Raccontare una storia…

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Advertisements

La vita.
INCONTRO GENITORI “PRIMA COMUNIONE” MARZO 2009
dal buio del peccato alla LUCE del Perdono!
13 TEMPO ORDINARIO Anno B DOMENICA
Anno C Domenica X Tempo ordinario 9 giugno 2013.
FANCIULLA, IO TI DICO: RISORGI !.
all’intervento di DIO in Cristo
Benedetto il giorno, il mese e l'anno in cui sono nato...
Paolo, con la faccia triste e abbattuta, si ritrovò con la sua amica Carla in un bar per prendere un caffè.
DIVENTA POSSIBILE (2013).
Salmo (139).
C’è chi dice che quando le donne sono amiche, sono insopportabili...
Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il.
EMIGRAZIONE di Lisa Coassin.
Profondamente uomo Don Bosco santo Profondamente.
Ognuno di noi ha una SUA CASA. E, soprattutto, una sua idea di casa...
A rapporto!.
La vita
LE COSE CHE HO IMPARATO NELLA VITA
Dialogando con il Padre nostro.
Per te … tutto il bene del mio cuore!.
TU SEI SPECIALE.
Uscire con un altra donna
“Mentre cenavano” di T. L. de Victoria, evoca le Eucaristie pasquali
Ho bisogno d’incontrarti nel mio cuore, di trovare te di stare insieme a te
C'era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino.
Iniziò tutto quel giorno, un giorno semplicissimo di dicembre, incasinato come tutti gli altri… chi l’avrebbe mai detto che da quel giorno sarebbe cambiata.
Un giorno…...
Vera fuga Non avevo sonno, non avevo voglia
Ognuno di noi ha una SUA CASA. E, soprattutto, una sua idea di casa...
DEDICATO Automatic slide.
L ateo Un ateo stava passeggiando in un bosco, ammirando Tutto quello che quell "accidente Dell evoluzione" aveva creato.
E per coloro che amo e apprezzo moltissimo.
Il figliol prodigo.
9.00 Alletà di 14 anni … Un giorno, recatami sulla riva del fiume Gave per raccogliere legna insieme con due fanciulle, sentii un rumore.
Saper volare con le ali della vita…
Chi era Giovanni Battista.
Seconda domenica di Pasqua
In sogno il parroco di un paese capì che Dio si rivolgeva a lui: "La pioggia arriverà domani. Il tuo paese sarà inondato ma io veglierò su di voi". Il.
GLORIA A TE CRISTO GESU’ OGGI E SEMPRE TU REGNERAI
Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso,
Luce sul sentiero Mascia Daniela
Lettera di un padre triste....
IO NON HO PAURA Di Niccolò Ammaniti.
LA SEDIA In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al sacerdote di recarsi a casa sua per un momento di preghiera con suo padre che era.
Gv 11 5° quar A IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA.
Mastellina Tanti, tanti anni fa, in un piccolo villaggio, vivevano un uomo e una donna. Prima essi avevano abitato in una città, in un palazzo bello e.
Evangelizzare col cuore Un episodio importante per me è accaduto in Giappone. C’era una famigliola in alta montagna che mi fece sapere tramite l’insegnante.
La Gobba del Cammello.
La vita.
Ma tu resta qui con me Questa preghiera che vi dono è frutto della mia immaginazione. Una sera prima di partire per il Messico quasi per inerzia incomincia.
Occhiali nuovi Non vedo molto bene da vicino, Signore. Almeno le cose che mi riguardano: i miei errori, i miei difetti. Mentre inquadro benissimo.
Entriamo nel Cenacolo del nostro intimo ascoltando la musica d’Arvo Pärt II di PASQUA Monges de Sant Benet de Montserrat.
Un giorno:.
Lettera scritta da un soldato della prima guerra mondiale
ARTURO.
IL REGNO È IN MEZZO A NOI FIGLIO, QUELLO CHE È MIO È TUO vangelo di Luca IL REGNO È IN MEZZO A NOI Pasqua nel Sepolcro FIGLIO, QUELLO CHE È MIO È TUO.
Ti racconto la croce Lo sguardo degli uomini verso Gesù.
SONO UN EMIGRATO di Andrea Grossutti.
III domenica di avvento - A
Ciao, il mio nome è Giovanni,
2° di Pasqua B vangelo di GIOVANNI. La sera di quel giorno, il primo della settimana,
(1992) Giovedì 12 novembre 2015 Spunti di riflessione Prof.ssa Migliorato Eliana.
“Mentre cenavano” di T. L. da Vittoria ci evoca il DONO pasquale “Mentre cenavano” di T. L. da Vittoria ci evoca il DONO pasquale che è l’Eucaristia Regina.
Quattro settimane per prepararsi alla nascita di Gesù
Capitolo 8 1 Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. 2 Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi,
V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO a Gv 11, b-45.
Capitolo 20 1 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata.
Transcript della presentazione:

