Aspetti non solo giuridici di una malattia professionale emergente

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Transcript della presentazione:

Aspetti non solo giuridici di una malattia professionale emergente MOBBING Aspetti non solo giuridici di una malattia professionale emergente Dott. Giovanni Cardona Giudice Ausiliario di Corte di Appello Copyright © - Avv. Giovanni Cardona

mobbing: definizione Nel linguaggio comune: un atteggiamento aggressivo e di violenza psicologica attuato, sul luogo di lavoro, da superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore individuato come vittima bersaglio

mobbing: definizione 1 “to mob”: accerchiare, aggredire dal latino “mobile vulgus” folla tumultuante, gentaglia, plebaglia

mobbing: definizione 2 Konrad Lorenz: (1963) “meccanismo per cui, in una popolazione animale, un individuo viene espulso dalla comunità di appartenenza con dei comportamenti propri di allontanamento o di aggressività o perché considerato estraneo alla comunità animale stessa o perché ritenuto malato e in ogni caso pericoloso. In sostanza è un meccanismo di difesa grazie al quale un gruppo animale mantiene la propria omogeneità espellendo il “non simile” con comportamenti lesivi che in alcuni casi portano fino alla distruzione dell’individuo ritenuto “diverso/inadeguato”

mobbing: definizione 3 Konrad Lorenz: strategia difensiva antipredatoria di animali che conducono una vita collettiva strategia conservativa a tutela della struttura gerarchica del gruppo

mobbing: definizione 4 Heinz Leymann (1986): “a situation in which one or more people (employees) at the workplace show hostile behaviour toward most often only one employee, very often and over a very long period of time (months or years), thereby victimizing him or her.”

mobbing vs bullying “bullying”: terrorismo psicologico e/o aggressioni fisiche e/o atti di vandalismo compiute da giovani (casa, strada, scuola, caserma, carcere) che vede coinvolti un solo aggressore ed una o più vittime.

mobbing vs bossing “bossing”: strategia aziendale di riduzione e ringiovanimento degli organici compiuta in genere dalla direzione del personale, con atteggiamenti spadroneggianti ed aggressivi nei confronti di dipendenti e colleghi.

Concetto di Mobbing Il mobbing è una forma di grave stress (violenza psicologica) che si attua in ambito lavorativo e che implica un “aggressore” , il mobber, e una vittima , il lavoratore “aggredito”: il mobbizzato. Naturalmente trattandosi di un’aggressione “morale” rappresenta una minaccia per l’integrità psico-fisica della persona che ne è bersaglio. Heinz Leymann : “terrore psicologico sul posto di lavoro, con azioni negative frequenti e protratte per almeno sei mesi. Tale maltrattamento porta a sofferenza mentale, psicosomatica e a disagio sociale”

mobbing: parametri identificativi frequenza dei soprusi ( > 1 volta a settimana) durata del fenomeno (> 6 mesi o > 3 mesi se la frequenza dei soprusi è quotidiana) relazione asimmetrica tra vittima ed aggressore impossibilità della vittima di difendersi Leymann

mobbing: tipologie m. verticale m. orizzontale m. dal basso m. strategico m. emozionale m. non intenzionale m. individuale m. collettivo m. sessuale

mobbing activities: compromissione di: possibilità di una comunicazione adeguata (telefono, computer, riunioni, informazioni) possibilità di mantenere contatti sociali con i colleghi possibilità di difendere la propria reputazione (professionale e personale) possibilità di mantenere il ruolo lavorativo (demansionamento ecc.) possibilità di salvaguardare la propria salute fisica (permessi, ferie, molestie sessuali…) Leymann

mobbing: target individui maggiormente esposti: H. Ege: persone sole persone “diverse dal gruppo” (razza, religione, orientamento sessuale) persone che hanno successo persone nuove H. Ege: Mobbizzato (target): l’ambizioso, il distratto, l’introverso, il paranoico, il permaloso, il presuntuoso, il servile, il severo, il sicuro di sé

mobbing: mobber artefici del mobbing: datori di lavoro colleghi di pari grado l’azienda nell’ambito di una strategia H. Ege: mobber: il collerico, il frustrato, l’invidioso, l’istigatore, il sadico, il tiranno

mobbing: side-mobbers spettatori: colleghi, superiori ecc. non coninvolti direttamente nel mobbing ma che assistono senza intervenire side-mobbers: mobbizzano ma non sono avversari diretti della vittima

mobbing: fasi 1 Condizione zero Conflitto mirato Inizio mobbing Primi sintomi psicosomatici Errori ed abusi dell’amministrazione del personale Serio aggravamento della salute psicofisica della vittima Esclusione dal mondo del lavoro Leymann modificato Ege

