Il romanzo realista francese

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Il romanzo realista francese Stendhal Balzac Flaubert

Il feuilleton in Francia Feuilleton è un diminutivo di feuillet (foglio, pagina di un libro). Si trattava di un romanzo che usciva su un quotidiano o una rivista, a episodi pubblicati in genere la domenica. Il romanzod'appendìce è stato un popolare genere letterarion voga tra la seconda metà dell'Ottocentoe i primi decenni del Novecento. Dato che il feuilleton era rivolto ad un pubblico di massa ed aveva uno scopo prevalentemente commerciale (sostenere la vendita del giornale per più settimane), i detrattori sostengono che non debba essere considerato un genere letterario a sé stante, ma un sottogenere. Tra gli autori più noti di romanzi d'appendice sicuramente si contano Eugène Sue che pubblicò, a puntate, fra il 1842 e il 1843 su Le Journal des Débats il suo romanzo più celebre I misteri di Parigi (Les Mystères de Paris), e Alexandre Dumas padre, I tre moschettieri (Le trois mousquetaires) uscì a puntate su Le Siècle nel 1844. Di Théophile Gautier venne pubblicato Il Capitan Fracassa sulla Revue Nationale et Etrangere, tra il 1861 e il 1863.

Il feuilleton in Europa La modalità del romanzo d'appendice non fu ristretta alla sola Francia Basti pensare allo scozzese Robert Louis Stevenson che pubblicò in 17 puntate sul periodico Young Folks il romanzo La freccia nera(The black arrow), poi uscito in volume nel 1888. Non dimentichiamo l’italiano Emilio Salgari col suo ciclo di romanzi imperniato attorno alla figura del principe malese Sandokan. Un altro famoso italiano, Carlo Collodi, autore di uno dei più noti esempi di letteratura per ragazzi, Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, che deve la trama definitiva proprio alla sua natura di romanzo d'appendice.

Realismo dal 1830 al 1848 A partire dall’opera di Stendhal 1830 si può parlare di romanzo realista REALISMO= movimento artistico-letterario che prende forma nei due decenni che precedono la metà del sec. XIX e che hanno come tratti riconoscibili la verosimiglianza dell’intreccio e la ricchezza dell’approfondimento psicologico. Honorè de Balzac, ne La comedie humaine dichiara che il suo romanzo aspira a essere il “doppio” della vita reale, a ritrarre in scala “uno ad uno” il mondo contemporaneo, proponendosi come modello totalizzante di spiegazione di una società in cui dominano passioni, debolezze, spietato intersse economico.

Romanzo realista dal 1848 allla fine del secolo 1848: a partire dai moti rivoluzionari di Parigi e la prima Comune, abbiamo la prima svolta. Madame Bovary, di Gustave Flaubert, rappresenta un punto di svolta nel realismo francese= solleva scandalo per lo sguardo impietoso dell’autore nel narrare le debolezze e le meschinità della protagonista. A partire dagli anni ‘70: con i fratelli De Goncourt e Zola= poetica del Naturalismo che assegna al romanzo una funzione”fotografica”, ha il compito cioè di rappresentare in modo imparziale i fatti.

Caratteristiche principali (Stendhal, Balzac, Flaubert) Personaggi: gli “eroi” di cui viene narrata l’ascesa sociale appartengono per lo più alla classe borghese Narrazione: prevale sulla descrizione, rappresentazione degli ambienti è specchio dell’animo dei personaggi, cura introspettiva e analisi interiore. Narratore: onnisciente in Stendhal e Balzac, impassibile in Flaubert

I due iniziatori Stendhal (ovvero Henry Beyle) 1738-1842 Honoré de Balzac 1799-1850 Il rosso e il nero La certosa di Parma Caratteristiche: rinuncia all’ambientazione in un passato remoto, modo di agire e di pensare delle figure è strettamente legato alle dinamiche della società in cui esse agiscono. Se estrapolate dal loro contesto, il loro atteggiamento sarebbe incomprensibile. Fatti ambientati in un passato prossimo: dall’età napoleonica al regime della Restaurazione. La Comèdie humaine: Eugenie Grandet Papa Goriot. La Comedie humaine è un progetto totalizzante , un ciclo narrativo che vuole mettere in scena l’uomo sottoposto alle leggi sociali e all’influenza ambientale, una specie di storia naturale della società (che però è quella francese). L’analisi delle differnze tra le specie rappresenta il compito principale del narratore moderno. Dopo un’iniziale fiducia nel progresso scientifico, Balzac giunge a una visione pessimistica , dopo il fallimento della rivoluzione del 1830.

