IN ECONOMIA 1848/1873 1873/1895 FORTE SVILUPPO ECONOMICO ASCESA DELLA BORGHESIA IMPRENDITORIALE GRANDE DEPRESSIONE CRISI DELL’ECONOMIA E DELLA SOCIETA’ INDUSTRIALE
NEL PENSIERO FILOSOFICO 1850/fine ‘800 1890/primo ’900 DOMINA LA CULTURA DEL POSITIVISMO: prevalenza del- l’approccio scientifico alla realta’ REAZIONE ANTIPOSITIVISTA: messa in discussione del primato della scienza. IRRAZIONALISMO
Atteggiamento degli intellettuali nei confronti delle masse/1 Adesione al nuovo protagonismo delle masse, che gli intellettuali aspirano a descrivere e ad assecondare attenzione nei confronti delle storie della “gente comune”: grande fortuna del romanzo, che incontra anche un notevole successo popolare grazie al diffondersi dell’alfabetizzazione; adesione degli scrittori ai movimenti politici e sociali (caso di Zola e affare Dreyfuss); le scrittrici diffondono e sostengono i movimenti di emancipazione femminile
Atteggiamento degli intellettuali nei confronti delle masse/2 rifiuto del cambiamento ed arroccamento su posizioni aristocratiche ed elitarie; Il poeta denuncia l’alienazione della società contemporanea, cercando un più profondo rapporto tra l’individuo e la natura (il simbolismo di Baudelaire) l’intellettuale si distingue dalla massa, diventando un “sacerdote della bellezza” – l’esteta o il dandy (vedi Huysmans o Wilde); spesso gli intellettuali aspirano ad un ruolo di “guida ispirata delle masse” – la figura del poeta-vate (in Italia D’annunzio); L’intellettuale rifiuta la morale borghese, in cerca di esperienze trasgressive: i “poeti maledetti” (vedi Verlaine e Rimbaud)
IN CAMPO LETTERARIO DUE TENDENZE DOMINANTI Nella seconda Metà dell’800 NATURALISMO SIMBOLISMO Corrente della narrativa (romanzo e novella), che basa la sua poetica sulla descrizione della realtà, dalla cui osservazione il romanziere deve sempre partire, perché i comportamenti dei suoi personaggi sono deteminati dal contesto sociale, storico, ambientale e familiare nei quali sono inseriti. In FRANCIA: Emile ZOLA Corrente poetica che punta ad esprimere i signifcati simbolici che la realtà propone, e che sono la manifestazione dell’universale e dell’infinito. La sensibilità del poeta e la sua intuizione irrazionale lo portano ad essere l’unico interprete dell’universale. Antipositivismo. In FRANCIA: Baudelaire
Il simbolismo francese Baudelaire: “I fiori del male” (1857) Rimbaud: “Lettera del veggente” (1871) Mallarmé: “Il pomeriggio di un fauno” (1876) Verlaine: cura l’antologia “I poeti maledetti” (1884)
Baudelaire: “I fiori del male” (1857) Il titolo consiste nella trasfigurazione di un’idea (il male) in un’immagine (il fiore) si tratta di un simbolo o di un’allegoria Il fiore, solitamente associato al bene, diventa simbolo del male si tratta di un’ossimoro La natura (il fiore) è stata privata della sua tradizionale “bontà”, attribuitale da illuministi e romantici.
Baudelaire: “I fiori del male” (1857) I componimenti dei FdM sono in larga parte costruiti secondo la contrapposizione di elementi in realtà complementari contenuti “bassi” e stile “sublime” prevalenza della figura dell'ossimoro: accostamento di due termini di significato opposto; disarmonia degli accostamenti: lusso/miseria; esotico/familiare; erotico/satanico.
Corrispondenze di C. Baudelaire La Natura è un tempio dove colonne vive lasciano a volte uscire confuse parole; l’uomo vi passa attraverso foreste di simboli che l’osservano con sguardi familiari. Come echi lunghi che da lontano si fondono in una tenebrosa e profonda unità vasta quanto la notte e quanto la luce, i profumi,i colori e i suoni si rispondono. Ci sono profumi freschi come carni infantili, dolci come oboi,verdi come praterie e altri corrotti, ricchi e trionfanti, che hanno l’espansione delle cose infinite, come l’ambra, il muschio, il benzoino e l’incenso che cantano gli abbandoni dello spirito e dei sensi.
La teoria delle CORRISPONDENZE La Natura è un tempio dove colonne vive lasciano a volte uscire confuse parole; l’uomo vi passa attraverso foreste di simboli che l’osservano con sguardi familiari. Come echi lunghi che da lontano si fondono in una tenebrosa e profonda unità vasta quanto la notte e quanto la luce, i profumi,i colori e i suoni si rispondono.
