Le guerre sannitiche
I guerra sannitica: (343-341 a.C) + Causa della guerra fu l’ attacco di Capua da parte dei sanniti. I romani andarono in aiuto di Capua rompendo il patto di non belligeranza instaurato con i sanniti nel 354. + I romani vinsero due importanti battaglie a monte Gauro (vicino Napoli) e a Suessula. I sanniti però riuscirono in seguito a far ripiegare il nemico quasi al di fuori dei territori della Campania settentrionale. Tra i Magister Equitum e Consoli romani che scesero in campo, si ricordano Marco Valerio Corvo, Caio Marcio Rutilo ed Emilio Mamercino. + Dopo due anni di sanguinosi scontri e attacchi di altre popolazioni italiche subite da entrambi le parti; si decise di ripristinare il patto del 354 con alcune modifiche: la Campania settentrionale andò sotto il controllo di Roma e ai sanniti furono lasciate le terre dei sidicini e quindi l’ importante controllo delle vie d’ accesso alla stessa Campania.
II guerra sannitica: (326-304 a.C) I primi anni di guerra, tra il 326 ed il 322 a.C., passarono tra violente scaramucce e piccoli scontri per attestare le rispettive posizioni, sicuramente nel territorio della Campania settentrionale tra il medio Liri ed il medio Volturno. Nessuno dei due eserciti prevalse nettamente sull'altro. Le forche Caudine
Le forche Caudine <<Samnites Romanos, T. Veturio et Sp. Postumio consulibus, ingenti dedecore vicerunt et sub iugum miserunt.>> Per porre fine a questo periodo di stallo e per cercare una possente vittoria sui Sanniti in modo da piegarli alla resa, anche perché esausti delle tattiche di guerriglia basate sulle incursioni rapide e violente che non davano la possibilità di difendersi adeguatamente, nel 321 a.C. Roma inviò i Consoli Tito Veturio Calvino e Spurio Postumio Albino, a capo di un esercito forte di 20.000 uomini, nella zona dei Sanniti caudini in modo da tagliare fuori dal conflitto le aree a ridosso della Campania per poi proseguire contro Malies (Benevento) e quindi gli Irpini, così da infliggere una pesante sconfitta ai Sanniti tanto da indurli a chiedere la pace. Di conseguenza, ciascun Console guidò la propria legione verso Calatia da dove sarebbero dovuti avanzare insieme verso i Caudini, aggirando il versante meridionale del Monte Taburno. Intanto i Sanniti, osservando le mosse delle legioni romane dall'alto delle loro fortificazioni, riuscirono ad intuire quali fossero le intenzioni dei due Consoli romani.
A capo della Lega Sannitica vi era in quel periodo un "Meddix Tuticus" di grande arguzia militare, Gavio Ponzio, che subito collocò l'esercito sannita nei pressi di quella gola posta lungo l'asse di spostamento dei Romani, bloccandone l'uscita verso Caudium con massi ad alberi divelti. Quando entrambe le legioni vi furono entrate, Ponzio ne ostruì anche lo stretto ingresso dalla parte di Calatia. I Romani si accorsero della trappola solo quando videro l'uscita della vallata bloccata e tutte le alture circostanti presidiate dai Sanniti. I due Consoli costatarono che non rimaneva loro altro che la resa. Questa fu la disfatta delle Forche Caudine, una delle più famose ed al tempo stesso delle più elusive negli annali della Repubblica romana. Si decise di non sterminare le truppe romane ma per umiliarle vennero fatte passare sotto un giogo di lance private delle armi e delle armature.
III guerra sannitica: (298-290 a.C) Nel 298 a.C. i Lucani, il cui territorio era fatto oggetto di saccheggi da parte dei Sanniti, inviarono ambasciatori a Roma, per chiederne la protezione. Roma accettò l'alleanza con i Lucani, e dichiarò guerra ai Sanniti. Il console Gneo Fulvio Massimo Centumalo cui era toccata la campagna contro i Sanniti, guidò i romani alla presa di Boviano e di Aufidena. Tornato a Roma, Gneo ottenne il trionfo. Nel 297 a.C., consoli Quinto Fabio Massimo Rulliano e Publio Decio Mure, gli eserciti romani sonfissero un esercito di Apuli, vicino a Maleventum, impedendo che questi si potessero unire agli alleati Sanniti, e uno Sannita nei pressi di Tifernum. L'anno seguente, il 296 a.C.,le operazioni si spostarono in Etruria, dove i Sanniti si erano recati per ottenere l'alleanza degli Etruschi; ma i romani sconfissero l'esercito Etrusco-Sannita. Nel 295 a.C. i Romani dovettero fronteggiare una coalizione nemica composta da 4 popoli: Sanniti, Etruschi, Galli ed Umbri, nella Battaglia di Sentino. Nel 294 a.C., mentre l'esercito romano otteneva importanti vittorie sugli Etruschi, costringendoli a chiedere la pace, fu combattuta una sanguinosa ed incerta battaglia davanti alla città di Luceria, durata due giorni, alla fine dei quali i romani risultarono vincitori. Ma la battaglia decisiva fu combattuta nel 293, quando i romani sconfissero i Sanniti nella battaglia di Aquilonia. Da Aquilonia, dove aveva combattuto la Legio Linteata alcuni superstiti si rifugiarono a Bovianum da dove riorganizzatisi condussero una resistenza disperata che durò fino al 290, con l'ultima, durissima campagna condotta dai consoli Manio Curio Dentato e Publio Cornelio Rufino.
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