I personaggi stendhaliani Julien Sorel è il protagonista de Il rosso e il nero Fabrizio del Dongo è il protagonista de La certosa di Parma. Ambiziosi, cacciatori di felicità e successo, si misurano con i valori della società contemporanea, e la loro energia li porta inevitabilmente alla morte, o alla reclusione , lontano da un mondo con cui sono costretti ad interagire in modo contraddittorio. Essi incarnano la disillusione del loro autore deluso dalle speranze suscitate da Napoleone, la cui sconfitta è la fine degli ideali rivoluzionari. L’eroe di Stendhal è la naturale evoluzione dell’eroe romantico, che presagisce i personaggi del romanzo realista di Flaubert : è un eroe DEMITIZZATO che non può far altro che subire.

I personaggi di Stendhal Julien Sorel Fabrizio ndel Dongo Vive in un continuo dissidio tra l’opportunismo che lo muove e il senso di noia e fastidio che prova per i valori della società in cui vive. Julien è in perenne lotta fra la sua passione rivoluzionaria e la sua volontà di affermarsi in una società dominata dalle regole della Restaurazione. Con questa sua ambivalenza Julien è pienamente figlio della sua epoca, un'epoca divisa fra un passato dominato dagli appassionati ideali eroici e un presente domato dalla noia, dalla disillusione, dalla corruzione e dall'ipocrisia. Il rosso evoca il sangue del crimine, la passione, che si lega quindi al nero del dolore e della morte. Ambientazione: non più la provincia francese o la nobiltà parigina, ma il reazionario Ducato di Parma (visto come luogo di decadenza rispetto al glorioso passato rinascimentale italiano) Stendhal amava l’Italia e il romanzo ne è un’esaltazione mitica. Fabrizio si tiene lontano, e parecchio, dal mondo della politica. Non che manchi di opinioni politiche: Stendhal si preoccupa che ne sia debitamente fornito. Ma non si interessa seriamente di politica. A differenza di Julien egli è in genere una figura passiva, e lo è nonostante la sua partecipazione a Waterloo e la sua fuga dalla torre. Lungi dall’essere un esempio, morale, egli come Julien, rappresenta la contradditorietà e l’incompiutezza

Il rosso e il nero (trama) Julien Sorel nasce a Verrières, nella provincia francese, in una famiglia di umili origini. È un giovane ambizioso, affascinato dagli ideali della rivoluzione e dal mito napoleonico, e determinato a farsi strada in una società, quella della Restaurazione (1815-30), che gli appare mediocre e priva di grandi ideali. Per raggiungere il suo scopo quindi, senza alcuna reale vocazione, decide di avviarsi alla carriera ecclesiatica (Il Nero), essendo tramontato il tempo in cui i giovani ambiziosi potevano far carriera nell'esercito (Il Rosso). Assunto come precettore in casa del sindaco di Verrières, ne seduce la bella moglie, Mme de Renal. Quando lo scandalo diviene pubblico deve lasciare il posto ed entra nel seminario di Besancon per proseguire gli studi di teologia. Si guadagna la simpatia del superiore che lo fa assumere come segretario presso la casa parigina del marchese De la Mole. Ne conquista la fiducia e la simpatia e diviene l'amante della figlia Mathilde, che desidera così fuggire la noia della sua condizione. Quando Mathilde si accorge di essere incinta strappa al padre il consenso alle nozze, ma Mme de Renal, cui il marchese si è rivolto per avere informazioni, in una lettera descrive Julien come un arrivista senza scrupoli. Tornato a Verrières per vendicarsi Julien tenta di uccidere Mme de Renal: è arrestato, processato, condannato al patibolo. Mathilde ne seppellisce la testa in una grotta, Mme de Renal pochi giorni dopo muore per il rimorso.  

La certosa di Parma (trama) Il protagonista è un giovane sensibile e bello, Fabrizio del Dongo. Figlio del tenente Robert, arruolato nella Grande Armata napoleonica che aveva varcato le Alpi il 15 maggio 1796, Fabrizio è figlio illegittimo del militare francese e della marchesa del Dongo. Protetto dalla zia Gina donna deliziosa di trent'anni, modello d'impertinenza e di seduzione, votata alla felicità ed irriducibilmente libera e diventata duchessa Sanseverina in seguito ad un matrimonio d'interesse combinato dal conte Mosca, primo ministro della minuscola corte di Parma, e suo spasimante, Fabrizio inizierà una brillante carriera ecclesiastica che lo porterà fino all'arcivescovato di Parma. La Sanseverina è il personaggio centrale del romanzo. Il suo amore per il nipote Fabrizio è la riproposizione dell'amore tra due esseri con una forte differenza di età, e, nell'Ottocento una 'donna di trent'anni' era una donna 'matura'. Perseguitato dal potere oscurantista e dispotico che regna a Parma, i maneggi politici tra il Principe, il conte Mosca e la Sanseverina sono tra gli aspetti più godibili del romanzo. Imprigionato e condannato a morte, Fabrizio incontra l'amore proprio in prigione nella figura di Clelia Conti, la figlia del governatore della fortezza. Liberato dalla Sanseverina, con una fuga romanzesca, dopo molte tribolazioni e sofferenze, finirà per trovare il suo unico amore, Clelia, da cui avrà un figlio, Sandrino. Ma la morte del bambino determina quella, di crepacuore, della madre, come anche il ritiro di Fabrizio alla Certosa di Parma, dove non tarderà a seguire nella tomba le persone amate.  

