Le «opere di misericordia»

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Le «opere di misericordia» PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Le «opere di misericordia» Anno Pastorale 2015-2016   in alcuni scritti di Don Guanella

LUIGI GUANELLA, Il Fondamento LUIGI GUANELLA, Il Fondamento. Catechismo per le anime che aspirano a perfezione (1885,1914), in Scritti morali e catechistici, Nuove Frontiere, Roma 1999, pp. 974-975. «Verrà un dì, o Filotea, quando Gesù apparendo al cospetto di tutti dirà «Beati or sono quelli che nella persona de’ miei poveri mi hanno soccorso di cibo, di bevanda, di vestimenta o di conforto qualsiasi al corpo od allo spirito». Opera di misericordia tu compi, o Filotea, quando nel tuo cuore vieni coricando le umane infermità a fine di provvedervi. Girolamo Miani nella terra di Lombardia e di Venezia correva per saziare gli affamati, per sollevare gli assetati, per vestire i poverelli, per curare gli appestati; volgeva l’occhio pietoso ai pellegrini, ai carcerati, ed ai morti porgeva pietoso la sepoltura. Eccolo il cuor pietoso. Di frequente il Signore operava prodigi in prò alle brame sante di Gerolamo Emiliani. Era l’anno 1842. La città di Torino volgeva mesta lo sguardo alla salma del canonico Cottolengo. Questi aveva scritto in cuor suo ed in quello di anime pietose la massima dello Apostolo: «La carità di Cristo ci costringe» (2 Cor 5,14). Questo ricordo lo incise sulle mura di una istituzione che chiamò Piccola Casa della divina Provvidenza. In questa si ricoverano almeno tre mila poveri. Tu entri e ti pare entrare in una anticamera del paradiso. In questa casa v’ha chi istruisce, chi consiglia, chi ammonisce. V’ha chi consola, chi perdona, chi prega per i vivi e per i morti. Ciascuno con grande cuore attende ad esercitare meglio che può tutte le opere di misericordia o corporale o spirituale. Filotea, leggi nell’esempio di questa casa e confortati».

Guanella Luigi, Massime di spirito e metodo di azione (1888-1889), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p.23., n. 7. «In specie è da fare il bene ai membri della propria casa…La prima santificazione a ottenere è il perfezionamento di virtù…Una cura speciale è da avere per quelle persone che, infra l’altre avendo minor talento ed essendo meschinelle…Il modo poi di giovare alle anime del prossimo…Quando il cuore è così riboccante…E poi oltre il cuore e con la parola…». Don Guanella ha le idee molto chiare nel descrivere l’amore verso il prossimo, iniziando certamente ad amare quelli della propria casa. Nel perfezionamento della virtù della carità. Avere un cuore traboccante e la parola che rassicura…

Guanella Luigi, Breve statuto delle figlie del Sacro Cuore chiamate Crocine in Como (1893), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 86, n. 15. 12. «La pia congregazione delle Crocine non può accumulare somme, ma appena ricevute (deve) impiegarle in aiuto ai meschinelli. Né può conservare beni immobili di qualche estensione, ma li deve convertire in cibo per i poveri…Bisogna pur di molto curare le convalescenze. Nelle persone inferme con viva fede è vedere l’immagine sofferente del divin Salvatore». Abbiamo qui chiari riferimenti alle opere di misericordia dare da mangiare agli affamati e Visitare gli ammalati.

Guanella Luigi, Norme principali per un regolamento interno nella piccola casa della divina Provvidenza (1894), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 130, n. 2. «…Gli ammalati sono tra i semplici ricoverati e allora si trattano parimente con tutta la carità e pazienza e secondo lo stato dei malati medesimi, avvertendo per altro che la carità cristiana inclina piuttosto ad abbandonare che a mancare. Certe cure minute e taluni piccoli doni offerti da carità industriosa spesse volte guadagnano i cuori e ottengono frutti mirabili». Non abbiamo un trattato di don Guanella sulle opere di misericordia, dobbiamo leggerle sparse nei suoi scritti.

«Quanto all’assistenza delle buone figlie si consideri: Guanella Luigi, Regolamento interno della casa di Santa Maria della Provvidenza in Como (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 300, n. 5. «Quanto all’assistenza delle buone figlie si consideri: Che sono degne d’alta considerazione; Che i loro atti sono per lo più privi di responsabilità; Che sono d’educare materialmente come un agnello». Insegnare agli ignoranti è una delle esperienze fondamentali del metodo preventivo di san Luigi Guanella.

Guanella Luigi, Regolamento dei Servi della Carità (1905), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 1237. «Sarà industria buona affidare a delle persone pie e caritatevoli la provvista di vestiario per un derelitto o più derelitti, che assumerebbero quasi figli propri per la carità di Cristo che li urga e li costringa». Vestire gli ignudi è una delle opere di misericordia corporale molto cara a san Luigi Guanella.

