Istituto Comprensivo Statale Morlupo Presenta Bullismo nelle scuole A cura di Dott.ssa Elisabetta Berdini Insegnante psicologa - psicoterapeuta
Definizione del termine Per bullismo si intendono tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un singolo, il bullo (o di un gruppo) nei confronti di una persona percepita come più debole: la “vittima”. LA PAROLA BULLISMO DERIVA DALL'INGLESE "BULLYING“ SI RIFERISCE AD UN GRUPPO DI PERSONE IMPLICATO IN AZIONI DI MOLESTIE VERSO UNA “VITTIMA” NON IN GRADO DI DIFENDERSI Per parlare di bullismo non ci si può riferire ad un semplice litigio, ma è necessario che tra i litiganti ci sia un'asimmetria di forza. La vittima, infatti, non è in grado di difendersi, si trova in condizioni di impotenza di fronte al suo oppressore I suoi effetti sull’autostima delle vittime sono sempre gravi e persistenti nel tempo. Forma di oppressione intenzionale e persistente Dott.ssa Elisabetta Berdini
Dott.ssa Elisabetta Berdini E’ bullismo! Si può parlare di bullismo quando esistono insieme: - il desiderio di fare del male - un'azione offensiva - uno squilibrio di potere - (solitamente) ripetizione - un utilizzo ingiusto di potere - piacere evidente da parte dell'aggressore - la sensazione della vittima di essere oppressi Come il prof cita nel suo libro il bullo è spaccone, Ingiurioso perché non si spiega perché l’altro non si è accorto di lui Minaccioso perché vuole comunque essere rispettato Invadente perché vuole essere considerato più importante di quanto normalmente lo desidera È del tutto evidente che il gigantimo di cui si riveste non è altro che frutto del nanismo di cui è vittima Dott.ssa Elisabetta Berdini
Caratteristiche del bullo. Pensa che la prepotenza paghi E’ aggressivo ed impulsivo Si compiace della sottomissione degli altri Fare il prepotente per essere un duro Aggredire gli sembra una cosa divertente Ha livelli relativamente bassi di empatia Ha una generale ostilità verso gli altri E’ stato influenzato da "modelli" aggressivi ll raggiungimento dell’obiettivo desiderato è più importante dei brutali mezzi impiegati per ottenerlo Il ruolo di bullo è parte della sua condizione. Pensano che la prepotenza paghi; in qualche scuola i prepotenti sono ammirati dagli altri, riescono ad ottenere quello che vogliono ed hanno meno probabilità degli altri di essere vittimizzati. Sono aggressivi ed impulsivi, il che li rende costituzionalmente più inclini ad intraprendere comportamenti da bullo. Si compiacciono della sottomissione degli altri, trovano gratificante dominare gli altri e ottenere da loro accondiscendenza e complicità. Fare i prepotenti è coerente con l'immagine potente o di duro; si tratta di uno stereotipo diffuso specialmente tra i maschi, ma sempre più anche nelle femmine. Sembra una cosa divertente, specialmente quando si fa parte di un gruppo che molesta qualcuno. Hanno livelli relativamente bassi di empatia, per cui il prepotente è insensibile all'evidente sofferenza degli altri. Il pregiudizio li porta a credere che alcuni tipi di persone si meritino di essere prevaricati; ad esempio, persone di un gruppo etnico differente o ad orientamento sessuale diverso. Una generale ostilità verso gli altri che è stata generata da esperienze negative con genitori e parenti, specialmente il sentirsi non amati e/o ipercontrollati. Sono stati influenzati da "modelli" aggressivi, nella vita reale e/o guardando film e video violenti. La vittima è percepita come se avesse provocato il trattamento negativo; comunemente, i bulli considerano il proprio comportamento prevaricatore come una "vendetta". Una monotonia cronica a scuola può portare comportamenti prevaricanti come mezzo per rendere la vita scolastica più interessante. ll raggiungimento dell’obiettivo desiderato è considerato più importante dei brutali mezzi impiegati per ottenerlo. Ciò si applica in particolar modo ad alcune persone che si trovano ad occupare una posizione di controllo e di potere. Lo considerano parte della loro condizione; ad esempio in seguito al fatto di essere sempre stati trattati come alunni particolarmente problematici Dott.ssa Elisabetta Berdini
