Se ogni regola non basta più

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Transcript della presentazione:

Se ogni regola non basta più Manierismo Se ogni regola non basta più

Manierismo Arte Letteratura Maniera: Sinonimo di stile “Bella Maniera”: Così Vasari nelle sue Vite definisce lo stile dei grandi artisti di inizio Cinquecento che devono essere imitati: Leonardo, Raffaello e Michelangelo Manierismo: il termine può indicare anche una imitazione pedissequa e sterile, semplice ripetizione di forme acquisite dal passato. Il Vasari della Letteratura è Pietro Bembo. Le prose della volgar lingua hanno definito il modello per la poesia: Petrarca. Manierismo: Imitazione pedissequa e sterile del modello. Il Cinquecento è il secolo del Petrarchismo [“Scrivere i sonetti in stile petrarchesco diventò per i letterati l’esercizio più comune di addestramento alla lingua e alla letteratura patria; nonchè la più facile scorciatoia per strappare il proprio quarto d’ora di notorietà in una delle tante antologie poetiche. É fin troppo facile vedere in questa epidemia sonettistica un aspetto esteriore e deteriore della poetica rinascimentale fondata sull’imitazione” (R. Bruscagli)]

Manierismo Arte Con il termine Manierismo si indica anche quello stile pittorico che, pur rimanendo all’interno della “maniera” tradizionale, la modifica a tal punto dall’interno da renderla irriconoscibile Rosso Fiorentino, Visitazione di Carmignano 1528-1530

Manierismo Letteratura O sonno, o de la queta, umida, ombrosa notte placido figlio; o de’ mortali egri conforto, oblio dolce de’ mali sì gravi ond’è la vita aspra e noiosa; soccorri al core omai, che langue e posa non have, e queste membra stanche e frali solleva: a me ten vola, o sonno, e l’ali tue brune sovra me distendi e posa. Ov’è ’l silenzio che ’l dì fugge e ’l lume? E i lievi sogni, che con non secure vestigia di seguirti han per costume? Lasso, che ’nvan te chiamo, e queste oscure e gelide ombre invan lusingo. O piume d’asprezza colme! o notti acerbe e dure! [Giovanni della Casa, Rime] Con il termine Manierismo si indica anche quello stile letterario che, pur rimanendo all’interno della “maniera” tradizionale, la modifica a tal punto dall’interno da renderla irriconoscibile

Manierismo in letteratura Il termine è traslato dal lessico artistico. Fenomeno estremamente complesso: Definiamo manierista la letteratura del secondo Cinquecento che si propone come continuazione e rielaborazione critica delle esperienze rinascimentali. É un ponte fra la tradizione illustre e ammirata ma sentita ormai come irripetibile e l’incognita del moderno

Manierismo in letteratura Il Manierismo è il corridoio tra il Rinascimento e il Barocco

Guardiamo ciò che conosciamo Di cosa si tratta? Guardiamo ciò che conosciamo

Ariosto Tasso E come quei che non sapean se l’una Ei ch’al cimiero, ed al dipinto scudo Non badò prima, or, lei veggendo, impetra . Ella, quanto può meglio, il capo ignudo Si ricopre, e l’assale; ed ei s’arretra. Va contra gli altri, e ruota il ferro crudo; Ma però da lei pace non impetra; Che minacciosa il segue, e volgi, grida: E di due morti in un punto lo sfida. E come quei che non sapean se l’una o l’altra via facesse la donzella
(però che senza differenza alcuna
 apparia in amendue l’orma novella),
 si messero ad arbitrio di fortuna,
Rinaldo a questa, il Saracino a quella. Pel bosco Ferraù molto s’avvolse,
 e ritrovossi al fine onde si tolse.

