“Nel mezzo del cammin di nosta vita…”

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Transcript della presentazione:

“Nel mezzo del cammin di nosta vita…” Gli alunni delle classi quinte del plesso Ferrara presentano un ipertesto su Dante Alighieri e la Divina Commedia “Nel mezzo del cammin di nosta vita…”

LA DIVINA COMMEDIA INTRODUZIONE L’INFERNO IL PURGATORIO IL PARADISO LE ALTRE OPERE DI DANTE DANTE ALIGHIERI: LA VITA COLLEGAMENTI IPERTESTUALI IMMAGINI ASPETTO ETICO DELL’OPERA

COLLEGAMENTI IPERTESTUALI VIDEO DELLA DIVINA COMMEDIA ONLINE DANTE ON LINE: IL SITO DI DANTE ALIGHIERI Roberto Benigni e Dante Alighieri

“Tutti hanno bisogno di una guida nel percorso della loro vita..” “Non avere paura di iniziare una nuova esperienza, perché potrà essere un’esperienza positiva..” “Non avere fretta di arrivare subito al traguardo; pensa che ogni passo che compirai sarà una piccola ma importante parte di un percorso che ti condurrà all’arrivo..”

La lettera di Benigni a Dante ….Dicono che la "Divina Commedia" sia l’opera più ardita dell’ingegno umano,  che il suo insegnamento è così profondo che può essere disceso nel pensiero umano solo per rivelazione,  e che per la prima volta, nella storia del mondo, ci hai fatto esplorare la remota regione dell’Eterno, "fisicamente, corporalmente" … Con la Divina Commedia ci hai fatto capire che…: che Dio ha bisogno degli uomini; che ogni volta che l’uomo fa del male, Dio trattiene il respiro; che non c’è male che non possa essere consolato; che ognuno di noi è qui per completare e complicare l’affresco; che la poesia è canto e racconto; che le donne sono l’apice della creazione, la rugiada dell’altissimo; che ti sei occupato di questo strano dono che abbiamo avuto in sorte: la vita; che, dopo averti letto, non si guardano più le persone con distrazione ma come scrigni di un mistero, depositari di un destino immenso; che l’arte si deve interessare alla vita; che la vita è molto di più di quanto possiamo capire, per questo resiste; che nessuno è troppo strano per essere capito; che ognuno di noi è unico, e fa la differenza; che si può parlare degli altri quando parliamo di noi; che cosa ci rende felici; che cosa amiamo e odiamo davvero; che noi tutti siamo qui per il sì di una donna; che siamo intrisi del duro desiderio di durare; che ci hai reso possibile vivere in un mondo più grande; che ci hai reso il mondo meno estraneo e nemico; che ogni persona è l’eroe della propria storia, anche se i suoi giorni e le sue notti non appaiono eccezionali a nessuno; che i fatti del mondo non sono la fine della questione; che in poesia si usa lo stesso amore e lo stesso numero di parole per descrivere gli ordini angelici e il gesto di un sarto che con poca luce introduce il filo nella cruna di un ago; che si può dare del tu all’ignoto; che il paradiso è colmo dell’accecante bellezza del verbo Essere; che la vita è destino e viaggio, conoscenza e amore; che qualcuno non distoglie mai lo sguardo da noi, perchè ci ama; che la bellezza nasce terribilmente; che l’arte è un dono……."

INTRODUZIONE ALLA DIVINA COMMEDIA La Divina Commedia fu scritta da Dante durante l'esilio , tra il 1308 e il 1320. L'opera è divisa in tre parti o cantiche : Inferno , Purgatorio , Paradiso , di 33 canti ciascuna (salvo l'Inferno che ha un canto in più come introduzione) . Narra di un immaginario viaggio del poeta , iniziato l'8 aprile del 1300 e durato sette giorni , attraverso i tre regni ultraterreni dell'Inferno del Purgatorio e del Paradiso . La Divina Commedia può essere considerata un viaggio verso la salvezza attraverso l'analisi di tutte le passioni umane che ci allontanano da essa . E' un ritratto dell'umanità con i suoi vizi e anche con i suoi aspetti positivi di generosità . Verso i 35 anni Dante si smarrisce in "una selva oscura" (simbolo del peccato) ; a fatica giunge ai piedi di un colle (la salvezza). La gioia per lo scampato pericolo dura poco , perché tre fiere , una lonza (la lussuria) un leone (la superbia) , una lupa (l'avarizia) lo spingono di nuovo nel buio della selva , da questa disperata situazione viene tratto fuori da Virgilio (la ragione) che gli consiglia di tenere "altro viaggio" : egli deve visitare il regno dei dannati (l'inferno) quello di coloro che momentaneamente stanno espiando i loro peccati ma che potranno in futuro godere della presenza di Dio (il purgatorio)e infine il regno delle anime beate (il paradiso) , Virgilio sarà suo compagno e guida nei primi due Mondi; nell'ultimo viaggio sarà accompagnato da Beatrice (la grazia) : ciò sta simbolicamente a significare che per raggiungere il Paradiso non basta la sola ragione la sola ragione , ma c'è bisogno dell'aiuto della Grazia Divina .

