Panorama sulle tecniche pittoriche e sui supporti impiegati
Argomenti breve descrizione delle principali tecniche pittoriche breve descrizione delle principali tecniche pittoriche i principali supporti impiegati nellarte pittorica i principali supporti impiegati nellarte pittorica
Tecniche pittoriche Tutte le tecniche pittoriche prevedono lapplicazione del colore ad un superficie. Per fare ciò, è necessario miscelare la sostanza colorante in un opportuno mezzo. La scelta del metodo di applicazione e del mezzo disperdente hanno caratteristiche importanti sul prodotto finito, in quanto ciascuna ha i propri limiti e potenzialità Le tecniche principali sono suddivisibili in vari modi, a seconda dellampiezza del supporto, delle modalità di interazione con i materiali coloranti, ecc. Una grossolana suddivisione può essere tra tecniche su parete e tecniche su tavola
Tecniche su parete Mosaico: si utilizzano tasselli di pietra, vetro colorato, ceramica o altro Mosaico: si utilizzano tasselli di pietra, vetro colorato, ceramica o altro Mosaico Affresco: il pigmento si stende sullintonaco ancora fresco e viene ingabbiato dal calcare che si forma per reazione della calce con lanidride carbonica Affresco: il pigmento si stende sullintonaco ancora fresco e viene ingabbiato dal calcare che si forma per reazione della calce con lanidride carbonica Affresco Fresco secco: il pigmento si stende sullintonaco secco appena bagnato e aderisce semplicemente alla parete Fresco secco: il pigmento si stende sullintonaco secco appena bagnato e aderisce semplicemente alla parete Fresco secco Fresco secco
Il mosaico Il mosaico è una decorazione parietale o pavimentale ottenuta accostando cubetti o frammenti colorati di materiale vario, tra cui ciottoli, conchiglie, marmo, vetro, terre cotte, smalti, paste vitree, pietre dure e pietre preziose Mentre i materiali naturali sono utilizzati tal quali, per la pigmentazione dei materiali sintetici si può fare riferimento alla tecnologia del vetro: il colore è determinato dalladdizione di sali metallici, in particolare metalli di transizione, al bagno di fusione, tenendo conto che lo stesso metallo può impartire colorazione diverse in funzione del suo stato di ossidazione, es. Cu + rosso, Cu 2+ verde. Lopacità è ottenuta con sali di arsenico, stagno, antimonio o piombo I primi mosaici dai requisiti formali degni di un'opera d'arte risalgono all'antica cultura egea; nel periodo bizantino la tecnica raggiunge i vertici stilistici, utilizzando al massimo le possibilità cromatiche delle tessere in vetro fuso
La pittura a fresco, più comunemente definita affresco, è così chiamata perché viene eseguita su un intonaco di malta (sabbia e calce) fresca, cioè sufficientemente saturo d'acqua. I colori sono costituiti da pigmenti che non contengono alcun fissativo ma vengono mescolati al latte di calce e una volta stesi sulla malta, si incorporano strettamente con il loro supporto di cemento. Man mano che la parete si asciuga, lidrossido di calcio dellintonaco si combina con lanidride carbonica presente nellatmosfera, formando così carbonato di calcio secondo la reazione: CaO + CO 2 CaCO 3 In questo modo si forma sulla superficie uno strato fine, trasparente e vitreo che intrappola i pigmenti, mantenendoli protetti per molto tempo. L'affresco tende anzi a migliorare col tempo (l'effetto protettivo del calcare diventa più pronunciato) La tecnica dellaffresco
La tecnica dellaffresco è piuttosto difficile; i colori vanno stesi rapidamente, prima che la calce secchi, e senza commettere errori che non si possono poi correggere. Per questo i maestri affrescatori usavano disegnare i soggetti su cartone, le famose sinopie, e dividere il lavoro in sezioni definite giornate Il range di colori utilizzabili è ristretto a quelli che possono resistere allazione caustica della calce viva, un composto fortemente basico; prevalgono quindi i pigmenti inorganici. Tra quelli utilizzati in antichità, si possono citare i neri a base carboniosa, le ocre rosse e gialle, le terre verdi, marroni e dombra, il bianco di San Giovanni e lo smalto. Non sono compatibili, tra gli altri, il blu di Prussia e la lacca di robbia
