L’analisi dell’audiovisivo Pier Cesare Rivoltella - UC Milano
Schema Procederemo in tre passaggi: 1) definiremo l’analisi, fornendone un quadro storico e teorico; 2) verificheremo gli apporti dell’analisi alla formazione distinguendovi livelli e approcci possibili; 3) proveremo a far funzionare insieme un modello praticabile.
1. L’analisi dell’AV: una definizione
Senso dell’analisi n “Che cos’è l’interpretazione? Lo spirito sottile che tenta di far danzare il corpo inerte della lettera. L’evocazione, a partire da segni morti, del respiro dell’autore. La difficoltosa ricostruzione del nodo di affetti e immagini da cui proviene il testo. E infine, la produzione di un nuovo testo, quello dell’interprete” (P.Levy). n Il senso del lavoro di analisi è tutto qui: n ridare vita al testo n ricostruire il suo mondo n esporlo in un nuovo testo
L’analisi: significato e origine n Etimologicamente: anà- lùo, sciolgo, scompongo n L’analisi nasce come analisi del film tra gli anni ‘50 e ‘60 n Le ragioni sono due: n a) l’anzianità del cinema (rispetto alla tv) n b) la sua riproducibilità tecnica (rispetto al teatro)
L’analisi strutturale (1) n Obiettivo: “ricostruire il sistema significante di un’opera”, “individuare l’insieme delle possibilità espressive offerte dal linguaggio audiovisivo” (Casetti-Odin). n In altre parole: 1) ricostruire la struttura del testo 2) verificarne il funzionamento codico
L’analisi strutturale (2) n Obiettivo: ricostruire l’architettura interna del testo n Nocciolo: 1) il lettore è un decodificatore; 2) il testo è un’opera; 3) la categoria di struttura.
Gli anni ‘70 n Vedono la crisi dell’analisi strutturale per tre motivi: 1) ne tramonta la novità; 2) la struttura rintracciata nel testo non è mai pienamente rispondente al suo configurarsi; il testo si dimostra molto più ricco di quanto le analisi non evidenzino; 3) lo strutturalismo va in crisi.
L’approccio testuale n Cambiano il focus dell’analisi e le sue idee- guida: 1) non si parla più di opera, ma di testo; 2) il lettore non è più un semplice decodificatore, ma un interlocutore; 3) la categoria forte diviene quella del patto enunciativo.
Dal testo al contesto n A partire dagli anni ‘80, l’analisi subisce l’ultima trasformazione con l’avvento dell’approccio pragmatico n L’attenzione va al contesto, all’interazione.
In conclusione n Fare analisi di un testo audiovisivo significa: 1) ricostruirne l’architettura interna; 2) verificarne il funzionamento nella costruzione dei significati; 3) valutare il tipo di comunicazione che attiva con il proprio lettore.
2. L’analisi e la formazione
Scienze del testo e formazione n Sono tre gli apporti che le scienze del testo hanno garantito negli ultimi anni alla formazione: n 1) la strumentazione semiotica; n 2) la consapevolezza ideologica; n 3) l’approccio pragmatico. n Ciascuno di questi apporti evidenzia tratti specifici.
La semiotica n Comporta almeno due apporti in funzione dell’intervento formativo: 1) la messa in crisi del mito della trasparenza dei media la costruzione dello spettatore critico; 1) la messa in crisi del mito della trasparenza dei media la costruzione dello spettatore critico; 2) l’estensione del concetto di testo l’attenzione ai linguaggi come nuovo spazio di educazione. 2) l’estensione del concetto di testo l’attenzione ai linguaggi come nuovo spazio di educazione.
L’ideologia n Althusser, Gramsci: i media come “oggetti” che favoriscono il controllo sociale attraverso il conseguimento dell’egemonia. n I media come area di negoziazione socio.politica (Williams, Hall): la dialettica encoding/decoding e l’enpowerment dei soggetti.
La pragmatica n La svolta pragmatica nelle scienze umane e sociali. n Essa agisce in due direzioni sulle scienze del testo: 1) consente di parlare di una costruzione del lettore da parte del testo; 2) giustifica la possibilità di parlare di un piacere della lettura.
Livelli di analisi Se ne possono individuare di tre tipi: 1) asistematico (lettura pretestuale programmatica e ingenua); 2) sistematico (interpretazione semantica e critica); 3) processuale (interpretazione sociale).
Modelli di analisi Anche in questo caso sono tre i modelli cui è possibile fare riferimento: 1) alfabetico (analisi tematica, estetica e valoriale) formazione di un soggetto capace di riflessione; 2) critico (analisi di contenuto, analisi semiotica) il contro-condizionamento dei soggetti; 3) ideologico (analisi denotativa, connotativa, ideologica) la dotazione di un capitale culturale e l’autonomia critica.