ANALISI Prima quartina: la Natura è un tempio, un luogo sacro pieno di misteri, dove ogni cosa ha tuttavia un significato nascosto “foreste di simboli” Seconda quartina: viene chiarito il significato del titolo del componimento: i profumi, i colori, i suoni si “rispondono” reciprocamente tutto ciò che esiste in natura è legato da corrispondenze, compone cioè una “unità profonda e misteriosa” la sola chiave per decifrare un simile mistero è nelle parole, è data dall’artificio del poeta, dalla sua magia verbale
SINESTESIA = avvicinare ambiti sensoriali diversi Ci sono profumi freschi come carni infantili, dolci come oboi, verdi come praterie e altri corrotti, ricchi e trionfanti, che hanno l’espansione delle cose infinite, come l’ambra, il muschio, il benzoino e l’incenso che cantano gli abbandoni dello spirito e dei sensi.
ANALISI Le due terzine istituiscono associazioni e collegamenti arbitrari fra sensazioni appartenenti a sensi diversi: profumi=campo olfattivo; freschi=campo tattile; dolci=campo gustativo; suono dell’oboe=campo uditivo; verdi=campo visivo Viene largamente impiegata dunque la sinestesia, che qui non rappresenta una semplice figura retorica ma una vera e propria modalità di conoscenza arazionale, cioè volutamente estranea al sapere razionale interamente asservito all’industria e al mercato.
L’albatro (allegoria del poeta) Spesso, per divertirsi, i marinai prendono degli albatri, grandi uccelli dei mari, indolenti compagni di viaggio delle navi in lieve corsa sugli abissi amari. L’hanno appena posato sulla tolda e già il re dell’azzurro, maldestro e vergognoso, pietosamente accanto a sé strascina come se fossero remi le grandi ali bianche. Com’è fiacco e sinistro il viaggiatore alato! E comico e brutto, lui prima così bello! Chi gli mette una pipa sotto il becco, chi imita, zoppicando, lo storpio che volava! Il Poeta è come lui, principe delle nubi che sta con l’uragano e ride degli arcieri; esule in terra fra gli scherni, non lo lasciano camminare le sue ali di gigante
A. Rimbaud: Lettera del Veggente È una lettera di Rimbaud a Paul Demeny, scritta il 15 maggio 1871. Alcuni caratteri delle avanguardie e del Simbolismo vi sono espressi molto chiaramente: 1) l’irresponsabilità del poeta che deve limitarsi a coltivare la propria anima – magari sino a farla diventare mostruosa – e a esprimere il proprio io senza avere piena coscienza di quello che fa; 2) la teorizzazione del Poeta come sommo Sapiente e come veggente, che vede il profondo delle cose attraverso uno sregolamento o un disordine di tutti i sensi che lo fa portavoce degli animali stessi; 3) l’obiettivo della poesia è giungere al fondo dell’ignoto;
A. Rimbaud: Lettera del Veggente 4) la poesia deve essere assolutamente nuova e dunque assolutamente moderna; 5) una poesia del genere «non ritmerà più l’azione», come quella greca, ma sarà più avanti dell’azione, sarà cioè una poesia d’avanguardia, e perciò contribuirà a creare un avvenire materialista e rivoluzionario. Rimbaud offre una interpretazione anarchica e rivoluzionaria del Simbolismo, che in Italia non avrà sviluppo
A. Rimbaud: Lettera del Veggente Il Poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso e ragionato disordine di tutti i sensi. Tutte le forme d’amore, di sofferenza, di pazzia; egli cerca se stesso, esaurisce in sé tutti i veleni, per non conservarne che la quintessenza. Ineffabile tortura nella quale egli ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale egli diventa il grande infermo, il grande criminale, il grande maledetto, – e il sommo Sapiente! – Egli giunge infatti all’ignoto! Poiché ha coltivato la sua anima, già ricca, più di qualsiasi altro! Egli giunge all’ignoto, e quand’anche, smarrito, finisse col perdere l’intelligenza delle proprie visioni, le avrà pur viste!
A. Rimbaud: Lettera del Veggente Questa lingua sarà dell’anima per l’anima, riassumerà tutto: profumi, suoni, colori; pensiero che uncina il pensiero e che tira. Quest’avvenire sarà materialista, come lei vede. Sempre piene di Numeri e di Armonia, queste poesie saranno fatte per restare. In fondo, sarebbe ancora un po’ la Poesia greca. L’arte eterna avrebbe la sua funzione, così come i poeti sono cittadini. La Poesia non ritmerà più l’azione; sarà più avanti.