LABORATORI della FEDE Arte Musica e Catechesi
Catechesi, κατηχησις dal greco κατηχειν, composto dalla preposizione κατα, dall’alto in basso, da sopra, e dal verbo ηχειν, far risuonare, eccheggiare, rimbombo. Significa: “far risuonare dall’alto una voce cui risponde dal basso un’eco”. Catechesi è un insegnamento impartito autorevolmente da un maestro, davanti al quale il discepolo non rimane puramente passivo, ma vi aderisce ponendo delle domande e accettando le risposte.
Beato Angelico
Il processo catechistico è un processo armonico, organico e globale, nel quale distinti passaggi si compenetrano in vista della maturazione del cristiano. Accanto alla traditio o consegna del messaggio cristiano, è fondamentale riscoprire la redditio ossia la capacità del soggetto di aderire esistenzialmente all’annuncio e ri-narrare in parole e opere quanto gli è stato consegnato (Incontriamo Gesù, 27).
La comunità ecclesiale deve coniugare: - l’attenzione per l’educazione alla fede; - l’attenzione a coltivare lo stupore davanti all’ azione gratuita di Dio (Incontriamo Gesù 28). Lo stupore è una dimensione propria dell’arte e della bellezza!!
[Circa il primo annuncio…] “Uno strumento particolarmente efficace per il primo annuncio (e per la catechesi) si rivela la valorizzazione del patrimonio artistico ecclesiale, dalle opere più sublimi alle espressioni di arte religiosa popolare, ma non per questo meno significative sotto il profilo della fede. Il contatto con la sensibilità degli artisti, la via della bellezza, la comunicazione plurisensoriale e plurisemantica di cui le opere d’arte sono ricche, ne fanno un grande veicolo di annuncio e di approfondimento della dottrina cristiana. In tal contesto va sottolineata anche la valenza catechistica della musica sacra” (Incontriamo Gesù 43).
<<È bene che ogni catechesi presti una speciale attenzione alla “via della bellezza” (via pulchritudinis). Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è sola- mente una cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda, anche in mezzo alle prove. In questa prospettiva, tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore Gesù. Si tratta di recuperare la stima della bellezza per poter giungere al cuore umano e far risplendere in esso la verità e la bontà del Risorto. Se, come afferma sant’Agostino, noi non amiamo se non ciò che è bello, il Figlio sommamente amabile, e ci attrae a sé con legami d’amore. Dunque si rende necessario che la formazione nella via pulchritudinis sia inserita nella trasmissione della fede...
...È auspicabile che ogni Chiesa particolare promuova l’uso delle arti nella sua opera evangelizzatrice, in continuità con la ricchezza del passato, ma anche nella vastità di trasmettere la fede in un nuovo “linguaggio parabolico” . Bisogna avere il coraggio di trovare i nuovi segni, i nuovi simboli, una nuova carne per la trasmissione della Parola, le diverse forme di bellezza che si manifestano in vari ambiti culturali, e comprese quelle modalità non convenzionali di bellezza, che possono essere poco diventate particolarmente attraenti per gli altri >>(Evangelii Gaudium 167).
“Il linguaggio dell’arte è un linguaggio parabolico, dotato di una speciale apertura universale: la Via Pulchritudinis è una via speciale capace di guidare la mente e il cuore verso l’Eterno, di elevarli fino alle altezze di Dio” Benedetto XVI
In Dio la bellezza coincide con la sua stessa realtà, che è “gloria”: In Dio la bellezza coincide con la sua stessa realtà, che è “gloria”: “Tua Signore è la grandezza, la potenza, lo splendore, la gloria e la maestà” (1Cr 29,11). Quando la Chiesa chiama l’arte ad affiancare la propria missione, non è soltanto per ragioni estetiche, ma per obbedire alla “logica” stessa della Rivelazione e dell’incarnazione. Non si tratta di addolcire con immagini tonificanti il cammino aspro dell’uomo, ma di offrirgli la possibilità di fare fin d’ora una qualche esperienza di Dio, il quale raccoglie in sé tutto ciò che è buono, bello, vero.
Duccio di Buoninsegna
…I beni della chiesa non sono finalizzati. alla vita, alla missione …I beni della chiesa non sono finalizzati alla vita, alla missione. Sarebbe gravissimo se si dovesse pensare all’arte cristiana come arte da museo; ...bisogna far in modo che l’arte continui: - a celebrare i dogmi della fede, - ad arricchire il mistero liturgico, - a dare forma e figura al messaggio cristiano, rendendo sensibile il mondo invisibile.
Ministero della Chiesa è quello di aiutare l’uomo contemporaneo a ritrovare lo stupore religioso davanti al fascino della bellezza e della sapienza che si sprigiona da quanto ci ha consegnato la storia.
L’arte cristiana continua a rendere un suo singolare servizio comunicando con straordinaria efficacia, attraverso la bellezza delle forme sensibili, la storia dell’alleanza tra Dio e l’uomo e la ricchezza del messaggio rivelato.
“Gli artisti di ogni tempo hanno offerto alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza. È un indizio questo, di come oggi più che mai, nella civiltà dell’immagine, l’immagine sacra possa esprimere molto di più della stessa parola, dal momento che è oltremodo efficace il suo dinamismo di comunicazione e di trasmissione del messaggio evangelico”. (Joseph Ratzinger ‘Introduzione al catechismo della Chiesa cattolica)
Immagine e parola si illuminano a vicenda Immagine e parola si illuminano a vicenda. Le immagini e i suoni, con la loro bellezza, sono annuncio evangelico ed esprimono lo splendore della verità, mostrando l’armonia tra buono e bello, tra ‘via veritatis’ e ‘via pulchritudinis’. La via della bellezza, che si coniuga con la via del vero e del bene, è particolarmente significativa per l’approccio al mistero.
L’uso delle immagini sacre non è una novità L’uso delle immagini sacre non è una novità. la Chiesa si è sempre servita dell’arte per comunicare i contenuti della fede e nel corso dei secoli l’arte ha assunto un ruolo sempre più importante nella Chiesa. Le immagini sono una catechesi per il popolo, poiché gli rendono chiaro ciò che altrimenti rimarrebbe oscuro e spingono a imitare ciò che è bene e a respingere ciò che è male. traditio / redditio contenuti / vita
L’arte, che non è fine a se stessa, ma ha uno scopo formativo e didattico (deve far pregare, far crescere nella fede). Nell’arte dei primi secoli vi è uno stretto rapporto con la Liturgia della Parola e con la catechesi, senza preoccupazioni estetiche e formali. L’arte cristiana mette il credente a contatto con la Parola di Dio in maniera diretta.
Arte > Simbolo L’opera d’arte si colloca nell’universo del simbolo: - “far pensare” - Non svela immediatamente il suo significato, ma si lascia scoprire - chiede una risposta (“quale significato nella mia vita?”) - La Parola come l’immagine parla ad ogni uomo, di ogni tempo, in ogni momento della propria vita (lettura antropologica dell’opera d’arte)
Scaturita dalle radici della Rivelazione,. l’arte cristiana non è Scaturita dalle radici della Rivelazione, l’arte cristiana non è arte per l’arte, ma ha lo scopo di rendere visibile l’invisibile: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv.14,6-9); “Chi vede me, vede colui che mi ha mandato” (Gv.12,45) Cristo è icona dell’invisibile Padre.
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