Raccontare una storia…

ELEMENTI DELLA NARRAZIONE PERSONAGGI STORIA PUNTO DI VISTA NARRATORE STILE TEMPO LUOGO

IL CUORE DI UNA STORIA E’… IL PERSONAGGIO

COME CREARE UN PERSONAGGIO AVVINCENTE E VEROSIMILE?

IL PERSONAGGIO AVVINCENTE NEL CUORE DI OGNI PERSONAGGIO VEROSIMILE BATTE UN DESIDERIO UN PERSONAGGIO DEVE VOLERE QUALCOSA IL DESIDERIO E’ LA FORZA CHE MUOVE LA NATURA UMANA E APPLICATO ALLA NARRATIVA E’ CIO’ CHE PORTA AVANTI LA STORIA

IL PERSONAGGIO VEROSIMILE NON AGISCE IN MODO PREVEDIBILE E’ UNICO E SPECIALE E’ COMPLESSO E SFACCETTATO

IL PERSONAGGIO VEROSIMILE I CATTIVI NON SONO CATTIVI OGNI SINGOLO MINUTO DELLA LORO VITA I CATTIVI COME I BUONI HANNO UN SEGRETO DA NASCONDERE

DUNQUE UN PERSONAGGIO DEVE AVERE UN DESIDERIO UN SEGRETO

ADESSO FATE PIU’ DOMANDE POSSIBILI AL VOSTRO PERSONAGGIO Come ti chiami? Hai un soprannome? Di che coloro hai i capelli? E gli occhi? Hai qualche segno fisico particolare? Chi sono le persone con cui passi più tempo? Dove sei nato? Dove vivi? Qual è il posto dove ti senti a casa?

Dove vai quando hai fame? Qual è la tua più grande paura? Con chi ti confidi? Con chi non ti confideresti mai? Perché? Cosa ti fa ridere? Cosa ti fa piangere?

Sei innamorato/a? Hai il cuore spezzato? Cosa c’è nel tuo frigorifero? Cosa c’è sul pavimento della tua camera? Che scarpe indossi? Come sono i tuoi calzini? Quanto ci metti a prepararti per uscire?

Il personaggio si mostra attraverso… AZIONI DIALOGO ASPETTO PENSIERI

Il gorgo Nostro padre si decise per il gorgo, e in tutta la nostra grossa famiglia soltanto io lo capii, che avevo nove anni ed ero l’ultimo. In quel tempo stavamo ancora tutti insieme, salvo Eugenio che era via a far la guerra d’Abissinia. Quando nostra sorella penultima si ammala. Mandammo per il medico di Niella e alla seconda visita disse che non ce ne capiva niente; chiamammo il medico di Murazzano ed anche lui non le conosceva il male; venne quello di Feisoglio e tutt’e tre dissero che la malattia era al di sopra della loro scienza.

