Ecce venio! Eccomi, o dolcissimo e buon Gesù,

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Transcript della presentazione:

Ecce venio! Eccomi, o dolcissimo e buon Gesù, Divino agnello perennemente immolato sui nostri altari per la salute degli uomini, io voglio unirmi a Voi, soffrire con Voi, immolarmi con Voi. A tal fine vi offro tutte le pene, le amarezze, le umiliazioni e le croci di cui la vostra provvidenza divina disseminò i miei passi. Ve le offro secondo tutte le intenzioni per cui il vostro Cuore dolcissimo offre ed immola se stesso. (3 maggio 1910)

L’Opera dovrà rispecchiare la santità verginale di Gesù: Perché i F.d.C.d.G. dovendo seguire l’Agnello dovunque va immolandosi di Altare in Altare, saranno con Lui Ostie di lode e di Adorazione la corona dell’Agnello ed agnelli essi pure. (12 novembre 1918)

… La Croce formata di gigli che porta nel centro un Agnello lavorato in argento, significa che l’Altare sopra del quale l’Agnello divino celebrò la sua prima Messa, avrebbe germinato dal suo Sangue i Figli del suo Cuore che presso l’Altare sarebbero stati con Lui Sacerdoti e Vittime ‑ vittime pure ed offerte a compiere con l’immolazione ciò che manca alla sua Passione, per il Sacerdozio. Quest’Opera divina stretta intorno all’Agnello e con Lui offerta di Altare in Altare deve ritrarre in sé tutte le perfezioni sacerdotali dell’Eterno Sacerdote nella misura da Dio stabilita fin dall’eternità. (3 maggio 1921)

(1 luglio 1921 – festa del preziosissimo sangue) Questa è una delle feste più care per l’Opera, sia perché essa ci parla del Sacrifico cruento ed incruento di Gesù, sia perché essa ci ricorda il suo S. Cuore, sede e sorgente del Sangue prezioso. I Figli d.C.d.G saranno sempre immersi in questo Sangue divino, perché seguiranno l’Agnello Immolato di altare in altare ed a Lui vivranno intimamente uniti, anzi saranno la piccola goccia d’Acqua unita al Sangue di Gesù nel Calice Divino, sempre elevato verso il Cielo. Uniranno ancora il sangue dei loro quotidiani sacrifici al Sangue che esce dal Cuore di Gesù, per adempiere ciò che manca alla Passione di Gesù per il suo Corpo che è la Chiesa, e soprattutto pei suoi Ministri. ‑ Si impadroniranno essi senza posa di questo Sangue, e l’offriranno all’Augustissima Trinità per la sua Gloria, per la santificazione e riparazione del Sacerdozio. ‑ Questa dunque dev’essere fin d’ora la mia vita: vivere realmente e in ispirito all’Altare per raccogliere nel mio cuore il Sangue di Gesù, per essere sempre inaffiato; ma soprattutto per rendere a Gesù che tanto generosamente mi dona il Suo Sangue, amore e consolazione. Presentai stamane a Gesù per le Mani di Maria alcuni articoli delle Costituzioni sull’Autorità del Superiore Generale Vescovo della Società. ‑ Gesù benedetto li fecondi del suo Sangue affinché a tempo opportuno diano il loro frutto. (1 luglio 1921 – festa del preziosissimo sangue)

Come mi sono sentito piccolo, piccolo in questi giorni! In Roma dove tutto è grande e maestoso, dove tutto parla della grandezza della Chiesa, trovarmi io, così meschino! Se un piccolo agnello si fosse trovato in mezzo a tale grandezza, e pur anche in mezzo a tanto frastuono e confusione, cosa avrebbe fatto mai, come ne sarebbe stato turbato, dove sarebbe fuggito? Ai piedi del Tabernacolo, perché là soltanto avrebbe potuto rimanere tranquillo ed in pace. È presso il Tabernacolo che viene compresa, compatita, sorretta la piccolezza di un’anima! (16-20 ottobre 1921)

“Emitte Agnum, Domine” e considerai In questa cara solennità il mio spirito fu dominato dalle parole di Isaia: “Emitte Agnum, Domine” e considerai Gesù come Agnello di Dio che veniva nel mondo per immolarsi nella dolcezza e mansuetudine del Suo Cuore. A Gesù mi offersi anch’io come piccolo Agnello, desideroso di rimanerGli sempre vicino, anzi fra le sue braccia, disposto a seguire la Sua divina volontà in ogni cosa. (S. Natale 1921)

