IT Carlo Alberto Dalla Chiesa Lavoro su: Francesco Petrarca, vita e opere. ALUNNI: Salamone Paolo Alberto, Geraci Gino,Nobile Kevin,Virga Vito. 3°A CAT
Francesco Petrarca -La vita -Trasferimento ad Avignone -Inizio degli studi universitari -Ritorno ad Avignone e servizio ai Colonna -Incontro con Laura -Inizio componimento del canzoniere -Incoronazione del titolo da poeta a Roma Componimenti poetici/carriera politica -Si diffonde l ‘epidemia della peste -Morte di Laura -Fine della vita ad Arquà
La vita,espatriata ad Avignone, studi Francesco Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304,da una famiglia benestante. Il padre, Pietro di Garzo ,di parte guelfa esercita la professione notarile,amante delle letterature classiche come Virgilio e Cicerone,era anche amico di Dante. Andato in esilio, raggiunge,entro i confini fiorentini ,la moglie e i due figli che si erano trasferiti quattro anni prima ed emigrano ad Avignone divenuta capitale della cristianità. Francesco ,all’età di dodici anni viene avviato agli studi giuridici;nel 1320 insieme al fratello ritornano in Italia per proseguire gli studi a Bologna,ma dopo sei anni ritorna ad Avignone per assicurarsi una posizione alla corte papale e in questi anni abbraccia la vita ecclesiastica e prende gli ordini minori.
Ritorno ad Avignone e servizio ai colonna, incontro con Laura. Morto il padre, poco dopo il rientro in Provenza , Petrarca incontrò il 6 aprile 1327, nella chiesa di Santa Chiara in Avignone, Laura e se ne innamorò. Un amore autentico per una donna reale, della quale non restano tuttavia dati documentati: esso non venne ricambiato e ciò sollevò i motivi centrali dell'esperienza umana e poetica dello scrittore. Attorno al 1330, consumato il modesto patrimonio paterno, Petrarca si diede alla carriera ecclesiastica, abbracciando gli ordini minori. In questo periodo fu assunto come cappellano di famiglia dal cardinale Giovanni Colonna, nel 1330. Come lui stesso scrisse in una lettera al fratello, trascorse il periodo avignonese negli studi, senza peraltro trascurare i piaceri mondani; proprio da due relazioni avute nel 1337 e nel 1343 nacquero i figli Giovanni e Francesca, che legittimò in seguito, curandone la sistemazione economica e l'educazione. Appoggiato da questa illustre e potente famiglia romana, compì in quegli anni numerosi viaggi in Europa, spinto dall'irrequieto desiderio di conoscenza umana e culturale che contrassegna l'intera sua agitata biografia.
Incoronazione del titolo di poeta Intanto cresceva la sua reputazione in campo politico: nel 1335 ebbe inizio il suo periodo epistolare con il Papa, inteso non solo a sedare le più incresciose rivolte della penisola, ma anche a ottenere il ritorno della sede pontificia da Avignone a Roma. Scelta Roma e preparata l'orazione per la solenne cerimonia, Petrarca scese in Italia a Napoli, ove, sotto il patrocinio del re Roberto D'Angiò, lesse alcuni episodi del poema e discusse, in tre giornate, di poesia, dell'arte poetica e della laurea: l'8 aprile del 1341, veniva incoronato Magnus poeta et historicus. Questo altissimo riconoscimento sarà al centro della battaglia combattuta da Petrarca per il rinnovamento umanistico della cultura. Il Giubileo del 1350,, la monacazione di Gherardo e la nascita della figlia illegittima,Francesca, causano in Petrarca una crisi religiosa che lo porterà ad essere tormentato per il resto della vita.
Il canzoniere E’ una raccolta di 366 componimenti,uno per ogni giorno dell’anno,comprendenti rime in vita di Laura e rime in morte di Laura ,ma il centro dell’intenzione è sempre e solo l’IO del poeta. Il canzoniere può essere considerato un diario d ‘amore perché contiene molte date e ricorrenze di calendario; ma anche un romanzo d’amore perché il poeta ricorda prevede e prepara e crea attesa su ciò che poi si avvera. I temi del canzoniere riguardano non solo l’ amore per Laura e la rievocazione della donna amata, ma anche la solitudine e la lontananza, la fugacità della vita e la politica.
Erano i capei d’oro a l’aura sparsi E’ uno dei sonetti più belli scritti da Petrarca in cui manifesta l’ intento di lodare la bellezza di Laura. Viene descritta come donna angelica, secondo il canone stilnovistico, ma con affascinante bellezza terrena, per cui il tempo incide nel suo corpo, provocando una piaga d’amore che si cela nell' anima del poeta. Scritta nel tempo imperfetto, ovvero il verbo del ricordo, Laura viene presentata come un angelo, dallo sguardo sovraumano. Erano i capei d'oro a l'aura sparsi che 'n mille dolci nodi gli avolgea, e 'l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi; e 'l viso di pietosi color farsi, non so se vero o falso, mi parea: i' che l'esca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di subito arsi? Non era l'andar suo cosa mortale ma d'angelica forma, e le parole sonavan altro che pur voce umana; uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch'i' vidi, e se non fosse or tale, piaga per allentar d'arco non sana.
Carriera politica,epidemia della pesta,morte di Laura Politicamente Petrarca è vicino a Cola di Rienzo. Il progetto politico di Petrarca era,come quello di Dante, uno stato unitario però con una repubblica. Per Petrarca il progetto di Dante è un’utopia perché è legato ad una realtà ormai passata. A questo proposito Petrarca scrive una canzone, “Italia mia…” che si può considerare una lettera aperta indirizzata ai signori dell’epoca. La scrive con l’intento di fare avvicinare gli italiani all’idea di uno stato unitario. Ci presenta la realtà dell’Italia spezzata senza un vero governo centrale. E’ indirizzata ai signori perché possano licenziare i mercenari e possano far arrivare la pace nel paese. Secondo Petrarca tutti dovrebbero deporre le armi affinché la pace possa essere realizzata. Nella canzone, l’Italia viene personificata in una bella donna che col passare degli anni ha perso la sua bellezza a causa di alcune ferite mortali(le guerre) che al momento non sono curabili. Paragona le truppe mercenarie a un diluvio proveniente da terre deserte. Durante il periodo di pestilenza , nel 1348, il poeta sfugge all’epidemia rifugiandosi in una villa in campagna ,circondato da uliveti e vigneti, insieme alla figlia Francesca e al genero. Francesco viene a sapere della morte della donna amata e inizia a scrivere le lodi in morte di Laura. Colpito da un0 svenimento, morì ad Arquà nella notte fra il 18 e il 19 luglio del 1374, esattamente alla vigilia del suo settantesimo compleanno e, secondo la leggenda, mentre esaminava un testo di Virgilio, come auspicato in una lettera al Boccacio. Il frate dell‘Ordine degli Eremitani di sant'Agostino Bonaventura Badoer Peraga, fu scelto, da tutte le autorità, per tessere l'orazione funebre a nome di tutti. Per volontà testamentaria, le spoglie di Petrarca furono sepolte nella chiesa parrocchiale del paese; furono poi collocate dal genero in un'arca marmorea accanto alla chiesa.
Il video mostra il borgo di Arquà , il posto dove dimorò Francesco Petrarca prima della sua morte. Oggi è una città come tutte le altre,infatti Arquà è un comune di quasi 2000 abitanti nella provincia di Padova, ubicato ai piedi del Monte Piccolo e del Monte Ventolone, nei Colli Euganei,ma ancora oggi racchiude lo spirito rustico di quel tempo.