mobbing: fasi 2 H. Ege: teoria del sasso nello stagno : “…una particolare strategia mobbizzante che non segue una parabola in crescendo, bensì implica un’unica grave azione che si esplica in modo simile ad un sasso gettato nello stagno: originando, cioè, in una serie di cerchi concentrici, anche dopo che il primo di essi è scomparso sott’acqua”

mobbing: fasi 3 condizione “sasso nello stagno”: una singola azione ostile importante, i cui effetti si ripercuotono sulla vittima nel tempo l’azione è accompagnata o seguita da almeno due azioni ostili di supporto, diverse dalla principale le azioni secondarie sono messe in atto da aggressori diversi queste ultime azioni hanno una cadenza di almeno alcune volte al mese

mobbing: misurazione LIPT (Leymann Inventory of Psycological Terror)- LIPT Ege Metodi “interni” al soggetto mobbizzato: questionari, interviste, focus group, diari, tecniche proiettive; Metodi “esterni” (esame del contesto) Metodi “integrati”

Un breve elenco di sintomi da tenere sotto controllo -Lavorate in un'azienda dove esistono chiari segni di discriminazione? -Soffrite di insonnia? -Quando dovete andare al lavoro vi sentite agitati o provate panico? -Nell'ultimo periodo sono aumentate le vostre assenze a causa di malattie non organiche? -Siete diventati allergici a sostanze che prima non vi procuravano fastidio? -Vi accorgete di essere depressi sempre più spesso senza un motivo? -Avete perso il vostro entusiasmo nel lavoro e avete smesso di prendere iniziative? -I vostri colleghi o i vostri capi continuano ad accusarvi, più o meno velatamente di cose che non avete fatto? -Avete sempre maggiori difficoltà di concentrazione? -I vostri colleghi ricevono incarichi che procurano importanti riconoscimenti? -I lavori che vi vengono affidati tendono a non avere un seguito? -Comunicare con i vostri capi diventa sempre più difficile, dovete passare sempre attraverso colleghi di pari grado? -Siete stati minacciati, più o meno velatamente, di licenziamento o ripercussioni per la vostra carriera?

mobbing: aspetti medico-legali malattia professionale (INAIL 2013): si configura ove la causa del danno sia l’attività lavorativa alla cui azione dannosa costante, continua, diluita nel tempo, si deve lo stato peggiorativo.

mobbing aspetti medico-legali rilevanza penale: “lesioni personali colpose” “ingiuria” “diffamazione” “violenza sessuale” “violenza privata” ecc.

mobbing: aspetti medico-legali rilevanza civile: diversi tipi di danni risarcibili anche cumulativamente, lo stesso comportamento mobizzante può violare norme diverse: danno patrimoniale (lucro cessante, danno emergente) danno non patrimoniale (danno biologico, danno morale, danno esistenziale)

mobbing:aspetti medico-legali danno biologico "Consiste nella menomazione (temporanea o permanente) dell’ integrità psicofisica della persona, comprensiva degli aspetti soggettivi dinamico-relazionali, passibile di accertamento e valutazione medico-legale ed indipendente da ogni riferimento alla capacità di produrre reddito...."

mobbing: aspetti medico-legali danno morale: “laddove ci siano stati comportamenti che integrano azioni anche penalmente sanzionate, è riconosciuta la risarcibilità del danno morale, che consiste nei patemi d’animo provati dalla vittima, e dal danno alla vita di relazione.”

mobbing: aspetti medico-legali danno esistenziale: Per danno esistenziale si intende ogni pregiudizio che l’illecito datoriale provoca sul fare reddituale del soggetto, alterando le sue abitudini di vita e gli assetti relazionali che gli erano propri, sconvolgendo la sua quotidianità e privandolo di occasioni per la espressione e la realizzazione della sua personalità nel mondo esterno. Peraltro il danno esistenziale si fonda sulla natura non meramente emotiva ed interiore (propria del cosiddetto danno morale), ma oggettivamente accertabile del pregiudizio, attraverso la prova di scelte di vita diverse da quelle che si sarebbero adottate se non si fosse verificato l’evento dannoso. Cassazione, SS.UU. civili, sentenza 24.03.2006 n° 6572

mobbing: aspetti medico-legali disegno di legge/ febbraio 2005: “si intende per violenza o persecuzione psicologica ogni atto o comportamento adottati dal datore di lavoro, dal committente, da superiori ovvero da colleghi di pari grado o grado inferiore, con carattere sistematico, intenso e duraturo, finalizzati a danneggiare l’integrità psico-fisica del lavoratore” Comitato ristretto della Commissione Lavoro del Senato

