Corso dirigenti – modulo 2 Gestione ed organizzazione della sicurezza Vicenza 13 Marzo 2013 Camillo Franco 13/03/2013
Contenuti dell’intervento Richiami al Dlgs 231/2001 ed ai “Modelli organizzativi” Relazioni con l’articolo 30 Dlgs 81/2008 e con le norme UNI EN ISO 14001:04 e OHSAS 18001:07 Vigilanza interna Ruolo e attività dell’OdV Organizzazione della prevenzione incendi Gestione degli appalti, rischi interferenziali, 13/03/2013
Il D.Lgs. 231/01 ll Decreto Legislativo n.231/2001 disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato. Enti: forniti di personalità giuridica, società e associazioni anche prive di personalità giuridica. Il soggetto giuridico (l’impresa) è chiamato a pagare una sanzione amministrativa qualora amministratori, figure apicali o loro sottoposti, siano condannati per taluni predeterminati reati. 13/03/2013
Il D.Lgs. 231/01 L'ente e' responsabile (e quindi soggetto a sanzioni amministrative pecuniarie, interdittive, confische o pubblicazione della sentenza) per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio: a) da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso; b) da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera a). L'ente non risponde se le persone indicate nel comma 1 hanno agito nell'interesse esclusivo proprio o di terzi. 13/03/2013
Art.6: soggetti in posizione apicale e modelli di organizzazione dell’ente - estratto) … l’Ente non risponde se prova che: l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione (“modelli organizzativi”) idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi; il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli, di curare il loro aggiornamento è stato affidato ad un “organismo” dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (Organismo di Vigilanza); le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e gestione; Non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’Organismo di cui alla lettera B) 13/03/2013 5
Art.6: soggetti in posizione apicale e modelli di organizzazione dell’ente - estratto) In relazione all'estensione dei poteri delegati e al rischio di commissione dei reati, i modelli di cui alla lettera a), del comma 1, devono rispondere alle seguenti esigenze: a) individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati; b) prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione ai reati da prevenire; c) individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati; d) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli; e) introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. Negli enti di piccole dimensioni i compiti indicati per l’OdV possono essere svolti direttamente dall'organo dirigente. 13/03/2013 6
Art. 7: soggetti sottoposti all'altrui direzione e modelli di organizzazione dell'ente - estratto (…) Il modello prevede, in relazione alla natura e alla dimensione dell'organizzazione nonché al tipo di attività svolta, misure idonee a garantire lo svolgimento dell'attività nel rispetto della legge e a scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio. L'efficace attuazione del modello richiede: a) una verifica periodica e l'eventuale modifica dello stesso quando sono scoperte significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività; b) un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. 13/03/2013 7
I Modelli di organizzazione, gestione e controllo Per la prima volta i Modelli di organizzazione, gestione e controllo assumono una rilevanza giuridica Il Modello deve essere considerato come parte integrante del più ampio sistema di governo e controllo societario inteso come: struttura organizzativa; modalità di attribuzione dei compiti e delle responsabilità; sistema di deleghe di potere; livelli autorizzativi interni; regole comportamentali e procedure operative; attività di controllo e di monitoraggio. 13/03/2013 8
Responsabilità del management Organo amministrativo soggetto responsabile della formale adozione e successiva efficace attuazione del Modello. Responsabili di Funzione/Direzione: soggetti responsabili della concreta attuazione del Modello e del rispetto delle regole in esso contenute; sono inoltre responsabili di assicurare che il personale sottoposto alla propria direzione e vigilanza allinei i propri comportamenti alle regole indicate nel Modello. 13/03/2013 9
Destinatari del modello Personale che svolge funzioni di rappresentanza, di amministrazione e di direzione. Tutti i lavoratori sottoposti alla direzione o alla vigilanza dei medesimi dirigenti. Tutti i fornitori, collaboratori esterni (persone fisiche e società), consulenti e partner commerciali ai quali richiedere il rispetto dei principi etici e sociali attraverso la documentata presa visione del proprio Codice Etico e tramite la previsione di apposite clausole contrattuali. L’adozione e l’efficace attuazione del Modello migliora la Corporate Governance della Società, riducendo il rischio di commissione dei reati. Inoltre, consente di beneficiare dell’esimente prevista dal Decreto Legislativo 231, nel caso in cui fosse commesso un reato eludendo il Modello stesso, che potrà essere invocata a patto che la Società abbia in buona fede ed effettivamente applicato I principi, le regole e procedure stabilite nel Modello. 13/03/2013 10
