Dal sessismo alla lingua sessuata

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Transcript della presentazione:

Dal sessismo alla lingua sessuata Alessandro Paesano alessandro.paesano@anddos-gaynet-roma.org

Beppe Gullino. Le ipocrisie della lingua. Editoriale Beppe Gullino. Le ipocrisie della lingua. Editoriale. 8 agosto 2012 Il Corriere Veneto E’ la nostra natura, siamo incostanti, riottosi alla perseveranza, ci piace stupire, apparire spregiudicati, moderni. Si pensi ai matrimoni omosessuali, di cui si fa un gran discutere. Ma come: oggi che il matrimonio è in crisi, che le coppie convivono, quelli vogliono sposarsi? E tuttavia, considerata la brevità dei matrimoni qui in Italia (e il Veneto figura tra i primi della classe), va a finire che quelli gay potrebbero anche risultare i più solidi e duraturi.

Beppe Gullino. Le ipocrisie della lingua. Editoriale Beppe Gullino. Le ipocrisie della lingua. Editoriale. 8 agosto 2012 Il Corriere Veneto Ancora: la tendenza femminista induce a deformare certi termini per adeguarli al sesso. Ecco dunque la sindaca, l’assessora, la ministra (quest’ultimo un po’ ridicolo, il pensiero corre facilmente alla minestra), anche in omaggio alle nuove professioni nelle quali le donne hanno fatto ingresso. Benissimo, ma allora io che sono che risulto un maschietto quando guido cosa sono? Un automobilisto? E se fornisco medicine divento farmacisto, se mi occupo di arte sono artisto, musicisto, poeto, secondo l’ispirazione. Ora, per esempio, sono giornalisto.

Sessismo L’esigenza della parità nei testi, scolastici e non, arriva in Europa e negli Stati Uniti negli anni 60 -70 In Italia arriva con leggero ritardo. Fa eccezione Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, 1973 Vi si indagano i condizionamenti socioculturali al ruolo e all’identità di genere delle bambine trasmessi nella letteratura per l’infanzia, nei libri scolastici, nella televisione

Sessismo Loredana Lipperini pubblica nel 2007 Ancora dalla parte delle bambine sempre per Feltrinelli con prefazione di Gianini Belotti. Il saggio constata come dopo più di trent’anni il tipo di educazione che viene impartita alle bambine sia essenzialmente lo stesso rilevato da Belotti.

La discriminazione passa per la lingua? E in che modo ?

strumento di comunicazione Ipotesi Sapir-Whorf la lingua è “un binario su cui viaggia il pensiero” rapporto lingua/realtà/pensiero parlare non è mai neutro L'Ipotesi di Sapir-Whorf, altresì conosciuta come ipotesi della relatività linguistica, fu proposta dal linguista e antropologo Edward Sapir e del suo collega e allievo Benjamin Whorf. In base a tale ipotesi, che è un vero assioma linguistico, la lingua non è un contenitore o un veicolo neutro di un determinato contenuto identico per tutta l’umanità, ma costituisce anche il contenuto stesso, cioè il modo in cui viene percepita e organizzata la realtà: il modo di esprimersi influenza il modo di pensare. È noto l’esempio riportato da Whorf sulla lingua degli eschimesi, che prevede varie decine di parole per designare il concetto di “neve”, a seconda che essa sia bagnata o ghiacciata o stia cadendo e così via. La stessa lingua eschimese dispone di circa dieci parole per indicare altrettante tonalità del colore bianco; questa maggiore ricchezza, rispetto a lingue come l'italiano, permette di individuare meglio il colore reale di un oggetto che noi italiani designeremmo con l'aggettivo "bianco". Ciò significa che la segmentazione di significati e la rappresentazione della realtà è strettamente vincolata alla lingua. “Per i parlanti il cui background linguistico fa sì che ne diano una formulazione diversa, i fatti sono diversi” (B.L. Whorf, Linguaggio, pensiero e realtà, Torino, Boringhieri, 1970). In altre parole: se ho 10 termini differenti per riferirmi al colore bianco affinerò anche la mia percezione di tale colore, suddividendolo in varie gradazione e potrò fare questo solo perché ho a disposizione altrettante parole. NELLA LINGUA SONO SEDIMENTATE E SI FORMANO LE NOSTRE OPINIONI: discorsi diversi costruiscono diversamente il mondo. Ad esempio: se nel raccontare un atto di violenza sessuale ci riferiamo agli uomini come “persone mosse da un istinto naturale” e alle donne dicendo che “hanno agito provocatoriamente”, creeremo empatia con gli uomini. Il linguaggio non è un semplice strumento di comunicazione ma è soprattutto uno strumento di percezione e di classificazione della realtà che condiziona il pensiero stesso di chi parla

