Il fascismo.

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Transcript della presentazione:

Il fascismo

L’Italia degli anni Venti 1919 - Occupazione e annessione di Fiume Diffuso risentimento per la mancata assegnazione di Fiume e della Dalmazia: i nazionalisti parlavano di vittoria mutilata. Crisi economica politica e sociale Biennio rosso (1919-1920): serie di proteste popolari e scioperi nelle fabbriche e nelle campagne. Partito Popolare Italiano (1919) fusione degli ideali cristiani con quelli democratici Nascita di nuovi partiti di massa Partito Comunista d’Italia (1921): scissione dal Partito Socialista delle correnti favorevoli all’adesione all’Internazionale comunista e alla promozione di una rivoluzione. La debolezza dei governi liberali e il timore di una rivoluzione comunista favorirono l’ascesa di Mussolini e dei suoi seguaci: industriali, grandi proprietari terrieri, ma anche gran parte del ceto medio li appoggiarono.

Motivi economici La situazione economica italiana nel 1918 è molto critica Troppe spese per la guerra Aumento debito pubblico Necessità di stampare moneta svalutazione Difficoltà nella riconversione industriale Disoccupazione Forte divario economico

Il costo della guerra Riserve auree prima e dopo la guerra (in milioni di $)

I problemi sociali A questi problemi economici si legano anche molti problemi sociali La difficoltà nella riconversione industriale porta disoccupazione e occupazione di terre Nascita e sviluppo dei sindacati

Il debito pubblico Le spese belliche vennero finanziate col debito pubblico Tra il 14 e il 20 il debito si ampliò di 10 volte Per rispettare i debiti si stampò + carta moneta Questo provocò la svalutazione della £ 1918: 1$=13£ 1919: 1$=28£

Indice di prezzi e salari

I sindacati La situazione provoca una grande crescita sindacale dati x 1000 La situazione provoca una grande crescita sindacale Nascono nuovi sindacati Aumentano gli iscritti (v.grafico) Aumentano soprattutto le giornate di sciopero

Scioperi e scioperanti

I successi degli scioperi Notevoli aumenti salariali (anche se non tali da coprire l’inflazione) Revisione dei patti di mezzadria Giornata lavorativa di 8 ore Solo il ceto medio non trae vantaggi

Riassumendo…

Il percorso politico di Mussolini Impegnato fin da giovane nelle file del Partito Socialista, nel 1912 divenne direttore dell’“Avanti!”. Espulso dal partito nel 1914 per le sue posizioni interventiste, fondò un nuovo giornale, “Il Popolo d’Italia”, e si arruolò nell’esercito. Tornato dalla guerra fondò il Movimento dei Fasci di Combattimento (1919), cui aderirono nazionalisti ed ex combattenti: elemento dominante: decisa avversione per il socialismo. Per contrastare e reprimere le iniziative sindacali organizzò, tra la fine del 1919 e l’inizio del 1921, le squadre d’azione. Nel 1921 trasformò il suo movimento nel Partito Nazionale Fascista (PNF): accolti nelle liste liberali alle elezioni del 1921, i fascisti entrarono per la prima volta in Parlamento con 35 seggi.

Mussolini: nascita e formazione Benito Amilcare Andrea Mussolini (nato a Dovia di Predappio, Forlì, il 29 luglio 1883 e morto a Giulino di Mezzegra, Como, il 28 aprile 1945) fu un uomo politico italiano, fondatore del fascismo e dittatore del Paese dall'ottobre 1922 al luglio 1943. ----------------------------------------------------------------- Figlio di Alessandro e di Rosa Maltoni, maestra elementare, visse un'infanzia modesta. Studiò nel collegio salesiano di Faenza (1892-1893) e poi nel collegio Carducci di Forlimpopoli, conseguendo nel 1901 il diploma di maestro elementare.

