Processo di integrazione economico-istituzionale europea (2)

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Processo di integrazione economico-istituzionale europea (2) 4 MAGGIO 2015 Processo di integrazione economico-istituzionale europea (2) LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Rita Mascolo rmascolo@luiss.it Ricevimento: martedì 15.30 4 MAGGIO 2015 Rita Mascolo rmascolo@luiss.it Ricevimento: martedì 15.30 LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Rapporto Delors (12 Aprile 1989): Verso il Trattato di Maastricht Rapporto Delors (12 Aprile 1989): Compito di studiare le tappe concrete per giungere all’unione economica e monetaria. Vengono individuate 3 fasi, riprendendo le ipotesi di integrazione economica monetaria del Rapporto Werner (1970); Spostamento delle competenze a livello comunitario secondo il principio di sussidiarietà; Presupposto per la moneta unica: massima omogeneità economica degli Stati che avrebbero adottato la moneta unica. Grande importanza al ruolo dei fondi strutturali per compensare gli squilibri regionali; Viene specificata solo la prima fase: liberalizzazione dei capitali concretizzatasi nel luglio 1990. La seconda e terza fase sono contenute nel Trattato di Maastricht. LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

One market, one money (Ottobre 1990): Verso il Trattato di Maastricht One market, one money (Ottobre 1990): Rapporto sui costi e i benefici derivanti dall’adozione della moneta unica; Benefici diretti nel medio periodo derivanti dall’allargamento del mercato: - ricchezza + 5,3% (a cui va aggiunto +0,7% per introduzione moneta unica); - livello dei prezzi -6,1%; - occupazione +2.000.000 unità; Benefici indiretti: - eliminazione costi di transazione e conversione; - eliminazione del rischio del tasso di cambio; - riduzione dei tassi di interesse; Costo maggiore: cancellazione dell’opportunità di agire sul tasso di cambio. LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

One market, one money (Ottobre 1990): Verso il Trattato di Maastricht One market, one money (Ottobre 1990): La stabilità dei prezzi e la conseguente bassa inflazione avrebbero indotto una minore incertezza, con il conseguente aumento degli investimenti e dell’occupazione; Necessità di ridurre al minimo la fase della transizione; Grande fiducia nell’apertura dei mercati. Visione pan economicistica: UME (Unione Monetaria Europea) + MC (Mercato Comune); Critica di Guarino. Rapporto a più mani, contradditorio. Il mercato avrebbe portato alla omogeneità economica in tempi eccessivamente lunghi. Necessità di introdurre vincoli giuridici (UME+MC+VG). Il Rapporto non analizza costi e benefici derivanti dalla moneta unica, ma si focalizza sul concetto di stabilità dei prezzi, imposto da vincoli giuridici e non da leggi di mercato. LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Fondi strutturali. Coesione o dispersione? In Europa … Regioni meno sviluppate: PIL pro capite inferiore al 75% della media UE   Regioni in transizione: PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90% della media UE   Regioni più sviluppate: PIL pro capite superiore al 90% della media UE LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Fondi strutturali. Coesione o dispersione? In Italia … Pil procapite – dati territoriali Istat   1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Italia 16750 17748 18533 19296 19924 21044 22039 22777 23294 24026 24509 25331 26176 26326 25247 25658 26026 25729 Centro-nord 19984 21183 22074 22970 23666 25003 26137 26991 27552 28382 28848 29702 30678 30757 29416 29973 30444 30008 Nord 20705 21978 22860 23755 24416 25833 26933 27661 28255 29012 29486 30381 31478 31595 30076 30796 31344 30899 Nord-ovest 20817 22036 22930 23876 24475 25760 26968 27839 28447 