Nel 1987, la Commissione Nazionale per la Parità e le Pari opportunità tra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri pubblica i lavori di Alma Sabatini Il sessismo nella lingua italiana e le Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana, sua appendice. Contiene riflessioni specifiche sul sessismo linguistico e quindi le critiche ad un linguaggio che non rispecchia la soggettività femminile perché creato da e per gli uomini ristampato nel 1993

Duplice asimmettria linguistica tra uomo e donna Assimmetrie grammaticali Assimmetrie semantiche

Le assimmetrie grammaticali l’uso del maschile non marcato, l’accordo al maschile quando si fa riferimento a referenti di sesso maschile e femminile, la precedenza del maschile nelle coppie di termini oppositivi maschile/femminile la mancanza di termini per indicare professioni, cariche e titoli al femminile.

la precedenza del maschile nelle coppie di termini oppositivi maschile/femminile

Il maschile non marcato Def. “Uomo”: I: Ogni persona, uomo e donna, appartenente alla specie umana II: Individuo di sesso maschile Def. “Donna”: Femmina fisicamente adulta della specie umana Sabatini parla di una falsa “neutralità” del maschile che spaccia per universale ciò che è solo dell’uomo il maschile è usato in funzione di neutro (che in italiano non esiste) e sottintende il femminile, di fatto dandolo per implicito e quindi, omettendolo

Uomo  Vir Latino homo = essere umano vir = essere umano maschio mulier = essere umano femmina Cic homo nata fuerat = era nata umana (contr. a bestia)

Usare donna come categoria sociale a sé Lotta continua 13 aprile 1976

l’accordo al maschile quando si fa riferimento a referenti di sesso maschile e femminile DESTINATARI Il corso è rivolto ai colleghi giornalisti e ai colleghi pubblicisti, in particolar modo a coloro che si occupano di cronaca e/o trattano tematiche connesse ai diritti umani, ai temi etici e ai diritti civili DESTINATARI E DESTINATARIE Il corso è rivolto ai colleghi e alle colleghe giornaliste e alle colleghe e ai colleghi pubblicisti, in particolar modo a coloro che si occupano di cronaca e/o trattano tematiche connesse ai diritti umani, ai temi etici e ai diritti civili

Concordanza di aggettivi con nomi La concordanza va col genere del nome più vicino o per preponderanza Due o più nomi di genere diverso e di numero singolare Il dottore e la dottoressa scrupolose. La dottoressa e il dottore scrupolosi. Il sarto e la cucitrice laboriose. La cucitrice e il sarto laboriosi.  MA il conciatore, il sarto, il cucitore, la stiratrice laboriosi. la sarta, la cucitrice, la stiratrice, il conciatore laboriose.  Due o più nomi di genere diverso e di numero plurale   I dottori e le dottoresse scrupolose. Le dottoresse e i dottori scrupolosi.  attenzione I sarti e le cucitrici laboriosi. Le cucitrici e i sarti laboriose. E i conciatori, le sarte, le cucitrici, le stiratrici laboriose. i conciatori, i sarti, gli stiratori, le cucitrici laboriosi.

Concordanza dell'aggettivo in funzione predicativa Vale anche in questo la regola dell'osservazione precedente Il padre e la figlia erano stanche, La figlia e il padre erano stanchi Le stelle e i pianeti sono luminosi, I pianeti e le stelle sono luminose La figlia, la nonna la zia e il padre erano stanche, Il figlio il nonno lo zio e la madre erano stanchi I pianeti i satelliti e le stelle sono luminosi, le stelle le galassie e i pianeti sono luminose

E’ il maschile che finora ha guidato le regole della concordanza (l’aggettivo diventa maschile se in un gruppo c’è anche solo un sostantivo maschile). • La regola è stata fissata in Francia a metà del ‘600 da Dominique Bouhours, prete gesuita e grammatico, nato nel 1628 e morto nel 1702, che l’ha giustificata affermando che quando due generi si incontrano, bisogna che il più nobile prevalga

la mancanza di termini per indicare professioni, cariche e titoli al femminile (ministra, avvocata, soldata) L’altra dama bionda: quella sera con Claudio per parlare di politica Corsera 14 5 2014 di Giovanna Cavalli ROMA - «Sì ero io ma per favore mo’ non ci inzuppate il biscotto». La dama bionda bis di Claudio Scajola, che ha cenato con lui la sera prima dell’arresto all’hotel Imperiale di via Veneto, è l’agguerrita e procace avvocato matrimonialista napoletano Rosa Criscuolo, 34 anni, fondatrice dei forzisti pro Nicola Cosentino.

