Tecnologie per presentare approccio dialogico Sostituisce il cap. 11 2° parte
approccio dialogico caratteristiche maggiormente orientate alla dialogicità, alla riflessione, alla interazione; le tecnologie tendono a perdere la loro invasività verticale per assumere una consistente, ma sempre più trasparente, presenza orizzontale; è prevalente la frammentarietà della presentazione; non approccio disarticolato, disorganico, ma interazione; gli attori dialogano, riflettono, collaborano nei loro percorsi apprenditivi; da uno a molti a molti a molti. G. Alessandri, Tecnologie autonome nella didattica. Verso la robotica educativa, Morlacchi, 2013
approccio dialogico Esempi: ambienti di apprendimento con materiali e attività tipo quelle dell’approccio unidirezionali, però in un tessuto collaborativo e costruttivo realizzato attraverso tool per la comunicazione e per la collaborazione: web forum, chat, blog, wiki, … e-portfolio condiviso applicazioni del web 2.0 che segnano un passaggio da approcci centralizzati a quelli decentralizzati: G. Alessandri, Tecnologie autonome nella didattica. Verso la robotica educativa, Morlacchi, 2013
applicazioni del Web 2.0 Le applicazioni del Web 2.0 sono generalmente chiamate social software, ricordando con ciò le loro specificità che sono quelle di permettere alle persone di dialogare, collaborare, costruire in rete; alcune fra queste: Blog Social network Wiki Social Bookmarking
Per creare un blog: blogger Attraverso un blog è possibile inserire propri interventi (riflessioni, semplici considerazioni, pensieri, ..) e vederli pubblicati secondo un ordine cronologico, con l’ultimo intervento in testa. L’utente non deve avere competenze informatiche né deve installare software sul proprio personal. La sua struttura è assimilabile a quella di un diario personale, sul quale possono scrivere il proprietario ma anche altri, amici, colleghi o qualunque utente del web. Per creare un blog: blogger
Social network Nel web si sono diffuse delle applicazioni che permettono alle persone di aggregarsi e formare delle comunità online intorno a diversi interessi. Nascono nel 2003 con Friendster, Tribe.net, ….. . In seguito il motore di ricerca Google ha lanciato Orkut. In Italia il primo social network è stato superEva. Il social network, attualmente più diffuso, è Facebook. Un utente, accedendo al portale che gestisce una di queste applicazioni, può iscriversi ed inserire poi opportune informazioni per presentarsi e delineare il proprio profilo. In seguito colleghi ed amici possono iscriversi. Il portale diventa luogo di contatto fra le persone iscritte.
Social networking Il social networking permette e facilita la possibilità di mettere in contatto le persone nella rete; Fini afferma che “il web, nato per realizzare una connessione ipertestuale di documenti, ha finito oggi per collegare direttamente le persone. […] far parte di un determinato network, avere la possibilità di essere presentati ad altre persone tramite i propri contatti, sono tutte attività di notevole valore, realizzate grazie ai servizi di social networking” (Fini A., p. 186, in Bonaiuti A., 2006).