Le altre opere di Dante Oltre alla Divina Commedia, le opere più importanti di Dante furono Il Convivio, il De Monarchia e il De Vulgari Eloquentia. Il Convivio fu scritto tra il 1304 e il 1307 e doveva comprendere 14 canzoni con 14 trattati- commento più un libro introduttivo. La struttura è quella della Vita Nuova, ma qui si espongono l’amore per la sapienza e vi è un impegno con la realtà morale e civile. Il progetto non fu portato a compimento: fu composto il libro introduttivo e i primi 3 trattati con le rispettive canzoni: Voi ch’intendendo il terzo ciel movete, Amor che ne la mente mi ragiona e Le dolci rime De monarchia E’ un lavoro di riflessione politica che ha radici nella realtà contemporanea. Scritto in latino, è un’opera dottrinale e compiuta, suddivisa in 3 libri. Nel I libro si dimostra la necessità di una monarchia universale, il II dimostra come l’autorità imperiale discenda da Dio, e il III affronta i rapporti tra Impero e Papato. Dante afferma che i due poteri sono autonomi e discendenti entrambi da Dio. L’impero ha come fine la felicità dell’uomo in questa vita, il Papato nell’eternità. La loro azione è tuttavia complementare. Si tratta quindi di un’utopia destinata a non avverarsi e che, anzi, avrebbe riportato indietro il corso della storia, in cui i due poteri erano entrambi decaduti. De vulgari eloquentia Il De vulgari eloquentia, scritto in latino, riprende ed amplia il discorso sulla dignità del volgare. Si tratta di un trattato di retorica che fissa le norme per l’uso della lingua volgare, il cui obiettivo è la trattazione di una lingua letteraria, non solo di uso comune. Doveva comprendere 4 libri, ma fu interrotta a metà del 2° libro.

L’inferno Dante inizia il primo canto con i seguenti versi:”Nel mezzo del cammin di nosta vita mi ritrovai per una selva oscura chè la diritta via era smarrita”. L’inferno ha 9 cerchi:nel 1° cerchio c’è i l limbo,nel 2° cerchio ci sono i lussuriosi, nel 3° ci sono i golosi, nel 4° ci sono gli avari e prodighi, nel 5° ci sono gli iracondi, nel 6° ci sono gli eretici, nel 7° ci sono i violenti divisi in tre gironi, nel 8° ci sono i fraudolenti divisi in dieci bolge, nel 9° ci sono i traditori divisi in dieci bolge e nell’ultimo c’è Lucifero. Egli era l’angelo più bello del paradiso, ma sosteneva di avere più potere di Dio; allora Dio lo mandò all’inferno. Nell’inferno Dante incontra anche Caronte, Cerbero, il Conte Ugolino, Cavalcante dei Cavalcanti, Farinate degli Uberti, le Arpie, Pier della Vigna.