Cancellieri e caso Ligresti: quando in cella finì il marito del ministro di Marco Lillo Il Fatto Quotidiano del 5 novembre 2013 Più di trent'anni fa il marito del prefetto, Sebastiano Peluso, restò in carcere alcuni giorni per una truffa sui prezzi dei medicinali. Aveva una farmacia a Milano vicina allo studio del medico Antonino Ligresti, suo amico. Quando Anna Maria Cancellieri il 17 luglio ha telefonato alla compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, per darle solidarietà dopo gli arresti, forse avrà ripensato a una triste giornata di 32 anni fa. Quel giorno dell’autunno del 1981 a finire in carcere non era stato l’uomo di Gabriella ma il suo: Sebastiano Peluso, 75 anni, oggi in pensione, allora farmacista con una avviata attività in via Val di Sole 22.

Cancellieri e caso Ligresti: quando in cella finì il marito del ministro 2 di Marco Lillo Il Fatto Quotidiano del 5 novembre 2013 Solo per pochi giorni, poi il pm Armando Perrone e il giudice istruttore Elena Riva Crugnola si resero conto che la sua posizione era marginale. Né lo studio né il ministro Cancellieri (contattata tramite il suo portavoce) hanno voluto fornire dettagli. I farmacisti erano difesi dal professor Carlo Malinconico (poi ministro tecnico con Monti assieme alla Cancellieri, finito nei guai per le vacanze all’hotel Pellicano, pagate da Piscicelli e per l’inchiesta sul Sistri a Napoli

Dissimmetrie grammaticali derivanti dall’uso del maschile non marcato riassunto a) L’uso di sostantivi quali: fratelli, fratellanza, fraternità, padri, paternità, ecc. con valore non marcato. Ad esempio: la fratellanza dei popoli, la paternità di questo lavoro è da attribuire a Maria X, ecc. b) La concordanza al maschile di aggettivi, participi passati, ecc. con serie di nomi femminili e maschili (+ umano), determinata dalla sola presenza di un nome maschile. c) La precedenza del maschile nelle coppie oppositive uomo-donna. Ad esempio: i ragazzi e le ragazze, fratelli e sorelle, bambini e bambine ecc. d) La designazione delle donne come categoria a parte, quando se ne vuole esplicitare la presenza in gruppi misti. Ad esempio: vecchi, pensionati, disoccupati e donne. e) Le limitazioni semantiche del femminile, conseguenti al fatto che è sempre marcato, mentre il maschile ha doppia valenza.

Resistenze: è meno prestigioso Maria Laura Rodotà. Se il segretario CGL è donna. La vertenza irrisolta del femminile. Corriere della sera 8 febbraio 2011 Senza le segretarie, molti uomini e alcune donne sarebbero morti. In ogni ufficio, in ogni azienda, sono uno snodo vitale. Chiunque abbia buonsenso onora le segretarie. Però, ammettiamolo: il termine «segretaria» declinato al femminile implica un lavoro di cura. Tradizionalmente femminile, rispettabilmente subalterno. E Susanna Camusso, appena eletta al vertice della Cgil, non deve curare nessuno; è un capo. Mettiamocelo in testa: è un capo. E ha subito dato un segnale da leader pragmatica. Quando le hanno chiesto se era meglio chiamarla segretario o segretaria, ha risposto che «per attitudine sarebbe preferibile il femminile». Ma che (ma che diamine) spera di essere definita segretario, «perché attiene alla funzione e non alla persona». E la funzione non è da poco, guidare il più grande sindacato italiano, con sei milioni di iscritti, in una fase politico-economica drammatica (...)

Repubblica 23.04.07

Resistenze: suona male Maria Laura Rodotà. Se il segretario CGL è donna. La vertenza irrisolta del femminile. Corriere della sera 8 febbraio 2011 Se un segretario può essere un leader, una segretaria non lo è. Se un sindaco è un sindaco, una «sindachessa» rischia di apparire un personaggio da farsa. Se un ministro è di sicuro un membro del governo, una ministra fa pensare alla minestra. Se un cane è il migliore amico dell' uomo, una cagna è intrinsecamente animale laido (noi che abbiamo cani femmina diciamo «la mia cana», pazienza per il buon italiano). Insomma, Camusso ha fatto benissimo, a chiarire subito sulla «o» finale, una «o» asessuata (vogliamo smetterla di parlare di sesso, in Italia? Oltre ai posti di lavoro è ormai a rischio anche la libido). Anche se l' ha fatto un minuto troppo tardi. Anche un uomo politicamente corretto e dabbene come il suo predecessore Guglielmo Epifani, appena Camusso è stata eletta, è partito con l' inconscio gaffone. Ha detto: «Sarà una grande segretaria della Cgil. Sarà la mia segretaria». No, caro Epifani, no.