Bullismo = Tisturbi della condotta Il fenomeno del bullismo può essere confuso con i “disturbi da deficit di attenzione e da comportamento dirompente” (DSM-IV TR, 1999): il disturbo da deficit di attenzione/iperattività(ADHD); il disturbo della condotta; il disturbo oppositivo- provocatorio. Noi educatori dobbiamo stare attenti a non confondere comportamenti aggressivi, tipici del bullismo da “disturbi da deficit di attenzione e da comportamento dirompente” come definiti nel DSM-IV( 1999): il disturbo da deficit di attenzione/iperattività(ADHD); il disturbo della condotta; il disturbo oppositivo- provocatorio. Vedi fotocopie La sostanziale differenza è la mancanza di consapevolezza e intenzionalità Dott.ssa Elisabetta Berdini
Tipi di bullismo VERBALE La prevaricazione può essere: DIRETTA VERBALE la vittima viene: sbeffeggiata, insultata, offesa dal gruppo degli aggressori; FISICA nel caso in cui la vittima venga picchiata, maltrattata, abusata, percossa PSICOLOGICA nel caso in cui la vittima venga costretta a comportamenti umilianti o a rifornire i suoi aggressori di soldi o beni materiali per evitare di subire ritorsioni Dott.ssa Elisabetta Berdini
Tipi di bullismo VERBALE FISICA PSICOLOGICA La prevaricazione può essere: INDIRETTA VERBALE la vittima viene: persuasa, criticata scorrettamente, diffusi pettegolezzi malevoli, soprannomi offensivi. FISICA Gesti minacciosi od osceni, sguardi minacciosi, buttare oggetti, spostare e nascondere oggetti personali, utilizzo di un’arma per minacciare PSICOLOGICA Formare apertamente una coalizione contro qualcuno, persuadere un’altra persona ad escludere qualcuno. Dott.ssa Elisabetta Berdini
Il Bullismo maschile è principalmente diretto rispetto alla vittima. Bulli e bulle Il Bullismo maschile è principalmente diretto rispetto alla vittima. Il Bullismo femminile è principalmente indiretto, caratterizzato da modalità di molestie più sottili (calunniare, disturbare, alterare i rapporti di amicizia) Dott.ssa Elisabetta Berdini
Definizione di cyberbullismo VOLONTARI e RIPETURI DANNI inflitti attraverso l’uso del COMPUTER e di altri DISPOSITIVI ELETTRONICI (Hinduja-Pactchin, 2009, 5) Bullismo virtuale, considerato un’evoluzione del bullismo tradizionale Definizione semplice, generica ma efficace Volontari: il comportamento deve essere deliberato, non accidentale Ripetuto: il comportamento non è incidentalmente isolato, NON CASUALE Danno: la vittima deve percepire che il danno è stato inflitto Dispossitivi elettronici. Computer, cellulari, giochi impongono il potere dell’aggressore e garantiscono il suo anonimato e conseguentemente garantiscono la diminuzione di responsabilità per il cyberbullo cyb. Diff. Bulismo - La vittima non è al sicuro tornato a casa Dott.ssa Elisabetta Berdini
Tipologie di cyberbullismo FLAMING: messaggi online violenti e volgari. Molestie (HARASSMENT): messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno. DENIGRAZIONE: sparlare di qualcuno per danneggiare la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, ecc. Flaming: messaggi online violenti e volgari. •Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno. •Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, ecc. Dott.ssa Elisabetta Berdini
Tipologie di cyberbullismo (Sostituzione di persona) "IMPERSONATION“ (Sostituzione di persona) “EXPOSURE” (Rivelazioni) “TRICKERY” (Inganno) “ESCLUSIONE” "CYBERPERSECUZIONE”/ "CYBERSTALKING" •Sostituzione di persona ("impersonation"): farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi dal punto di visto dei contenuti censurabili. •Rivelazioni (exposure): pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un'altra persona. •Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici. •Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla. •"Cyber-persecuzione" ("cyberstalking"): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura Dott.ssa Elisabetta Berdini
