La fine della Repubblica Romana

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Transcript della presentazione:

La fine della Repubblica Romana (Cap. 3 del libro di testo) Prof.ssa Maria Grazia Massari

L'ascesa politica di Gneo Pompeo e Licinio Crasso Entrambi si erano distinti per la carriera militare accanto a Silla. Dopo la morte di Silla il Senato, nel 77 a.C., affida a Pompeo la repressione di una rivolta scoppiata in Spagna, mentre a Crasso affida l'incarico di reprimere la rivolta degli schiavi in Campania guidata dal gladiatore Spartaco (guerra servile). Gneo Pompeo Licinio Crasso Spartaco

Entrambi consoli nel 70 a.C. Anche se non avevano i requisiti (aver ricoperto gli incarichi nelle magistrature) vennero eletti consoli con l'appoggio dei popolari. Durante il loro anno di consolato abolirono le leggi volute da Silla: I tribuni della plebe riebbero il diritto di veto I cavalieri vennero reinseriti nei tribunali Al termine del mandato come console Pompeo ottenne dal Senato poteri straordinari per cacciare i pirati dal Mediterraneo, cosa che riuscì a fare abilmente in tre mesi, e di guidare una spedizione contro Mitridate, che dopo la sconfitta subita da parte di Silla stava riprendendo i progetti espansionistici in Oriente. Pompeo riuscì anche a sconfiggere Mitridate che si suicidò.

Per le numerose conquiste in Oriente Pompeo raggiunse prestigio e popolarità. Nel frattempo a Roma nel 63 a.C. Catilina, che aveva tentato per ben due volte di salire al consolato, preparò una congiura al fine di uccidere i due consoli allora al potere. Uno di questi era Cicerone (abile avvocato) che appresa la notizia umiliò Catilina davanti al Senato. Catilina venne condannato a morte ma riuscì a scappare. Venne catturato e ucciso nei pressi di Pistoia nel 62 a.C. Lo stesso anno Pompeo rientra a Roma e rivolge al Senato le seguenti richieste: Approvare la sistemazione che lui aveva dato all'Oriente Distribuire terre ai suoi veterani Il Senato non accetò

Nel 59 a.C. venne eletto console. Nel frattempo a Roma si era distinto come esponente dei popolari Giulio Cesare che aspirava al consolato. Per assicurarsi l'appoggio dei gruppi avversari dell'oligarchia senatoria, Cesare propose a Pompeo e Crasso di costituire un triumvirato. In cambio lui promise a Pompeo la gestione dell'Oriente e a Crasso provvedimenti favorevoli per i pubblicani (coloro che riscuotevano le tasse). Nel 59 a.C. venne eletto console. Cesare intanto decise di intraprendere una campagna militare in Gallia per riscuotere anche lui il successo di Pompeo e Crasso. Nel 53 a.C. Crasso muore in Siria. Tra Pompeo e Cesare inizia una guerra per chi deve detenere il potere a Roma. Cesare varca il Rubicone (fiume nella provincia di Forlì) pronunciando la famosa frase “Il dado è tratto”. Giulio Cesare

Pompeo fuggì in Epiro mentre in breve tempo Cesare sconfisse i pompeiani di Spagna e quelli della Grecia (battaglia di Farsalo). Pompeo a questo punto scappò in Egitto ma qui il sovrano egizio lo fece uccidere consegnando, successivamente, la testa a Cesare. In circa tre anni Cesare portò avanti delle campagne militari vittoriose che lo portarono a diventare il padrone di Roma. Nel 44 a.C. viene nominato dittatore a vita. Le principali riforme di Cesare furono: Aumentato numero dei senatori Aumentato numero dei magistrati Fondazione di nuove colonie Realizzazione di opere pubbliche Riforma del calendario

La morte di Cesare Le riforme di Cesare suscitarono le preoccupazioni del Senato per il potere che questi aveva perduto. Il rischio era che Cesare diventasse re di Roma. Fu questa paura che portò Bruto e Cassio ad organizzare una congiura contro Cesare, che si concretizzò il 15 marzo del 44 a.C., le idi di Marzo, quando Cesare venne ucciso da 23 colpi di pugnale mentre entrava in Senato.

Bruto e Cassio furono costretti a fuggire e a Roma emerse la figura di Marco Antonio che voleva prendere il posto di Cesare. Ma Cesare aveva lasciato il suo patrimonio a Ottaviano, suo pronipote. I due insieme al comandante della cavalleria di Cesare, Lepido, decidono di giungere ad un compromesso istituendo il secondo triumvirato, nel 43 a.C. La loro carica sarebbe durata 5 anni.

La sconfitta di Bruto e Cassio Il triumvirato compilò subito una lista di proscrizione con i nomi dei nemici, sul modello di quella di Silla. Anche Cicerone ne fu vittima perchè in una sua orazione aveva accusato Marco Antonio di essere nemico della repubblica. Lo scontro tra l'esercito di Marco Antonio e Ottaviano contro quello di Bruto e Cassio avvenne a Filippi, in Macedonia. I congiurati sconfitti si suicidarono.

La sconfitta di Bruto e Cassio Il triumvirato compilò subito una lista di proscrizione con i nomi dei nemici, sul modello di quella di Silla. Anche Cicerone ne fu vittima perchè in una sua orazione aveva accusato Marco Antonio di essere nemico della repubblica. Lo scontro tra l'esercito di Marco Antonio e Ottaviano contro quello di Bruto e Cassio avvenne a Filippi, in Macedonia. I congiurati sconfitti si suicidarono.

I tre triumviri si spartirono gli incarichi nella seguente maniera: Lepido ebbe solo la carica di Pontefice massimo Marco Antonio governò l'Oriente Ottaviano governò l'Occidente Marco Antonio in Oriente conobbe e si innamorò di Cleopatra, da lei ebbe tre figli. Poco alla volta l'interesse per l'Egitto divenne in lui la cosa più importante, trascurando i doveri di console romano. Ottaviano mosse per questo guerra a Marco Antonio. Il luogo di scontro fu in Epiro, ad Azio, nel 31 a.C. Marco Antonio fu sconfitto, si rifugiò in Egitto e si suicidò con Cleopatra. La vittoria di Ottaviano segnò la fine dell'impero romano.