Deperivamo anche noi accanto a lei, e la sua febbre ci scaldava come un braciere, quando ci chinavamo su di lei per cercar di capire a che punto era. Fra quello che soffriva e le spese, nostra madre arrivò a comandarci di pregare il Signore che ce la portasse via; ma lei durava, solo piú grossa un dito e lamentandosi sempre come un’agnella.

Come se non bastasse, si aggiunse il batticuore per Eugenio, dal quale non ricevevamo piú posta. Tutte le mattine correvo in canonica a farmi dire dal parroco cosa c’era sulla prima pagina del giornale, e tornavo a casa a raccontare che erano in corso coi mori le piú grandi battaglie. Cominciammo a recitare il rosario anche per lui, tutte le sere, con la testa tra le mani.

Uno di quei giorni, nostro padre si leva da tavola e dice con la sua voce ordinaria: - Scendo fino al Belbo, a voltare quelle fascine che m’hanno preso la pioggia. - Non so come, ma io capii a volo che andava a finirsi nell’acqua, e mi atterrì, guardando in giro, vedere che nessun altro aveva avuto la mia ispirazione: nemmeno nostra madre fece il più piccolo gesto, seguitò a pulire il paiolo, e sì che conosceva il suo uomo come se fosse il primo dei suoi figli. Eppure non diedi l’allarme, come se sapessi che lo avrei salvato solo se facessi tutto da me.

Gli uscii dietro che lui, pigliato il forcone, cominciava a scender dall’aia. Mi misi per il suo sentiero, ma mi staccava a solo camminare, e così dovetti buttarmi a una mezza corsa. Mi sentí, mi riconobbe dal peso del passo, ma non si voltò e mi disse di tornarmene a casa, con una voce rauca ma di scarso comando. Non gli ubbidii. Allora, venti passi piú sotto, mi ripeté di tornarmene su ma stavolta con la voce che metteva coi miei fratelli piú grandi, quando si azzardavano a contraddirlo in qualcosa

Mi spaventò, ma non mi fermai Mi spaventò, ma non mi fermai. Lui si lasciò raggiungere e quando mi sentí al suo fianco con una mano mi fece girare come una trottola e poi mi sparò un calcio dietro che mi sbatté tre passi su. Mi rialzai e di nuovo dietro. Ma adesso ero piú sicuro che ce l’avrei fatta ad impedirglielo, e mi venne da urlare verso casa, ma ne eravamo già troppo lontani. Avessi visto un uomo lí intorno, mi sarei lasciato andare a pregarlo: “Voi, per carità, parlate a mio padre. Ditegli qualcosa”, ma non vedevo una testa d’uomo, in tutta la conca

Eravamo quasi in piano, dove si sentiva già chiara l’acqua di Belbo correre tra le canne. A questo punto lui si voltò, si scese il forcone dalla spalla e cominciò a mostrarmelo come si fa con le bestie feroci. Non posso dire che faccia avesse, perché guardavo solo i denti del forcone che mi ballavano a tre dita dal petto, e sopratutto perché non mi sentivo di alzargli gli occhi in faccia, per la vergogna di vederlo come nudo.

Ma arrivammo insieme alle nostre fascine Ma arrivammo insieme alle nostre fascine. Il gorgo era subito lí, dietro un fitto di felci, e la sua acqua ferma sembrava la pelle d’un serpente. Mio padre, la sua testa era protesa, i suoi occhi puntati al gorgo ed allora allargai il petto per urlare. In quell’attimo lui ficcò il forcone nella prima fascina. E le voltò tutte, ma con una lentezza infinita, come se sognasse. E quando l’ebbe voltate tutte tirò un sospiro tale che si allungò d’un palmo. Poi si girò. Stavolta lo guardai, e gli vidi la faccia che aveva tutte le volte che rincasava da una festa con una sbronza fina.

Tornammo su, con lui che si sforzava di salire adagio, per non perdermi d’un passo, e mi teneva sulla spalla la mano libera dal forcone ed ogni tanto mi grattava col pollice, ma leggero come una formica, tra i due nervi che abbiamo dietro il collo.