La competenza linguistica viene a torto considerata competenza metalinguistica Solo una piena conoscenza dei processi permette di governare tali processi a livello individuale e collettivo invece che subirli senza averne piena consapevolezza:

Beppe Gullino. Le ipocrisie della lingua. Editoriale Beppe Gullino. Le ipocrisie della lingua. Editoriale. 8 agosto 2012 Il Corriere Veneto Ancora: la tendenza femminista induce a deformare certi termini per adeguarli al sesso. Ecco dunque la sindaca, l’assessora, la ministra (quest’ultimo un po’ ridicolo, il pensiero corre facilmente alla minestra), anche in omaggio alle nuove professioni nelle quali le donne hanno fatto ingresso. Benissimo, ma allora io che sono che risulto un maschietto quando guido cosa sono? Un automobilisto? E se fornisco medicine divento farmacisto, se mi occupo di arte sono artisto, musicisto, poeto, secondo l’ispirazione. Ora, per esempio, sono giornalisto.

Asimmetrie di natura semantica “festa mondana, tra i presenti si sono mescolati uomini politici, banchieri, grandi funzionari, lavoratori ‘tout court’ e soprattutto una moltitudine di bellissime donne” festa mondana, tra i presenti si sono mescolate donne politiche, banchiere, grandi funzionarie, lavoratrici ‘tout court’ e soprattutto una moltitudine di bellissimi uomini

Asimmetrie di natura semantica Uomo disponibile: gentile e premuroso Donna disponibile: mignotta Cortigiano: gentiluomo di corte Cortigiana: mignotta Massaggiatore: chi pratica massaggi Massaggiatrice: mignotta Uomo di strada: uomo duro Donna di strada: mignotta Passeggiatore: chi ama camminare Passeggiatrice: mignotta Mondano: chi fa vita di società Mondana: mignotta Un toro: un uomo molto forte Una vacca: una mignotta Accompagnatore: chi accompagna Accompagnatrice: mignotta Buon uomo: probo, onesto Buona donna: mignotta Uomo allegro: un buontempone Donna allegra: mignotta

Gli studi di oggi Cecilia Robustelli Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo Progetto Genere e Linguaggio. Unione Europea La neutralità di genere nel linguaggio usato al Parlamento europeo

Sessualizzazione o neutralizzazione della lingua? Per motivi pratici, dato il contesto multilingue in cui opera il Parlamento europeo, si raccomanda di evitare la duplicazione delle forme (ad esempio: il/la) e di utilizzare invece termini neutri, quando si fa riferimento ai titoli inerenti alle funzioni professionali. Termini specifici per genere dovranno essere usati soltanto se il genere della persona è importante ai fini della discussione o, sempre nel caso di una lingua la cui grammatica è specifica laddove si tratti del genere, se ci si riferisce a singole persone, sempre che queste ultime lo desiderino (“la Commissaria”, membro della Commissione europea).

Sessualizzazione o neutralizzazione della lingua? 2 L’esempio di genitore 1 e 2 della consigliera comunale di Venezia, (nel 2013) con la delega ai Diritti civili e contro le discriminazioni, Camilla Seibezzi La scelta di “genitore” non esclude l’uso corrente del termine “padre” o “madre” come molti temono, semplicemente li comprende.  Questo provvedimento fa sì che qualsiasi tipo di famiglia che vada a iscrivere i propri figli alla scuola non subisca discriminazioni né viva delle situazioni di disagio. Così la madre single piuttosto che il padre vedovo, la coppia eterosessuale piuttosto che la coppia omosessuale che iscriva i propri figli viene compresa a pieno titolo dalla parola “genitore”.

Sessualizzazione o neutralizzazione della lingua? 3 La madre single è madre e non si capisce perché dovrebbe diventare un generico e grigio genitore, al maschile   Il padre vedovo è padre e, lo stesso, non si capisce perché dovrebbe essere deprivato del suo statuto di padre per un più generico statuto di genitore, La prole di una coppia eterosessuale è sempre fatta da un padre e una madre, se un membro della coppia non è il padre o la madre della prole vuol dire che c'è da qualche altra parte, magari in un'altra coppia, un padre o una madre.  Per cui per quanto io possa voler bene al compagno o al marito di mia madre lui non si sostituisce mai a mio padre   Lo stesso per la madre… 

Sessualizzazione o neutralizzazione della lingua? 4 Perché usare la parola generica genitore  (al maschile) in presenza di due mamme o due papà? Il termine genitore con la scusa di includere quello che è già incluso nelle espressioni le mie due mamme e i miei due papà, serve in realtà a lasciare indefinito l'assortimento sessuale della coppia con un termine fintamente neutro e in realtà maschile che vale per tutto il resto.    Non si semplifica nemmeno   <> genitore 1 <> genitore 2 <>papà <>mamma

Grazie per l’attenzione!