BILANCIO CRITICO DI FOSCOLO UN AUTORE FRA DUE SECOLI
PREROMANTICISMO E NEOCLASSICISMO Perfetto equilibrio fra le due componenti. Da un lato la poesia foscoliana rispecchia un impegno politico e civile ed è percorsa romanticamente dai nuovi temi della patria, dell’esilio e della storia. Sul piano ideologico F. è un autore attento alla modernità e ai problemi del suo tempo, come rivelano sia la sua partecipazione attiva agli avvenimenti storici dell’epoca sia l’interesse per gli autori più innovativi (es. Goethe, Rousseau). Dall’altro un termine costante della poesia foscoliana è il mito o il ‘mirabile’, attraverso il quale i temi tendono ad assolutizzarsi; la patria si identifica talvolta con l’Ellade (l’antica Grecia) remota e favolosa e l’esilio è sentito come una dolente – se pur scelta – condizione esistenziale. La cultura di F. è nutrita di tradizioni classiche e la sua opera si rivolge a un pubblico elitario, senza tener conto dei potenziali lettori ‘popolari’.
LA POETICA E LA RIFLESSIONE SULLE ILLUSIONI F. rivela una tensione romantica verso l’infinito (strapreromantico!!! = come sarà poi Leopardi, vero romantico, pur proclamandosi classicista), con slanci appassionati e alti ideali civili ed etici. Si proietta verso una visione del mondo materialistica, di matrice illuministica e settecentesca. Tuttavia F. va oltre, attribuendo alla poesia la facoltà di ‘creare’ miti: in virtù della poesia, infatti, l’uomo “tenta di mirare oltre il velo che ravvolge il creato…, crea le deità del bello, del vero, del giusto e le adora”. Di qui l’insistenza sull’elemento del ‘mirabile’ (ciò che dai romantici verrà poi definito ‘sublime’: es. il giorno è bello, la notte è sublime). La poesia deve persuadere, suscitare aspirazioni ad una umanità superiore rendendo eterni gli uomini ‘grandi’ e i loro ideali, fra cui in primo luogo quello della patria. Da qui la funzione civile dell’arte (es. monumenti).