29101 29561 30338 31417 31807 30187 31137 31560 31094 Nord-est 20544 21895 22762 23584 24333 25937 26883 27413 27988 28887 29381 30439 31562 31301 29922 30323 31044 30630 Centro 18313 19339 20246 21140 21914 23062 24272 25417 25901 26902 27346 28113 28821 28811 27884 28062 28353 27941 Mezzogiorno 11045 11666 12249 12779 13265 13969 14701 15203 15589 16061 16511 17200 17725 17914 17295 17379 17497 17416 Sud 10987 11617 12188 12745 13312 14009 14710 15255 15586 16044 16427 17133 17679 17844 17216 17304 17465 17353 Isole 11169 11769 12377 12851 13166 13886 14683 15094 15594 16096 16689 17342 17821 18059 17462 17536 17565 17548 LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Fondi strutturali. Coesione o dispersione? In Italia … Tasso di disoccupazione – livello regionale (dati Istat)   1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Piemonte 8,45 9,86 9,82 9,85 10,00 9,84 8,78 7,71 6,14 6,38 5,42 5,34 4,71 4,08 4,20 5,08 6,78 7,52 7,56 9,20 10,53 11,29 Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste 3,18 4,42 5,54 4,34 4,00 4,14 4,37 3,31 3,59 2,55 3,49 2,99 3,21 2,94 3,17 4,52 4,46 5,25 7,11 8,26 8,92 Liguria 10,18 11,39 12,37 12,36 11,76 11,69 11,02 9,44 7,46 7,48 6,52 5,85 5,77 4,80 4,82 5,36 6,60 6,42 8,06 10,85 Lombardia 5,78 6,28 5,93 5,80 5,51 5,21 4,47 3,94 3,33 3,34 3,56 4,07 4,12 3,70 3,40 5,29 5,68 7,41 8,03 8,19 Trentino Alto Adige / Südtirol 5,18 5,10 4,97 4,75 3,95 4,31 3,23 3,29 2,80 2,83 2,75 2,79 3,46 3,85 5,40 5,67 Provincia Autonoma Bolzano / Bozen 3,12 3,11 2,78 3,10 2,25 1,83 1,60 1,78 2,04 2,67 2,59 2,57 2,34 2,85 2,69 4,11 4,36 4,43 Provincia Autonoma Trento 6,77 6,93 7,45 7,06 6,34 5,56 5,73 4,74 3,22 3,60 3,08 2,93 3,26 3,51 4,25 4,41 6,10 6,47 6,94 Veneto 6,59 7,50 6,80 6,15 4,85 4,54 3,91 4,09 3,37 3,44 4,70 4,90 6,43 7,59 Friuli-Venezia Giulia 7,39 7,78 8,04 7,33 7,22 6,35 5,02 4,39 5,07 3,97 4,17 3,47 4,26 5,69 5,16 6,74 7,69 8,00 Emilia-Romagna 5,72 5,55 4,01 2,54 3,06 3,69 3,89 3,39 3,19 4,73 5,62 5,23 6,98 8,36 8,31 Toscana 7,14 7,73 7,58 7,20 7,27 6,96 5,39 4,23 4,05 4,86 5,19 5,35 4,84 5,04 6,04 6,33 7,79 8,68 10,11 Umbria 7,16 8,99 9,96 10,25 8,90 8,97 8,16 6,95 6,08 7,09 6,53 5,99 4,62 4,76 6,58 6,61 6,39 9,47 10,33 11,31 Marche 6,55 6,89 6,09 7,15 6,00 5,01 4,95 4,63 5,33 4,56 4,65 5,66 6,79 9,05 10,95 10,09 Lazio 9,93 10,82 12,23 11,95 11,90 11,71 11,14 10,41 8,38 9,19 7,89 7,47 8,39 9,17 8,73 10,61 11,97 12,51 Abruzzo 12,39 11,91 11,43 11,41 11,74 12,53 10,20 8,56 8,87 8,15 7,87 6,57 6,16 6,62 7,96 8,66 8,57 10,83 11,25 12,55 Molise 9,29 12,70 12,18 12,08 12,31 12,99 12,26 9,90 8,84 10,59 11,10 9,88 9,87 9,13 9,00 9,94 15,62 15,18 Campania 15,27 16,96 20,53 20,48 20,84 20,08 20,06 20,07 18,83 17,57 16,64 15,42 14,90 12,84 11,18 12,54 12,92 13,94 15,40 19,24 21,45 21,74 Puglia 13,14 14,24 15,61 16,35 17,77 19,44 17,95 16,32 13,97 13,31 14,96 14,56 12,62 11,09 11,60 13,47 13,15 15,72 19,74 21,46 Basilicata 12,90 14,59 16,01 16,57 16,00 14,40 14,53 13,35 13,30 12,87 12,29 10,57 9,43 10,99 11,22 11,89 14,51 15,24 14,73 Calabria 12,79 12,75 16,70 15,64 19,07 21,14 19,04 18,95 16,34 14,04 12,76 11,13 12,01 11,86 12,65 19,36 22,26 23,42 Sicilia 20,09 22,34 22,84 23,40 23,72 24,38 24,53 24,12 22,03 20,59 20,03 17,05 16,10 13,41 13,69 13,76 14,61 14,26 18,38 20,98 22,17 Sardegna 12,71 14,33 14,81 14,67 14,75 15,21 15,75 15,67 13,84 13,48 14,03 13,67 12,80 10,75 9,81 13,19 13,54 17,47 18,63 LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Fondi strutturali. Coesione o dispersione? In Italia … Tasso di disoccupazione giovanile – livello ripartizionale (dati Istat)   1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Italia 27,15 28,72 29,88 29,62 29,17 27,98 26,16 23,15 22,03 23,45 23,51 24,12 21,76 20,36 21,20 25,34 27,90 29,16 35,32 40,04 42,68 Nord 19,41 20,73 19,90 19,32 