La struttura del Modello Politica della sicurezza e Codice Etico Sistema Sanzionatorio Mappatura e Gap Analysis Organismo di Vigilanza Flussi informativi Deleghe e procure, clausole contrattuali e protocolli/procedure Comunicazione, formazione e informazione 13/03/2013 11
Mappatura e gap analysis Il Modello organizzativo può essere elaborato sulla base di un processo articolato essenzialmente in due fasi: identificazione dei rischi; analisi ed eventuale adeguamento del sistema di controllo interno. Il Modello si fonda su: preventiva identificazione dei processi a rischio; individuazione dei rischi potenziali per processo; analisi del sistema di controllo preventivo esistente; valutazione degli eventuali rischi residui effettivi; adeguamento del sistema di controllo ai fini della copertura di detti rischi. 13/03/2013 12
Deleghe e procure Analisi del sistema di deleghe e procure al fine di verificarne la validità e la congruità rispetto alle operazioni poste in essere e l’adeguamento ai dettami del Decreto I soggetti autorizzati ad impegnare la Società verso terzi ed a rappresentarla nei confronti della Pubblica Amministrazione devono essere dotati di idonei poteri 13/03/2013 13
Clausole contrattuali Valutazione dell’adeguatezza dei contratti e delle relative clausole al fine di verificarne la validità e la congruità rispetto alle operazioni poste in essere e ai dettami del Decreto Specifiche clausole risolutive unilaterali vanno applicate alla generalità dei contratti con fornitori, collaboratori esterni e partner 13/03/2013 14
Comunicazione, formazione e informazione Adozione del Modello comunicata a tutte le risorse aziendali al momento dell’adozione stessa: il Modello viene diffuso e gli allegati allo stesso sono stati resi disponibili. Consegna ai nuovi assunti del “kit” informativo (es. Modello organizzativo e allegati: Codice Etico / politica della sicurezza, Regolamento OdV etc.) con il quale assicurare agli stessi le conoscenze considerate di primaria rilevanza. Formazione 13/03/2013 15
Sistema disciplinare Lavoratori non dirigenti: La tipologia di sanzioni irrogabili, in caso di inosservanza del Modello e del Codice Etico, è quella prevista dal relativo CCNL di settore e dal Regolamento aziendale, mentre sul piano procedurale si applica l’art. 7 della Legge n. 300/70 (Statuto del Lavoratori); esse possono andare dal richiamo verbale sino al licenziamento. Lavoratori dirigenti: La tipologia di sanzioni irrogabili è quella prevista dal relativo CCNL di settore e dal Regolamento aziendale; esse possono andare sino alla risoluzione del rapporto contrattuale. 13/03/2013 16
Codice etico/politica della sicurezza e ambientale: finalità È il documento ufficiale che raccoglie tutte le regole etiche e di comportamento adottate da un’azienda come imprescindibile fondamento della propria attività Recepisce integralmente i valori e i principi aziendali. Si rivolge a tutti coloro che lavorano per l’azienda : Consiglieri, ev. Sindaci, dipendenti, fornitori, collaboratori - anche occasionali - partner e chiunque svolga attività in nome e per conto o sotto il controllo aziendale. 13/03/2013 17
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) Art. 6, comma 1, lettera a) l'organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi L’approvazione dei documenti dei SG non comporta necessariamente la stessa assunzione di responsabilità / volontà da parte dell’Organo Dirigente. La “attuazione” può essere dimostrata anche attraverso il “riesame della Direzione”. (4.1, 4.2, 4.6) 13/03/2013
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) Individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati (art.6 comma 2 a)) – (Mappatura delle attività potenzialmente connesse ai reati) Dlgs 81/2008, art. 30 comma 1, lettera b) (il modello) deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti 4.3.1 - ASPETTI AMBIENTALI / Hazard identification, risk assessment and determining controls L’Organizzazione deve stabilire, attuare e mantenere attiva una o più procedure per: identificare gli aspetti ambientali delle proprie attività/prodotti/servizi che, all’interno del campo di applicazione definito per il SGA, l’Organizzazione può tenere sotto controllo e quelli su cui può esercitare un’influenza, tenendo conto degli sviluppi nuovi o pianificati o di attività/prodotti/servizi nuovi o modificati; determinare quegli aspetti che hanno o possono avere impatti significativi sull’ambiente (aspetti ambientali significativi). L’Organizzazione deve documentare e tenere aggiornate queste informazioni, assicurando che gli Aspetti Ambientali Significativi siano tenuti in considerazione nello stabilire, attuare e mantenere attivo il proprio SGA. 13/03/2013
