La qualità della vita adulta la vocazione educativa la professionalità
La metafora
Sulle rive di un altro mare si ritira un altro vasaio negli anni della maturità. Gli si velano gli occhi, gli tremano le mani, è arrivata la sua ora.
Allora si compie la cerimonia dell’iniziazione: il vasaio maturo offre al vasaio giovane il suo pezzo migliore. Così vuole la tradizione ………
L’artista che se ne va consegna il suo capolavoro all’artista che viene iniziato.
Il vasaio giovane non conserva quel vaso perfetto per contemplarlo e ammirarlo, ma lo butta per terra, lo rompe in mille pezzi,
raccoglie i pezzetti e li incorpora alla sua argilla.
La creazione del pezzo migliore Passione e umiltà
La consegna del pezzo migliore Incontro Consegna -Affidamento
Accoglienza = frantumare L’accoglimento del pezzo migliore Accoglienza = frantumare
La raccolta dei pezzetti….. l’incorporazione nella propria argilla Pazienza e attenzione
Dalla metafora alcune domande…. Come adulti, abbiamo ancora la "passione per un’arte"? Abbiamo, noi adulti, un "capolavoro" da con-segnare? Narriamo la pazienza che sostiene la con-segna e che accompagna il ri-conoscimento dei "mille pezzi"?
La proposta: essere adulti sorgivi Cos’è che fa di un uomo e di una donna degli adulti sorgivi all’interno di una comunità?
L’uomo e la donna divengono adulti sorgivi all’interno di una comunità, nel momento in cui si scoprono capaci di fiducia e di narrare una promessa buona sulla vita.
Adulti sorgivi lo si è se si vive la grazia di quella promessa buona sulla vita che cresce in noi e che rivendica di essere narrata e affidata
Quale vita?
La competenza educativa Educare implica in primo luogo la disponibilità a prendersi cura dell’altro La competenza educativa è radicata nell’amore
La persona adulta che vuole essere una presenza significativa coltiva in se stessa uno sguardo fiducioso e positivo nei confronti dei soggetti in crescita. Ama e fa sentire tale amore, vuole bene in modo maturo. Promuove dinamismi di coinvolgimento e di autentica crescita.
La sfida, per chi vuole comunicare l’amore alla vita e la speranza di un futuro migliore, è quella di impegnarsi personalmente e costantemente a crescere in umanità, autenticità e servizio alle giovani generazioni.
La riflessività è un’esigenza centrale non solo dell’agire educativo, ma anche di ogni metodologia formativa degli educatori La riflessione critica consente di modificare l’azione per adattarla alle circostanze specifiche e ai singoli interlocutori.
Nel contesto attuale è importante promuovere e sostenere una conversazione riflessiva individuale e di gruppo con l’esperienza in atto
una conversazione capace di leggere e problematizzare i dati di fatto, di mettere in relazione l’esperienza e la conoscenza acquisita in precedenza e la situazione emergente per giungere a prospettare un’azione adeguata, cioè capace di rispondere all’appello sfidante della realtà.
La competenza dal punto di vista morale e spirituale si qualifica per il tipo di rapporto educativo che viene attivato e sostenuto nel corso della pratica educativa.
Rimane centrale nella dinamica dell’azione e della relazione il sistema di valori, motivi, desideri che anima l’educatore e la sua qualità in funzione della responsabilità educativa che egli deve affrontare.
La comunità di pratica: apprendere insieme dall’esperienza È il luogo indicato da molti pedagogisti contemporanei come l’ambiente formativo ideale, in cui diversi attori si confrontano e si costituiscono attorno a pratiche di lavoro nel cui ambito si sviluppano solidarietà organizzativa sui problemi, condivisione di saperi pratici e linguaggi.
La prima caratteristica di una comunità di pratica è l'impegno reciproco dei partecipanti Altre caratteristiche sono la condivisione di un’impresa comune e di un repertorio di simboli, parole, gesti, storie, modi di operare, idee.
La necessità di una formazione condivisa Verso una sintesi La necessità di una formazione condivisa
La vocazione di educatore esige una capacità pronta e costante di rinnovamento e di adattamento. Non è sufficiente raggiungere solo inizialmente un buon livello di preparazione, occorre, mantenerlo ed elevarlo, in un cammino di apprendimento permanente.
La formazione permanente, richiede una costante ricerca personale e comunitaria delle sue forme di realizzazione, nonché un percorso condiviso ed alimentato anche dallo scambio e dal confronto tra educatori consacrati e laici.
La sintesi tra fede, cultura e vita che è richiesta oggi agli educatori cristiani esige la maturazione di una particolare sensibilità nei confronti della persona da educare per sapere cogliere, oltre alla domanda di crescita in conoscenze e competenze, anche il bisogno di crescita in umanità.
Occorre promuovere quell’incontro con Dio in Cristo che susciti negli educatori l’amore e apra all’accoglienza e alla vera cura dell’altro
È necessaria una formazione teologica che aiuti ad articolare l’intelligenza della fede con l’impegno professionale e l’agire cristiano spirituale per far crescere il rapporto con Gesù Cristo e configurarsi a lui che è il Maestro, l’educatore vero.
L’intuizione è di porre l’esperienza, il vissuto concreto al centro del dialogo educativo e spirituale: la vita quotidiana nelle sue piccole, attuali, ma decisive attese, problemi, paure, speranze, progetti.
La società e la cultura propongono motivi e modalità per affermarsi nella vita.
le giovani generazioni rischiano però di non arrivare a una risposta personale, al perché vivere e al come dare alla propria vita un senso concreto.
Si tratta di formarsi insieme laici e persone consacrate condividendo la vita di preghiera nelle forme opportune, anche di comunità, per nutrire la riflessione, il senso della fraternità e della dedizione generosa
In sintesi la proposta Essere adulti sorgivi Apprendere insieme dall’esperienza Intraprendere religiose-laici percorsi formativi attenti alla dimensione vocazionale della professione e con la finalità di migliorare la pratica educativa
Quali invece le difficoltà? Quali possibilità intravedo di applicare concretamente le proposte che mi sono state rivolte? Quali invece le difficoltà?
l'educazione cristiana concepisce la sua vicinanza alle giovani generazioni come “aiuto” a - scoprire e appassionarsi alla vita nella sua pienezza, - viverla gioiosamente come dono da impegnare per gli altri, - radicarla nei valori evangelici.
Grazie