mobbing: aspetti medico-legali disegno di legge (sanzioni): la responsabilità disciplinare per chi attua attività di mobbing, per chi denuncia fatti inesistenti (le sanzioni vanno dalla sospensione dal servizio e dalla retribuzione per 10 gg al licenziamento)

mobbing:come diverse componenti: Organizzazione del lavoro (stile della leadership, stressors lavorativi) Caratteristiche della vittima (personalità, competenze sociali) Caratteristiche del perpetratore (personalità, competenze sociali) Caratteristiche del gruppo di lavoro (coesione, pressioni di gruppo, norme di gruppo)

organizzazione del lavoro H. Leymann: insufficiente organizzazione del lavoro (divisione non chiara dei compiti, leadership ambigua, leadership spontanea) supervisione del lavoro scarsa e conflittuale

tratti di personalità: vittima Zapf (1999): disturbi d’ansia e disturbi depressivi preesistenti in un sottogruppo di vittime di mobbing Baron (1999) e Folger (1996): modello comportamentale di tipo A (elevata irritabilità interpersonale) come predisposizione al mobbing Einarsen (1999): vittime con elevata quota di ansia sociale e scarsa autostima mostrano più frequentemente sintomi psicosomatici, psicologici e fisici (dolori muscolo-scheletrici)

tratti di personalità: vittima Giorgi (2004): tra le vittime di mobbing elevata frequenza di personalità di tipo ossessivo secondo il modello di Salkovskis e Kirk (“inflazionato senso di responsabilità personale”)

reazioni della vittima reazione attiva: tentativo di difesa con tutti mezzi disponibili reazione passiva: isolamento comunicativo (aumentato rischio di insorgenza di malattie psicosomatiche)

mobbing: sintomi sintomi psichici: umore depresso, astenia, difficoltà di concentrazione e attenzione, anedonia, apatia, alterazioni del sonno, alimentazione irregolare, abuso di alcolici, sostanze psicotrope e psicofarmaci, tabagismo.

mobbing: sintomi sintomi fisici: cefalea, sindromi vertiginose, eruzioni cutanee, tachicardia, senso di ambascia precordiale, disturbi gastro-intestinali, ipertensione arteriosa, dolori muscolo-scheletrici

mobbing: sintomi Problemi relazionali Doppio mobbing: “…la famiglia, che in un primo momento aveva espresso atteggiamenti comprensivi e protettivi verso il congiunto mobbizzato, abbandona tale atteggiamento ed inizia ad isolarlo, considerandolo un pericolo per sé e per altri”

EFFETTI tachicardia, gastropatia e colon irritabile, cefalea, mialgie e dolori osteoarticolari, gengiviti, congiuntiviti, allergie. Disturbi del comportamento alimentare, del sonno, del comportamento sessuale, relazionale etc. malattie autoimmuni o neoplastiche.

Tali alterazioni comportamentali sono conseguenti a variazioni del il metabolismo della serotonina, norepinefrina, dopamina nelle regioni cerebrali che riguardano le emozioni (Sistema limbico: amigdala ippocampo nucleo accumbens)  paura panico ansia.

mobbing: quando? secondo l’INAIL: “le possibili conclusioni diagnostiche sono: presenza di disturbi/patologie preesistenti cui ricondurre tutto il quadro clinico presenza di disturbi/patologie preesistenti che hanno un ruolo concausale assenza di disturbi/patologie preesistenti”

mobbing: quando? nei casi in cui la sofferenza psichica è esclusivamente legata all’azione di mobbing: disturbo dell’Adattamento disturbo Post-Traumatico da Stress

Disturbo dell’adattamento DSM-IV-TR Criterio A: Lo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali in risposta ad uno o più fattori stressanti identificabili che si manifesta entro 3 mesi dall’insorgenza del/dei fattori stressanti; Criterio B: Questi sintomi o comportamenti sono clinicamente significativi come evidenziato da uno dei seguenti: Marcato disagio che va al di là di quanto prevedibile in base all’esposizione al fattore stressante Compromissione significativa del funzionamento sociale o lavorativo (scolastico)

Disturbo dell’adattamento DSM-IV-TR Criterio C: L’anomalia correlata allo stress non soddisfa i criteri per un altro disturbo specifico in asse I o in asse II. Criterio D: I sintomi non corrispondono ad un Lutto Criterio E: Una volta che il fattore stressante (o le sue conseguenze) sono superati, i sintomi non persistono per più di altri sei mesi

Disturbo dell’adattamento DSM-IV-TR acuto (meno di sei mesi) cronico (maggiore di sei mesi) Sottotipi: Con umore depresso Con ansia Con ansia ed umore depresso misti Con alterazioni della condotta Con alterazione mista dell’emotività e della condotta Non specificato

Disturbo post traumatico da stress DSM-IV-TR Criterio A: la persona è stata esposta ad un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe le caratteristiche seguenti: La persona ha vissuto, ha assistito, o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri La risposta della persona comprendeva paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore.