Ariosto Tasso E come quei che non sapean se l’una A A Ei ch’al cimiero, ed al dipinto scudo / Non badò prima, or, lei veggendo, impetra . Ella, quanto può meglio, il capo ignudo / Si ricopre, e l’assale; ed ei s’arretra. Va contra gli altri, e ruota il ferro crudo; Ma però da lei pace non impetra; Che minacciosa il segue, e volgi, grida: E di due morti in un punto lo sfida. E come quei che non sapean se l’una o l’altra via facesse la donzella
(però che senza differenza alcuna
 apparia in amendue l’orma novella),
 si messero ad arbitrio di fortuna,
Rinaldo a questa, il Saracino a quella. Pel bosco Ferraù molto s’avvolse,
 e ritrovossi al fine onde si tolse. A A impetra B B A A B B A A B impetra B C C C C

Ariosto Tasso o/l’al/tra/via/fa/ces/se/la/don/zel/la I II III IV V VI VII VIII IX X XI Non/ba/dò/pri/ma,or,/lei/ veg/gen/do, im/pe/tra I II III IV V VI VII VIII IX X XI

Trasforma l’ottava dall’interno L’ottava di Tasso Enjambement Frammentarietà della sintassi Ritmo irregolare del verso Lessico peregrino Rime equivoche Concettismo Evidente la presenza di tensioni Trasforma l’ottava dall’interno

Ma questa tensione è una completa novità?

Quale volto conosciamo di quest’epoca? Rinascimento Quale volto conosciamo di quest’epoca?

La scuola di Atene Raffaello Roma, 1509-1520

Classicismo Armonia Ordine Ripresa dei classici (o almeno di una idea di essi) Equilibrio Quiete Classicismo

Ma il rinascimento è solo questo?

Ferrara

Venere e Marte, come vuole il mito, giacciono avvinti dalla passione sotto uno stretto e spigoloso lenzuolo. Il signore della guerra e la sposa di Vulcano sono caduti nell'invisibile rete preparata dal fabbro degli dèi. Le catenelle della rete, che si vedono pendere in fondo al letto, hanno messo in trappola i due amanti. Vulcano, sguardo al cielo, sta additando alle divinità dell'Olimpo la concreta prova del tradimento. Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi, Mese di Settembre Officina ferrarese, Ferrara, 1470

Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi, Mese di aprile Officina ferrarese, Ferrara, 1470

Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi, Mese di aprile Officina ferrarese, Ferrara, 1470

Firenze

Firenze, Galleria dell’Accademia

Michelangelo, David, Firenze, 1501-1504 Armonia Equilibrio Proporzione

Inquietudine Tensione Incompletezza Michelangelo, Atlante, Firenze, 1513

In Michelangelo vediamo due diverse facce del Rinascimento

Se ‘l mie rozzo martello i duri sassi forma d’uman aspetto or questo or quello, dal ministro, che 'l guida, iscorge e tiello, prendendo il moto, va con gli altrui passi. Ma quel divin che in cielo alberga e stassi, altri, e sé più, col proprio andar fa bello; e se nessun martel senza martello si può far, da quel vivo ogni altro fassi. E perché 'l colpo è di valor più pieno Quant’alza più se stesso alla fucina, Sopra ‘l mie questo al ciel n’è gito a volo. Onde a me non finito verrà meno, S’or non gli dà la fabbrica divina aiuto a farlo, c’al mondo era solo. Parafrasi: Se il mio rozzo martello dà alle pietre ora un aspetto umano ora un altro, prendendo movimento dal ministro [l’artista] che lo guida, lo vede e lo tiene, procede al ritmo dei movimenti dell’artista. Ma quel signore divino che abita e rimane in cielo con il proprio movimento altri, e soprattutto se stesso, fa bello; e se nessun martello si può fare senza un altro martello, da quell’unico che è vivo di per sè (il martello del Signore) ogni altro prende vita. E poichè il colpo è più forte quanto più il braccio viene alzato verso la fucina (quindi verso il cielo), sopra di me il mio martello è salito fino al cielo. Quindi io, che al mondo sono solo, con l’opera non completata rimango a mani vuote se ora non mi dà il Signore stesso aiuto a completarla. [Michelangelo]

«Il sonetto può intuirsi come una parabola della perfezione impossibile dell’arte: il martello è guidato dall’artista e l’artista da Dio; poiché l’opera è più valida quanto più l’ispirazione si leva a Dio, paradossalmente il martello sfugge, finisce in cielo, l’opera rimane “non finita” e solo Dio la può finire, ma in cielo» (Mastrocola)

