L’INNOVAZIONE PER NUTRIRE IL PIANETA 22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano La ricerca pubblica: un esempio di innovazione nelle varietà vegetali Giorgio Miclet Ufficio Trasferimento Tecnologico Università degli Studi di Udine
Short history The University of Udine was founded in 1978 as part of the reconstruction plan of Friuli after the earthquake in1976. Its aim was to provide the community with an independent center for advanced training in cultural and scientific studies. 22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Facts and figures (31/12/2014) 14 Departments 15,635 students enrolled 329 PhD students 678 professors and researchers 537 technical and administrative staff 9 PhD courses 34 associates and linguistic experts Università degli Studi di Udine
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Area Servizi per la Ricerca – Ufficio Trasferimento Tecnologico Istituito formalmente nel 2004 per la valorizzazione dei risultati della ricerca: Creazione di impresa (spin-off) Rapporti con le imprese Gestione della PI 1991: primo brevetto a nome UniUD 1998: prime entrate da contratto di licenza -92 famiglie di brevetti per un totale di 272 titoli (ca 45% agrifood) -Intensità TT: da 10 anni oltre 40% -Ricavi cumulati da PI 1998 – 2014: € Media 2012 – 2014: € «Bestsellers»: un brevetto farmaceutico e una varietà vegetale
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Kiwi a polpa gialla SORELI Esperienza fortunata: -Ritorno economico -Reputazione -Relazioni e istruttiva: -Errori -Problemi -Soluzioni
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano «Per fare un albero, ci vuole un seme…» … per fare una Nuova Varietà Vegetale ce ne vogliono 1.656! 1997: Avvio programma di breeding 15 incroci tra selezioni di Actinidia chinensis semenzali, 20 selezioni, 3 selezioni avanzate 2007: 1 varietà proposta all’UTT per essere licenziata Dieci anni di lavoro dei breeders proff. R. Testolin e G. Cipriani: -prove in Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Basilicata -panel test professionali.
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Ma servono anche tecnici, un’azienda agraria sperimentale e materiale genetico Alcune delle varietà di actinidia presenti nella collezione dell’Azienda Agraria Universitaria “A. Servadei” dell’Università di Udine Collezione di Actinidia dell’Università di Udine: Oltre 20 specie dei climi temperati e più di 200 accessioni, tra varietà botaniche e coltivate. Avviata dal prof. Testolin negli anni ‘80, è la più grande d’Europa. Una risorsa indispensabile per realizzare programmi di breeding.
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano SORELI: privative e licenze 2008: -privativa comunitaria -contratti non esclusivi per UE con 14 vivaisti 2009: -US plant patent -contratto licenza esclusiva per il resto del mondo sottoscritto da Biogold (Sudafrica) 2013: -Biogold subentra ai licenziatari europei e fonda nuova società per gestire esclusiva mondiale e operare in Europa 2011 – 2014: -Biogold richiede privative in: Cile, Perù, Argentina, Brasile, Sudafrica, Egitto, Turchia, Israele, Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Due modelli di sfruttamento dei diritti di privativa Contratto UE – Vivaisti I vivaisti acquisiscono il diritto di moltiplicare e vendere le piante senza particolari limitazioni La Varietà è resa accessibile a tutti i soggetti interessati e la circolazione del prodotto è libera Il vivaio guadagna sulla vendita (quantità e prezzo) e l’Università incassa dai vivaisti la royalty sulle piante vendute Contratto Biogold Il licenziatario gestisce contratti con -laboratori e vivai per la produzione e vendita delle piante -Packagers e marketers per la commercializzazione della produzione L’accesso alla varietà e la circolazione del prodotto sono limitati e controllati Il licenziatario incassa royalties dai marketers sull’estensione degli impianti e sulla produzione e ne gira una quota all’Università
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Il modello vivaio Inadeguato per una varietà da frutto con un mercato globale Gestione faticosa per numerosità dei contratti Nessun coordinamento tra i licenziatari per promozione e controllo della varietà Mercato «hobbistico» andava escluso Andava imposto ai licenziatari di far sottoscrivere agli acquirenti impegni di non propagazione La libertà nella vendita delle produzioni ha creato confusione rispetto al fatto che Soreli è protetto da CPVR
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Conseguenze 300 ha ca di impianti di Soreli «ufficiali» 200 ha ca di impianti illegali Mancanza di un coordinamento tecnico sulle produzioni: Qualità scadente: raccolto troppo presto e/o trattato con prodotti per aumentarne la pezzatura. Reputazione minacciata con ripercussioni per lo sviluppo atteso per la coltura e per il progetto di Biogold.
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Galleria degli e/orrori 1 «Le vie del vivaismo sono infinite» (2012, Vivaista Anonimo)
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Galleria degli e/orrori 2 La Fiera della marza (Italia, febbraio 2013)
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Galleria degli e/orrori 3 «Proviamoci» (Udine, novembre 2010)
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Galleria degli e/orrori 4 (S)formato famiglia (Italia, 2013)
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Il modello «Biogold» ≠ Zespri e Kiwigold Biogold non possiede vivai, coltivazioni, strutture produttive. Lavora solo sui diritti che gestisce per conto dei breeders. Raccoglie royalties che spartisce col titolare dei diritti. Per Soreli sta funzionando bene.
22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano Conclusioni Privative vegetali: 1.Opportunità importante per ente pubblico che fa breeding. 2.Condizione necessaria, ma non sufficiente, per avere il controllo della varietà lungo la filiera. 3.Il controllo esercitato in maniera equilibrata e nel rispetto dei diversi attori, può garantire reddittività ai produttori e qualità e sicurezza ai consumatori, senza pregiudicare gli interessi di chi opera «nel mezzo».
GRAZIE 22 settembre 2015 – L’innovazione per nutrire il pianeta – Milano