Il Paradiso È il terzo dei tre regni dell'Oltretomba cristiano visitato da Dante nel corso del viaggio, con la guida di Beatrice: Dante ne dà una precisa collocazione spaziale come per Inferno e Purgatorio, anche se la sua descrizione è molto lontana da quella di un luogo fisico e si fa più astratta man mano che l'ascesa procede. Il poeta immagina la Terra sferica e immobile al centro dell'Universo, circondata da dieci Cieli che costituiscono appunto il Paradiso (la sfera del fuoco separa il mondo terreno da quello celeste): i primi nove Cieli sono sfere concentriche che ruotano attorno alla Terra, ciascuno governato da un'intelligenza angelica, mentre il X (l'Empireo) è immobile e si estende all'infinito, essendo la sede di Dio, degli angeli e dei beati. I primi sette Cieli prendono il nome del pianeta che ruota insieme ad essi (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno), mentre l'VIII è il Cielo delle Stelle Fisse e il IX è il Primo Mobile, detto così in quanto è il primo Cielo a muoversi e a imprimere il movimento a tutti gli altri. Nel Paradiso Dante incontra Beatrice che sarà la sua guida, San Bernardo e infine Dio e la Trinità.

La vita di Dante Dante (diminutivo di Durante) nacque a Firenze, in una data compresa tra il 13 maggio e il 14 maggio del 1265. Il padre, Alagherio di Bellincione, apparteneva a una famiglia della piccola nobiltà cittadina, da tempo decaduta economicamente; la madre era Bella degli Abati. Nel 1277 Dante fu promesso sposo a Gemma Donati, della famiglia cui facevano parte i Guelfi di parte Nera. Il matrimonio, combinato per ragioni di interesse, si celebrò forse nel 1285 e dall’unione nacquero 3 o 4 figli, tra cui Pietro e Jacopo. Poco sappiamo della sua formazione culturale, ma di sicuro ebbe come maestro Brunetto Latini, autore del Trésor e del Tesoretto. In un periodo imprecisato fu a Bologna, dove studiò (forse medicina) all’Università cittadina. Nel 1283, a diciotto anni, Dante incontrò nuovamente Beatrice, da identificare forse con una Bice figlia di Folco Portinari; il primo incontro era avvenuto a nove anni. In quel periodo iniziò a scrivere poesie, dapprima ispirandosi a Guittone d’Arezzo e ai «siculo-toscani», poi accostandosi allo Stilnovo. Diventò molto amico di Guido Cavalcanti, nonché di Lapo Gianni e Dino Frescobaldi, tutti appartenenti alla cerchia stilnovista. Nel 1290 (8 giugno) morì Beatrice. Gli anni seguenti videro, da un lato, la sistemazione delle poesie giovanili nella Vita Nuova, dall’altro un periodo di «traviamento» morale che coincise con l’inizio di severi studi filosofici. In quel periodo Dante compose poesie di stile «comico», come la «Tenzone» con Forese Donati, nonché le Rime petrose, dedicate a una donna Petra antitetica rispetto alla donna-angelo dello stilnovo. Nel 1300 Dante divenne uno dei priori di Firenze; l’anno seguente divenne ambasciatore a Roma. Nel 1302 Dante fu condannato a morte, ma egli riuscì ad esiliare e si rifugiò a Verona e successivamente a Ravenna. Egli morì al ritorno da un viaggio per Venezia, il 14 Settembre del 1321.  

Il Purgatorio Il Purgatorio è la cantica di mezzo della Divina Commedia dantesca, collocato tra l'Inferno e il Paradiso. Questo luogo di passaggio e penitenza è articolato in Antipurgatorio, Purgatorio e Paradiso terrestre. Nel Purgatorio le anime si pentono in riferimento ai sette peccati capitali - superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria . Dante le visita compiendo un percorso inverso a quello infernale, passando dal peccato peggiore a quello più insignificante, da un cono da discendere ad una montagna da risalire. Ed è un percorso di ascensione e purificazione anche quello che devono affrontare le anime stesse del Purgatorio, sebbene siano sulla via della redenzione. Le anime del Purgatorio sono già salve, ma prima di arrivare al Paradiso, per espiare i propri peccati, devono salire il monte come facevano ai tempi di Dante i pellegrini che per far penitenza partivano per Roma o per Santiago de Compostela. Ogni anima deve dunque percorrere tutto il cammino e purificarsi in ogni cornice del peccato corrispondente; ma per facilitare l'incontro con determinati personaggi, il poeta li colloca nella cornice propria del loro peccato più rilevante. Nel corso del suo viaggio verso il purgatorio Dante incontra anche Casella, Manfredi e Catone.

Immagini Inferno Purgatorio Paradiso

IMMAGINI DELL’INFERNO

IMMAGINI DEL PURGATORIO

IMMAGINI DEL PARADISO