«Il dato che si impone al lettore è la difficoltà, talvolta estrema, di queste rime: essa deriva da una forte concentrazione linguistica e dall’uso delle immagini. Il dettato michelangiolesco è infatti fortemente ellittico, teso ed essenziale, poichè non vi è nulla che sia inutile e pleonastico; al contrario, la sensazione che si ricava dalla lettura di queste rime è un “troppo pieno” (Gorni) in cui i concetti si accavallano costringendo spesso ad ardui passaggi logici e sintattici. [...] Talvolta lo sperimentalismo linguistico ed espressivo è esasperato e la difficoltà diventa enigma, la perizia tecnica si trasforma in manierismo, il dettato da difficile si fa “goffo” (Contini)» (U. Motta)

In Michelangelo troviamo una tensione esistenziale, un anelito non risolto alla perfezione, una profonda solitudine e nostalgia che attraversano tutto il Rinascimento e che danno vita a quello che Raimondi ha definito Rinascimeto inquieto

e se qualcuno vi ha mai creduto è ora davanti al suo tramonto Rinascimeto inquieto Questa tensione esistenziale e questa inquietudine sono presenti in tutto i Rinascimento. In tutta l’epoca è possibile notare la coscienza del dolore, della precarietà della condizione umana, basti pensare a Machiavelli Lo splendido mito di un Rinascimento tutto serenità e armonia non è mai esistito e se qualcuno vi ha mai creduto è ora davanti al suo tramonto

Tensione Non è una completa novità Ha attraversato tutto il Rinascimento Il classicismo altro non è che un tentativo di COMPENSAZIONE, di risoluzione di quella stessa tensione. Vi è un desiderio di perferzione (intesa come vera e propria realizzazione dell’uomo) che cerca di trovare risposta nella perfezione del modus classico.

Questo tentativo di compensazione fallisce: Ma... Questo tentativo di compensazione fallisce: La lezione degli antichi è insufficiente per parlare di un mondo deventato ormai troppo complesso Il fascino degli antichi a poco a poco si degrada: lo spirito vivo di emulazione lentamente si irrigidisce in un ossequio tutto esteriore. “Quanto si ingannano coloro che a ogni parola allegano e’ romani” (Guicciardini)

Mondo ormai troppo complesso? Scoperte Geografiche (1492, America) 1517 Tesi di Wittenberg 1559 Pace di Cateau-Cambresis

Mondo ormai troppo complesso? Alla tensione esistenziale, tipica dell’uomo, che ha attraversato tutto il Rinascimento, viene a sommarsi una nuova mancanza di certezze: Il mondo si è apliato e con esso la concezione dei costumi e della cultura dell’uomo stesso. La riforma luterana è un fenomeno destabilizzante, vera e propria punta di un iceberg.

E davanti a questa nuova incertezza e acuita inquietudine?

Irrigidimento della regola in ogni ambito Religioso Artistico-culturale Centralità della Poetica di Aristotele Controriforma

Aristotele 1536 Traduzione latina della Poetica (esisteva una traduzione quattrocentesca insoddisfacente) Metà ‘500 numerosissimi i commenti all’opera aristotelica (1570 Poetica aristotelica volgarizzata e sposta, Ludovico Castelvetro) Interpretazione precettistica dell’opera aristotelica che era invece opera descrittiva

Un vero e proprio apparato dottrinario Mimesis: la poesia è arte mimetica, “imitazione della natura”. Il poeta non deve copiare la realtà, ma operare una selezione, escludendo l’imperfetto e il caduco. Il poeta non deve, però, occuparsi del Vero (materia dello storico), ma del verisimile: quelle cose “che non sono mai accadute, ma che potrebbero e dovrebbero accadere” (Scaligero)

Un vero e proprio apparato dottrinario Unità aristoteliche Azione Luogo Tempo Un unico caso tragico, senza intrecci secondari Un solo luogo (solitamente una Reggia) Un solo giorno

All’aumentare della tensione si irrigidisce la regola. L’irrigidimento della regola porta ad un aumento della tensione

Il manierismo (si pensi a Tasso) nasce da questo doppio movimento: Il desiderio di seguire dettami e norme che possano essere fonte di certezza e stabilità di fronte alla diffusa incertezza e all’inquietudine L’impossibilià di esprimersi totalmente dentro le norme prescelte: non si vuole abbandonarle, non si vuole romperle, ma allo stesso tempo risultano strette, non adeguate.

Pontormo, Deposizione dalla Croce, Firenze, 1526-1528