Il romanzo moderno in Europa Le tappe principali
f. meneghetti - itis planck 2004 Le tappe principali Le origini medievali Nascita del romanzo moderno tra ‘500 e ‘600 Nascita del romanzo borghese nel ‘700 La fortuna del romanzo con il romanticismo f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 I romanzi cortesi I romanzi cortesi sono scritti in lingua d’oil e si ispirano a leggende bretoni (celtiche) di Francia e Inghilterra. Il più famoso è Tristano e Isotta. In questo genere letterario, scritto in prosa e destinato alla lettura silenziosa, l’amore ha un ruolo preponderante: di conseguenza anche i personaggi femminili. f. meneghetti - itis planck 2004
Caratteri del romanzo cortese I Il romanzo è privo di riferimenti storici e tratta materie leggendarie e fiabesche. V. il ciclo di re Artù e dei cavalieri della "tavola rotonda" Lancillotto, Galvano, Ivano, Perceval; Nel romanzo domina l'elemento meraviglioso, fiabesco, fantastico e avventuroso ( leggende celtiche precristiane); Nel romanzo dominano tendenze centrifughe: i cavalieri partono a caso in cerca di avventure per provare a se stessi, il loro valore, la loro forza nell’esercizio delle armi, adoperandosi nella liberazione di giovani donne in pericolo; il romanzo ha una struttura aperta, le avventure si possono susseguire fino all’infinito intrecciandosi tra di loro. f. meneghetti - itis planck 2004
L’opera di fusione dei cantari Al di sotto della storia “nobile” della letteratura anche il mondo medievale conosce una produzione culturale di intrattenimento, sospesa fra l’oralità e la scrittura, affidata a professionisti girovaghi, i cosiddetti canterini o cantimbanchi. Sono loro a girare per le piazze e i castelli d’Italia, recitando testi, approntati da loro stessi o da loro colleghi, che recuperano suggestioni della letteratura epica e amorosa d’origine francese, le mescolano tra loro (creando appunto il filone epico-cavalleresco) e le “condiscono” con spunti più realistici e di materia “plebea”. Questi testi, i Cantari appunto, continuano a circolare dopo l’invenzione della stampa. f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 Il Morgante Maggiore Alla lezione dei cantari, soprattutto per quanto riguarda le contaminazioni realistiche e plebee, si rifà il poema Morgante Maggiore di Luigi Pulci, un po’ isolato nel panorama umanistico, ma non del tutto solitario. E’ la storia di un gigante e di un mezzo gigante, che credono nelle cose terrene e sembrano anticipare la figura di Gargantua. f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 L’Orlando Furioso Anche il più noto poema epico cavalleresco italiano risponde ai canoni di un modo narrativo. Del romanzo cortese riprende la struttura aperta, grazie alla tecnica dell’entrelecement, che gli permerre di passare dal filone epico a quello cavalleresco. Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori… f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 Il fantastico Per queste ragioni l’opera di Ariosto si collaca nel filone fantastico della letteratura rinascimentale, in antitesi al filone realistico, che troverà la sua massima espressione con il Principe di Machiavelli. Tuttavia ciò non significa superficialità per l’A., anzi nella sua opera compaiono diversi spunti di amara riflessione sulla vita: chi cerca non trova, chi non cerca è trovato e tutti “errano” nella selva, metafora dei labirinti dell’esistenza. f. meneghetti - itis planck 2004
Nasce il romanzo moderno: il Gargantua “Gargantua e Pantagruel” di Francois Rabelais non costituisce un poema, ma un romanzo (del resto quest’ultimo sembra essere la prosecuzione “borghese” o moderna del poema epico). Il protagonista è appunto un gigante che si dedica al culto esagerato del cibo e del corpo. L’autore si maschera dietro al personaggio per demolire attraverso la comicità (“che rider soprattutto è cosa umana”) i dogmatismi e le ipocrisie della società medievale. f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 Il romanzo picaresco Nel ‘600 ha grande fortuna il romanzo picaresco, che ha il suo modello nel Lazarillo de Tormes (1554), di anonimo. “Picaro” significa furfante di strada: il romanzo picaresco dunque racconta la vita avventuruosa di un giovane, che impara a cavarsela nella vita con vari espedienti. Si può anche definire come un racconto di formazione. f. meneghetti - itis planck 2004
