DANTE ALIGHIERI “LA DIVINA COMMEDIA”.

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DANTE ALIGHIERI “LA DIVINA COMMEDIA”

INFERNO,PURGATORIO PARADISO Dante inizia il suo percorso l’8 aprile 1300 La Divina Commedia e composta da 100 canti: 1 canto di Introduzione 33 canti dell’Inferno 33 canti del Purgatorio 33 canti del Paradiso

LA SELVA OSCURA Nel primo canto Dante si perde nella selva oscura perché era pieno di peccato e lì, passa una notte intera a tremare di paura. Poi quando fu giunto ai piedi di una collina dove terminava quella valle la speranza di uscire dal peccato aumentò e incontrò tre fiere ovvero la Lonza, il Leone e la Lupa. Le prime due riesce a superarle mentre, l’ultima la supera grazie all’aiuto di Virgilio.

LA STRUTTURA DELL’INFERNO

“LASCIATE OGNE SPERANZA VOI CH’ INTRATE”

CARONTE Vecchio e canuto, cioè con bianchi capelli e barba, Caronte è il nocchiero delle anime prave, cioè destinate all'Inferno: fortemente sottolineati nella descrizione di Dante sono gli occhi infuocati, che mettono in evidenza la sua furia trattenuta; egli infatti è un demone severo, ordinato e sistematico.

PAOLO E FRANCESCA Entrano allora nel secondo cerchio,dove Dante inizia a sentire i vari lamenti dei dannati. Qui vengono puniti i lussuriosi e viene spiegata la legge del contrappasso cioè come le ali sorreggono gli stormi nel cielo invernale così quel vento trascina le anime dannate, il contrappasso dice: come in vita furono travolti dalla passione, nella morte saranno travolti da una perenne tormenta. Vengono presentati i più grandi lussuriosi della storia e ad un certo punto Dante nota le uniche due anime che camminano insieme,e gli chiede di poter parlare con loro. Paolo e Francesca si avvicinano e lei inizia:”O creatura cortese, che visitando vai per l'aria scusa noi che tingemmo il mondo di sangue. Se mi fosse amico il re dell'universo Lo pregerei per la tua pace poiché hai pietà della nostra pena”. Poi Dante incuriosito chiede a loro perché mai sono finiti qui.

IL FOLLE VOLO DI ULISSE Il lembo più grande della fiamma cominciò allora a vibrare ed a oscillare emettendo mormorii umani, come il fuoco agitato dal vento; poi, piegando l’estremità qua e là, come una lingua impegnata nella parola, emise la voce così parlando : “Quando ripartii dall’isola della maga Circe, che mi tenne là a Gaeta per più di un anno, prima che Enea chiamasse così quel luogo, né la dolcezza che provavo per mio figlio, né la pietà che avevo per il mio vecchio padre, né il dovuto amore per Penelope che mi ha aspettato per tutti questi anni poterono vincere l’ardore che avevo dentro di me per scoprire il mondo ed i vizi e le virtù umane, perciò mi imbarcai con una barchetta e con quella piccola compagnia che non mi abbandono mai. Io e i miei compagni eravamo vecchi e stanchi, quando finalmente arrivammo allo Stretto di Gibilterra, dove si dice che Ercole abbia messo delle colonne per segnare i confini del mondo, per fare in modo che nessun uomo andasse oltre: e a destra vidi Siviglia, mentre a sinistra avevo già scorto Ceula. “o fratelli” dissi ai miei compagni “voi che con moltissimi pericoli avete raggiunto i confini occidentali del mondo, a questa breve veglia dei nostri sensi che ci rimane, non vogliate rifiutare questa esperienza, che faremo seguendo il corso del sole, nel mondo senza gente. Considerate la vostra origine: voi non siete nati per vivere come animali ma per seguire il bene e la conoscenza.” Io aguzzai il desiderio di viaggiare dei miei compagni con questo piccolo discorso, ma a stento poi sarei riuscito a trattenerli; osì rivolta la poppa della nave ad est, trasformammo i nostri remi in ali per il folle volo, continuando ad avanzare verso sinistra.

PURGATORIO

INVIDIOSI Dante e Virgilio giungono nella seconda cornice del Purgatorio. Qui si trovano gli invidiosi: come in vita furono accecati dall’invidia ,cosi ora hanno gli occhi cuciti col fil di ferro; come in vita gioirono del dolore altrui, cosi ora portano una veste di panno ruvido ‘’il cilicio”; come in vita mancarono di carità, cosi ora si sorreggono a vicenda come mendicanti ciechi.

PARADISO

LA PROFEZIA DELL’ESILIO Salito al quinto cielo ,quello di Marte, Dante incontra tra gli spiriti combattenti per fede, il suo antenato Cacciaguida, che li predice il futuro di esule. Secondo la predizione, infatti, Dante dovrà abbandonare tutti i più cari affetti: la patria, la famiglia, gli amici e andare, come un mendicante, in terre straniere.

PREGHIERA ALLA VERGINE Dante, guidato da Beatrice, che rappresenta la Grazia divina,giunge finalmente nell’Empireo, dove risplendeva la Candida Rosa dei Beati. Stupito e commosso dalla pace e dalla letizia del Regno dei cieli, resta in silenzio e ammira. Intanto Beatrice scompare dalla sua vista e al suo posto appare San Bernardo. Il Santo rivolge una preghiera alla Vergine affinché al poeta sia concessa, dopo il suo lungo viaggio attraverso i tre regni dell’ oltretomba,la grazia suprema di potersi innalzare alla visione di Dio.

FINE Realizzato da: Marco Porro e Sgarra Alessandro