Fisica laboratoriale Il Pendolo semplice
Cenni storici sul pendolo Galileo Galilei intuì la caratteristica essenziale dei moti pendolari nel 1583, probabilmente osservando l'oscillazione di un lampadario nel duomo di Pisa: la durata di quelle lente oscillazioni, che misurò con il battito del polso, rimaneva immutata, nonostante la loro ampiezza diminuisse sempre di più. Gli esperimenti al riguardo lo condussero a formulare il principio dell'isocronismo delle piccole oscillazioni del pendolo: se il pendolo viene spostato (al massimo) di qualche grado dalla verticale, l'oscillazione è indipendente dall'ampiezza.
Il Pendolo semplice Si definisce pendolo semplice (o pendolo matematico), un sottile filo inestensibile e di massa trascurabile, vincolato all’estremità superiore ad un supporto fisso e recante a quella inferiore una massa puntiforme. Se il corpo che realizza la "massa puntiforme" ha dimensioni estese, il baricentro del sistema coincide col baricentro del corpo. Spostando il corpo dalla posizione di equilibrio e poi abbandonandolo, il suo baricentro oscillerà lungo una traiettoria che è un arco di circonferenza di raggio l, detta lunghezza del pendolo. Se l’angolo descritto dal filo nello spostamento iniziale è molto piccolo, non superiore ai 3 gradi, le oscillazioni sono armoniche. Il loro periodo T dipende soltanto dalla lunghezza l, e dalla accelerazione di gravità g, secondo la relazione:
Modello di un pendolo semplice
La forza che genera il moto e' : ponendo: Si evince così che il moto di un pendolo e' un moto armonico con periodo
La nostra esperienza La nostra esperienza si prefigge lo scopo di convalidare la legge del pendolo descritta nelle diapositive precedenti. L’apparato realizzato è visibile nella foto a lato. Come si può notare sono stati usati materiali presenti nel laboratorio per realizzare il pendolo, in modo che oscillasse su un piano fisso, e uno smart timer per la misura del periodo. Sono state effettuate 120 rilevazioni del periodo. L’analisi delle misure è riportata nel foglio excel periodo.xls, dove è riportata anche la misura del periodo in funzione della lunghezza. Come si nota è stata anche rilevata la Gaussiana relativa a questa prima esperienza, confermando così la natura casuale degli errori e la validità della misura effettuata. Diamo ora una breve descrizione della curva di Gauss.
La curva di Gauss La curva Gaussiana corrisponde a una funzione matematica di tipo esponenziale, nota come funzione di Gauss, la cui forma è Dove σ è la deviazione standard
Curva di Gauss La curva di Gauss ottenuta nella nostra esperienza.
La Gaussiana rilevata nella nostra esperienza
La misura di g Dai dati ottenuti abbiamo quindi calcolato l’accelerazione di gravità g, ottenendo un valore di g = 9,8133 m/s2. Valore più che accettabile, con un errore di Dg=0,029 m/s2 circa.
Periodo in funzione della lunghezza L’ultima esperienza ha riguardato la verifica della variazione del periodo del pendolo con la lunghezza. I risultati ottenuti sono visibili nel foglio pendolo.xls, dove è riportato il grafico e la retta di regressione lineare per validare l’esperienza. Anche stavolta i risultati ottenuti sono più che soddisfacenti. Di seguito alcuni cenni sul metodo dei mini quadrati.
La retta di Regressione Supponiamo di avere rilevato una serie di misure che mettano in corrispondenza una variabile dipendente (y) con una variabile indipendente (x) e supponiamo inoltre che le tra le due variabili esista una relazione di dipendenza lineare: y = m x + q Poniamo: Si può dimostrare allora che i valori di m e q che rendono minima la somma dei quadrati degli scarti sono dati rispettivamente da:
Le incertezze dei parametri:
Presentazione realizzata da : Francesca Patti Giulia D'Angelo Martina Barbarotto Debora Interlicchia Progetto di fisica laboratoriale a cura del professore Marcello Falciglia