LEZIONE 13 DELLA SCUOLA DEL SABATO L’EREDITÀ DI GEREMIA SABATO 26 DICEMBRE 2015 SABATO 26 DICEMBRE 2015 4° TRIMESTRE 2015.

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LEZIONE 13 DELLA SCUOLA DEL SABATO L’EREDITÀ DI GEREMIA SABATO 26 DICEMBRE 2015 SABATO 26 DICEMBRE ° TRIMESTRE 2015

«Io dicevo: «Questi non sono che miseri, insensati che non conoscono la via del SIGNORE, il giudizio del loro Dio» (Geremia 5:4) Lucifero presentò davanti agli angeli un’immagine distorta di Dio. In tal modo riuscì a conquistare alla sua causa la terza parte degli angeli. (Ap. 2:4). Disgraziatamente, ebbe successo nel distorcere questa immagine anche davanti all’uomo. Nel libro di Geremia vediamo una rivendicazione del vero carattere di Dio.

«Io dicevo: «Questi non sono che miseri, insensati che non conoscono la via del SIGNORE, il giudizio del loro Dio» (Geremia 5:4) FONTE D’ACQUA VIVA «Poiché il mio popolo ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne rotte, che non tengono l'acqua.» (Geremia 2:13) CREATORE «Non mi temerete?», dice l'Eterno, «non tremerete davanti a me che ho posto la sabbia per limite al mare, come statuto eterno che non oltrepasserà mai? Le sue onde si agitano ma non prevalgono, rumoreggiano ma non la sorpassano» (Geremia 5:22) GIUDICE «Così dunque dice l'Eterno degli eserciti: «Ecco, io li punirò: i giovani moriranno di spada, i loro figli e le loro figlie moriranno di fame» (Geremia 11:22) AMORE «Molto tempo fa l'Eterno mi è apparso, dicendo: «Sì, ti ho amata di un amore eterno; per questo ti ho attirata con benevolenza» ( Geremia 31:3) PERDONATORE «Li purificherò da ogni loro iniquità con la quale hanno peccato contro di me e perdonerò tutte le loro iniquità con le quali hanno peccato e con le quali si sono ribellati contro di me» (Geremia 33:8) DIO E’… Dio c’invita a pentirci dei nostri peccati e ad allontanarci dalla via che conduce alla nostra distruzione.

«e poi venite a presentarvi davanti a me, in questa casa sulla quale è invocato il mio nome. Voi dite: 'Siamo salvi!‘ Perciò commettete tutte queste abominazioni» (Geremia 7:10) Rendendo i riti, mere cerimonie vuote: la religione giudaica ufficiale al tempo di Geremia era la seguente: Trasgredire apertamente i comandamenti: «Voi rubate, uccidete, commettete adulteri, giurate il falso, offrite profumi a Baal» (Geremia 7:9). Andare al tempio a offrire sacrifici per sentirsi perdonati. Continuare a peccare apertamente. Questo è un chiaro esempio di quello che non deve essere la nostra relazione con Dio: Fare la nostra volontà durante la settimana  venire in chiesa per sentirci santi  continuare a vivere senza Dio.

«Benedetto l'uomo che confida nel SIGNORE, e la cui fiducia è il SIGNORE!» (Geremia 17:7) La chiesa, come Israele nel passato, può compiere o no la sua opera come popolo di Dio. Ma la salvezza individuale di ogni membro non dipende da questo. Non ci salviamo come chiesa, ma ognuno individualmente. Per questo, il libro di Geremia è pieno di continui richiami individuali al pentimento, alla fede in Dio e a un cambiamento di vita (Geremia 9:23-24; 17:7; 17:10; 29:13). La nostra risposta a questa chiamata personale determinerà la nostra salvezza.

«Ognuno dovrà rendere conto di sé stesso a Dio. Lui ci ha dato la sua legge come specchio nel quale possiamo scoprire i difetti del nostro carattere. Non dobbiamo guardare in questo specchio per vedere riflessi i difetti del prossimo, né per vedere se sia all’altezza delle norme, ma per vedere le nostre imperfezioni al fine di eliminarle. La conoscenza non è tutto quello che necessitiamo; dobbiamo seguire la luce. Non ci è permesso scegliere per nostro conto per ubbidire a quello che ci piace e disubbire a quello che più ci conviene. L’ubbidienza vale meglio del sacrificio» E.G.W. (Testimonianze per la chiesa - volume 3)

«ogni uomo allora diventa stupido, privo di conoscenza; ogni orafo ha vergogna delle sue immagini scolpite; perché le sue immagini fuse sono menzogna e non c'è soffio vitale in loro.» (Geremia 10:14)

«Raccoglierò il rimanente delle mie pecore da tutti i paesi dove le ho scacciate, le ricondurrò ai loro pascoli, saranno feconde e si moltiplicheranno» (Geremia 23:3) Anche in mezzo all’apostasia generale e alla disfatta, Dio ha sempre avuto un popolo fedele, anche se numericamente piccolo: il rimanente (Luca 12:32; Apocalisse 12:17). Nonostante la distruzione di Gerusalemme e l’esilio del popolo di Dio, Egli promise un Re e un sacerdozio eterni (Geremia 33:17-18) che avrebbe governato il rimanente quando sarebbe tornato da Babilonia. Questa profezia si compì parzialmente nella chiesa cristiana attraverso la vita, la morte, la resurrezione e il ministero sacerdotale di Gesù. Anche noi desideriamo il suo compimento finale, quando Gesù insieme a tutti i suoi eletti di tutte le età, e il «piccolo gregge» vivrà eternamente con Lui.

Il libro di Geremia ci ha insegnato l’importanza della fedeltà, dell’ubbidienza, della vera religione, del risveglio e la riforma, ascoltare la voce di Dio, abbandonare l’idolatria e la falsa religione, e far parte della chiesa del rimanente. «Solo obbedendo ai comandamenti di Dio, Israele avrebbe visto realizzarsi le gloriose prospettive che aveva dinanzi, e, allo stesso modo, anche noi: solo sul sentiero dell'ubbidienza troveremo la medesima nobiltà di carattere, la medesima abbondanza di benedizioni nel corpo, nell'anima e nello spirito, in casa e nei campi, nella vita presente e in quella futura». E.G.W. (Parole di vita - pag. 210)