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) Individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati (art.6 comma 2 a)) – (Mappatura delle attività potenzialmente connesse ai reati) Dlgs 81/2008, art. 30 comma 1, lettera a) (il modello) deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici 4.3.2 – PRESCRIZIONI LEGALI / Legal and other requirements L’organizzazione deve stabilire, attuare e mantenere attiva una o più procedure per: a) Identificare e avere accesso alle prescrizioni legali applicabili e alle altre prescrizioni che l’organizzazione sottoscrive che riguardano i propri aspetti ambientali; b) Determinare come tali prescrizioni si applicano ai propri aspetti ambientali. L’Organizzazione deve assicurare che tali prescrizioni siano tenute in considerazione nello stabilire, attuare e mantenere attivo il proprio SGA. 13/03/2013
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) … ?? Dlgs 81/2008, art. 30 comma 3 Il modello organizzativo deve in ogni caso prevedere, per quanto richiesto dalla natura e dimensioni dell'organizzazione e dal tipo di attività svolta, un'articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche e i poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio …. 4.4.1 Risorse, ruoli, responsabilità e autorità La direzione deve assicurare la disponibilità delle risorse indispensabili per stabilire, attuare, mantenere attivo e migliorare il sistema di gestione ambientale. Esse comprendono le risorse umane e le competenze specialistiche, le infrastrutture organizzative, le tecnologie e le risorse finanziarie. Al fine di agevolare una gestione ambientale efficace, ruoli, responsabilità e autorità devono essere definiti, documentati e comunicati. (…). 13/03/2013
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) Il modello prevede, in relazione alla natura e alla dimensione dell'organizzazione nonché al tipo di attività svolta, misure idonee a garantire lo svolgimento dell'attività nel rispetto della legge e a scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio. (art.7 comma 3) Controllo operativo – 4.4.6 / Operational control L’Organizzazione deve identificare e pianificare le operazioni che sono associate agli aspetti ambientali significativi identificati, in conformità alla propria politica ambientale, ai propri obiettivi e ai propri traguardi, al fine di assicurare che siano condotte nelle condizioni specificate: a) stabilendo, attuando e mantenendo attive una o più procedure documentate per tenere sotto controllo situazioni in cui la loro assenza potrebbe portare a difformità rispetto alla politica ambientale, agli obiettivi e ai traguardi; b) elaborando i criteri operativi nelle procedure; c) stabilendo, attuando e mantenendo attive le procedure concernenti gli aspetti ambientali significativi identificati, comunicando ai fornitori le procedure e i requisiti ad essi applicabili. 13/03/2013 22
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) Il modello prevede, in relazione alla natura e alla dimensione dell'organizzazione nonché al tipo di attività svolta, misure idonee a garantire lo svolgimento dell'attività nel rispetto della legge e a scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio. (art.7 comma 3) Dlgs 81/2008, art. 30 comma 1, lettere c), d), g) (il modello) deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; d) alle attivita' di sorveglianza sanitaria; g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge; 13/03/2013 23
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione ai reati da prevenire (art.6 comma 2 b)) Dlgs 81/2008, art. 30 comma 1, lettera e) (il modello) deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori 4.4.2 - Competenza, formazione e consapevolezza / Competence, training and awareness L’organizzazione deve assicurare che qualsiasi persona che esegua, per l’organizzazione stessa o per conto di essa, compiti che possono causare (…), abbia acquisito la competenza necessaria mediante appropriata istruzione, formazione o esperienza e deve conservarne le relative registrazioni. L’organizzazione deve identificare le necessità formative (…). Essa deve provvedere alla formazione o intraprendere altre azioni per soddisfare tali necessità e deve conservarne le relative registrazioni. L’organizzazione deve stabilire (…) procedure affinché le persone che lavorano per l’organizzazione, o per conto di essa, siano consapevoli: a) dell’importanza della conformità alla politica (…) e ai requisiti del sistema (…) b) degli aspetti ambientali significativi e dei relativi impatti ambientali (…) c) dei propri ruoli e delle proprie responsabilità (…) d) delle conseguenze potenziali di scostamenti rispetto alle procedure specificate. 13/03/2013