La dissacrazione del poema cavalleresco Sempre dalla Spagna viene un altro grande romanzo che segna la rottura con il mondo medievale: Don Chisciotte della Mancia, di Miguel de Cervantes (1605-1615). Si tratta della rappresentazione parodistica e corrosiva del modello del cavaliere. Don Chisciotte, nobile e sognatore, combatte contro i mulini a vento (scambiati per giganti), per il proprio onore, accompagnato dal suo alter ego, Sancio Panza, contadino concreto e realista. f. meneghetti - itis planck 2004
‘700: nascita del romanzo borghese Fino al ‘700 il romanzo era intriso di elementi fantastici: ora nasce un genere che attinge alla realtà quotidiana, e soprattutto allo stile di vita della borghesia (borghesi sono gli autori, i lettori, gli stessi personaggi). Si introduce allora una distinzione, assente nella lingua italiana ma presente in quella inglese, tra “novel” (racconto realistico appunto) e “romance” (che indica le storie fantastiche). Nel ‘700 il romanzo ha comunque una grande fortuna. I suoi generi principali sono: il romanzo filosofico, quello di viaggi e avventura (che talvolta si identifica con il primo), quello epistolare, quello sentimentale. f. meneghetti - itis planck 2004
Voltaire e il romanzo filosofico Uno degli autori più significativi è il francese Voltaire, che scrive racconti e romanzi di impronta filosofica. Non si tratta, badi bene, di romanzi-saggio, ma di storie avventuruose, piene di ritmo, che delineano però la sua visione della vita. Candido, per esempio, racconta la storia di un giovane, educato dal maesteo Pangloss a credere che il mondo in cui viviamo è “il migliore dei mondi possibili”, che dovrà scontrarsi con una realtà fatta di dolore e sofferenza: scoprirà che sono gli uomini, i primi, a farsi del male, ma anche che Dio è “distratto”. f. meneghetti - itis planck 2004
Micromegas: gli albori la fantascienza Uno dei racconti più belli di Voltaire racconta il viaggio nello spazio di un abitante di Sirio e uno di Saturno: giunti sulla Terra, vedono in una pozzetta d’acqua (l’Oceano) degli omuncoli, che però discettano di matematica e di filosofia. Grandi per la loro intelligenza, si rivelano però infintamente piccoli nella loro presunzione, convinti di essere i padroni del mondo. Il loro orgoglio viene demolito da una sana risata dei due viaggiatori extraterrestri. f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 Viaggi e relativismo Anche il romanzo di J. Swift, I viaggi di Gulliver, presenta, oltre alla stessa dialettica piccolo/grande, delle implicazioni filosofiche ed antropologiche. Gulliver esplora il mondo e conosce civiltà diverse: si trova gigante tra i Lillipuziani, nano nel paese dei giganti Balnibarbi, uomo-bestia tra i cavalli sapienti (gli Yahoo) che ignorano la guerra. Vengono meno così le certezze sulla naturalità e la razionalità di tanti aspetti della civiltà europea. f. meneghetti - itis planck 2004
Viaggi e spirito borghese Daniel Defoe, autore anche del noto Robinson Crusoe, dà un’interpretazione diversa del viaggio: se Robinson è campione dell’iniziativa individuale e si batte da solo nell’isola deserta contro mille avversità, non diversa da lui è Moll Flanders che, nata povera e deportata in Virginia per furto, diventa ricca con mezzi sleali, dal furto alla seduzione per interesse. f. meneghetti - itis planck 2004
