Crescere ed educarsi insieme in famiglia nanni.unisal.it
Prima parte
Il riemergere del NOI Aspirazione a vivere e crescere «INSIEME» una NATIVA INTERSOGGETTIVITÀ, in una rete relazionale I NEURONI SPECCHIO … la simpatia e la compassione PENSIERO POLIEDRICO, complesso, sistemico, ermeneutico, “glocale” (cioè in simultanea globale e locale), dialogico (rispetto ad un pensiero “chiuso”, “ UNICO ”, “anti”). la riconciliazione, il lutto, il perdono e L’INCONTRO INTERGENERAZIONALE: il padre simbolico ulisse e il figlio simbolico telemaco la coppia simbolica penelope + la famiglia simbolica il popolo simbolico Disciplinarità, interdisciplinarità, transdisciplinarità … per LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA Ecosistema PERSONALE e ecosistema AMBIENTALE novità antropologico etiche Oltre la crisi : il mito di Dante
La partita educativa = crescere e educarsi «insieme» NON CENTRALISMO del ragazzo/a, ma corresponsabile protagonismo
►Nel mistero della «figliolanza cristiana» = figli nel Figlio, nello Spirito, Abbà-Padre ► Nel mistero della Chiesa, corpo di Cristo/ popolo di Dio Un orizzonte grande Nel mistero del Regno di Dio tra già e non ancora
"Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l'autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un arcaismo, e l'agire cristiano una morale da schiavi. Ma nello Spirito Santo il cosmo si solleva e geme nelle doglie del Regno, il Cristo risorto si fa presente, il vangelo è potenza di vita, la Chiesa realizza la comunione trinitaria, l'autorità si trasforma in servizio, la missione è pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione, l'agire umano viene deificato". (Ignazio IV Hazim, patriarca della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia)...nello Spirito
dal CUORE … educativo cristiano far sgorgare ragione, religione, amorevolezza Atteggiamento di fondo = educare con il cuore di don Bosco
1) si fa prossimo 2) accoglie personalmente 3) dialoga (“cosa leggi?”) 4) comprende, non condanna anche se non giustifica 5) stimola la “libertà”personale verso il di più, secondo i “talenti” di ognuno e le esigenze del “Regno” (la vocazione-missione):“non peccare più”, “fa questo e vivrai”, “vendi tutto… “vieni e seguimi”…”lascia le reti …ti farò pescatore di uomini”. 6) Testimonia, “beneficando”, il Vangelo dell’amore di Dio per il mondo…rischiando!!! 7) «…per loro santifico me stesso» … come Gesù maestro
…perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Gv.10,10) Il fine supremo…
Seconda parte
I rischi a cui è esposta la vita familiare 1) privatizzazione e isolamento nell’anomimato urbano e comunitario, … 2) soggettivizzazione perdita del concetto di “casa”, cellula sociale… 3) il menage familiare “vittima” del consumismo e del mercato 4) paura e angoscia di insuccesso e di non essere all’altezza per sé e per il futuro dei figli…
5) …perdita delle funzioni basilari della famiglia: - relazionale-affettiva (come coppia, tra uomo donna, come genitorialità, tra genitori e figli, come intergenerazionalità, tra nonni, parenti…) - di mediazione (tra privato e pubblico, civile - politico, natura-cultura, io-società, istituzioni primarie e società organizzata, economia domestica e economia pubblica…) - di luogo-agenzia di crescita e sviluppo personale “caloroso e responsabile” (allevamento, educazione, socializzazione…) di tutti i membri della famiglia…
I MOLTI AMORI ; EROS, PHILIA, CURA AMOREVOLE ( cfr. sostantivo greco “STORGÉ”), AGAPE si possono coniugare nella vita familiare
Superare 1)… il SOGGETTIVISMO/individualismo l’altro? la verità? Il noi, la società, l’autorealizzazione =religione dell’io…. 2)… la SUPERFICIALITA’ della vita, delle relazionali, solo orizzontali senza la dimensione «verticale» (tra storia e trascendenza) mistero dell’altro… l’amore «fedele e inesauribile»? 3) …l’ EFFICIENTISMO ( … il successo!), l’essere, il condividere, la gratuità, il dono, il darsi generosamente? 4).. il GIOVANILISMO (eterno “Peter Pan) deleterio per sé e educativamente: per l’identità dei giovani Voler bene, volere il bene, volerlo bene, facendolo bene, «insieme» 4 scogli previ da superare
Per crescere insieme “nell’amore” all’interno della famiglia 1. vedere e valutare in positivo (come Dio fa con noi) fatti, eventi, persone…: i limiti = misura personale di ognuno… nessuno è perfetto 2. saper leggere i “segni dei tempi”, saper prendere il peso (e la gioia) dell’accettazione dei fatti, delle decisioni prese (nascite, procreazione, tipo di menage familiare…) 3. saper vivere i sentimenti e dar loro espressione, umanamente degna, come coppia e come genitori… 4. credere nella persona umana del partner (nei suoi talenti) e nell’umanità di tutti (figli e studenti in primo luogo)