18,44 17,11 15,01 13,01 10,34 9,89 10,98 12,56 13,39 12,47 12,05 12,40 18,07 20,62 21,17 26,52 31,33 32,71 Nord-ovest 20,91 22,82 22,40 22,04 21,13 19,65 16,90 14,61 10,72 12,10 14,00 14,76 13,56 13,84 13,83 20,07 21,99 22,42 28,39 34,26 35,47 Nord-est 17,38 17,93 16,51 15,70 14,94 13,79 12,49 10,87 9,85 8,47 9,55 10,62 11,54 11,03 9,60 10,45 15,34 18,84 19,53 24,01 27,21 28,97 Centro 25,49 26,03 28,61 28,65 27,45 25,43 21,07 19,00 21,37 21,23 19,76 18,03 19,48 24,38 25,62 28,64 34,66 39,34 42,40 Mezzogiorno 38,63 41,25 44,64 45,14 45,78 45,97 45,90 44,54 40,37 38,71 39,20 37,59 38,76 34,37 32,34 33,61 35,88 38,82 40,46 47,06 51,62 55,85 LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Verso il Trattato di Maastricht 1990 Convezione di Schengen (nata fuori dal quadro UE nel 1985). Dal 1995 (per l'Italia dal 1997) sono stati aboliti i controlli doganali e di polizia alle frontiere tra i paesi aderenti all'area Schengen Rafforzati i controlli alle frontiere esterne dell’UE. Intensificata la cooperazione tra le polizie dei diversi paesi. Unificazione della Germania (3 ottobre). Il 7 febbraio 1992 il trattato sull’Unione Europea viene firmato a Maastricht ed entra in vigore il 1° novembre 1993. Definisce un nuovo assetto istituzionale comunitario basato su tre pilastri (la Comunità Europea, la Politica estera e di sicurezza comune, e gli Affari Interni) e su tre istituzioni principali (Parlamento, Consiglio e Corte di Giustizia). Pone le basi dell’Unione economica e monetaria (UEM), da attuarsi entro il 1999, mediante la creazione di una moneta unica e di una Banca centrale europea (BCE). Fissa i parametri economici che gli Stati avrebbero dovuto rispettare per poter adottare la moneta unica. 1992 LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Le 3 fasi dell’Unione economica e monetaria I fase: 1° luglio 1990 - libera circolazione dei capitali; - incremento dei fondi strutturali; 1° gennaio 1994 - convergenza della politica economica; - Istituto monetario europeo; 1° gennaio 1999 - moneta unica come moneta scritturale; - Banca centrale europea. II fase: Specificate nel trattato di Maastricht III fase: 1° gennaio 2002 - Introduzione dell’euro LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Trattato di Maastricht Al trattato sono aggiunti vari protocolli e dichiarazioni, tra cui spiccano i due protocolli che definiscono lo statuto del Sistema europeo delle Banche centrali (SEBC) e quello della Banca centrale europea (BCE). La BCE è l’Istituto che si occupa della politica monetaria della zona-euro; è stata istituita il 1º giugno 1998 ed è operativa dal 1º gennaio 1999. La BCE deve agire in maniere indipendente dai governi. Principali funzioni: - Diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno dell’area dell’euro; - Mantenimento della stabilità dei prezzi, salvaguardando il potere d'acquisto nella zona euro attraverso il controllo dell'inflazione; - Svolgere le operazioni sui cambi; - Detenere e gestire le riserve ufficiali dei paesi della zona-euro; - Fissazione dei tassi di interesse; - Vigilare sulla sicurezza delle banche; - Agire in maniera indipendente dai governi. LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Trattato di Maastricht Art. 2: «La Comunità ha il compito di promuovere […] uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche nell'insieme della Comunità, una crescita sostenibile, non inflazionistica e che rispetti l'ambiente, un elevato grado di convergenza dei risultati economici, un elevato livello di occupazione e di protezione sociale, il miglioramento del tenore e della qualità della vita, la coesione economica e sociale e la solidarietà tra gli Stati membri». LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Trattato di Maastricht Art. 3 A: «1. Ai fini enunciati all'articolo 