Alle origini dell’umanità

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Alle origini dell’umanità LA PREISTORIA Alle origini dell’umanità

L’EVOLUZIONE DELL’UOMO

PENSIERO E LINGUAGGIO nella teoria di Vygotskij All'alba della sua storia l'uomo trova la sua esistenza già data.  Lui è. Non sa come né da dove provenga. Ma la percezione di sé – lontana ancora dalla percezione del sé – è fusa con il gruppo di uomini che fisicamente lo attornia. Egli «è» insieme ad altri uomini. È qualcosa che non è più un branco e non è ancora una comunità.  Diciamo che è un gruppo.   La sua identità è l'identità del gruppo. 

La prima difficoltà: adattamento alla realtà,alle condizioni esterne  La prima manifestazione dell'attività intellettiva : il pensiero attivo, pratico, diretto verso la realtà e a stretto contatto con la realtà .   Il pensiero attivo rappresenta una delle forme fondamentali del processo di adattamento .  Ogni adattamento alla realtà è guidato dai bisogni .  Adattamento e bisogno, formano un'unità che è il motore del processo di sviluppo del pensiero.

NASCITA DEL LINGUAGGIO Il linguaggio nasce all’interno delle relazioni sociali dal bisogno di comunicare  la parola diventa il mezzo con il quale il pensiero si sviluppa e matura in ogni individuo. L'evolversi dei significati delle parole accompagna questo sviluppo.  Il pensiero senza linguaggio non è pensiero, è immagine, sensazione; e la parola senza pensiero è solo suono. Così Vygotskij  fonda l'unità di pensiero e linguaggio.  E individua nel sociale il «bro­do», la struttura, le condizioni dove pensiero e linguaggio si formano e si realizzano. 

L’ ARCHETIPO la parola archetipo deriva dal greco antico ὰρχέτυπος col significato di immagine: arché ("originale"), tipos ("modello", "marchio", "esemplare")

GLI ARCHETIPI Gli archetipi sono simboli di concetti ed istinti primordiali, forme del pensiero e dell’immaginario umano Temi e schemi dominanti nella vita dell’uomo, che si ritrovano in ogni cultura, e che hanno un’eco nei miti, nelle favole, nelle leggende, gli archetipi, come simboli delle stesse energie primarie che animano ed originano i comportamenti umani, sono impronte presenti nella psiche come una eredità genetica, come un marchio di appartenenza ad una razza. Gli archetipi principali (da cui originano tutti gli altri), sono sette e si considerano in coppie di opposti: femminile e maschile, nemico ed eroe, morte-rinascita e viaggio, mentre l’archetipo del Sé, nucleo fondamentale dell’individuo, sarà centrale ed isolato, ma in tensione dinamica con tutti gli altri.

L’ARCHETIPO DELLA GRANDE MADRE LA DEA MADRE

INNO A ISIDE Egitto IV-III sec. a.C. Perché io sono colei che è prima e ultima Io sono colei che è venerata e disprezzata, Io sono colei che è prostituta e santa, Io sono sposa e vergine, Io sono madre e figlia, Io sono le braccia di mia madre, Io sono sterile, eppure sono numerosi i miei figli, Io sono donna sposata e nubile, Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito, Io sono colei che consola dei dolori del parto. Io sono sposa e sposo, E il mio uomo nutrì la mia fertilità, Io sono Madre di mio padre, Io sono sorella di mio marito, Ed egli è il figlio che ho respinto. Rispettatemi sempre, Poiché io sono colei che da Scandalo e colei che Santifica.

LA DEA MADRE Dall'uomo primitivo, Homo sapiens, e per moltissimo tempo, dal 30.000 a.C. fino ad almeno al 3.000 a.C., l'umanità ha fatto ricorso alla "Dea Unica“ Solo dal 3.000 a.C. ad oggi si è sostituita alla” Dea Madre” nell'immaginario collettivo la figura del Dio maschio, che ha comunque assorbito in sé qualità del tutto femminili, come quella della creazione e del dare la vita La Dea è stata relegata al ruolo di madre o sposa o sorella del Dio o, come avviene per la religione, di Madre vergine.

LE IMMAGINI DELLA DEA La dea del Paleolitico e del Neolitico crea la vita da se stessa, è “ Dea Vergine” sopravvissuta in molte forme culturali fino al giorno d’oggi. La vergine Maria cristiana deriva dalla divinità originale. Dai manufatti sembrerebbe chiaro che la capacità della donna di dare la vita e nutrire i bambini per mezzo del suo corpo fosse ritenuta sacra e venerata come metafora riassuntiva della creazione divina. L’antica Dea compare come “ Signora degli animali “ a Catal Huyuk

Negli affreschi e nei sigilli Minoici a Creta Negli affreschi e nei sigilli Minoici a Creta. Sui casi greci compare Artemide tra animali e uccelli con vari simboli generativi di energia. Dal Neolitico speciali altari vengono costruiti accanto ai forni per la cottura del pane e lei viene venerata ovunque si macina il grano e si prepara e cuoce il pane Per almeno ottomila anni l’animale sacro della Madre Terra è il maiale ,forse perché cresce rapidamente ed è estremamente prolifico. La sua crescita e fecondità vengono paragonate all’abbondanza del raccolto. Una piccola scultura ritrovata in Siria (3000 a.C.) riproduce la Dea con testa suina seduta in trono

La Dea Uccello ha una doppia natura: datrice di nutrimento, benessere e come Morte in sembianza di avvoltoio, gufo o altro uccello da preda o mangiatore di carogne. Vaso antropomorfico Jugoslavia centrale 4500 a.C. Creta 3000 a.C.

La Dea serpente assicura il benessere e la continuità della vita attraverso l’identificazione e l’armonia con i cicli della natura Neolitico cretese 6000 a.C. Il serpente è l’immagine principale della vitalità e della continuità della vita, il garante dell’energia vitale in casa e il simbolo della vita familiare e animale. Centinaia di rilievi e disegni greci e romani testimoniano l’esistenza di serpenti verdi custodi della casa. In Lituania nel “giorno dei serpenti” intorno al primo febbraio la gente prepara vari piatti per questi animali e li invita nelle loro case. Se i serpenti assaggiano il cibo l’anno sarà prospero.

L’immagine del serpente è intimamente connessa ai cicli della morte e rinascita in natura. La sua ibernazione è simile alla morte mentre la muta della vecchia pelle rappresenta una sorta di immortalità. Il ritorno del serpente a primavera rappresenta la rinascita del mondo naturale. Dea dei serpenti: maiolica di Cnosso, civiltà Minoica 1600 a.C.