Nelle loro mani mise il Talento dell’ con cui avrebbero assaporato l’essenza della vita.

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Transcript della presentazione:

Nelle loro mani mise il Talento dell’

con cui avrebbero assaporato l’essenza della vita.

PRENDETE E MANGIATE (Mt 26,26) Un cibo ci è dato per la vittoria.

Noi siamo quello che mangiamo e la vita passa attraverso il gusto che non solo lambisce le papille della lingua ma distribuisce sostanza.

Il cibo è fondamento di rigenerazione e se attraverso l’aria respiriamo…,per il pane percorriamo in piedi la nostra vita, eretti sulle nostre possibilità. Il pane è icona di appartenenza, è profumo di casa. In un solo pezzo di pane, farina mischiata a lievito e acqua, si nasconde il lavoro umano. In esso si nasconde ogni cosa: il fuoco,l’aria, la terra e l’acqua.

Il contadino sogna il pane e lo intravede da lontano seguendo il corso del grano,il mugnaio che regge la potenza della mola,il fornaio che affronta il tempo della crescita e della purificazione, la tavola che fa incontro e famiglia.

Il pane è storia di chi vive per comunicare la vita. Essere come il pane è…essere capaci di passare la vita, affrontare il tempo della mietitura e della raccolta, il tempo del fuoco e della crescita,saper ritrovare la via di casa.

Pane è vita e la vita è pane da mangiare. Sarà per questo che, nel giorno della consegna, quella definitiva che lanciava il Nuovo patto,l’Antica Alleanza riproposta nella nuova Parola, il Maestro scelse proprio il pane e volle che attraverso il pane passasse la Salvezza.

La notte in cui il Maestro fu tradito, il pane divenne la Parola e la sostanza di un incontro,il confine da valicare perché il divino si calasse nella vita di chi aderiva alla Parola.

“Se mangiate la mia carne avrete la vita” (Gv 6,53). “Gustate e vedete come è buono il Signore”ripete il Salmo 33 al versetto 9, e certo quella notte,qualcuno degli apostoli, ancora incapace di leggere per estesa la Parola che salva, avrà pensato all’antica frase e avrà colto quello che più tardi sarà chiaro a tutti loro: chi mangia carne diventa carne, chi mangia pane diventa pane…chi mangia Cristo diventa Cristo.

La salvezza passa per la bocca e il gusto della vita si associa al sapore della fede. Un Dio che si fa pane, sceglie la via sensibile del gusto per raccontare le Sue vie agli uomini.

Dio e l’uomo, compagni di cielo e di terra… E sarebbe strano non riconoscere che proprio la parola compagno ha in sé il sapore del pane. Compagno, con il pane, cum e panis, e non è un caso che il Maestro dica ai suoi discepoli:”vi ho chiamati amici”cioè compagni… E nessuno potrà consumare il pasto saporito, offerto dal Maestro, se il pane non verrà diviso con chi fa fatica a guadagnarselo…

Non avere pane e non avere vino può significare la rovina della festa. Moltiplicare il pane e trasformare l’acqua in vino è ridare il sorriso a chi l’ha perso, è ridonare alla vita il carattere della festa. Tratto da Almeno 5 di Erri de Luca

Eravamo due estranei, Signore, l’uno distante dall’altro ma il Pane dell’amore ci ha reso famiglia. Eravamo soli, non ci conoscevamo ma questo Pane ci ha reso compagni. Eravamo due cuori ribelli, incapaci di trovare qualcosa in comune ma il Pane condiviso ha aperto i nostri cuori e li ha riempiti di bene. Come potevamo credere che tutto sarebbe rimasto come prima? Come potevamo non cambiare incontrando Te, che sei il Pane della vita? Continua a rallegrare il nostro cuore e porta energie nuove a quanti sono affaticati e stanchi. Insegnaci i gesti che fanno bene al cuore e permettono alle ferite antiche di rimarginarsi. Insegnaci ad essere pane, come Te, e a portare con noi, per le strade del mondo, il sapore dell’ospitalità premurosa, dell’accoglienza generosa che ci fa dire gli uni gli altri : “Tu sei importante e prezioso per la mia vita, ti voglio bene!”. Amen