Ore 6.00: il sole inizia lentamente ad illuminare il paese che, ancora avvolto dal silenzio, dorme… Un’ombra si muove sul muro della casa di Rico: è un piccolo animale simpatico che sta per fare il suo squillante “chicchirichì chicchirichì”.
S’illumina una finestra, il giovane Rico si sveglia… Rico sa che lo attende un’altra lunga giornata di lavoro… Si lava le mani ed il viso, si guarda allo specchio, gli occhi sono stanchi e le mani callose…
Come ogni mattina, appena pronto, saluta la moglie Rosa ed esce di casa. È molto presto, Rico fischiettando si dirige verso la casa del suo amico Pepin. Pepin!! Pepin!! Muoviti!
Come va Rico, sei pronto ad iniziare una nuova giornata di lavoro? Sì, sì. Oggi sarà dura. Il blocco di marmo è stato staccato, ma dobbiamo ancora romperlo e trasportarlo. Eh già, forza e coraggio… Un giorno mi piacerebbe vedere cosa stanno combinando a Milano con il nostro marmo. Eh beh, è di quattro metri cubi e pesa quasi dieci tonnellate!!! Sai che con quel blocco di marmo a Milano riescono a scolpire statue a grandezza naturale?
Rico e Pepin, forza, venite ad aiutarci! Guarda, Gino e Giovanni là sotto stanno tagliando gli alberi!!!! Che lavoro!!! Invece là sopra Antonio sta preparando la mina per far esplodere un altro blocco di marmo e Mario è già pronto, con il corno, per avvisare tutti! Op… Attenzioneeeee!! Sì, sì, arriviamo!
Intanto Rosa e Rita, le mogli di Rico e Pepin, preparano il pranzo ai loro mariti. Ore 11.30: Rosa e Rita si incontrano… Ciao Rosa, come va? Cos’hai preparato a Rico? Un po’ di polenta con un pezzo di formaggio. E tu?
Un buon minestrone.. Che bell’idea il minestrone, magari domani glielo preparerò anche io al mio Rico! Camminando e chiacchierando raggiungono la teleferica che porterà il cibo ai loro mariti e agli altri operai in cava…
Nel frattempo Rico e Pepin, insieme agli altri lavoratori, si fermano per la pausa pranzo… Dopo avremo un po’ più di energia per trasportare questo grosso masso… Pepin, ma cosa dici? Preferivo non saperlo in questo momento! Tranquillo. Tranquillo. Era solo un modo per dirti che dobbiamo stare attenti, caro Rico! Eh già, pensa che questo è uno dei lavori più pericolosi della cava! Ho sentito dire che ci sono stati tanti incidenti e vittime in questa fase, ancor più della polvere di mina…
Eccoci sulla strada della strusa, il nostro grosso scivolo.. Già ora ci stanno calando la strusa, lo slittone in legno sul quale poggia il nostro sasso. Lo slittone scende lungo questa strada poggiando sui tronchi rotondi, che uno alla volta dobbiamo levare da dietro e passare davanti a noi e così via fino in fondo, mentre per frenare le discese lo slittone va ancorato con le funi di canapa agli alberi. Forza, forza, op…op… op… Che fatica! Sì, sì… dai che quasi ci siamo! Sono stanco, ma voglio arrivare fino al Toce per vedere che imbarcano i blocchi! Dai vengo con te!
Che bello! Pensa: quei blocchi vanno fino a Milano!! Un giorno piacerebbe andare anche a me… Già… continua a sognare amico mio…
Ma sai che lungo viaggio? Pensa che ora questi blocchi di marmo attraverseranno il fiume Toce, giungeranno nel Lago Maggiore e raggiungeranno il fiume Ticino, per terminare il loro percorso nel Naviglio Grande a Milano. No, no… una volta nella vita andrò!
Dai Rico, torniamo a casa… io ho fame e sonno. Sì, sì, mi sa che stasera però non mangerò, sono troppo stanco.
Nonno, nonno, svegliati. Oggi è il tuo compleanno, una giornata speciale!!! Intanto la moglie e il nipotino sono complici di un meraviglioso regalo.
Rico si sveglia, apre gli occhi, si stiracchia e sorride. Oggi compie sessant’anni, ora è un po’ più anziano e ha qualche ruga in più. Si prepara e si veste in modo elegante proprio per l’occasione.
Chissà dove stiamo andando… mi piacerebbe proprio saperlo…
Ohhhh!!! Splendido!! Mi avete fatto proprio una bellissima sorpresa. Vedi, caro Nicolò, questo monumento è stato fatto con il marmo di Candoglia. Sai quanti ne ho trasportati sulla strada della strusa? È un monumento bellissimo… un vero capolavoro!!! Rico, Rosa e Nicolò stanno guardando il Duomo di Milano. Intanto, con gli occhi lucidi, stringe la moglie ed il piccolo Nicolò e pensa al suo amico Pepin, che purtroppo non c’è più e sussurra: “Visto Pepin? Ho realizzato il mio sogno…!”