Chi è la vittima dei bulli? le vittime generalmente sono ragazzi/e: più ansiose e insicure degli altri studenti sono fisicamente più deboli e gracili rispetto ai compagni reagiscono agli attacchi piangendo e chiudendosi in se stesse sono timide e hanno una bassa autostima non sono moleste, né aggressive, né provocatorie non hanno molti amici a scuola gli episodi ripetuti di violenza fisica e psicologica comportano un ulteriore indebolimento dell’autostima e lo sviluppo di tratti depressivi non sono moleste, né aggressive, né provocatorie perciò non si possono spiegare le azioni di cui sono vittima attribuendole ad atti provocatori da loro messi in atto. Non hanno amici a scuola, anche perché spesso i compagni hanno paura di star loro vicino per paura che lo stesso trattamento di prevaricazione e aggressione possa essere in futuro riservato anche a loro. Avviene purtroppo che paradossalmente il bullo goda di una discreta popolarità all’interno del gruppo-classe o della scuola, mentre le vittime siano rifiutate ed emarginate. Gli episodi ripetuti di violenza fisica e psicologica a cui sono esposti comporta un ulteriore indebolimento dell’autostima e lo sviluppo di tratti depressivi e distimici che si trascinano poi nel corso degli anni. Dott.ssa Elisabetta Berdini
Dott.ssa Elisabetta Berdini Effetti del Bullismo Le vittime si: sentono insoddisfatte di se stesse si sentono giù di corda o molto tristi fanno fatica a dormire non hanno voglia di uscire non mangiano nello stesso modo di prima, mangiano troppo o troppo poco accusano sintomi fisici (nausea, mal di testa, mal di stomaco….) non vogliono andare a scuola o fare le cose che facevano prima Quando qualcuno fa il prepotente con te ti potresti accorgere che alcuni tuoi comportamenti o stati d’animo non sono più come prima, per esempio: Ti senti insoddisfatto di te stesso Ti senti giù di corda o molto triste Fai fatica a dormire Non hai voglia di uscire Non mangi nello stesso modo di prima, mangi troppo o troppo poco Ti senti male come quando hai la nausea Hai mal di testa Hai mal di stomaco Non vuoi più andare a scuola o fare le cose che facevi prima Dott.ssa Elisabetta Berdini
Caretteristiche comuni tra bulli e vittime I risultati scolastici diventano sempre più scarsi. Si evidenzia minore concentrazione; l’igiene personale non sempre è adeguata Sono individui spesso socialmente vantaggiati e disagiati. Anche il prof M c’è un rapporto tra bullo e vittima di dipendenza reciproca. La vittima dà al bullo la sensazione di essere potente e il bullo dà alla vittima la sensazione di essere asfissiato, ingiustamente offeso, Dott.ssa Elisabetta Berdini
Dott.ssa Elisabetta Berdini Escursus scolastico nella scuola dell’Infanzia si manifestano le prime e più precoci manifestazioni e i precursori evolutivi del bullismo. Nella scuola Primaria il fenomeno è pervasivo, i ruoli di bullo e vittima si possono avvicendare. Dott.ssa Elisabetta Berdini
Dott.ssa Elisabetta Berdini Nella scuola secondaria di primo grado si registra il maggior numero di casi, da manifestazioni più plateali, si passa a forme più sottili e raffinate di soverchieria Nella scuola secondaria di secondo grado il fenomeno tende a decrescere con l’aumentare dell’età, si rileva con sintomi di malessere psicologico, con comportamenti devianti ed antisociali ed uso di droghe Naturalmente anche qui il fenomeno del bullismo è un prodotto che investe la società e la cultura. Per non dilungarci troppo un’iteressante spunto di riflessione potete trovarlo nel libro scritto dal vostro collega Dott.ssa Elisabetta Berdini
Dott.ssa Elisabetta Berdini Stop al bullismo Interventi integrati a vari livelli Regolamento d’Istituto Famiglie Alunni Docenti Dott.ssa Elisabetta Berdini
Regolamento d’Istituto Dare fotocopie
Interventi nella scuola: regolamento d’Istituto Vi consigliamo d’Integrare il Regolamento d’Istituto, STOP BULLISMO Come gestire i comportamenti bullistici a scuola Come aiutare le vittime a difendersi dai bulli Come gestire le dinamiche di gruppo (bulli, gregari, vittime, difensori, …) Come sviluppare una Politica Scolastica integrata contro il bullismo STOP CYBERBULLISMO @ Come gestire il cyberbullismo a scuola @ Come sensibilizzare gli studenti @ Che cosa fare contro il cyberbullismo: procedure psico-pedagogiche e legali Vi consigliamo di Integrare il Regolamento di istituto, redigendo un documento denominato “Dichiarazione di intenti contro il bullismo”, che dovrebbe contenere le seguenti voci: una definizione di molestie, intimidazione, bullismo; una chiara ed esplicita proibizione delle condotte bullistiche, delle molestie e delle intimidazioni, operate anche attraverso l’impiego di strumenti tecnologici; una descrizione dei comportamenti attesi da ogni studente e personale della scuola (docenti e ATA); le sanzioni (retributive e riparative) previste per i comportamenti bullistici, intimidatori e molesti; una chiara ed