Il Realismo
“La pittura è un’arte essenzialmente concreta e può consistere solo nella rappresentazione delle cose reali ed esistenti. E’ un linguaggio interamente fisico, che ha per vocaboli tutti gli oggetti visibili; un oggetto astratto, invisibile, che non esiste, è estraneo all’ambito della pittura”. Gustave Courbet, 1861 Gustave Courbet, gli spaccapietre, 1849. Distrutto durante la seconda guerra mondiale.
Contesto storico Nella seconda metà dell’Ottocento le conseguenze della rivoluzione industriale si leggono chiaramente nelle trasformazioni della società e del territorio: molti centri urbani si ampliano e ne nascono di nuovi per accogliere le masse di contadini che abbandonano le campagne per lavorare nelle industrie cittadine, dove vengono sfruttati, sottopagati e costretti a lavorare in ambienti malsani. La tensione sociale è altissima, e, a partire dal 1848, esplode in sanguinose rivolte popolari in tutta Europa. In questo clima sociale teso e difficile, a partire dal 1840 nasce in Francia un nuovo movimento artistico: il Realismo.
Anche gli artisti dunque attraversano una forte crisi di identità Anche gli artisti dunque attraversano una forte crisi di identità. Certamente i pittori della corrente realista sono consapevoli delle grandi tensioni sociali che caratterizzano l’epoca in cui vivono, e si schierano dalla parte del popolo che vive in condizioni di miseria e forte degrado. Per questo disprezzano l’idea di un’arte che finge di ignorare la realtà e rievoca un antico mondo lontano, popolato di figure mitiche ed allegoriche, l’arte ufficiale dell’Accademia esposta nei Salon parigini (grandi mostre annuali) e prediletta dalla ricca e privilegiata borghesia dell’epoca, che ne è la principale committente.
Lord Frederich Leighton Il bagno di Psiche William Adolphe Bouguereau, Ragazza si difende da Eros
Thomas Couture, Les Romains de la décadence (1847), Paris, musée d'Orsay.
– Per documentare la contrastata realtà contemporanea. Il Realismo nasce – Per documentare la contrastata realtà contemporanea. – Per analizzare la realtà con distacco e riproporla in modo imparziale. Il Realismo si caratterizza per – Una presentazione dettagliata e diretta della realtà – Assenza di trasporto emotivo – Assenza di giudizio Gli stessi principi vengono seguiti in letteratura, nel Naturalismo francese, che si propone di descrivere la realtà con gli stessi metodi usati dalle scienze naturali, e nel Verismo italiano, ispirato al Naturalismo, il cui principale esponente è Giovanni Verga.
Realismo: Dal 1840 circa. Atto ufficiale di nascita del Realismo è il 1855, quando Gustave Courbet apre a proprie spese un padiglione perché le proprie opere vi siano esposte. In quell’anno infatti era stato escluso dall’Esposizione Universale di Parigi, perché alcuni suoi quadri erano stati considerati Volgari e sgradevoli dai severissimi professori dell’Accademia, che normalmente avevano il potere di determinare il successo o l’insuccesso degli artisti.
I dipinti del Realismo si impongono inoltre per il loro grande formato, finora riservato alle composizioni accademiche di tema storico. Per la mentalità borghese del tempo, risultava scandaloso, per esempio, rappresentare degli spaccapietre a grandezza naturale o dei proletari che partecipano ad un funerale di paese su una tela di sei metri, o ancora, i passeggeri di un vagone di terza classe.
Gli artisti principali di questo movimento sono i francesi: Gustave Courbet Jean Francois Millet Honorè Daumier
Jean Francois Millet, L’Angelus, 1857-1859, Museo d’Orsay Millet proviene da una famiglia contadina e conosce bene la vita nei campi. I suoi quadri sono meno crudi di quelli di Courbet, vi è spesso un’atmosfera dolce e triste. Egli realizza i suoi dipinti quasi totalmente all’aria aperta, con pennellate rapide e colori luminosi, che riescano a riprodurre il variare delle ore del giorno e delle stagioni. La ricerca di questi effetti d’atmosfera diverrà uno dei punti di forza dei pittori impressionisti.
Gustave Courbet, Funerale a Ornans, 1844, Parige, Museo d’Orsay Il dipinto si compone di ben sessanta figure a grandezza naturale che indossano gli abiti dell’epoca. Un ministrante guarda verso lo spettatore per renderlo partecipe dell’evento. Al centro del dipinto si trova la fossa, tagliata dal bordo della tela per coinvolgere lo spettatore.
Honorè Daumier, Vagone di terza classe,1863-1865, NY, MOMA Daumier fa dell’arte uno strumento di denuncia dell’ingiustizia sociale, utilizzando talvolta anche la satira giornalistica rivolta verso la borghesia. In questo dipinto il pittore mette in luce la miseria dei ceti sociali più disagiati, usando un segno preciso ed una pennellata rapida.
Honorè Daumier, caricatura del Re Luigi Filippo di Francia