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) Art. 6, comma 1, lettera b) e d) il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli di curare il loro aggiornamento e' stato affidato ad un organismo dell'ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo non vi e' stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell'organismo di cui alla lettera b) E’ possibile valutare l’opportunità di coordinare l’operato dell’OdV con le attività di auditing. (4.5.5) Dlgs 81/2008, art. 30 comma 1, lettere f) e h): (il modello) deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; h) alle periodiche verifiche dell'applicazione e dell'efficacia delle procedure adottate 13/03/2013
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) L'efficace attuazione del modello richiede una verifica periodica e l'eventuale modifica dello stesso quando sono scoperte significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività (art.7 comma 4, lettera a) Dlgs 81/2008, art. 30 comma 4: Il modello organizzativo deve altresì prevedere un idoneo sistema di controllo sull'attuazione del medesimo modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate. Il riesame e l'eventuale modifica del modello organizzativo devono essere adottati, quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative alla prevenzione degli infortuni e all'igiene sul lavoro, ovvero in occasione di mutamenti nell'organizzazione e nell'attività in relazione al progresso scientifico e tecnologico Sono possibili integrazioni con quanto richiesto dai punti 4.5.3 “Non conformità, azioni correttive e azioni preventive “ e 4.5.5 “audit interno” della norma ISO 14001:04. Il “riesame” del modello potrebbe essere ricondotto nell’ambito del “riesame della Direzione” (§ 4.6). 13/03/2013 26
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) Il sistema di controllo di cui al Dlgs 81/2008, art. 30 comma 4 può essere attuato “attraverso la combinazione di due processi che sono strategici per l’effettività e la conformità del sistema di gestione stesso: monitoraggio / audit interno e Riesame della Direzione. Si evidenzia però come tali processi rappresentino un sistema di controllo idoneo (…) qualora prevedano il ruolo attivo e documentato (…) anche dell’Alta Direzione”. Rif.:Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale della Tutela delle Condizioni di Lavoro del 20 Aprile 2011 “Modello di organizzazione e gestione ex art. 30 Dlgs 81/2008 – Chiarimenti (…) sul sistema di controllo (…) e indicazioni per l’adozione del sistema disciplinare (…) per le aziende che hanno adottato un modello (…) conformemente alle Linee Guida UNI-INAIL 2001 o alle OHSAS 18001:2007 (…)”. Nota: questa circolare non cita il DLgs 231/2001 e riguarda solo quanto indicato in oggetto. 13/03/2013 27
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) Art. 6, comma 2, lettera d) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli La gestione dei “flussi informativi” potrebbe essere ricondotta nell’ambito delle procedure di comunicazione interna (4.4.3) 13/03/2013
Relazioni tra modello organizzativo e Sistemi di Gestione (ISO 14001:04 e OHSAS 18001) Art. 6, comma 1, lettera c) le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione Dlgs 81/2008, art. 30 comma 2: Il modello organizzativo e gestionale di cui al comma 1 deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell'avvenuta effettuazione delle attività di cui al comma 1. Le procedure del SGA devono essere progettate in modo da assicurare (in modo dimostrabile) informazione, competenza, consapevolezza, responsabilità; ove opportuno devono essere attuati controlli incrociati. (4.4.1, 4.4.2, 4.4.3, 4.4.5,, 4.4.6) 13/03/2013
Non sono elementi previsti dalle norme 14001:04 e 18001:07 Nomina e operato dell’OdV Codice etico Sistema sanzionatorio Dlgs 81/2008 – articolo 30, comma 3: il modello organizzativo deve in ogni caso prevedere, per quanto richiesto dalla natura e dimensioni dell'organizzazione e dal tipo di attività svolta (…) un sistema disciplinare idoneo. Art.6 comma 2, lettera c) (individuare modalita' di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati) 13/03/2013 30
Principali soluzioni organizzative aziendali Criteri generali di prevenzione Pianificazione delle attività Predisporre procedure per definire modalità operative per specifici processi “sensibili”. Esempio: Gestione rifiuti: identificazione, classificazione, raccolta nei reparti, trasporto al deposito temporaneo, gestione del deposito temporaneo, avvio allo smaltimento. 13/03/2013