I fasci di combattimento La fondazione dei fasci di combattimento, avvenuta a Milano il 23 marzo 1919, benché facesse appello alle simpatie di elementi quanto mai eterogenei e si basasse su un ambiguo programma mescolante in modo spregiudicato istanze radicali di sinistra e fermenti di acceso nazionalismo, non ebbe inizialmente successo

Nasce il MOVIMENTO FASCISTA 23 marzo 1919 300 esponenti: futuristi, ex combattenti, seguaci di D’Annunzio. PROGRAMMA: ‘Programma di San Sepolcro’ Abbattimento della Monarchia e instaurazione di una Repubblica Esproprio delle grandi proprietà terriere Abbattimento del Senato e mantenimento di una sola Camera eletta a suffragio universale = programma vago, vicino al socialismo ma fortemente nazionalista e militarista RACCOLSE SCARSI CONSENSI

Le cose cambiarono quando nelle file del movimento entrarono proprietari e imprenditori preoccupati per la crescita del socialismo e convinti che i deboli governi liberali non fossero in grado di difenderle Le squadre d’azione Composte in prevalenza da ex militari, disoccupati, avventurieri senza scrupoli. Chiamate anche squadracce per la violenza delle loro azioni, si presentavano come garanti dell’ordine contro il pericolo rivoluzionario. La loro divisa era la camicia nera, ripresa dai legionari di D’Annunzio e dagli Arditi. Principali obiettivi delle spedizioni punitive: sedi delle organizzazioni sindacali e delle leghe dei contadini Camere del Lavoro Case del popolo municipi socialisti. 15 aprile 1919 - Milano Prima spedizione punitiva contro la sede del quotidiano socialista “Avanti!”

Il movimento fascista Autunno 1920: nascono le squadre d’azione fasciste (le “squadracce”) Operano nelle campagne del Nord Italia Sono finanziate dai proprietari terrieri per piegare i sindacati che avevano ottenuto grossi successi Hanno come obbiettivo le sedi e le personalità del PSI e dei sindacati E’ soprattutto dopo le occupazioni delle fabbriche che i fascisti si fanno + violenti e ciò dimostra che dietro le squadracce c’erano agrari e industriali esasperati dagli scioperi. I fascisti infatti con le minacce e le botte costringono i braccianti e gli operai ad accettare salari + bassi e per questo vengono pagati dai padroni. E’ un fatto che proprio quando la rivoluzione sembra scongiurata la crescita del fascismo si fa rapidissima Anche la piccola borghesia sostiene i Fascisti, non perchè vogliono la rivoluzione, ma perchè vogliono l’ordine e vogliono ridare all’Italia la dignità offesa dai trattati di pace

man mano che il fascismo si caratterizzava come forza organizzata in funzione antisocialista e antisindacale, Mussolini otteneva crescenti adesioni e favori da agrari e industriali e quindi dai ceti medi Il fascismo non abbandonò nemmeno dopo la sua affermazione i mezzi di persuasione violenta

Le reazioni del governo L’appoggio ai fascisti fu dapprima solo degli agrari e della piccola borghesia Col tempo le azioni si fecero più numerose e anche clamorose (occupazione di Bologna) Il governo non intervenne mai con la forza Anche Giolitti in fondo sperava di piegare così il movimento socialista Questo fu l’errore storico del liberalismo Anzi Giolitti come vedremo non si accorse mai del pericolo fascista, ma cercò addirittura di portarlo al governo così come fece col PSI ad inizio secolo. Pensava: “Darò a Mussolini 2-3 ministeri e così rientrerà nella legalità” Quanto si pentirà di questa cecità quando resterà negli anni 20 uno degli ultimi avversari parlamentari del regime fascista.

