Vittorio Pavoncello Pastelli.

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Transcript della presentazione:

Vittorio Pavoncello Pastelli

Luce Virtuale

I pastelli sono per me legati a Parigi. E' li che iniziato ad amarli. Rimanevo affascinato dai pastelli di Odilon Redon conservati al Museo del Louvre in una stanza con pochissima luce per non danneggiarli…E poi ovviamente i pastelli di Degas. e fu a Parigi nel'89 che un' amica del Centre Pompidou mi regalò una scatola di pastelli. Forse lei più di me intuiva quanto sarebbero stati importanti. A Parigi ho creato molti pastelli e di alcuni non so dove si trovino attualmente. Di uno in particolare Sinfonia di Parigi di grandi dimensioni (cm 100x140) – per un mio pastello ovviamente, sebbene quelli di Boldini siano molto più grandi – ne ho un ricordo sempre vivo, perché lo dipinsi per diversi mesi su di un grande foglio di carta per paralumi che avevo attaccato al muro di una chambre di bonne. Lo donai alla SIAE di Parigi. Ma prima di arrivare ai miei pastelli più noti del 95’ le luci e le danze virtuali passai…

Pastelli al punteruolo Il punteruolo è stato un utensile che mi ha accompagnato per molto tempo. Con questo incidevo le lastre di rame e mi piaceva molto attraverso la sua rudezza creare segni delicati. Era una specie di sfida. Bachelard scrive : "... che la materia oppone sempre una resistenza..." ed io a questa associavo anche quella dell'oggetto che su questa si trovava ad operare. E la sfida era anche di applicare il punteruolo sulle superfici morbide create dai pastelli sulla carta. Questi pastelli li ho raccolti in una cartella, forse, perché creano quasi un racconto, se la successione e l'associazione di immagini possono formare un racconto in sé. (La firma Petit Paon è uno pseudonimo un po’ come i vari nomi di Pessoa) Pastelli al punteruolo

alberi apparizione astrazione morta con uccelli appuntamento

attrazione acrobata fluido donna incinta colpo d'occhio computer sound

conversazione uccelli di notte tutti i gatti sono grigi filo indiretto fiori installazione di una astrazione morta su di una astrazione morta

fuso orario globi animazione animazione fiori grembo cosmico uccelli -mamma e prole

mondi infantili installazione di una astrazione morta su di una astrazione morta pavoni affacciati sul mondo nella sala dei ritratti scomposizione di un uccello il suicidio di borromini

strada qualcosa mette in agitazione gli uccelli mentre tramonta vicino-lontano uccelli in reticolo

promenade in una voliera sonarte- rossa scultura la rivelazione di un segreto

Disegnare dentro il pastello doveva però rivelarmi nel tempo un altro mondo quello della virtualità. Scavando delicatamente con un punteruolo ne venivano fuori dei disegni… ma usando la taglierina per asportare il colore, le varie sovrapposizioni di questo sulla carta lasciavano delle tracce che poi si aprivano nella più ampia vastità dell'immagine. Un procedimento simile ai frattali per memorizzare. Ho creato così nel 95‘, in quello che è stato un significativo soggiorno a Parigi, le Luci e Danze Virtuali. Luci e Danze Virtuali

danza virtuale danza virtuale danza virtuale luce virtuale danza virtuale danza virtuale

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I pastelli sono stati esposti in diverse mostre collettive e sono entrati nelle collezioni di importanti musei il più significativo è stato lo Stedeljik di Amsterdam. Mentre fra le mostre collettive Hanno rappesentato alla Biennale di Taiwan il padiglione Italia. Hanno avuto anche diverse edizioni in quanto ho continuato a farli una volta ritornato a Roma anche se prevalentemente sono state le Luci Virtuali che hanno costituito le basi delle diverse mostre. Il punteruolo era ormai abbandonato e le taglierine di diverse misure corrispondevano meglio a creare quelle luci e ombre colorate e sfumature che si proiettavano nostalgicamente verso il futuro virtuale.

Luci Virtuali

Luci Virtuali

Luci Virtuali

Una breve parentesi tra le Luci e le Danze Virtuali che mescolano dinamiche di figuratività e astrattismo è stato un omaggio a Roma che ho voluto dedicare a questa città. Sono alcuni pastelli che riprendono temi e icone di Roma come se fosse un camminare nella memoria di una città che della sua eternità ne fa un luogo che non si dimentica facilmente.

ROMA

ROMA

Le composizioni di Vittorio Pavoncello trovano una particolare attinenza con i temi della virtualità: il soggetto o il titolo del lavoro, in questo senso è determinante per definire, nominare, le qualità psichiche e percettive di una sostanza pittorica mobile che viene intravista come fondo di luce che emerge dal buio. In questo senso, l’azione dello scalfire, del graffiare, non vuole erodere il senso unitario della superficie, ma anzi indicare all’occhio dell’osservatore una direzione privilegiata per lo sguardo. E la ‘danza virtuale’ si esprime proprio nel movimento di masse dinamiche concentrate in una porzione/schermo di superficie, specchio ideale di un mondo futuribile e telematico. Lidia Reghini di Pontremoli Le sovrapposizioni di piani indicano stratificazioni della memoria, libere e vivaci associazioni mentali definite da segni che serbano una particolare energia gestuale in cui l'azione è un passo di danza, lo scarto di luce negativo-positivo di un processo fotografico, la fenomenizzazione di una legge scientifica… Anna Imponente scrivendo

e-mail: pavoncelloart@hotmail.com per saperne di più www.vittoriopavoncello.net e-mail: pavoncelloart@hotmail.com