La “Destra Storica” e i problemi postunitari ( )

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Transcript della presentazione:

La “Destra Storica” e i problemi postunitari (1861-1876) La pesante (?) eredità di Cavour

La “Destra Storica” = Partito Dal 1861 al 1876 l’Italia fu governata dai liberali moderati di ispirazione cavouriana. Rappresentavano gli interessi aristocratici e altoborghesi in economia erano di tendenze liberiste manifestavano un forte senso dello stato erano prudenti nell’attuare riforme, soprattutto sul piano sociale non disdegnavano i metodi autoritari

Quali i problemi postunitari? come organizzare il nuovo Stato? la questione finanziaria il Meridione il completamento dell’unità la questione romana uscire dall’isolamento

Questione finanziaria Il nuovo stato si trovò di fronte un notevole indebitamento nato dalla unificazione dei debiti pubblici degli stati preunitari e dalle spese militari. L’obiettivo del pareggio del bilancio fu perseguito con l’inasprimento fiscale (tassa sul macinato, 1868) e ottenuto nel 1876 dal governo Minghetti, l’ultimo della Destra. tassa indiretta(?) Esproprio dei beni ecclesiastici QUALI CETI SOCIALI VENGONO MAGGIORMENTE COLPITI? Perchè?

Piemontesizzazione La nascita del nuovo stato viene ridotta ad un allargamento del Piemonte: Lo Statuto e le leggi del Regno di Sardegna vengono estese a tutto il territorio nazionale. Persino il sovrano rimane Vittorio Emanuele II, mantenendo il numero dinastico anche come Re d’Italia. Ogni progetto di decentramento amministrativo viene presto abbandonato (PERCHE’?) PREFETTI E SINDACI NO REGIONI

La questione meridionale L’unificazione comporta un nuovo peso per il Meridione…..PERCHE’? L’unificazione dei mercati danneggia l’economia del Sud (PERCHE’?) Il Piemonte impone il suo pesante sistema fiscale e il servizio militare a regioni che non avevano mai conosciuto la leva (PERCHE’ e PER CHI è PARTICOLARMENTE PESANTE QUESTO PROVVEDIMENTO?) Nasce il nuovo fenomeno dell’EMIGRAZIONE

Brigantaggio La ribellione delle masse popolari del Sud si espresse nella formazione di bande di briganti ( formate anche da aristocratici, clero e ufficiali borbonici. PERCHE’?) Il governo difese l’ordine mobilitando metà dell’esercito e imponendo al Sud lo stato d’assedio (legge Pica, 1863). Il fenomeno fu duramente represso (1863-65) senza che si intervenisse sulle cause.

L’annessione del Veneto La cosiddetta Terza guerra di indipendenza è in realtà un capitolo del conflitto con il quale la Prussia sconfisse l’Austria (1866), unificando la Germania (1870) La Prussia chiese l’aiuto dell’Italia che però ottenne solo sconfitte (Custoza e Lissa) (solo Garibaldi vince a Bezzecca ma è costretto a rientrare - OBBEDISCO!!!) e l’umiliazione di ricevere il Veneto attraverso la Prussia.

La presa di Roma Seguendo Cavour i governi della Destra cercarono senza successo di ottenere Roma per via diplomatica. Garibaldi ( SU SOLLECITAZIONE DEL GOVERNO!) tentò più volte il colpo di mano incontrando l’opposizione di Napoleone III (Aspromonte 1862, Mentana 1867). 1864: CONVENZIONE DI SETTEMBRE – Il Regno d’Italia si impegnava a non aggredire Roma. Napoleone III ritirava le truppe. Solo dopo la caduta di Napoleone III ( battaglia di Sedan contro Prussia), venuta meno la difesa francese, i bersaglieri entreranno a Roma (20 settembre 1870).

La “breccia” di Porta Pia

La questione romana L’unificazione comportò una rottura tra la Chiesa cattolica e il nuovo stato italiano. Pio IX (1846-1878) non accettò la perdita del potere temporale che considerava garanzia dell’autonomia del papa. 1864: Sillabo – condanna di ogni forma di liberalismo 1869: Concilio Vaticano I – Infallibilità pontificia (?) La disfatta di Napoleone nella guerra franco-prussiana privò il Papa del suo ultimo difensore (Napoleone III era stato eletto con l’appoggio del clero e in cambio avrebbe sempre soccorso il Papa)

La questione romana 1871 lo Stato Italiano emana la LEGGE DELLE GUARENTIGIE ( garanzie): Garantiva al Papa l'inviolabilità della persona, gli onori sovrani, il diritto di avere al proprio servizio guardie armate  a difesa dei palazzi Vaticano, Laterano, e villa di Castel Gandolfo Garantiva al Papato una dotazione annua di 3.225.000 lire. Lo Stato italiano si impegnava a farsi carico delle spese di mantenimento della corte papale, ora che venivano a mancare, per i pontefici, gli introiti derivanti dal possesso di uno Stato autonomo. Lo Stato garantiva la massima libertà di esercizio del culto, di riunione, di movimento e di testimonianza all'interno del Regno d'Italia. I vescovi, non erano tenuti al giuramento di fedeltà al re.

Risposta del Papa “Non expedit” (1874) (non è conveniente) : invito ai cattolici italiani all’astensione nelle elezioni politiche = né eletti né elettori, solo onesti cittadini dello Stato. I cattolici torneranno a votare solo all’inizio del XX secolo e la questione romana continuerà ad essere il problema fondamentale della vita religiosa e politica nazionale.

Con l’Unità d’Italia si cominciò a parlare di: PAESE REALE e PAESE LEGALE…...........cosa significa?