Questa invece dovrebbe essere la mia vita: seguire l’Agnello Divino Immolato sugli Altari del mondo, salire all’Altare sacrificatore in ispirito e verità, ecco la mia Vocazione, perché Vocazione dell’Opera. (21 gennaio 1923)

L’Agnello rappresenta assai bene non solo la vita e la morte di Gesù ed il Sacrificio dei nostri Altari, ma ancora lo spirito dell’Istituto. (27 febbraio 1923)

I Figli del Cuore di Gesù hanno una speciale porzione riservata per l’eternità: In bianche stole circonderanno l’Agnello e Lo seguiranno dovunque, come l’avranno circondato sulla terra e seguito di Altare in Altare. Siamo stati eletti per l’Agnello Immacolato, a Lui addetti esclusivamente e per l’eternità. (1 luglio 1923)

Trovo un pensiero nella vita di Suor Elisabetta della Trinità: “È necessario ch’io spenga ogni altro lume nella mia città interiore e che l’Agnello ne sia l’unica fiaccola”. Nel Cielo l’Agnello è l’unica lucerna: Civitas non eget sole:... nam claritas Dei illuminavit eam, et lucerna eius est Agnus (Ap. 21, 23). Per me queste parole hanno un significato tutto speciale. Il buon Dio mi ha chiamato perché Gli immoli l’Agnello ogni giorno e perché lo segua immolato di Altare in Altare. La luce dell’Agnello, luce di sacrificio e di immolazione deve risplendere sempre in me: tutto devo vedere sotto il riflesso di questo raggio se voglio adempiere alla mia vocazione ben sublime. Il sacrificio senza il raggio dell’Agnello è oscurità opprimente, peso di morte: la luce che parte dal Cuore ferito di questo Agnello rischiara, fortifica, lenisce o toglie ogni dolore. Lasciare illuminare la mia città interiore dalla luce dell’Agnello, non significa pure che il pensiero, la considerazione del S. Sacrificio deve essere il solo dominante in me, e che tutto in me deve risplendere di tale candore di eterna luce. Agnello Divino e piccolo Sacerdote ‑ Sacerdote Eterno e piccolo Agnellino come stanno bene assieme... (9 agosto 1923)

Com’è espressivo il simbolo dell’agnello che vien condotto al macello Com’è espressivo il simbolo dell’agnello che vien condotto al macello! Non se ne potrebbe trovare uno di migliore per inculcarci la sottomissione, il silenzio, l’abbandono nella pratica dell’obbedienza. Voglio essere proprio un agnello anch’io, caro Gesù, un agnello mite, buono, disposto e pronto a tutto, ad ogni sacrificio, anche alla morte. (17 novembre 1932)

Circa la Confessione mi sono proposto di farla ancora ogni giorno quando ciò mi sarà possibile, perché ho somma necessità di immergermi nel Sangue dell’Agnello Immacolato. (9 settembre 1946)

Piccolo agnello, superbo e ribelle, ha avuto l’insigne grazia di essere stato sempre sulle ginocchia di Gesù, buon Pastore, e fra le braccia, anzi sul cuore della Divina Pastora. Così è stata possibile la mia vocazione al Sacerdozio e all’Opera. Sono divenuto a mia volta pastore, di un gregge piccolo ma eletto, formato di anime predilette. Avrei dovuto, ad esempio del Pastore buono, essere io pure un pastore secondo il Suo Cuore Divino, invece quanto fui sempre tanto diverso da Lui. (2-3 maggio 1954)

Grazie, Gesù, di questo dono ineffabile. Incomincio l’anno sotto un magnifico Sole, splendente nei suoi raggi, infiammato degli ardori dell’infinita carità. Gesù Eucaristia dal Suo Altare riverbera su di me la sua Luce, tutta la sua Luce, Se stesso Luce di vita e d’amore. Grazie, Gesù, di questo dono ineffabile. Da una trentina d’anni mi ripeti questa grazia ed è sempre bella, anzi ogni anno più bella. Che sarà mai la Luce dell’eternità, dove tu, Agnello divino sei la Lucerna che illumina il Paradiso? (1 gennaio 1955)