Principali soluzioni organizzative aziendali Criteri generali di prevenzione Assegnazione delle responsabilità Identificare, documentare, comunicare appropriate responsabilità e assicurarsi che siano comprese, accettate e assunte. Esempio: Modifiche di processo: quali responsabilità assegnare per assicurare che si tenga adeguatamente conto delle modifiche al fine di garantire il rispetto di tutti i vincoli legali (es.: limiti) e autorizzativi? 13/03/2013
Affidamenti di lavori e/o servizi ambientali. Esempio: Principali soluzioni organizzative aziendali Criteri generali di prevenzione Controlli incrociati Affidamenti di lavori e/o servizi ambientali. Esempio: Per l’affidamento dei servizi di trasporto e smaltimento rifiuti o di analisi di laboratorio, identificare una responsabilità doppia per evitare che interessi privati incidano sulle scelte. 13/03/2013
Principali soluzioni organizzative aziendali Criteri generali di prevenzione Controlli di processo Pianificare e attivare controlli di processo e alle emissioni. Esempi: Per prevenire scarichi fuori limite in un depuratore chimico-fisico: monitoraggio scarico e scarichi parziali, controlli pH, taratura strumenti, controlli su prodotti chimici. Per prevenire emissioni fuori limite da filtri a maniche: monitoraggio e manutenzione delle maniche. 13/03/2013
L’Organismo di Vigilanza Non è sufficiente aver adottato un Modello … … è necessario anche: gestirlo con continuità; monitorarne l’efficacia; curarne l’aggiornamento. 13/03/2013 35
L’Organismo di Vigilanza Caratteristiche e composizione E’ un Organismo interno creato ad hoc. Può essere composto da una o più persone. Riporta al Consiglio di Amministrazione (nel suo complesso) Risponde ai requisiti di: autonomia e indipendenza; professionalità; continuità d’azione. 13/03/2013 36
L’Organismo di Vigilanza Funzioni, compiti e poteri Vigila sull’osservanza del Modello. Verifica l’efficacia ed effettiva capacità del Modello di prevenire la commissione dei reati. Valuta il mantenimento nel tempo dei requisiti di affidabilità e funzionalità del Modello curandone l’aggiornamento. 13/03/2013 37
L’Organismo di Vigilanza Opera nell’interesse dell’azienda, ovvero della proprietà, dei soci, dei dipendenti, dei fornitori. Predispone piani attività e relazioni periodiche, documentati e archiviati. Predispone verbali e rapporti che documentano l’oggetto e gli esiti delle proprie attività e verifiche. Interagisce e coopera con altri soggetti interni ed esterni (es.: auditor) per ottimizzare l’efficacia delle verifiche. 13/03/2013 38
L’Organismo di Vigilanza Esperienze da valorizzare nel ruolo di RSPP Predisporre piani annuali di attività con indicazione delle attività da svolgere e delle date/periodi, da far accettare dal cliente (sempre) Predisporre verbali e rapporti che documentano l’oggetto e gli esiti delle proprie attività e verifiche (sempre) Predisporre relazioni periodiche Predisporre documenti di controllo delle azioni attivate o da attivare Documentare e archiviare tutto (sempre) Interagire con altri soggetti interni ed esterni (es.: auditor) per ottimizzare l’efficacia delle verifiche 13/03/2013 39
L’Organismo di Vigilanza Relazioni con le altre strutture aziendali L’OdV si coordina e si interfaccia sistematicamente con le varie Direzioni/Funzioni aziendali per: la verifica periodica della mappa delle aree a rischio; l’effettuazione dei test nelle aree a rischio; la conduzione di indagini volte all’accertamento di possibili violazioni delle prescrizioni del Modello; la promozione della conoscenza e la diffusione del Modello (formazione); Favorire l’efficacia del modello (e dei processi aziendali); il monitoraggio dell’adeguatezza del sistema sanzionatorio; la raccolta, l’elaborazione e la conservazione delle informazioni rilevanti per il rispetto del Modello. 13/03/2013 40
L’Organismo di Vigilanza Relazioni con le altre strutture aziendali l’Organismo di Vigilanza può accedere a qualsiasi documento aziendale rilevante Tutti sono tenuti a fornire specifiche informazioni all’Organismo di Vigilanza 13/03/2013 41
I flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza - segnalazioni Tutti i dipendenti e collaboratori che cooperano al perseguimento dei fini aziendali nel contesto delle diverse relazioni che intrattengono con la Società stessa… …informano, sempre e tempestivamente, l’Organismo di Vigilanza in ordine ad ogni: Deroga, violazione; di propria conoscenza rispetto a: norme comportamentali richiamate dal Codice Etico; principi di comportamento e modalità esecutive disciplinate dalle procedure aziendali rilevanti ai fini del Decreto. 13/03/2013 42
I flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza - Informazioni Tutti i Responsabili di Direzione/Funzione a rischio reato nell’ambito dello svolgimento delle attività di propria competenza... …forniscono, sempre e tempestivamente, all’Organismo di Vigilanza le segnalazioni relative alla commissione di reati o comunque a comportamenti non in linea con le regole di condotta adottate. Su base periodica, semestrale o trimestrale l’Organismo di Vigilanza richiede ai Responsabili di Direzione/Funzione della Società di fornire anche informazioni specifiche. 13/03/2013 43