Il romanzo sentimentale Contrariamente all’immagine di un ‘700 tutto ragione, in questo secolo nasce un filone narrativo che proseguirà poi nel romanticismo. Esso comprende romanzi che danno ampio risalto ai sentimenti, ai drammi personali, alle vicende strappalacrime. Si possono includere in questa lista Pamela di Richardson, Tom Jones di Fielding (storia di un trovatello), la Nouvelle Heloise di Rousseau e i Dolori del giovane Werther di Goethe. Gli ultimi due si possono considerare altresì romanzi epistolari. f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 Il romanzo epistolare Il romanzo epistolare, come spiega l’etimologia, è costituito da lettere, che, nella loro successione, si prestano ad essere lette come un diario, o come un riflesso autobiografico del protagonista. Vi domina il modo della soggettività, che rinvia ad una forte coscienza del valore dell’individuo. Sarà un genere fortunato anche nel romanticismo. I modelli di Rousseau e Goethe influenzeranno in particolare Foscolo. f. meneghetti - itis planck 2004
La rivoluzione dei generi Il romanticismo voleva rappresentare una netta frattura con la letteratura del passato: si era sbarazzato delle regole classiche e del vecchio sistema dei generi letterari. Tuttavia la libertà creativa dell’artista (tanto invocata) non poteva essere assoluta: nel senso che la tradizione dei codici letterari era penetrata profondamente nella formazione dei letterati. D’altra parte il romanticismo dimostrava preferenza per alcuni generi, liberandoli dalle briglie del passato: tra questi la poesia lirica e il romanzo (inteso sia come novel che come romance). f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 Il romanzo gotico Il romanzo gotico (il cui prototipo è settecentesco: Il castello di Otranto di H. Walpole) rientra nel secondo genere. Ambientato in età medievale, in un castello o in luogo inquietante, si caratterizza per un ricco intreccio che comprende notti buie e tempestose, spettri, fantasmi, cripte, cimiteri, un’eroina perseguitata ed un cavaliere che la salva. Si può considerare gotico anche il romanzo di Shilley, Frankenstein, lo scienziato che vuole sostituirsi a Dio ma riesce solo a creare un mostro. f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 Il romanzo fantastico Aperto ad elementi irrazionali, al limite della patologia, il romanzo fantastico non è nettamente separabile da quello gotico. Anche qui emerge il gusto per il soprannaturale: ai fantasmi si unisce ora un nuovo personaggio, il vampiro. E’Carmilla di Le Fanu ad inaugurare il genere, che sarà poi ripreso da Brian Stoker, con Dracula (1898) mentre Stevenson intropuce il tema del “doppio” con Lo strano caso del dottor Jekill e mister Hide (1886). f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 Il romanzo storico Dire romanzo storico significa dire Walter Scott. Fu lo scrittore scozzese a lanciare, specie con Ivanhoe (1819) la moda del romanzo storico, di ambientazione medievale, atto a ricostruire, più che eventi documentati l’atmosfera dell’epoca. Rappresentò un modello anche per Manzoni che, tuttavia, volle distaccarsi dai canoni da lui imposti. f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 Il romanzo realistico La poetica del vero impegnava lo scrittore romantico ad essere testimone della realtà del proprio tempo. Perciò accanto alla letteratura fantastica d’evasione, nasce anche un romanzo realistico. Le opere migliori del genere si ebbero in Francia (con Stenhdal, Hugo, Balzac), in Russia (con Gogol, Checov, Tolstoj), in Inghilterra con (Dickens). f. meneghetti - itis planck 2004
f. meneghetti - itis planck 2004 Il romanzo poliziesco Il romanzo poliziesco invece si sviluppa nell’ottocento, ma al di fuori del movimento romantico: si tratta piuttosto di un fenomeno legato agli sviluppi della scienza e delle indagini scientifiche nell’ambito della polizia, dove si impiegano per la prima volta foto segnaletiche, microspoci ed esami autoptici sui cadaveri. f. meneghetti - itis planck 2004