Welfare familiare tra autofinanziamento e sostegno pubblico: il futuro delle politiche nazionali ed europee Sostenere il welfare Andrea Toma Censis
Le dimensioni della domanda e dell’offerta di lavoro domestico in Italia Fonte Istat: il n. di famiglie che ricorrono a un collaboratore domestico e/o assistenza anziani, disabili, baby sitting nel 2011 è pari 2 milioni 589mila (10,4% sul totale delle famiglie). Nel 2013 è stato pari a 2 milioni 164mila (8,7%sul totale delle famiglie) Il n. medio di ore a settimana (2013) è di 11,9 Stima Censis (2013): l’offerta di lavoro domestico coinvolge circa 1 milione e 655mila individui, di questi circa il 28% rappresenterebbe la quota di lavoro irregolare
Le famiglie «motore economico» Cresce il valore economico delle attività delle famiglie come datore di lavoro: 19 miliardi e 268 milioni di euro nel 2014 (1,3% sul totale del valore aggiunto), con un incremento del 3,1% rispetto al 2010 (stima Censis su dati Istat, valori costanti 2010). Nello stesso periodo il valore aggiunto del totale delle attività economiche del Paese è cresciuto solo dello 0,3%
Le famiglie, il lavoro domestico e la crisi Fonte Censis 2015: n. di famiglie che ricorrono a un lavoratore a domicilio: 8,3% In termini assoluti corrispondono a 2 milioni 158mila famiglie Riduzione dello 0,4% in due anni. L’utilizzo del lavoro domestico diventa strutturale nell’economia delle famiglie, anche di fronte alla crisi
Lavoro domestico fattore «strutturale» dell’economia familiare
Bisogni, vincoli di costo e lavoro domestico Ragioni dietro la scelta di non utilizzare il lavoro domestico: -Il 12,1% delle famiglie italiane dichiara che, pur avendone bisogno, non è in grado di sostenere il costo In termini assoluti la percentuale corrisponde a 3 milioni 146mila famiglie Fonte: Censis 2015
Il profilo della domanda inevasa La quota delle famiglie che dichiara di non poter sostenere il costo raggiunge: -Il 19,1% nei grandi centri urbani -Il 17,5% nel caso in cui il capofamiglia ha 65 anni e oltre -Il 17,8% fra i single -Il 23,3% nelle famiglie con un reddito mensile fino a 1000 € Fonte: Censis 2015
Un lavoro in larga parte internalizzato Ragioni dietro la scelta di non utilizzare il lavoro domestico: -Il 19,3% delle famiglie italiane dichiara che i compiti di assistenza, cura e pulizia sono svolti da uno o più membri della famiglia (Sale al 27,8% nel caso di reddito familiare mensile fino a 1000 € e al 24% nel caso di capofamiglia disoccupato) In termini assoluti la percentuale corrisponde a 5 milioni 18mila famiglie Fonte: Censis, 2015
Le ricadute positive del lavoro domestico -Presidio della cura e assistenza all’interno della famiglia -Disintermediazione e fattori «soft» nell’assistenza -Soluzione al trade-off imposto alle donne fra lavoro retribuito e lavoro in casa -Integrazione della componente straniera della popolazione -Oltre un milione di stranieri lavorano nelle case italiane come colf, badanti, governanti
Sostenere il welfare familiare Gli effetti di un’azione di sostegno al welfare familiare (ad esempio: sistema di deduzione fiscale delle spese sostenute dalla famiglie): -Nuova occupazione e professionalizzazione -Emersione del lavoro irregolare e stabilizzazione -Riduzione dell’evasione/elusione fiscale -Deospedalizzazione dell’assistenza