Organizzazione della prevenzione incendi, primo soccorso e gestione delle emergenze Prevenire: verifica della messa a norma impianti e macchine e acquisizione certificati (es.: gas, impianti elettrici); rispetto delle norme tecniche; procedimento prevenzione incendi sotto controllo; corretta logistica e ordine; attivare procedure di manutenzione (non solo dei dispositivi antincendio) e sorveglianza interna complete (vedi anche “registro antincendio”). Controllare l’aspetto operativo e l’aspetto amministrativo. Gestire: Nomine delle squadre Formazione dei componenti e richiami Procedura di intervento in caso di emergenza e di evacuazione Prove delle procedure 13/03/2013 44
Obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione; cantieri e affidamento di lavori/servizi con DUVRI Articolo 26 - Obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione 1. Il datore di lavoro, in caso di affidamento di lavori, servizi e forniture all’impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all’interno della propria azienda, o di una singola unità produttiva della stessa, nonché nell’ambito dell’intero ciclo produttivo dell’azienda medesima, sempre che abbia la disponibilità giuridica dei luoghi in cui si svolge l’appalto o la prestazione di lavoro autonomo: Verifica l’idoneità tecnico amministrativa (…) 3. Il datore di lavoro committente promuove la cooperazione ed il coordinamento di cui al comma 2, elaborando un unico documento di valutazione dei rischi che indichi le misure adottate per eliminare o, ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze. Tale documento è allegato al contratto di appalto o di opera e va adeguato in funzione dell’evoluzione dei lavori, servizi e forniture. 13/03/2013 45
Obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione; cantieri e affidamento di lavori/servizi con DUVRI TITOLO IV - CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI CAPO I - MISURE PER LA SALUTE E SICUREZZA NEI CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI Articolo 88 - Campo di applicazione 1. Il presente capo contiene disposizioni specifiche relative alle misure per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori nei cantieri temporanei o mobili quali definiti all’articolo 89, comma 1, lettera a). Articolo 89 - Definizioni 1. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente capo si intendono per: cantiere temporaneo o mobile, di seguito denominato: "cantiere": qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile il cui elenco è riportato nell’ALLEGATO X. E’ sempre richiesta la verifica dell’idoneità tecnico amministrativa 13/03/2013 46
Vigilanza interna Articolo 18 – Obblighi del Datore di Lavoro e dei Dirigenti 3-bis. Il datore di lavoro e i dirigenti sono tenuti altresì a vigilare in ordine all’adempimento degli obblighi di cui agli articoli 19, 20, 22, 23, 24 e 25, ferma restando l’esclusiva responsabilità dei soggetti obbligati ai sensi dei medesimi articoli qualora la mancata attuazione dei predetti obblighi sia addebitabile unicamente agli stessi e non sia riscontrabile un difetto di vigilanza del datore di lavoro e dei dirigenti. 13/03/2013 47
Vigilanza interna Articolo 19 - Obblighi del preposto (estratto) 1. (…) i preposti, secondo le loro attribuzioni e competenze, devono: a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti; b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico; c) richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza (…); f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il Lavoro (…); 13/03/2013 48
Patente a punti per l’edilizia Articolo 27 - Sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi 1. (…) 1-bis. Con riferimento all’edilizia, il sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi si realizza almeno attraverso la adozione e diffusione, nei termini e alle condizioni individuati dal decreto del Presidente della Repubblica di cui all’articolo 6, comma 8, lettera g), di uno strumento che consenta la continua verifica della idoneità delle imprese e dei lavoratori autonomi, in assenza di violazioni alle disposizioni di legge e con riferimento ai requisiti previsti, tra cui la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro e i provvedimenti impartiti dagli organi di vigilanza. Tale strumento opera per mezzo della attribuzione alle imprese ed ai lavoratori autonomi di un punteggio iniziale che misuri tale idoneità, soggetto a decurtazione a seguito di accertate violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. L’azzeramento del punteggio per la ripetizione di violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro determina l’impossibilità per l’impresa o per il lavoratore autonomo di svolgere attività nel settore edile. 13/03/2013 49