POLITICHE dell'Unione europeA: POLITICA REGIONALE
Cos'è LA POLITICA REGIONALE? la principale politica di investimento dell’Unione europea, un’espressione di solidarietà tra i paesi membri
La politica regionale è anche nota in termini più generali come «politica di coesione», poiché il suo obiettivo generale è rafforzare la cosiddetta «coesione economica, sociale e territoriale» nelle regioni che possono beneficiare del sostegno.
coesione economica e sociale: rilanciare la competitività e la crescita economica «verde» nelle economie regionali e fornire servizi migliori, più opportunità di lavoro e un tenore di vita più elevato;
coesione territoriale: collegare le regioni per sfruttare i rispettivi punti di forza e attuare forme di collaborazione nuove e innovative al fine di affrontare problemi comuni
La politica regionale fornisce il quadro di riferimento necessario alla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in Unione europea entro il 2020.
Crescita intelligente significa migliorare le prestazioni dell'UE nei seguenti campi: istruzione (incoraggiare le persone ad apprendere, studiare ed aggiornare le loro competenze) ricerca/innovazione (creazione di nuovi prodotti/servizi in grado di stimolare la crescita e l'occupazione per affrontare le sfide della società) società digitale (uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione)
Crescita sostenibile: per un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva
Crescita inclusiva: un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione economica, sociale e territoriale
I cinque obiettivi che l’Unione europea intende raggiungere entro il 2020 sono: Occupazione Ricerca e sviluppo Cambiamento climatico e sostenibilità energetica Istruzione Lotta alla povertà e all’esclusione sociale
Fra il 2007 e il 2014 La politica regionale ha aiutato i paesi dell'UE a: creare 769 000 posti di lavoro investire in 225 000 piccole imprese finanziare 72 000 progetti di ricerca dotare della banda larga altri 5 milioni di cittadini europei migliorare la qualità della vita nelle città grazie a 11 000 progetti diversi 1 800 km di strade e 1 355 km di linea ferroviaria hanno contribuito alla creazione di una rete transeuropea di trasporto (RTE-T) efficiente.
Per il periodo 2014-2020 sono stati destinati alla politica di coesione 351,8 miliardi di EUR, quasi un terzo del bilancio complessivo UE (su un totale di 1082 miliardi di EUR)
I finanziamenti della politica regionale dell'UE si concentrano su 4 priorità: Ricerca e innovazione Tecnologie dell’informazione e della comunicazione Rendere più competitive le piccole e medie imprese Favorire un’economia a basse emissioni di anidride carbonica
Ricerca e innovazione
Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
La competitività delle pmi
Economia a basse emissioni di carbonio
La politica di coesione si fonda su quattro principi chiave: Concentrazione Programmazione Partnership Addizionalità
L’attuazione della politica regionale passa attraverso tre fondi principali: Il FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE (FESR) IL FONDO DI COESIONE (FC) Il FONDO SOCIALE EUROPEO (FSE).
Il FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE (FESR) Il FESR concentra gli investimenti su diverse aree prioritarie chiave. Tale approccio assume il nome di «concentrazione tematica»: innovazione e ricerca; agenda digitale; sostegno alle piccole e medie imprese (PMI); economia a basse emissioni di carbonio.
Le risorse FESR stanziate a favore di tali priorità dipendono dalla categoria di regione: nelle regioni più sviluppate almeno l'80 % dei fondi deve concentrarsi su almeno due priorità; nelle regioni in transizione la concentrazione concerne il 60 % dei fondi; nelle regioni in ritardo di sviluppo la concentrazione concerne il 50 % dei fondi.
risorse FESR, destinate a progetti attinenti all'economia a basse emissioni di carbonio: regioni più sviluppate: 20 %; regioni in transizione: 15 %; regioni in ritardo di sviluppo: 12 %.
IL FONDO DI COESIONE (FC) Il Fondo di coesione assiste gli Stati membri con un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al 90% della media dell'Unione europea. I suoi obiettivi sono la riduzione delle disparità economiche e sociali e la promozione dello sviluppo sostenibile.