La Comedie humaine Comédie humaine consiste di 91 lavori finiti (le storie, i romanzi o i saggi analitici) e 46 lavori non finiti (alcuni di cui esistono solo come titoli). Il titolo della serie è di solito considerato un'allusione alla Commedia Divina di Dante. L'ambizione dell'autore era di descrivere in modo quasi esaustivo la società che lo circondava, costruendo così un edificio che avrebbe potuto "fare concorrenza allo stato civile". Voleva racchiudere tutta la propria epoca nella sua Commedia umana

Caratteristiche della poetica di Balzac Il personaggio non ha importanza di per sé, ma solo per il fatto rappresenta un gruppo sociale che lotta in un conflitto di classe Rappresentazione NEGATIVA della moderna società borghese che ha sacrificato al denaro valori comuni come la famiglia, l’amore, i principi morali.

Eugenie Grandet (trama) La storia narra di una piccola famiglia benestante nella cittadina di Saumur. La famiglia è composta da papà Grandet, madre e figlia Eugénie. Papà Grandet è un uomo terribilmente avaro che pur di risparmiare una sola moneta preferisce far congelare di freddo la propria famiglia. Il suo amore più grande sono i soldi ed è un uomo che è riuscito a far fortuna grazie al senso degli affari. Perciò è considerato un uomo davvero importante nella cittadina. Durante la festa di compleanno della figlia ha in progetto di combinare un matrimonio di interesse tra i Cruchot e i Des Grassins, ma all’improvviso arriva Carlo Grandet, Figlio del fratello di Grandet di Parigi. Il madre suicidatosi dopo un fallimento di quattro milioni ha lasciato il figlio senza molto. Con una lettera in cui Grandet di Parigi chiede di prendersi cura di suo figlioe fargli trovare ricchezza in India si presenta Carlo. Carlo allora rimane ospite nella casa per un periodo e in breve Eugénie proverà un sentimento per lui che poco dopo anche Carlo sembrerà ricambiare. Papè Grandet si accorge del loro avvicinamento e cerca in tutti i modi di separarli. Carlo andrà in India col tesoro personale di Eugenie che lo attenderà invano, dato che lui le comunicherà di aver contratto un matrimonio di convenienza. Eugènie si rassegna allora a sposare il vecchio presidente Cruchot de Bonfons. Pone soltanto due condizioni: che il matrimonio resti bianco e che egli paghi i debiti dello zio. Alla morte del marito, Eugènie ritorna nella casa dei genitori. Nonostante la sua fortuna, vi vive meschinamente, riprende le abitudini del padre ma impiega la sua fortuna in opere di carità. Sola, nonostante il suo cuore generoso, condurrà un’esistenza monotona e sbiadita

Papa Goriot Il romanzo si apre con un prologo di circa 20 pagine, in cui si narra l'antefatto di un dramma. Successivamente Balzac ci introduce nella pensione di Madame Vauquer, dove alloggiano Eugene De Rastignac, giovane studente universitario, Vautrin, un personaggio misterioso ed inquietante, Papà Goriot ed altri personaggi che però avranno un ruolo secondario nella narrazione. Papà Goriot ha due figlie, Anastasie e Delphine (sposate rispettivamente con un conte e con un banchiere), che ama in modo patologico. Esse però lo vanno a trovare solo per ottenere soldi, in modo da soddisfare i loro capricci. La vicenda di Papà Goriot si intreccia poi con quella di Eugene De Rastignac. Egli, giovane molto ambizioso tralascia gli studi di giurisprudenza attratto dall'alta società parigina. L'ambizione porta Rastignac a sedurre donne alto-locate, tra cui Delphine, una delle figlie di Papà Goriot. Inoltre il signor Vautrin, che poi si rivelerà un pericoloso criminale, tenta di iniziarlo al male, spiegandogli come raggiungere i propri scopi con mezzi disonesti. Il romanzo si conclude con la morte di Papà Goriot, ucciso non solo dall'età ma anche dalle privazioni che si era imposto per amore delle figlie. A questo proposito, la scena finale mostra davvero la mancanza di affetto delle figlie verso il padre, costretto anche nell'ultimo viaggio ad essere accompagnato dal solo Rastignac.

