etico-politica sia quando decide di collaborare sia quando decide di obiettare. La neutralità della scienza dopo l’esplosione dell’atomica in Giappone non poteva persistere senza trasformarsi in falsa coscienza. Oppenhaimer diventa il simbolo dello scienziato contemporaneo, diviso tra l’idea di progresso della ricerca e la coscienza dei risvolti tragici cui può andare incontro il suo uso.

Alcune domande Come cambia la figura dello scienziato dal seicento ad oggi? La scienza è sempre libera ? Etica e scienza in che rapporto devono essere? Quali sono i limiti dello scienziato? La ricerca e la scoperta a tutti i costi giustifica lo scienziato?

Autonomia della ragione dalla fede Galileo rivendica il principio dell’autonomia del metodo di ricerca La chiesa non può impedire all’uomo di puntare il cannocchiale verso il cielo e l’uomo dispone di sensi e ragione per comprendere la verità e la realtà. Rifare i cervelli degli uomini, questo è l’interesse di Galileo nella lotta contro la cecità della fede.

Sapere è potere Campo religioso: la controversia fra libero pensiero laico e pensiero della chiesa conduce alla condanna della scienza galileiana Solo nel 1992 Papa Giovanni Paolo II cancella la condanna dopo 360 anni. Per Bacone il fine della scienza è conoscere la natura per modificarla, quindi alleanza sistematica tra scienza e tecnica. Conoscere gli strumenti e la tecnica per modificare il mondo. Nel 1663 nasce in Inghilterra la Royal Society che si propone di migliorare la conoscenza delle cose naturali e di tutte le attività meccaniche per inventare cose utili al progresso.

La scienza è progresso L’illuminismo attribuisce alla scienza un ruolo di primo piano nel futuro dell’umanità rilanciando l’idea di Galileo di rifare i cervelli dell’umanità. Nasce l’idea di una religione naturale, la nuova etica della ragione e della tolleranza. Ma l’errore fondamentale dell’illuminismo risiede nel pensare che la tecnica e la scienza possa migliorare l’essere umano. La scienza uscita dalla rivoluzione doveva servire solo a migliorare l’esistenza umana, senza guerre, una vita senza malattie, un più elevato senso morale. Ma la profezia di Voltaire come di Condorcet sarà presto smentita quando la borghesia giunta al potere ripudierà lo spirito rivoluzionario, salvando e sviluppando una scienza capace di nuove scoperte matematiche e fisiche ai fini di proporre il proprio dominio sul mondo.

Una scienza separata dalla morale Il filosofo Kant pone l’idea di una netta separazione tra scienza e morale. Le scoperte mediche del ‘700, la circolazione sanguigna di Harvey; con il metodo delle autopsie riveleranno la completa separazione tra corpo e anima. Nella visione meccanicistica dell’universo ogni situazione ha come fine la conservazione del proprio equilibrio fisico-chimico. Ne consegue che non si può danneggiare una natura simile, perciò deriva una libertà assoluta di ricerca. Unico fine della ricerca è il sapere, unico compito dello scienziato è conquistarlo. Su questi principi si basa l’etica moderna, che pensa al mondo come una macchina da costruire e da smontare a piacimento cambiando anche i pezzi. Questa tendenza in voga sino alla metà del ‘900 avrà ripercussioni negative imprevedibili.

La scoperta dell’ambiguità della scienza Nell’800 il trionfo delle macchine compie la promessa di Bacone sull’utilità della scienza. Ma in questo periodo la scienza si istituzionalizza diventa subordinata ai programmi di sviluppo delle nazioni. Lo scienziato lavora alle dipendenze di un padrone e la scoperta è strettamente legata al lavoro dei laboratori di ricerca. Nello stesso tempo la scienza mostra anche un altro volto, accanto alla ricchezza della nuova borghesia industriale le condizioni degli operai e il loro ambiente si degrada. Non a caso proprio gli scrittori inglesi per primi denunciano il conflitto tra scienza e valori umani, tra meccanizzazione e distruzione dell’interiorità. L’immagine di un mondo monopolizzato dalla macchina e indifferente alla felicità dell’uomo non può che condurre guerre di conquista e rapina come pensa anche Leopradi. Allora la scienza comincia a fare paura, lo mostra il successo del romanzo di Mary Shelley, Frankenstein (1817). Questo libro impone all’immaginario collettivo la riflessione sulle conseguenze di una scienza che esce fuori dal controllo della morale e dalla coscienza di una scienza finalizzata al bene dell’uomo.

Verso un’etica della responsabilità Nei romanzi della Schelley, di Stevenson e Wells tre scienziati scatenano forze che non riescono a controllare. Nel 900 la situazione cambia e si aggrava poiché lo scienziato lavora ormai in istituzioni che ne finanziano le indagini. La conoscenza della verità non è un valore fine a se stesso ma si misura sul criterio dell’utilità, politica ed economica. Così la più grande scoperta scientifica del 900 la teoria della relatività e l’energia atomica si identifica immediatamente con un’applicazione di morte. Quando il 6 agosto del 1945 gli americani usano la bomba in Giappone uccidendo persone, tale data segna il momento di una tragica verità, la scienza non è solo un motore neutrale del progresso umano. Perciò non si può più separare la scienza dalla coscienza e dalle sue responsabilità. Brecht dopo l’atomica riscriverà il finale della sua vita di Galileo smascherando l’ideologia della neutralità della scienza. “sventurata la terra che ha bisogno di eroi”. Per questo da Einstein a molti fisici come Fermi che collaborano alla costruzione dell’atomica si impegnano nelle campagne per l’abolizione delle armi nucleari. Lo stesso Sciascia nel racconto la scomparsa di Majorana ipotizza la scomparsa del fisico italiano, collaboratore di Fermi, per aver intuito prima degli altri le catastrofiche conseguenze della fissione dell’atomo.

“Relatività” - litografia, pg 47 “Lo specchio magico di Maurits Escher

Scienza e marcato Episodio di Cernobyl 1986 mostra al pianeta i pericoli derivati dall’uso pacifico dell’energia nucleare. Quando Holdane nel 1962 usò il termine clone mettendo in essere una tecnica riproduttiva solo immaginata nel 1932 nel romanzo di Huxley il Nuovo Mondo, si riapre lo spettro della scienza senza controllo o usata per fini economici. Le ricerche sul DNA e la mappatura del genoma umano del 2000 hanno segnato un salto di qualità nella scienza. Oggi l’uomo ha la possibilità di esercitare un controllo biologico sulla propria specie e operare interventi dalle conseguenze irreversibili sulla vita umana.

Allora si ripropongono i quesiti Chi potrà decidere sulle scelte di biologia umana? Quali potranno essere i risvolti sociali e politici di questi interventi? È possibile un controllo democratico su queste tecniche? Proprio il nostro presente ci impone di fare serie riflessioni sulla consapevolezza e la responsabilità delle scoperte scientifiche.

709 × Idillio atomico e uranico melanconico, Olio su tela di Salvator Dalì