2, l'azione degli Stati membri e della Comunità comprende […] l'adozione di una politica economica che è fondata sullo stretto coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, sul mercato interno e sulla definizione di obiettivi comuni, condotta conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza. 2. […] Questa azione comprende la fissazione irrevocabile dei tassi di cambio che comporterà l'introduzione di una moneta unica, l'ECU, nonché la definizione e la conduzione di una politica monetaria e di una politica del cambio uniche, che abbiano l'obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi […]. 3. Queste azioni degli Stati membri e della Comunità implicano il rispetto dei seguenti principi direttivi: prezzi stabili, finanze pubbliche e condizioni monetarie sane nonché bilancia dei pagamenti sostenibile». LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Trattato di Maastricht Art. 3 B: «La Comunità agisce nei limiti delle competenze che le sono conferite e degli obiettivi che le sono assegnati dal presente trattato. Nei settori che non sono di sua esclusiva competenza la Comunità interviene, secondo il principio della sussidiarietà, soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell'azione in questione, essere realizzati meglio a livello comunitario. L'azione della Comunità non va al di là di quanto necessario per il raggiungimento degli obiettivi del presente trattato». LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Trattato di Maastricht Per passare alla fase finale (adozione della moneta unica) ciascun Paese avrebbe dovuto rispettare cinque parametri di convergenza: 1. Tasso d'interesse a lungo termine non superiore al 2% del tasso medio dei tre Paesi più virtuosi; 2. Tasso d'inflazione non superiore dell'1,5% rispetto a quello dei tre Paesi più virtuosi; 3. Rapporto tra deficit pubblico e PIL non superiore al 3%; 4. Rapporto tra debito pubblico e PIL non superiore al 60%; 5. Permanenza negli ultimi 2 anni nello SME senza fluttuazioni della moneta nazionale. LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Trattato di Maastricht Già alla ratifica del Trattato 5 Stati (Belgio, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda) avevano il rapporto debito/Pil > 60% Interpretazione dell’art. 104 B: Deficit/Pil ≤ 3% unica condizione necessaria di convergenza per l’adozione della moneta unica; Deficit/Pil > 3% solo in via eccezionale e temporanea; È sufficiente che «se il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo superi un valore di riferimento, […] detto rapporto […] si stia riducendo in misura sufficiente e […] si avvicini al valore di riferimento con ritmo adeguato. Nb: Sarà il Fiscal Compact a fissare tempi necessari e per il raggiungimento dell’obiettivo debito/Pil LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Patto di stabilità e crescita (1997) Procedura per deficit eccessivo (implementato art. 104 del Trattato di Maastricht) Condizione Provvedimento Deficit/Pil ~ 3% Avvertimento preventivo Deficit/Pil > 3% Raccomandazione Misure correttive insufficienti Sanzione in deposito infruttifero (da 0,2% a 0,5% del Pil) 2 anni di persistenza deficit eccessivo La sanzione si converte in ammenda Germania e Francia non sono state sottoposte alla PDE (≠ Italia). Incertezza nella applicazione della norma. 2005 – 2011: Serie di trasformazioni fino al fiscal compact. LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Parametro deficit/Pil Fonte Eurostat LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Parametro debito/Pil Fonte Eurostat LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Parametro debito/Pil LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa

Perché la Eurozona cresce poco? LUISS Guido Carli – Storia dell’economia e dell’impresa