Gustave Flaubert (1821-1880): il cambiamento La sua narrativa è innovativa: è da considerarsi uno spartiacque nella letteratura francese A quale movimento letterario appartiene? Inquadrato in molti modi: scrittore rudemente realista, tardo continuatore del Romanticismo, iniziatore del Naturalismo. Impossibile analizzare in modo univoco la sua arte.

Chi è? Scrittore della frustrazione, come spesso è stato definito, descrive nei suoi romanzi la crisi della società borghese, la sconfitta dei valori individuali e l’avvento della società di massa con uno stile nelle intenzioni “Impersonale”, anche se spesso venato di sentimentalismi romantici. Assertore convinto della necessità per lo scrittore di annullarsi nell’opera, egli si limita nei suoi romanzi a scegliere i fatti e a tradurli in linguaggio letterario, nella convinzione che la perfetta espressione di un fatto basti ad interpretarlo. Il suo culto estremo dello stile e la concezione nichilista dell’oggettività dell’arte esercitarono una grande influenza sugli scrittori novecenteschi.

La poetica Narrazione impassibile: dalla narrazione onnisciente alla narrazione impassibile (l’autore deve essere nella sua opera come Dio nell’universo; presente dovunque e non visibile in nessun luogo). Perché tale principio? Egli è convinto che il fine ultimo dell’opera artistica sia non il soggetto, ma lo stile. (Cerco di pensare bene per scrivere bene). Impersonalità= evita ideologismo del romanzo realistico e lirismo della letteratura romantica. Interesse per la forma= evita lo scrupolo scientifico del Naturalismo.

Madame Bovary Un libro “su nulla”, senza legami esteriori, che si regga da sé per la forza interna del suo stile (…). Le opere più belle sono quelle in cui c’è meno materia: più l’espressione si avvicina al pensiero, più la parola vi aderisce e scompare, più è bella (…) lo stile da solo costituisce un modo assoluto di vedere le cose. Lettera a Louise Colet, 1852

Madame Bovary la trama Pubblicato a stralci sulla Revue de Paris nel 1856, sia l’autore sia la rivista furono denunciati, poi assolti, per attentato alla morale e alla religione. Romanzo aspramente criticato per lo scandalo provocato, suscitò enorme interesse di pubblico. Emma, figlia di un ricco proprietario terriero, dopo un’educazione in convento, dove ha letto innumerevoli romanzi, sposa un medico di campagna, Charles Bovary. Pur essendo amata dal marito, nonostante la nascita di una bimba, Emma è insoddisfatta e annoiata dalla vita di provincia. Evita inizialmente una relazione col notaio Leon, ma si butta tra le braccia del libertino e raffinato Rodolphe il quale, accortosi che la donna vorrebbe fuggire con lui, non esita ad abbandonarla. Emma, per cercare di dimenticare, si butta tra le braccia di Leon, ma la relazione è basata solo sull’attrazione fisica, per cui la protagonista cerca un’evasione alla vita banale nel lusso. Contrae innumerevoli debiti che non riesce a pagare e da cui gli amanti non la liberano. Per la vergogna si avvelena e il marito venuto a conoscenza dei suoi tradimenti, nonostante tutto, la perdonerà per poi morire poco dopo.

Il personaggio di Emma Profondamente dilaniato tra la banale esistenza borghese e il sogno di un amore assoluto coltivato attraverso le letture romantiche. Emma è malata di letterarietà, confonde la vita coi libri, e aspira a una idealità irraggiungibile. BOVARISMO= atteggiamento di chi vuole evadere dall’anonimato della vita borghese di provincia, ma di chi soprattutto esprime con i suoi atti il disagio dell’impossibilità di realizzazione del desiderio assoluto di soddisfazione.

“Madame Bovary sono io” Flaubert come Emma Attraverso il personaggio di Emma lo scrittore condanna le debolezze romantiche e borghesi, di cui lui stesso si dichiara vittima (mai nascose di essere stato influenzato nell’infanzia dalla letteratura del Don Chisciotte). Prendendo le distanze dalla sua eroina, prende le distanze da quella parte di sé che non riesce a staccarsi dal desiderio di assolutezza tipico dell’epoca romantica. “Madame Bovary sono io”