Rallegrati, grida di gioia. Il tuo Salvatore è in mezzo a te. Siate sempre lieti nel Signore. Il Signore è vicino! La pace di Dio custodirà i vostri cuori. (Prima e seconda lettura) Luca 3, // 3 domenica di Avvento –C- Música: Beethoven. Larghetto. Symphony nº 2.
Le persone che ascoltano Giovanni sentono il bisogno di trasformare la loro vita. Non domandano che cosa pensare o che cosa credere, ma che cosa si deve fare. Che cosa bisogna fare per prepararsi all’incontro con Gesù che viene nella nostra vita? Come un amico, non dobbiamo accoglierlo con grandi smancerie e liturgie cerimoniose più proprie di ricevimenti ufficiali. Non dobbiamo mantenerlo lontano dalla nostra realtà vitale e familiare. Dobbiamo condividere con Lui quello che siamo, abbiamo e viviamo. Dobbiamo metterci in marcia dal interno, cambiando i nostri atteggiamenti abitudinari, dando loro un senso di speranza attiva e gioia alla nostra attesa In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?».
Guardando Gesù possiamo trovare tante piste per sapere che cosa bisogna fare. In Lui vediamo che il perdono è più gratificante della vendetta, il condividere più che l’accaparrare: il condividere più che l’accaparrare: l’aiutare gli altri più che sfruttarli L’asciugare una lacrima più che esserne causa; il liberare e/o aiutare un altro perché sia libero più che farlo schiavo. La benedizione, il gioire con gli altri più che l’invidia; la solidarietà e la generosità più che l’egoismo… Regalare bontà, bellezza, giustizia, verità, vita… è quello che dobbiamo fare e la strada più sicura per l’autentica gioia per se stessi per gli altri. Come fa Gesù e ci raccomanda di fare.
Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». La risposta è chiara e precisa. Fa riferimento al modo di agire verso gli altri. Di fronte a queste parole finiscono la falsa “buona volontà” e i sentimentalismi religiosi. Il cibo e il vestito sono beni di prima necessità, a cui tutti gli esseri umani hanno diritto. Nessuno metta via più del necessario. Non è possibile seguire Gesù senza condividere e senza essere solidali.
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Il desiderio di conversione non può ridursi a belle parole. Deve concretizzarsi nella vita quotidiana. La domanda che anche noi dobbiamo farci è molto concreta: che cosa dobbiamo fare? Se cerchiamo che nel nostro ambiente ci sia un po’ più di pace e di coerenza, di giustizia e di acccoglienza, se per il nostro agire qualcuno è più felice, migliora in qualche cosa la società, si potrà dire che Dio sta arrivando e che si sta realizzando già il programma del suo Regno.
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». La conversione si concretizza nella relazione fraterna, nella pratica della giustizia, nella rinuncia alla violenza e nell’etica professionale, atteggiamenti che implicano tutti gli esseri umani. Questo significa che il cammino della salvezza è aperto a tutti, senza esclusione.
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Il presente, ormai passato, del battesimo di Giovanni, si oppone al futuro, ormai presente, del battesimo di Gesù. È ora ormai di «pulire l’aia» (vagliare o scegliere), «raccogliere il frumento» (andare al nocciolo e non menare il can per l’aia) e «bruciare la paglia» (sbarazzarsi di ciò che è inutile o che ci immobilizza). Il mio giudice è Dio, solo Dio, che mi conosce, si prende cura di me, mi ama più di ogni altra persona.
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Gesù è la Buona Notizia. L’annuncia con tutta la sua vita, curando, accogliendo, liberando, contagiando pace, amando con tenerezza, liberando le persone dalle loro paure, rivelando che Dio è amore incondizionato. In Lui vediamo come è Dio e come è l’essere umano colmo del suo Spirito. Annuncio la Buona Notizia? Riempio di Buona Notizia la mia vita e quella degli altri?
Che gioia sapere che sei dalla mia parte, qualunque cosa faccia! Che gioia sentire che mi accetti così come sono, e che non hai bisogno che io mi giustifichi! Che gioia sperimentare la tua fedeltà inesauribile, stabile come la Roccia! Che gioia poterti dire “Ti voglio bene”!, Che gioia scoprire che altri ti amano e che Tu li ami, e sapere che il loro amore, come il mio, sono imprescindibili per Te! Che gioia poterti regalare qualcosa di tutto ciò che Tu mi hai dato per primo! Che gioia possederlo tutto in Te, non possedendo nulla io! Che gioia provo Gesù, nel sapere che tu mi vuoi tanto bene! Che gioia! José M. Garbayo