Gli Stati membri ammissibili al Fondo di coesione nel periodo 2014-2020 sono: Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.
reti transeuropee di trasporto tutela dell'ambiente Il Fondo di coesione prevede lo stanziamento di complessivi 63.4 miliardi di EUR da destinarsi ad attività comprese nelle seguenti categorie: reti transeuropee di trasporto tutela dell'ambiente
Il FONDO SOCIALE EUROPEO (FSE). Il FSE investe sulle persone, riservando speciale attenzione al miglioramento delle opportunità di formazione e occupazione in tutta l'Unione europea. Suo ulteriore obiettivo è avvantaggiare le persone in condizioni di maggiore vulnerabilità e a rischio di povertà.
Fra il 2014 e il 2020 sono previsti investimenti in capitale umano negli Stati membri per oltre 80 miliardi di euro, con almeno 3,2 miliardi di euro in più per l'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile.
Nello stesso periodo il FSE si concentrerà su quattro obiettivi tematici della politica di coesione: la promozione dell'occupazione e il sostegno alla mobilità dei lavoratori; la promozione dell'inclusione sociale e la lotta contro la povertà; l'investimento in istruzione, competenze e apprendimento permanente; il miglioramento della capacità istituzionale e l'efficienza dell'amministrazione pubblica.
Ammissibilità ai Fondi strutturali (FESR e FSE) 2014-2020 PIL pro capite < 75% PIL pro capite tra 75% e 90% PIL pro capite >= 90%
potenziali beneficiari: enti pubblici settore privato (imprese) università associazioni e ONG.
Possibilità di finanziamento: 1. Sovvenzioni 2. Bandi di gara
Istituzioni e organi dell'UE: PARLAMENTO EUROPEO - COMMISSIONE SVILUPPO REGIONALE Consiglio dell'Unione europea - AFFARI GENERALI Commissione europea - POLITICA REGIONALE Comitato economico e sociale europeo – Sezione Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale
Comitato delle regioni – COMMISSIONE POLITICA DI COESIONE TERRITORIALE (COTER) Banca europea per gli investimenti: JASPERS - Joint Assistance to Support Projects in European Regions JEREMIE - Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises
Il Comitato europeo delle regioni (CdR) è stato creato nel 1994 quale assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'Unione europea. Si compone di 350 membri - presidenti di regione, sindaci, oppure rappresentanti eletti di regioni e città - provenienti dai 28 Stati membri dell'UE.
Il lavoro del Comitato si fonda su tre principi fondamentali: GOVERNANCE MULTILIVELLO PROSSIMITA SUSSIDIERITA’
1957 — viene citata per la prima volta nel trattato di Roma 1958 — viene creato il Fondo sociale europeo (FSE) 1975 — viene creato il Fondo europeo di sviluppo regionale (FSR) 1986 — la base giuridica per la politica regionale è inserita nell’Atto unico europeo 1988 — per adeguarsi all’adesione di Grecia (1981), Spagna e Portogallo (1986), i fondi strutturali sono integrati in un quadro unificato di «politica di coesione».
1992 — il trattato di Maastricht introduce il Fondo di coesione, il Comitato delle regioni e il principio di sussidiarietà 1994–1999 — raddoppiano le risorse dei fondi regionali, che oramai rappresentano un terzo del bilancio dell’UE 1995 — è aggiunto un obiettivo specifico a sostegno delle regioni scarsamente popolate di Finlandia e Svezia (168 miliardi di ecu) 2000-2004 — con gli strumenti di preadesione i paesi impegnati nel processo di adesione possono usufruire dei finanziamenti e delle competenze dell’UE 2004 — adesione di dieci nuovi paesi membri: la popolazione dell’UE aumenta del 20 %, ma il PIL solo del 5 %. Bilancio: 213 miliardi di euro per i 15 «vecchi» paesi membri; 22 miliardi di euro per quelli «nuovi» (2004-2006)
2007-2013 — bilancio: 347 miliardi di euro, di cui il 25 % per la ricerca e innovazione e il 30 % per l’infrastruttura ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici 2014-2020 — bilancio: 351,8 miliardi di euro, con un’attenzione particolare per quattro priorità cruciali d’investimento: ricerca e innovazione, agenda digitale, sostegno alle PMI ed economia a basse emissioni di CO2 .
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