Consuntivo del governo Giolitti

Leggi elettorali (1919-20) che prevedono il suffragio universale maschile e la rappresentanza proporzionale a scrutinio di lista (liste di candidati – divise per partiti- a ciascun partito tocca un numero di rappresentanti che è pari – grosso modo- al numero dei votanti). Questo sistema favorisce i partiti che hanno strutture organizzative stabili

Il Partito Fascista Vista la crisi politica Mussolini decide di trasformare il movimento in partito Il programma era di chiara matrice conservatrice:

L’affermazione del fascismo 28 ottobre 1922 Marcia delle camicie nere su Roma. 30 ottobre 1922 Incarico a Mussolini di formare il nuovo Governo. Rispetto della legge nell’attività di governo. Contenimento ma prosecuzione dell’attività delle squadre fasciste. Istituzione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, forza armata alle dipendenze di Mussolini. 1922 - 1924 Prima fase con appoggio dei liberali e fino al 1923 dei popolari. 1925 Trasformazione del fascismo in una dittatura . Avvio della costruzione di un regime totalitario. 1924 Campagna elettorale all’insegna della violenza e assassinio di Giacomo Matteotti.

La Marcia su Roma Con un programma così conservatore Mussolini potè trattare il suo ingresso al Governo Mentre trattava con Giolitti pensava al golpe Nel congresso di Napoli del 22 si forma il quadriunvirato (Balbo, De Bono, De Vecchi e Bianchi) con compiti insurrezionali Il 28 ottobre del 22, le Camicie Nere armate marciano su Roma

Il re incaricando Mussolini di formare il governo legalizzò la presa del potere da parte del fascismo.

I tanti volti di Mussolini Il capo militare delle squadracce Il socialista Il soldato ferito in guerra Il dittatore Il rispettabile primo ministro

Le elezioni del 1924, che vedono una larga vittoria del partito fascista si tengono con una nuova legge elettorale che premia con i 2/3 dei seggi il partito che conquista la maggioranza dei voti. Il clima elettorale trascorre tra violenze generali da parte degli squadristi e intimidazioni di ogni sorta, alla fine il partito con il suo LISTONE conquista 403 seggi su 510 disponibili.

Delitto Matteotti Nel 1924 il segretario del partito socialista Giacomo Matteotti in seguito ad un suo discorso nel quale denuncia i metodi antidemocratici del partito fascista viene rapito da sicari fascisti.

In seguito al ritrovamento del suo cadavere l’ opinione pubblica viene colpita da sdegno per quanto successo ma l’ opposizione è troppo debole per far cadere il Governo e agli avversari non resta altro che abbandonare il Parlamento, un atto passato alla storia come secessione dell’ Aventino.

La dittatura fascista PNF unico partito riconosciuto. Scioglimento di tutti i partiti dell’opposizione e chiusura dei giornali antifascisti. Capo del governo, dotato di potere legislativo, responsabile solo di fronte al re. Allontanamento dei dissidenti dalla pubblica amministrazione. Istituzione di organismi per cercare, arrestare e giudicare i colpevoli di reati politici: OVRA, Opera di Vigilanza per la Repressione Antifascista Tribunale speciale. 1925 - Leggi “fascistissime”: pieni poteri al duce Lista unica di candidati preparata dal Gran Consiglio del Fascismo: le libere elezioni si trasformarono in plebisciti. Abolizione delle elezioni comunali: il sindaco fu sostituito dal podestà, nominato direttamente dal Governo. 1928 – Nuova legge elettorale

La conciliazione con la Chiesa Mussolini era convinto che superare il conflitto tra Stato e Chiesa gli avrebbe garantito una grande popolarità tra gli Italiani. 11 febbraio 1929 Firma dei Patti Lateranensi, che comprendevano: un trattato internazionale con il quale la Chiesa riconosceva il Regno d’Italia con Roma capitale e otteneva la sovranità sullo Stato della Città del Vaticano una convenzione finanziaria che impegnava l’Italia a versare un’indennità al Vaticano per la perdita dello Stato pontificio un concordato che doveva regolare i rapporti tra lo Stato e la Chiesa: il cattolicesimo divenne la sola religione dello Stato, obbligatoriamente insegnata nelle scuole pubbliche il matrimonio civile fu riconosciuto equivalente a quello religioso.