Per creare un wiki: sito 1, sito 2 Gli utenti, in un wiki, possono scrivere in modo collaborativo un testo. È possibile intervenire su un testo già scritto e modificarlo; tutte le versioni precedenti vengono conservate e, in caso di necessità, possono essere ripristinate. Nel testo è possibile creare dei collegamenti a nuove pagine che vengono generate all’istante e, ciascuna di queste, assume come nome la parola scelta come collegamento. I wiki sono strumenti ideali quando si ha la necessità di costruire collaborativamente un testo, dando la possibilità a utenti remoti di poter intervenire nella sua realizzazione. Anche in presenza rappresenta uno strumento ideale per la costruzione collaborativa di documenti. Per creare un wiki: sito 1, sito 2
Social bookmarking Il social bookmarking permette di classificare risorse di Internet in base a reti di segnalibri che l’utente può liberamente scegliere e condividere. Tradizionalmente: operazioni di bookmarking sul proprio browser. Social bookmarking: bookmarking condiviso in rete; Navigando è possibile catalogare risorse o attraverso descrittori già creati oppure attraverso dei nuovi creati al momento. Nel proprio social bookmark l’utente può: visualizzare l’elenco dei preferiti raggruppati in base ai descrittori, può creare raggruppamenti di descrittori, come ad esempio avviene nei bookmark tradizionali. Un esempio: delicious
Tecnologie per facilitare tecnologie che si pongono fra lo studente che apprende e l’oggetto dell’apprendimento; facilitare il processo di apprendimento introducendo delle rappresentazioni che possano aiutare nella comprensione; un esempio di tecnologia come mediatore è la simulazione: “una riproduzione, nella forma o nel contenuto, di un qualche aspetto della realtà” (Landriscina F., 2009); far conoscere la realtà ricreandola utilizzando opportuni strumenti; G. Alessandri, Tecnologie autonome nella didattica. Verso la robotica educativa, Morlacchi, 2013
simulazioni una simulazione dà all’utilizzatore la possibilità di interagire con gli aspetti della realtà che sono riprodotti; è possibile “prendere delle decisioni e osservare le conseguenze delle proprie azioni nell’ambiente simulato” (ibidem); la simulazione come ricreazione di segmenti di realtà per capire i meccanismi e i processi che fanno vivere i fenomeni simulati (Parisi D., 2001); G. Alessandri, Tecnologie autonome nella didattica. Verso la robotica educativa, Morlacchi, 2013
simulazioni in ambito didattico: simulazioni già realizzate: valenza nella gestione dei parametri dei programmi che le realizzano, permettendo di studiare i sistemi simulati in variegate situazioni; progettare e costruire proprie simulazioni; ciclo continuo fra le seguenti fasi: ricerca → progettazione → realizzazione algoritmo → prove; continuo passaggio dal reale alla formalizzazione e da questa nuovamente al reale; la simulazione si pone come mediatore fra chi apprende e la realtà e permette di sviluppare forme di apprendimento basate sull’azione anche quando non sarebbe possibile compiere esperienze dirette con la realtà; in questo contesto (tecnologie per facilitare) si fa riferimento a simulazioni già realizzate G. Alessandri, Tecnologie autonome nella didattica. Verso la robotica educativa, Morlacchi, 2013
simulazioni https://phet.colorado.edu/it/about Yenka esempi: esempio:https://phet.colorado.edu/it/simulation/signal-circuit Yenka
ricordiamo
tecnologie autonome le tecnologie autonome: propongono metodologie di lavoro attive e autonome; permettono, agli studenti, di realizzare percorsi autonomi (essi sperimentano e scoprono); sviluppano un metodo di lavoro che privilegia l’azione; non sono pacchetti chiusi ma sono strumenti che gli studenti possono utilizzare per proprie realizzazioni; assumono una maggiore sovranità rispetto alla lezione del docente; non sono, cioè, al servizio di un itinerario già tracciato; utilizzano propri linguaggi e modalità di sviluppo;
tecnologie e didattica
tecnologie e didattica le tecnologie nell’insegnamento sono collegabili all’attività del docente e sono riferibili a quelle per presentare con approccio unidirezionale. Il docente le utilizza per ottimizzare, migliorare la propria didattica (Didattica A, situazioni didattiche) quelle nell’apprendimento/nella costruzione sono riferibili alla Didattica B e alle situazioni a-didattiche e possono essere individuate nelle tecnologie per facilitare (simulazione), in quelle per presentare con approccio dialogico e in quelle autonome.
Una sintesi approccio unidirezionale: didattica A, situazioni didattiche; anche didattica B e situazioni a-didattiche quando, cioè, gli allievi ‘stanno lavorando’ su problemi e hanno bisogno, ad esempio, di video; anche situazioni non-didattiche durante le quali, in modo informale, l’allievo lavora intorno a suoi interessi; approccio dialogico: didattica B, situazioni a-didattiche, situazioni non-didattiche
uomo tecnologie Zeleny parla di sistemi umani come sistemi che comprendono le società umane e i sistemi di macchine; sono sistemi non scomponibili nelle due componenti, sono simbiotici. «La simbiotica studia quindi i sistemi umani, e identifica il proprio oggetto nella simbiosi fra uomini e macchine» (Zeleny M., 2007, in Bocchi G, Ceruti M., p. 378).
