a cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda

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a cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda
Transcript della presentazione:

a cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda DANTE ALIGHIERI BIOGRAFIA a cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda

La sua è una famiglia di piccola nobiltà cittadina. Dante nasce a Firenze alla fine di maggio del 1265, da Alighiero e da Bella. Viene battezzato il 26 marzo 1266 (sabato di Pasqua), insieme ad alcune migliaia di altri bambini, per immersione in una delle otto cavità della vasca ottagonale del Battistero di Firenze. La sua è una famiglia di piccola nobiltà cittadina. Battistero di Firenze

Firenze al tempo di Dante La Firenze di Dante è una delle più grandi metropoli commerciali e bancarie d'Europa. Intorno al 1240 viene coniato il fiorino d'oro, la valuta di riferimento per il mondo di allora. Si costruiscono nuovi ponti, grandi palazzi pubblici, chiese, si lastricano le vie principali.

I banchieri fiorentini prestano soldi a principi, papi, sovrani. Fioriscono artisti, intellettuali, scrittori. Ai primi del Trecento Firenze conta 100.000 abitanti, al pari di Parigi, ben superiore a Londra (50.000 abitanti).

La formazione Poco sappiamo dell'infanzia e dell'adolescenza di Dante. Probabilmente studia nelle scuole fiorentine, frequenta poeti, pittori come Giotto o Cimabue, i circoli musicali della città

Studia le lingue d'oc e d'oïl, nonché le letterature relative,forse con l'aiuto di Brunetto Latini (ricordato come maestro nel canto XV dell'Inferno, vv. 30 ss.) Affresco raffigurante Dante e in secondo piano Brunetto Latini

L’incontro con Beatrice All'età di nove anni (forse nel maggio del1274) incontra per la prima volta Beatrice, figlia di Folco Portinari, nobile e ricco fiorentino. Herny Holiday – Dante e Beatrice

È questo un avvenimento fondamentale nella vita di Dante in quanto lei diventerà «la gloriosa donna de la sua mente» (Vita nuova, II) e per tutta la vita dominerà il cuore del poeta, così come sarà la sua costante musa ispiratrice. La incontrerà di nuovo dopo nove anni, come narra nel capitolo III della Vita nuova.

Il matrimonio con Gemma Il 9 febbraio 1277, secondo l'uso del tempo, viene stipulato dalle due famiglie un contratto di matrimonio fra Dante (che ha 12 anni) e Gemma Donati (che non ne ha ancora 11), appartenente a un ramo povero della potente famiglia nobile di cui fanno parte Corso Donati (il capo dei Guelfi neri) e Forese Donati (amico di Dante).

Il matrimonio sarà celebrato nel 1285. Da Gemma, che non menzionerà mai nelle sue opere, Dante avrà tre figli (Pietro, Iacopo e Antonia, la quale si farà suora col nome di Beatrice).

Il Dolce Stil Novo Negli anni che seguono il 1280, intorno a Dante e al suo amico Guido Cavalcanti, si forma una nuova esperienza letteraria: il «dolce stil novo» che tende alla dolcezza di suono mediante un'opportuna scelta di vocaboli privi di suoni aspri e attraverso l'uso di una sintassi più semplice.

Dante con gli occhi dolenti La morte di Beatrice Nel giugno del 1290 Beatrice,che si era sposata tre anni prima con Simone de' Bardi, muore all'età di 24 anni. Il luttuoso evento getterà Dante nello sconforto e in un profondo turbamento, da cui cercherà di uscire dedicandosi intensamente agli studi filosofici e all'impegno politico Alberto Sughi, 2002 Dante con gli occhi dolenti

La pubblicazione dellaVitaNuova Nel 1293 Dante pubblica laVita Nuova, o vita rinnovata da amore (quello per Beatrice naturalmente). L'opera è costituita da una serie di poesie con commento in prosa. Essa si apre con un sogno e si chiude con una visione in seguito alla quale Dante spera di «dicer di lei [Beatrice] quello che mai non fue detto d'alcuna».

L’impegno politico Iscrittosi all'Arte dei medici e speziali (l'iscrizione a un'arte era necessaria per ricoprire cariche di governo), Dante entra a far parte del Consiglio dei Trentasei del Capitano del popolo intorno al1296, poi del Consiglio dei Cento, mentre tra i Guelfi cominciano le rivalità tra Bianchi e Neri.

Il 7 maggio del 1300 viene inviato ambasciatore a San Gimignano. Il 13 giugno viene eletto priore,la massima carica cittadina

L’esilio Per l'aggravarsi delle tensioni fra Bianchi e Neri, vengono mandati al confino alcuni esponenti di entrambe le fazioni. Nel frattempo si guastano i rapporti della città col papa Bonifacio VIII.

Nell'ottobre del 1301, Dante è a capo di un'ambasceria presso il papa, dopo che quest'ultimo ha inviato come paciere in Toscana Carlo di Valois, il quale però favorisce i Neri. Questi ultimi, ripreso il potere con una strage, mandano in esilio Dante con l'accusa di baratteria (27 gennaio1302).

In seguito all'esilio Dante comincia la sua peregrinazione presso vari signori italiani che lo ospitano in qualità di mecenati In esilio per circa 15 anni lavorò fino alla morte al poema della Divina Commedia

Dal 1312 fino al 1319 Dante soggiorna prevalentemente a Verona, ospite di Cangrande della Scala, al quale manifesterà sempre grande gratitudine. Gli dedicherà infatti il Paradiso.

Il rifiuto di rientrare a Firenze Nel 1315 la municipalità fiorentina offre la possibilità ai fuoriusciti esiliati, tra cui Dante, di rientrare in patria, però a condizioni particolarmente umilianti: il pagamento di una multa e l’ammissione di colpevolezza. Dante naturalmente rifiutò.

La discesa di Arrigo VII di Lussemburgo Nel 1310 si verifica un evento imprevisto ma desiderato: la discesa in Italia dell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo che intende restaurare l'autorità imperiale nella penisola, assicurando così la pace e la giustizia. Enrico VII di Lussemburgo(Arrigo VII)

Dante riesce anche a incontrarlo e più tardi gli scrive un'accorata lettera, vedendo in lui il veltro riformatore (vedi Inferno, I, vv. 101 ss.) Purtroppo la missione di Arrigo VII si concluderà tragicamente con la sua morte a Buonconvento presso Siena nel 1313

La morte Nel 1321 Dante accetta di far parte di un'ambasceria presso la Serenissima Repubblica di Venezia che avanzava minacce di guerra per il contrabbando del sale.

Tomba di Dante a Ravenna presso Basilica di San Francesco Al ritorno, passando per le paludi di Comacchio, contrae la malaria. Muore quindi a Ravenna nella notte fra il 13 e il 14 settembre 1321. Tomba di Dante a Ravenna presso Basilica di San Francesco

Interno della tomba di Dante a Ravenna I fiorentini dopo pochi anni cominciarono a reclamare a Ravenna le reliquie del loro cittadino più illustre.

A Firenze, nella speranza (finora vana) che le reliquie fossero restituite, fu eretto nel 1829, in stile anch'esso neoclassico, un grande cenotafio (= monumento funebre per persona sepolta altrove o le cui spoglie non sono state ritrovate) in Santa Croce, raffigurante il poeta seduto e pensoso, innalzato in gloria dall'Italia, mentre la Poesia piange, china sul sarcofago.