esplicita proibizione delle vendette agite nei confronti di chi riferisce comportamenti bullistici, intimidatori o molesti; una procedura per rispondere a coloro che accusano falsamente; le strategie per proteggere le vittime dalla ripetizione di comportamenti bullistici o dai comportamenti vendicativi dovuti all’aver riferito episodi di prepotenze; la procedura per riferire i comportamenti bullistici, intimidatori e molesti; la procedura per permettere a chi vuole mantenere l’anonimato di riferire comportamenti bullistici, intimidatori e molesti; (in questo caso non dovrebbe essere permessa alcuna azione disciplinare nei confronti del bullo); la procedura per rispondere alle azioni bullistiche, intimidatorie e moleste non appena vengono denunciate; la procedura per indagare sulle denunce di bullismo e sulle persone responsabili, prevedendo sempre la redazione di un rapporto sui fatti accaduti; la procedura per informare i genitori delle vittime di tutte le azioni che la scuola ha istituito per contrastare il bullismo e per evitare il ripetersi di tali comportamenti molesti; la procedura per formare ed informare docenti, studenti, genitori, personale ATA sull’identificazione, prevenzione e contrasto dei comportamenti bullistici, intimidatori e molesti; la dichiarazione di come la scuola intende pubblicizzare la propria politica di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo; una chiara ed esplicita dichiarazione che la scuola non ostacola il ricorso, da parte della vittima e dei suoi familiari, ad azioni di tutela in ambito civile e penale. Dott.ssa Elisabetta Berdini
Insegnante efficace
Relazione docente/discente . NON EFFICACE VITTIMA Non riesce a difendersi, rimane isolata Il bullismo rappresenta una dinamica di gruppo proprio perche il cambiamento di una parte porta inevitabilmente al cambiamento delle altre.note sanzioni disciplinari , sospensioni rinforzano positivamente il suo bisogno psicologico di essere visto e di essere forte Ritengo che possa integrare questo concetto quanto scritto dal vostro collega. Leggere pag 45 libro BULLO Aggredisce la vittima, Ottiene potere SPETTATTORI non intervengono sostengono il bullo
Relazione docente/discente EFFICACE VITTIMA riesce a difendersi in modo assertivo ASCOLTO ATTIVO MESSAGGIO IO EMPATIA AUTOVALUTAZIONE per sviluppare consapevolezza di sé INSEGNATI EFFICACI L’ascolto, (ascolto passivo e ascolto attivo), esprime il linguaggio dell’accettazione e si articola in quattro momenti: Ascolto passivo (silenzio). E’ un silenzio interessante e accettante, ed evita all’insegnante di incorrere nelle dodici barriere della comunicazione. In questa fase vengono dati Messaggi d’accoglimento. Indicano al ragazzo che l’insegnante lo segue e lo ascolta: cenni di attenzione: non verbali e verbali. Espressioni facilitanti (incoraggiamenti). Invitano il ragazzo a parlare, ad approfondire Ascolto attivo. L’insegnante “riflette” il messaggio dell’alunno, recependolo senza emettere messaggi suoi personali. In tale modo l’allievo si sente oggetto d’attenzione, non subisce valutazioni negative, per poter così giungere da solo alla soluzione dei suoi problemi. Messaggio IO: notate la differenza- TU mi fai sempre arrabbiare. Io mi arrabbio quando tu… I messaggi IO vengono usati per chiarire un problema o un sentimento che vi appartiene e per comunicare quel problema o sentimento all’altra persona coinvolta. (coniuge,figlio,alunno,collega). Il Messaggio TU comunica altro rabbia, giudica, rimprovera, provoca resistenza al cambiamento, mina la relazione. Messaggio IO produce un Effetto: chiaro, accurato, comunica sentimenti, influenza un cambiamento nel comportamento dell’altro; non provoca troppa rabbia. 3 fasi per formulare messaggi IO -nominare il sentimento: ”Io mi sento…” -Specificare il comportamento che vi ha disturbato ”quando” -Dire in quale modo quel comportamento vi influenza, di cosa avreste bisogno Usate messaggi IO per esprimere le vostre reazioni durante un conflitto ed insegnate ai bambini ad usarli. SPETTATTORI intervengono Supportano la vittima BULLO Viene aiutato a comprendere gli effetti delle sue azioni
Dott.ssa Elisabetta Berdini Eventualmente rinviare libro pag 69 Dott.ssa Elisabetta Berdini 3B
Alunni