reti di sostegno la tecnologia fa parte di una fitta rete di relazioni con altri dispositivi ma anche di una rete umana che riesce a concepire e a coevolvere con essa. Questa rete viene chiamata, da Zeleny, rete di sostegno. Essa rappresenta il contesto che dà significato alla tecnologia uno sportello del bancomat senza una struttura adeguata che può accoglierlo e cioè una banca non avrebbe significato Ma parlare di banca significa individuare organizzazioni finanziarie, economiche e del lavoro, sistemi di norme, strutture organizzative, in definitiva il concentrato storico-culturale che ha portato all’attuale significato di un sistema bancario. Significa aver concepito la cultura dei sistemi informativi per la gestione dei servizi bancari. In relazione allo sportello, significa aver prodotto sistemi per la sicurezza. Ogni tecnologia vive se è perfettamente incastrata in una rete di sostegno
tecnologie e reti di sostegno alcune fra le tecnologie (tecnologie adatte) mantengono lo stato della rete; altre (tecnologie) ne aumentano l’efficienza nella gestione dei compiti (in termini di qualità, di velocità e anche di quantità), tuttavia le modalità di funzionamento della rete rimangono le stesse, si migliora la loro qualità; infine altre producono delle variazioni nella rete: modificano le relazioni, le modalità di esecuzione dei compiti e anche la loro natura, in definitiva la cultura dell’organizzazione. Queste ultime sono chiamate da Zeleny tecnologie superiori e sono quelle che producono gli effetti maggiormente significativi nei sistemi umani; spingono a fare cose diverse e in maniera diversa, a cambiare modalità relazionale, a creare nuovi rapporti e modalità di interazione: sono maggiormente orientate ad approcci creativi che mettono in discussione apparati e tecniche precedenti.
tecnologie superiori e tecnologie autonome le tecnologie superiori possono essere associate alle tecnologie autonome; le tecnologie a quelle per facilitare (simulazioni) e anche a quelle per presentare con approccio dialogico (facilitano entrambe l’approccio didattico, lo migliorano, però non lo modificano); le tecnologie adatte a quelle per presentare con approccio unidirezionale (sono completamente assorbite e non influenzano in maniera significativa la rete di sostegno). Il carattere autonomo delle tecnologie bene si coniuga con il significato di tecnologie superiori, giacché entrambe individuano una modifica nella natura dei compiti e della loro esecuzione, dei ruoli, degli stili di gestione.
tecnologie superiori e tecnologie autonome le tecnologie autonome possono essere considerate tecnologie superiori in quanto, nella rete di sostegno del mondo della formazione scolastica ed extra-scolastica, possono rappresentare la vera introduzione delle tecnologie nella didattica; fino ad ora è esistita una costante rincorsa alle tecnologie facili, fino al punto da definire una competenza quella di saper scegliere le informazioni nel web. È sicuramente vero che una loro corretta cernita sia fondamentale, probabilmente però esiste una evidente differenza fra queste tecnologie e quelle che, ad esempio, permettono la realizzazione di artefatti robotici o la realizzazione di animazioni utilizzando linguaggi di programmazione
con ciò, non si vuole sostenere che occorra saper programmare (essere cioè degli informatici), ma solamente proporre che vengano introdotti strumenti che possano permettere di costruire applicazioni in modo facile e didatticamente valido; fino a ora sono stati utilizzati esclusivamente quelli che privilegiavano la realizzazione di pagine collegate fra loro (ipertesti e pagine web); rare volte, o mai, si è pensato che è possibile far realizzare agli studenti proprie animazioni invece di utilizzare quelle già fatte
non si vuole nemmeno proporre che gli studenti, di ogni ordine e grado, si cimentino nella realizzazione elettronica di circuiti che possano dare vita a un robot, tuttavia esistono dei prodotti che fanno creare questi dispositivi a mo’ di costruzione lego, poi permettono di realizzare anche il software per animarli; costruire dispositivi di questo genere impone un rigore nella progettazione del dispositivo e del relativo software di gestione. Occorre creatività per disegnare la struttura e realizzarla, ma anche creatività per dare forma al software che permette di guidarla prevedendo gli ostacoli che essa potrà incontrare nel mondo reale
in definitiva si punta sul fare con le tecnologie e sul riconoscimento del ruolo attivo che la realizzazione riveste nell’apprendimento; occorre “autorizzare” lo studente ad utilizzare il proprio cervello e qualunque strategia per risolvere un problema. Ciò significa puntare l’attenzione sull’acquisizione di autonomia nel proprio percorso di apprendimento.