Disturbo post traumatico da stress DSM-IV-TR Criterio B: l’evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti modi: ricordi spiacevoli, sogni ricorrenti riguardo all’evento, illusioni, flashback, disagio psicologico intenso e reattività fisiologica all’esposizione a fattori che simbolizzano l’evento traumatico Criterio C: evitamento persistente degli stimoli (pensieri, sensazioni, luoghi, persone) associati con il trauma e attenuazione della reattività generale (distacco, affettività ridotta, riduzione dell’interesse, visione negativa del futuro)

Disturbo post traumatico da stress DSM-IV-TR Criterio D: sintomi persistenti di aumentato arousal: difficoltà nel sonno, ipervigilanza, irritabilità, deconcentrazione, stato di allarme continuo Criterio E: la durata del disturbo è superiore ad un mese Criterio F: il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.

pattern di risposta al mobbing Brodsky (1976): identificò tre pattern di risposta nelle vittime di violenza psicologica sul luogo di lavoro: sintomi fisici aspecifici (debolezza, anergia, faticabilità, dolori cronici) depressione, vissuti di impotenza, ridotta autostima, insonnia ostilità, iperreattività, problemi di memoria, irritabilità, ritiro sociale

mobbing:diagnosi differenziale Simulazione Disturbo fittizio Disturbo paranoide di personalità (non esclude la presenza di mobbing)

mobbing: conclusioni valutazione clinica e medico-legale complessa: pazienti con disturbo psicopatologico direttamente derivato dal mobbing pazienti con disturbi psicopatologici già in atto al momento del mobbing pazienti “predisposti” per tratti di personalità pazienti con anamnesi psichiatrica positiva Marasco 2013

mobbing: epidemiologia In Italia si stimano in 1.500.000 di persone vittime di mobbing o persone esposte ad aggressioni morali, pari al 6% dei lavoratori. Dati ISPESL 2013

mobbing: epidemiologia EUROPA Nel 2000 12 milioni di casi, corrispondenti al 9% ITALIA Nel biennio 1996/1997 tra 800.000 e 1 milione corrispondenti al 4.2% dei lavoratori, aumentati al 6% nel 2000

mobbing: epidemiologia È ipotizzabile che queste differenze non dipendano soltanto da variazioni nel verificarsi del fenomeno, ma anche a diversità culturali nell’attenzione dedicata al mobbing ed alla sua conseguente segnalazione. Altra tipicità italiana è il fatto che gli aggressori siano riconosciuti, nella maggioranza dei casi , nei superiori (53.5%), mentre i colleghi partecipano pochissimo alle azioni di mobbing (7.1%). (dati SDA Bocconi Milano 2013 )

mobbing: epidemiologia DATI INAIL Le denunce provengono soprattutto dal mondo dell’industria (48.1%), seguito da terziario e servizi (30.4%), pubblica amministrazione ed enti locali (20.7%). La regione in cui le denunce sono più numerose è l’Emilia Romagna (15.6%), seguita da Puglia (12.2%) e Piemonte (11.2%). Sono invece rare in Molise e in Trentino (0.6%).

mobbing: costi 50% assenteismo da imputarsi allo stress lavorativo (20 miliardi di euro in termini di perdita di tempo e spese sanitarie) Il mobbing ha un costo molto elevato per il datore di lavoro: la produttività di un lavoratore cala del 70%

mobbing: costi sanitari si calcola che per il 18% le malattie cardiovascolari siano dovute allo stress collegato al lavoro alcuni studi attribuiscono al mobbing la concausa dell’incremento esponenziale dell’uso di psicofarmaci in Italia

mobbing: durata durata delle azioni mobbizzanti: 40% da 1 anno a 2 anni 30% oltre 2 anni 27% da 6 mesi ad 1 anno dati ISPESL 2013

mobbing: target ISPESL (istituto italiano per la sicurezza sul lavoro) ritratto tipico del target: maschio (52%) vicino alla pensione (62% ha tra i 51 e i 60 anni) lavora come impiegato nella pubblica amministrazione (80%) regione più colpita Lazio (43% dei casi)

Buon mobbing a tutti THE END