IL COLLOQUIO DI COUNSELING

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Transcript della presentazione:

IL COLLOQUIO DI COUNSELING Università LUMSA di Roma Anno accademico 2014/2015 Dott. P. Cruciani Dott.ssa P. Szczepanczyk Testo di riferimento: “Il colloquio di counseling” di Vincenzo Calvo

Cos’è il Counseling Deriva dal latino consulo = avere cura di venire in aiuto Quindi è un intervento di aiuto, un modo per prendersi cura di un’altra persona. Si fonda sull’incontro, la comunicazione e la relazione fra due persone. È orientato più sulla salute, che sulla patologia.

“ Il counseling è un intervento psicologico finalizzato a migliorare il benessere individuale e ad incrementare le abilità personali per aumentare il funzionamento adattivo dell’individuo sia a livello personale che interpersonale. È un intervento d’elezione per il potenziamento, la riorganizzazione e per il fronteggiamento di crisi (non patologiche) siano esse evolutive o accidentali”. - Di Fabio -

Psicoterapia Counseling Obiettivi più circoscritti basati su un numero definito di incontri. Affronta problematiche collegate a difficoltà “normali” nell’arco della vita. Riguarda il potenziamento delle risorse di una persona. Pone l’attenzione sul problema attuale , al qui e ora della vita del cliente. È di lunga durata nel tempo. Porta cambiamenti significativi e duraturi nella personalità, nel funzionamento o nell’adattamento. Interviene sugli aspetti patologici della crisi. È un intervento di cura. Analizza il vissuto del cliente andando molto in profondità nell’analisi e nella lettura delle dinamiche inconsce.

Approccio centrato sulla persona L’approccio centrato sulla persona, definito anche approccio rogersiano, si rifà all’opera e alle idee di Carl Rogers sul counseling, la psicoterapia e il cambiamento terapeutico. Rogers ha introdotto in maniera decisiva tecniche e concetti fondamentali che costituiscono la base di ogni intervento di counseling le idee di colloquio non direttivo, di ascolto attivo, di rispetto del cliente, di autenticità del counselor nella relazione e di intervento breve basato sulla relazione.

Il setting del colloquio di counseling Il setting di un colloquio è lo scenario spazio-temporale in cui si svolge la relazione di aiuto. Può essere considerato da due punti di vista : interno ed esterno. Esterno: si riferisce al luogo fisico del colloquio,alla sua durata e alle caratteristiche di strutturazione esterna. Interno: si riferisce alla capacità dell’operatore di instaurare una relazione di aiuto.

Fasi del colloquio Fase iniziale: introduce il soggetto alle finalità del colloquio, motivandolo adeguatamente conseguendo tre obiettivi : 1) Il Riconoscimento 2) l’Esplicitazione della motivazione e dello scopo 3) l’ Accordo iniziale tra i partecipanti

Fase centrale o intermedia: è dedicata al processo di conoscenza reciproca fra operatore e cliente e all’approfondimento dei temi e degli argomenti che costituiscono l’oggetto del colloquio. Fase finale: riguarda l’insieme delle modalità utilizzate per terminare l’incontro: la conclusione è, infatti, parte integrante del colloquio stesso e va gestita con particolare attenzione e sensibilità.

Fase iniziale e la domanda di apertura È la fase d’inizio con cui il counselor dà il via al colloquio. La domanda di apertura deve essere molto semplice e chiara. L’affermazione o la domanda iniziale dovrebbe essere formulata in modo aperto, quanto basta per incoraggiare il cliente a parlare liberamente [ibidem].

Counselor: “Bene, mi vuole parlare del motivo per cui si è rivolto a me?”. La domanda di apertura deve essere, di volta in volta,modificata per adattarsi alle specifiche modalità con cui il cliente è venuto in contatto con il counselor, ad esempio tramite contatto telefonico: Counselor: “Al telefono mi ha accennato che.. [breve accenno al dialogo telefonico]. Mi può spiegare meglio di cosa si tratta?”

Talvolta può essere utile dare, nella domanda di apertura, una breve informazione sulla durata del colloquio stesso, poiché non è detto che il cliente sappia quanto dura solitamente questo tipo di incontro. Counselor: “Mi vuole parlare del motivo per cui ha chiesto un appuntamento con me? Abbiamo circa cinquanta minuti di tempo per parlarne insieme..”

Si noti la parola <insieme> dell’esempio precedente Si noti la parola <insieme> dell’esempio precedente. È molto importante che il counselor rimarchi, da subito, il fatto che il counseling è un lavoro comune, fatto dal cliente e dal counselor assieme, e non solo dall’esperto. In questo modo, s’inizia a mettere le basi per un corretto rapporto di collaborazione reciproca, fin dai primi momenti.

Il counselor efficace Il counselor è un professionista che deve essere in grado di “utilizzare” la relazione come strumento di cambiamento, come strumento di aiuto, come strumento per facilitare la comunicazione, la riflessione e la consapevolezza del cliente. “È la qualità dell’incontro interpersonale con il cliente l’elemento più significativo nel determinare l’efficacia e la riuscita”. - Rogers, 1970 -

Rogers ha individuato tre attitudini personali del counselor, tre disposizioni umane,che sono il fondamento su cui basare una relazione di aiuto efficace. Tali dimensioni o attitudini personali sono definite, solitamente, come le caratteristiche di base di un intervento di counseling efficace.

Prima attitudine La prima caratteristica è data dall’autenticità e dalla congruenza del counselor. Rogers ritiene che la crescita individuale del cliente venga stimolata e facilitata quando il counselor partecipa al rapporto in modo autentico, spontaneo, genuino, prendendo realmente parte all’incontro con l’altro, dal punto di vista umano. Il counselor dovrebbe essere se stesso senza nascondersi dietro un “facciata” di professionalità.

Seconda attitudine La seconda condizione di base del counselor è definita da Rogers come considerazione positiva incondizionata, come accettazione incondizionata o come rispetto. Il counselor dovrebbe accogliere positivamente il cliente e accettarlo senza porre condizioni, vale a dire rispettandolo per ciò che è, indipendentemente da quello che dice, che pensa o che fa.

Terza attitudine La terza condizione di base è data dalla comprensione empatica (da Einfühlung). Rogers definisce l’empatia come la capacità di - Sentire il mondo più intimo dei valori personali del suo cliente come se fosse proprio, senza mai perdere la qualità del “come se”-

Abilità di base del counselor Elevata capacità di autosservazione e automonitoraggio. Capacità di “ascoltare” gli aspetti verbali e non verbali di un messaggio. Capacità di “sondare” in modo appropriato il discorso del cliente. Adeguata flessibilità di pensiero. Senso dell’umorismo. Capacità di prendersi cura di se stessi. Interessi culturali generali (non solo riguardanti il lavoro).

Ambiti di applicazione del counseling Couseling in ambito sanitario Counseling nell’infezione da HIV Counseling oncologico e counseling con pazienti con patologie croniche Counseling genetico Counseling nella morte improvvisa del lattante

Counseling in ambito sociale Counseling familiare Counseling per madri nel post-partum Counseling per le coppie e meditazione familiare Counseling per la terza età Counseling di orientamento Carrer counseling

Counseling in ambito scolastico Intervento in ambito scolastico Intervento in ambito universitario Counseling aziendale Intervento di counseling specialistico Intervento nei modelli di bilancio