La politica economica 1922-1925 Favorevole al libero mercato e all’iniziativa privata. Mussolini non voleva perdere l’appoggio di industriali e proprietari che avevano aiutato la sua ascesa. A PARTIRE DAL 1926 Limitazione delle importazioni soprattutto di grano per arrestare la perdita di valore della lira. Aumento dei dazi sui cereali accompagnato dalla cosiddetta battaglia del grano, cioè l’autosufficienza nelle produzione del grano: aumento delle aree coltivabili con bonifica delle paludi nell’Agro Pontino miglioramento delle tecniche di coltivazione. Alla fine degli anni Trenta la produzione del grano era aumentata e le importazioni crollate, ma a discapito dell’allevamento e di altre coltivazioni.

La politica economica ANNI TRENTA Autarchia economica: l’Italia doveva produrre tutto ciò di cui aveva bisogno senza dipendere dalle importazioni straniere. Forte intervento dello Stato nell’economia: IMI (Istituto Mobiliare Italiano), istituto di credito pubblico con il compito di sostituire le banche in crisi nel sostegno alle industrie in difficoltà IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), che acquistò le azioni di industrie in crisi facendo diventare lo Stato proprietario di grandi imprese italiane. Introduzione del corporativismo: aboliti tutti i sindacati liberi, lavoratori e imprenditori dovevano riunirsi in corporazioni (organizzazioni legate al settore economico di appartenenza) per collaborare nell’interesse della nazione. La mancanza di materie prime costrinse gli Italiani a recuperare i rottami di ferro o a consegnare argento e oro alla patria.

La politica estera 1935 – Invasione dell’Etiopia, Paese indipendente. 1936 – Conquista di Addis Abeba e proclamazione del “ritorno dell’Impero” a Roma. Nazionalismo e colonialismo: sostegno della necessità di un’espansione coloniale con cui dare all’Italia nuovo prestigio e nuove terre da coltivare. La conquista, propagandata come un atto di “civilizzazione”, non portò i vantaggi economici sperati, ma fu un successo dal punto di vista politico: anche Francia e Inghilterra riconobbero l’Impero italiano. 1936 – Firma di un patto di amicizia, l’asse Roma-Berlino. 1939 – Firma del Patto d’acciaio, che prevedeva aiuto reciproco in caso di guerra. Alleanza con Hitler, sostenitore della conquista coloniale italiana con rifornimenti di armi e materie prime.

Le leggi antisemite 1938: introduzione delle leggi razziali contro gli Ebrei su imitazione di quelle varate da Hitler nel 1935.

L’organizzazione del consenso Tutte le attività degli Italiani furono toccate dalla propaganda fascista con l’obiettivo di formare un “uomo nuovo” in totale sintonia con i valori fascisti. Educazione dei giovani, inquadrati in organizzazioni divise per fasce d’età, alla dottrina fascista e al culto di Mussolini con marce militari, esercitazioni, parate. Controllo diretto su testi scolastici, programmi e insegnanti. Controllo di tutte le attività culturali attraverso il Ministero della Cultura Popolare. Uso della radio e di tutte le forme d’arte per la diffusione dei valori del regime. Organizzazione di circoli del dopolavoro per le attività ricreative dei lavoratori. Creazione dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia per l’assistenza alle madri e ai bambini.

Gesti, simboli e parole dell’Italia fascista Il fascismo si presentò come il naturale continuatore della potenza e dei trionfi dell’antica Roma. DUCE: il capo militare valoroso amato dai suoi soldati. FASCIO LITTORIO: fascio di bastoni legati insieme che rappresentava il potere dei consoli. SALUTO ROMANO: gesto con cui i soldati salutavano i loro capi. Impose il suo marchio nel linguaggio. USO DEL “VOI” CAMERATA: modo con cui si chiamavano tra loro i fascisti (letteralmente “compagno”, “amico” ) GERARCA: nome delle massime autorità del partito (in passato “capo delle funzioni religiose”) PODESTÀ: sindaco (nel Medioevo capo del Comune) ITALIANIZZAZIONE DEI NOMI STRANIERI “Credere, obbedire, combattere”. “Libro e moschetto, fascista perfetto” “Mussolini ha sempre ragione” “Vincere e vinceremo” Creò molti slogan tramite cui radicare i propri valori.