Guanella Luigi, Sulla tomba dei morti Guanella Luigi, Sulla tomba dei morti. Ferforini per la novena e per l’ottava dei fedeli defunti (1883), in Scritti per l’Anno Liturgico, Nuove Frontiere, Roma1992, p. 1308. «La tua mano si estende per modo di suffragio al purgatorio. In modo di impetrazione e di grazia tu sei potente presso il paradiso. Consolazione ineffabile! La nostra è mano potente perché la destra nostra è quella di Chiesa santa. Un figlio di questa madre diletta scorge venirgli incontro la figura di morte. Egli geme: ‟Madre m’aiuta! Madre mia m’aiuta! ˮ. E la madre accorre pietosa. Accompagna poi l’anima del figlio amato nelle braccia di Dio Padre». Don Guanella ha scritto un opuscoletto in riferimento alle ultime due opere di misericordia corporale e spirituale: Seppellire i morti e Pregare per i vivi e per i defunti.

Guanella Luigi, Il pane dell’anima Guanella Luigi, Il pane dell’anima. Primo corso di omelie domenicali esposte in massima scritturali (1883), in Scritti per l’Anno Liturgico, Nuove Frontiere, Roma1992, p. 198. «Il meschinello oh come chiama con pietà altissima: ‟Aiuto, aiuto! ˮ. Vi piace salvare il misero? Guardate se siete voi i primi sulla retta via. Come potrebbe con vantaggio ammonire un errante colui che più degli altri è fuor via? Gloriosissima impresa è condurre i figli al padre, ma a tanto vuolsi buon corredo di virtù e l’attrattiva di un cuor buono che con salutare esempio conduca al ben operare». Per ammonire i peccatori don Guanella sottolinea che ci vogliono disposizioni personali. Per fare opere di misericordia è necessario avere un buon corredo di virtù.

Guanella Luigi, Il pane dell’anima Guanella Luigi, Il pane dell’anima. Primo corso di omelie domenicali esposte in massima scritturali (1883), in Scritti per l’Anno Liturgico, Nuove Frontiere, Roma1992, p. 243. «Siate uomini riflessivi che sanno parlare a modo dei saggi. Oh come piacerete con questo solo agli uomini. Siate cristiani prudenti che sapete discorrere e tacere a suo tempo, che sapete senza ostentazione porgere un avviso salutare , dare un consiglio soddisfacente; oh come con questo piacete al vostro prossimo!». Anche con queste affermazioni don Guanella ci indica a fare una riflessione sulle opere di misericordia.

Guanella Luigi, Il pane dell’anima Guanella Luigi, Il pane dell’anima. Secondo corso di omelie domenicali esposte in massima scritturali esposte nelle spiegazioni evangeliche (1884), in Scritti per l’Anno Liturgico, Nuove Frontiere, Roma1992, p. 556-557. «Possedere intelligenza per salvare un’anima, quest’è il miglior senso cristiano. Avere volontà per far bene al prossimo, quest’è il miglior cuore di un seguace del Salvatore […]. Chi ci suggerisce ad aver buon senso e buon cuore per salvare un’anima è il Signore: quale degnazione! Iddio, il quale è la beatitudine e la gloria del paradiso, gode di rivolgersi a noi e dire: ‟Aiutami a salvar le anime! ˮ». Per don Guanella è chiaro: chi ci suggerisce ad avere un cuore pieno di carità e misericordia è il Signore. Dobbiamo far nostre queste esortazioni, soprattutto quando siamo convinti che tutto è opera nostra.

MAZZUCCHI LEONARDO, La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella, Nuove Frontiere, Roma 2013, p. 235. «…nelle sue case volle scaturisse abbondante a ristoro dei derelitti una carità piena, che con quelle del corpo fornisse le provvidenze dello spirito e ne colmasse con i bisogni del tempo quelli dell’eternità; perché intese che nel cuore dei Servi della Carità si aprisse il primo e il miglior ricovero ai miseri, che a loro fossero accorsi per ricevere non soltanto un tozzo di pane a sfamarsi, ma il pane più agognato e più necessario del compatimento, della tenerezza, dell’amore»2.

1. Come ti trovi a vivere la carità in stile guanelliano?

2. Quale aspetto ti ha colpito di più della missione e del carisma di don Guanella?

3. «Opera di misericordia tu compi, o Filotea, quando nel tuo cuore vieni coricando le umane infermità a fine di provvedervi». Come risponderesti a don Guanella a questa sua affermazione in riferimento alle opere di misericordia?

4. Come Cooperatore Guanelliano ti sembra di operare come don Guanella 4. Come Cooperatore Guanelliano ti sembra di operare come don Guanella? Nell’andare incontro ai fratelli ti fai guidare dalla carità e dalla misericordia fratelli più poveri ti che sgorgano dal Cuore di Gesù?

5. Nell’Anno Giubilare della Misericordia come pensi di attuare il dono della chiamata che hai ricevuto come Cooperatore Guanelliano? Quali esperienze si possono attuare come gruppo?

6. In un momento di silenzio e di riflessione fai passare tutte e sette le opere di misericordia corporale e spirituale pensando alla vita, alle opere e alla spiritualità di don Guanella. Sarebbe bene leggere qualche suo scritto e nel fare la lettura, cerca di riflettere sulla tua esperienza di cooperatore e su come le stai attualizzando pensando ai bisogni del nostro territorio e della nostra comunità.