5. fiducia e aiuto reciproco (all’interno familiare e all’esterno tra parenti, amici, gruppi, vicinato, comunità) 6. non tutto-insieme-subito = senso dell’essenziale e del fondamentale, del parziale, del tempo (gerarchia delle verità e del ciò che vale la pena) 7. lasciarsi educare dai figli, dalle circostanze, dagli avvenimenti… (non essere solo reattivi, ma pro- attivi)… nella fiducia che in Dio “nulla ti turbi”… 8. aprire se stessi e la famiglia alla realtà sociale, ai bisogni del mondo alla necessità della comunità civile e ecclesiale, “dando credito”, impegnandosi, dando un po’ del proprio tempo, energie, pensieri
9. Diventare piano piano capaci di rispetto, di perdono, di futuro e di trascendenza (di senso dell’eterno, di ciò che vale sempre!) 10. aprirsi alla “grazia” di Dio, pregarlo personalmente e invocarlo “insieme”, vivendo la vita familiare nel tempo e nel “mistero”, nel già e nel non ancora della vita (celebrando il “sacramento dell’amore di Dio” nella liturgia della vita)
…Fin dall’inizio…con i figli NON possessività figlio ALTRA PERSONA, non complemento di Sé (non fotocopia…) anzi «figlio/i nel Figlio» NON mammismo (esclusivismo materno) necessaria figura PATERNA e altre figure parentali (nonni, zii, fratelli e sorelle, cugini, amici…) NON protezionismo asfissiante …apertura alla realtà, alla ALTERITA’… NON sostituirsi Far fare PRATICA, ESPERIENZA (guidata) = Equilibrio tra calore, protezione /e/ valori e regole (sì e no che fanno crescere)
…nel processo di identità ● Tener conto dei passaggi evolutivi : distanziazione fusione amicale e gruppale identificazione in “star” differenziazione relazionale > interpersonale differenziazione personale ● PRESENZA, - discrezione, - pazienza (specie tra stesso sesso:madre-figlia,padre-figlio), - lungimiranza, - testimonianza di vita umanamente degna
Appendice
1.Non proiettare sui ragazzi le nostre le nostre paure, le nostre frustrazioni, le nostre “vision” o prospettive 2.Stare più con loro 3.Ascoltarli (interpretando in positivo, con pazienza, anche comportamenti contrastanti) 4. Sostenere la loro autostima, ma anche fare appello alla loro interiorità, soggettività, responsabilità 6. Educare a “saper vivere insieme con gli altri” (Delors) 5. funzione riflessiva, integrativa, sistematica, di quanto si apprende nei mass/new media 7. Passare 1) da pedagogia della risposta a ped. della proposta, 2) da ped. del successo a ped. del fine personale e sociale 3) da ped. a servizio a pedagogia per il servizio. 8. educare con la BUONA TESTIMONIANZA oltre che di un insegnamento competente, serio, congiunto a VITA UNA ONESTA, RETTA, SOCIALMENTE ATTIVA 9. Educare con una vita che profuma di Vangelo- beatitudini 10. Mostrare di credere e impegnarsi per una umanità migliore possibile,, senza troppe paure e con un po’ di fiducia-speranza Maestria e saggezza educativa: un decalogo
…Dialogare, …far riflettere, …integrare.. Non demonizzare ma allearsi e «operare» CON I NUOVI MEDIA
“Se io insegnassi con la cultura dei migliori insegnanti, ma non avessi l’amore, io non sarei che un oratore intelligente o una persona spiritosa e simpatica. Se conoscessi tutte le tecniche e avessi provato tutti i metodi migliori o se avessi una formazione che mi permettesse di sentirmi competente, ma non avessi compreso ciò che i miei allievi provano e come essi pensano, ciò non basterebbe per essere insegnante. E se io passassi molte ore a prepararmi per non essere né teso né nervoso, ma non provassi ad amare e a comprendere i problemi personali dei miei studenti, ciò non basterebbe ancora per essere un buon insegnante. Un insegnante è pieno di amore, di pazienza di bontà. Non fa mistero che altri si confidano a lui. Non spettegola. Non si lascia facilmente scoraggiare. Non si comporta in maniera sconveniente. Per i suoi allievi è un esempio vivente di buona condotta e ne fa volentieri riferimento. L’amore non si ferma mai. I programmi saranno sorpassati. I metodi passeranno di moda. Le tecniche verranno abbandonate. Il nostro sapere è limitato e noi non ne possiamo trasmettere che un piccola parte ai nostri allievi. Ma se abbiamo l’amore, allora i nostri sforzi avranno una forza creatrice e la nostra influenza resterà radicata per sempre nella vita dei nostri allievi. Ora, rimangono le tecniche, i metodi e l’amore. Ma la più importante delle tre è l’amore” (parafrasi di un anonimo insegnante di 1 Cor.13, 1-8;13)