VIAGGIO NEL TEMPO Viaggio d’istruzione a Isernia e Sepino

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Transcript della presentazione:

VIAGGIO NEL TEMPO Viaggio d’istruzione a Isernia e Sepino

La gita scolastica è stata programmata dalle coordinatrici delle classi prime A,B,C,D ed E allo scopo di approfondire le notizie sull'espansione romana nel II e III secolo a.C. , argomento del nostro programma di Storia, e di conoscere il paesaggio appenninico studiato in Geografia. Il 27 aprile 2009 alle 5:00 del mattino, siamo partiti per il Molise!!! Siamo arrivati alle 9:00 ad Isernia dove c'erano due guide ad aspettarci Luca e Bruno. Luca ci ha spiegato che Isernia fu un grande punto di riferimento per i popoli antichi Sanniti,Romani,Longobardi e Bizantini. Isernia subì un violento terremoto e fu anche bombardata dai Tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Fu ricostruita come oggi noi la vediamo. Dalla piazzetta antistante al Museo, erano visibili i contrafforti in cemento armato che sorreggono i muri dell'antico convento medioevale dove è ospitato l'importante museo da noi visitato.

Abbiamo visto il chiostro del convento di San Francesco, esempio di architettura medioevale e sede dell’attuale municipio. Vi si trova una colonnina di un altare in marmo risalente all'epoca romana, ritrovata nel tempio pagano dedicato a Giove, Giunone e Minerva.

Abbiamo attraversato il “decumano”,la strada, cioè, che taglia questa antica colonia romana in direzione est-ovest, fino ad un arco romano, all'incrocio con il “cardo massimo”. Ci ha spiegato la guida che quello era l'ingresso al foro. Ai lati dell'arco c'erano quattro statue appartenenti al tempio pagano sulle cui fondamenta è stata costruita la Cattedrale. Colpiscono le colonne in stile ionico dal pronao (il portico) e all'interno, il pavimento in marmo rosso, con le pareti arricchite da molte statue ed affreschi. Sotto il pavimento della navata centrale si potevano notare le tombe dei vescovi, di età paleocristiana. In fondo alla navata centrale si erge la statua di papa Celestino V, nativo di Isernia.

Papa Celestino V diventò santo dopo cinque mesi di pontificato, al secolo Pietro da Morrone divenne monaco benedettino all’età di 17 anni. Preferiva la vita solitaria perciò si ritirò sulle montagne abruzzesi, dove formò il suo primo nucleo dell’ordine eremitico, soprannominato dei “Celestini,” un ramo dell’ordine benedettino che in Francia fu abolito da papa Pio VI sul finire dell’XVIII , e che in Italia sopravvisse fino all’inizio del XIX secolo. Fu eletto papa il 5 luglio del 1294, favorito dalla fama di santità; si dimise dall’incarico il 13 dicembre dello stesso anno e il suo successore fu Bonifacio VIII che lo imprigionò nel castello di Fumone fino alla morte nel 1313. Infine c’era la Madonna di Altopiede, chiamata anche Madonna del Piede, dalla località nella quale fu ritrovata all’interno di una grotta. La statua rappresenta Cristo Re bambino in piedi, sulle gambe di Maria, proteso in avanti e la madre Maria che lo tiene per il braccio.

Continuando la visita alla città siamo giunti nel punto più alto di Isernia, dove si trova la Fontana Fraterna, costruita in epoca medioevale e voluta da CelestinoV, il papa nativo di questa città. La fontana prende il nome da una confraternita che operava con scopi benefici. Essa fu collegata a una sorgente situata nelle vicinanze della piazzetta. Furono utilizzati pietre e bassorilievi di palazzi nobiliari romani; sgorga l’acqua di una vicina sorgente e noi ci siamo dissetati.

Al ritorno dal centro della città, abbiamo visitato il Museo Nazionale del Paleolitico dove abbiamo visto molte cose: dal corredo funerario degli uomini altolocati di questa città romana (come la maschera in bronzo di un politico romano, all'ingresso della mostra, nella prima sala) a blocchi di pietra a chiusure di tombe raffiguranti scene di vita quotidiana o di guerra. La guida ci ha accompagnato in questo “viaggio nel tempo” conducendoci nelle sale dedicate alla Preistoria. Abbiamo attentamente osservato i resti di un insediamento del Paleolitico: resti di animali (ossi,denti,mascelle,articolazioni) come l'elefante, il rinoceronte, il bufalo sulle rive di un fiume e strumenti per levigare la selce usati dall'homo erectus che abitava in quella valle del Molise, dove è sorta Isernia. Alla fine a conclusione della visita, c'è stata la proiezione di un filmato intitolato”Isernia 700.000 anni fa” sulla flora e sulla fauna che hanno aiutato gli archeologi a ricostruire questo passato lontano 736.000 anni fa.

In un grande cubo di cristallo,c'era la ricostruzione dell'insediamento dell’Homo erectus Aeserniensis. La guida ci ha fatto notare dei tubi dove erano incastonate delle luci di diverso colore che indicavano a quale animale appartenevano a quale ossa e i diversi strumenti per levigare la selce ritrovati sulle rive del fiume dove sorgeva l’accampamento

Saepinum Dopo siamo partiti per Sepino, precisamente per le rovine di Saepinum. Giunti sul posto, ci siamo messi “in viaggio nel tempo” con Alessandra, la nostra guida. Ella ci ha spiegato che Sepino fu importante per i Romani. La occuparono scontrandosi con i Sanniti, subendo inizialmente anche una dura umiliazione (i romani “vennero inforcati”da lance a Caudio, tra Benevento e Capua). Per prima cosa abbiamo visto l’anfiteatro romano, che era diviso in due parti: in basso sedevano i ricchi, in alto le persone di ceto meno abbiente.

Poi abbiamo osservato da vicino, all’esterno della cinta muraria, le torri di guardia che erano alte più di tre metri e indicano i quattro punti cardinali nord-sud-est e ovest, dove le sentinelle guardavano chi arrivava o chi voleva attaccare. Siamo passati attraverso porta Bojano, lungo il tratturo corrispondente al decumano. Questa porta era molto importante: per passarvi, anche con il bestiame, si doveva pagare un tributo (pedaggio)

Dopo ancora siamo andati alle terme che erano composte da tre vasche: il Calidarium, il Tiepidarium e il Frigidarium cioè la vasca con acqua calda,tiepida e fredda. All’incrocio con il cardo massimo, orientato verso N-S, abbiamo visto il foro dove si faceva il mercato Romano, il tempio, la basilica e i resti delle antiche botteghe dove si conciavano le pelli. Una ruota rudimentale, oggi sostituita con una di legno, serviva a strizzare le pelli, secondo l’ antica arte della concia praticata prima dai Sanniti e continuata dai Romani. Ci hanno colpito gli orci in pietra a forma di cono e incuneati nel terreno: venivano usate per ammorbidire le pelli con soda e urina!

Abbiamo fatto storia “dal vivo”e le foto (queste e tante altre ancora Abbiamo fatto storia “dal vivo”e le foto (queste e tante altre ancora!) immortalano per sempre le bellezze ammirate. Lo scopo del viaggio d'istruzione è stato raggiunto, il viaggio nel tempo compiuto! Gli Alunni: FIORE Gaetano IACOVELLI Maria Chiara CALABRESE Giovanni Marco MASTROMATTEO Giovanna Pia CANESTRALE Michele TAVAGLIONE Jlenia AFFERRANTE Michele MASTROIORIO Katia , in collaborazione con i nostri amici da sempre della I D.