L’eliminazione del dissenso La repressione colpì gli oppositori condannandoli a pene durissime, al carcere, al confino. Misura di polizia che imponeva al condannato il domicilio coatto in un luogo isolato lontano dalla sua residenza. Furono 17.000 i condannati al confino. In molti pagarono con la vita: Amendola, Gobetti o Gramsci, rinchiuso in carcere dal 1926 al 1937. Un ruolo di primo piano nella lotta antifascista fu svolto da esponenti del Partito socialista (Turati, Pertini, Nenni) e del Partito comunista, che stabilì la sua sede a Parigi sotto la guida di Togliatti. Nel 1929 fu fondato a Parigi il movimento Giustizia e Libertà, che cercava di coniugare liberalismo e marxismo: i fratelli Rosselli, due dei fondatori, furono giustiziati in Francia da sicari fascisti nel 1937. Don Sturzo e De Gasperi, esponenti del Partito popolare, furono costretti all’esilio Il regime ebbe una certa tolleranza per l’intellettuale di tradizione liberale Benedetto Croce, la cui opposizione fu essenzialmente morale.

Riassumendo…

L’ educazione paramilitare costituiva una parte fondamentale della pedagogia fascista. I bambini venivano iscritti a 4 anni ai "Figli della Lupa", da 8 a 14 anni ai "Balilla", da 14 a 18 agli" Avanguardisti", oltre i 18 anni alla "Gioventù Fascista". Parallelamente le formazioni femminili erano le “Piccole italiane” e le “Giovani italiane”. L’EPOCA FASCISTA

Nel mondo scolastico i professori e i maestri dovevano prestare fedeltà al regime oppure venivano licenziati.

In Italia la radio non era così diffusa come nei paesi industrializzati così la forma di comunicazione di massa più in voga erano i quotidiani. Il regime fascista istituì un Ministero per la culture popolare (Minculpop) che aveva il compito di controllare i giornali e dare direttive ai giornalisti su quanto scrivere e su quanto tacere.

La parte da leone nel regime fascista la facevano gli slogan, diffusi presso la popolazione dai gerarchi e spesso ripetuti nei discorsi che il duce faceva da Piazza Venezia

Il regime fascista era tutto basato sul culto della Romanità, quindi vennero recuperati molti aspetti dell’ impero romano, il saluto che divenne il saluto ufficiale dei fascisti, il fascio littorio, lo stesso nome Duce. Il futurismo che elogiava gli aspetti della violenza e della velocità, diede pieno appoggio al regime. L’ architettura propose edifici imponenti e squadrati.

Propaganda e formazione dei giovani - Una maschia gioventù con romana volontà combatterà...

- Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'Impero - Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque e con le sue armi

- Il fascismo femminile che si raccoglie intorno ai nostri gagliardetti è destinato a scrivere una storia splendida, a lasciare tracce memorabili, a dare un contributo sempre più profondo di passione e di opere al fascismo italiano

CRONOLOGIA ANNO EVENTO 1919 Nasce il Movimento dei Fasci di Combattimento 1921 Movimento Fascista diventa Partito 1922 Marcia su Roma 1923 Gran Consiglio 1924 Elezioni, delitto Matteotti 1925 Leggi fascistissime 1929 Patti Lateranensi 1933 Fondazione dell’ IRI 1936 Conquista dell’ Etiopia, firma asse Roma Berlino, autarchia, appoggio a Franco

1939 Scoppia la Seconda Guerra Mondiale, firma del Patto d’acciaio 1940 Entrata in guerra dell’ Italia 1943 Armistizio e nascita della Repubblica Sociale Italiana 1945 Fine della guerra e del Fascismo