Comportamenti antibullismo si consigliano i docenti / genitori di fornire i seguenti permessi: A scuola durante gli intervalli stai in una zona sicura vicino ai docenti, o bidelli, o compagni che ti proteggono Sull’autobus scolastico siediti vicino all’autista o alle assistenti Se vedi che qualcuno subisce il bullismo parlane con il docente che ti fidi Ignora il bullo allontanandoti e impara a dire “NO” con fermezza guardandolo negli occhi e poi allontanati. Sii determinato. Cerca di non mostrare nessuna reazione (paura, rabbia) mantieni la calma. Ai prepotenti piace divertirsi provocando qualsiasi reazione nell’altro Cerca di farti vedere calmo e tranquillo, anche se hai paura. Prova a fare in modo che chi fa il bullo non capisca che te la prendi perché è proprio quello che vuole Non sentirti costretto a fare cose che non vuoi fare Prova ad ignorare quello che ti dice e a pensare, invece, a qualcosa di positivo su di te Cerca di capire quando è meglio andare via, allontanandoti dalla situazione SRacconta a qualcuno di cui ti fidi quello che sta succedendo (un insegnante, un amico più grande di te, i tuoi genitori). Spiega chiaramente che la situazione ti crea dei problemi e che per te è importante che venga fatto qualcosa; continua a parlare di quello che accade finché non viene raggiunto questo risultato Non avere paura di dire a qualcuno quello che succede, non è colpa tua! Non pensare che dicendolo a qualcuno andrai incontro a problemi peggiori, se chiedi aiuto allora non sei più da solo Nessuno ha il diritto di fare il prepotente con te NON ACCETTARE CHE QUALCUNO SIA AGGRESSIVO CON TE! PUÒ NON ESSERE FACILE FERMARE QUESTO COMPORTAMENTO, MA È POSSIBILE! e ti senti un po’ solo cerca di farti nuovi amici positivi, sono sempre una risorsa Dott.ssa Elisabetta Berdini
Regole per gli studenti anti -cyberbullismo Proteggersi, evitando di fornire immagini personali, indirizzi, numeri di telefono, informazioni private; Evitare di rispondere con rabbia, per non dare al cuberbullo il divertimento che cerca; Mantenere una certa fermezza e “forza” nelle risposte; l’esitazione o la debolezza incoraggiano il bullo • Proteggersi, evitando di fornire immagini personali, indirizzi, numeri di telefono e altre informazioni strettamente private, è un’ottima idea; • Evitare di rispondere arrabbiandosi, per non dare al bullo il divertimento che va cercando; • Mantenere una certa fermezza e “forza” nelle risposte; esitazione o debolezza incoraggiano il bullo nel perpetrare le sue azioni offensive. Nessuno può notare la reazione iniziale di chi è vittima, per cui la mancanza di contatto fisico può tornare utile a quest’ultima, e deve essere utilizzata per apparire calmi e forti; • Chiedere conferma a qualcuno fidato per quanto riguarda le risposte date al cyberbullo; • Cercare di chiedere aiuto per fermare questi atti di bullismo non significa debolezza, ma solo che non si è disposti ad accettare più minacce e scherni pesanti. Dott.ssa Elisabetta Berdini
Dott.ssa Elisabetta Berdini La scuola ti protegge Cerca di farti vedere calmo e tranquillo, anche se hai paura. prova a fare in modo che chi fa il bullo non capisca che te la prendi perché è proprio quello che vuole Non sentirti costretto a fare cose che non vuoi fare Prova ad ignorare quello che ti dice e a pensare, invece, a qualcosa di positivo su di te Cerca di capire quando è meglio andare via, allontanandoti dalla situazione pericolosa Se ti senti un po’ solo cerca di farti nuovi amici positivi, sono sempre una risorsa Argomenti di discussione con gli alunni Leggere pag 45 come aiutare le vittime e i bulli Dott.ssa Elisabetta Berdini
Dott.ssa Elisabetta Berdini Racconta a qualcuno di cui ti fidi quello che sta succedendo (un insegnante, un amico più grande di te, i tuoi genitori). Spiega chiaramente che la situazione ti crea dei problemi e che per te è importante che venga fatto qualcosa; continua a parlare di quello che accade finché non viene raggiunto questo risultato Non avere paura di dire a qualcuno quello che succede, non è colpa tua! Non pensare che dicendolo a qualcuno andrai incontro a problemi peggiori, se chiedi aiuto allora non sei più da solo Nessuno ha il diritto di fare il prepotente con te NON ACCETTARE CHE QUALCUNO SIA AGGRESSIVO CON TE! Dott.ssa Elisabetta Berdini
Grazie per l’attenzione NON E’ FACILE FERMARE QUESTO COMPORTAMENTO, MA È POSSIBILE! Grazie per l’attenzione