Storia dellaffresco Attorno al a.C., durante la civiltà Minoica, la tecnica evolve a pittura su intonaco fresco: gli esempi più antichi si trovano a Creta, tra cui le famose scene di tauromachia I primi esempi di pittura a fresco potrebbero essere considerati le opere rupestri del Paleolitico, in particolare nelle grotte di Chauvet (Francia) risalenti a circa anni fa, in cui i pigmenti sono stesi su pareti calcaree
Laffresco più famoso
Il fresco secco Il fresco secco è un metodo di pittura muraria in cui i pigmenti sono applicati su un intonaco secco. La tecnica è applicabile sia in toto, sia per apportare correzioni ad unopera in affresco, per esempio per lapplicazione di pigmenti come azzurite e malachite A differenza dellaffresco, nel fresco secco i pigmenti sono miscelati con leganti e adesivi vari (bianco o albume duovo, gomma arabica, caseina, colla animale), in maniera analoga alla pittura a tempera La consistenza dello strato pittorico è analoga a quella dellaffresco in quanto a spessore, ma i risultati sono inferiori dal punto di vista della durabilità e della brillanza dei colori, in quanto lo strato forma soltanto una crosta che può eventualmente sfogliarsi
Encausto: i pigmenti sono stesi per mezzo di cera dapi e miscelati con oli essenziali, applicati su legno e riscaldati con una fiamma per ammorbidire il tutto e rendere stabili i colori Encausto: i pigmenti sono stesi per mezzo di cera dapi e miscelati con oli essenziali, applicati su legno e riscaldati con una fiamma per ammorbidire il tutto e rendere stabili i colori Encausto Tempera: miscelazione del pigmento con rosso duovo (a volte anche con bianco) e diluizione con acqua; usato fino al XV secolo Tempera: miscelazione del pigmento con rosso duovo (a volte anche con bianco) e diluizione con acqua; usato fino al XV secolo Tempera Tempera a olio: diluizione del pigmento con oli essenziali (trementina, olio di lino) e applicazione sul supporto, sul quale viene poi stesa una vernice protettiva incolore; gli oli devono avere la proprietà di polimerizzare per stabilizzare i colori Tempera a olio: diluizione del pigmento con oli essenziali (trementina, olio di lino) e applicazione sul supporto, sul quale viene poi stesa una vernice protettiva incolore; gli oli devono avere la proprietà di polimerizzare per stabilizzare i colori Tempera a olio Tempera a olio Acquerello: diluizione del pigmento e di un legante con acqua e applicazione, di solito su carta; usato in Europa dal XVI secolo, ma in Cina e Giappone da molto prima Acquerello: diluizione del pigmento e di un legante con acqua e applicazione, di solito su carta; usato in Europa dal XVI secolo, ma in Cina e Giappone da molto prima Acquerello Colori acrilici: composti sintetici sviluppati nel XX secolo e utilizzati nellarte moderna e contemporanea Colori acrilici: composti sintetici sviluppati nel XX secolo e utilizzati nellarte moderna e contemporanea Colori acrilici Colori acrilici Tecniche su tavola
Lencausto L'encausto è una tecnica pittorica molto diffusa nellantichità. Adottato dai greci, proseguì fino ai primi anni del Cristianesimo fino al VIII-IX secolo d.C. quando venne abbandonato per poi essere riabilitata secoli dopo Esso consiste nell'uso di pigmenti diluiti con cera fusa e oli essenziali, fissati al supporto per riscaldamento, come si evince dalletimologia del nome che proviene dal greco egkauston (impresso a fuoco) Viene spesso confuso con l'affresco, poiché quest'ultimo a volte veniva sottoposto, a lavoro ultimato, ad un trattamento con cera dapi che lo rendeva così molto affine all'encausto
La pittura a tempera accogliere componenti oleosi, avvicinandosi sempre di più a quella materia che poi si sarebbe chiamata pittura ad olio Nell'ambito della pittura la tecnica a tempera è uno dei mezzi più antichi in senso assoluto. Genericamente per tempera si intende un impasto cromatico ottenuto miscelando il pigmento con sostanze collanti animali o vegetali di natura proteica, quali bianco o rosso d'uovo, latte di fico, cere o altre sostanze solubili in acqua: si ottenevano colori intensi e brillanti, rapidi nell'essiccare, dall'elevato valore coprente Versione moderna della tempera sono i colori acrilici, costituiti da pigmenti legati in una resina sintetica Con la metà del 400 la tecnica si prepara ad
Nella tecnica a olio i pigmenti sono dispersi in un olio vegetale che a contatto con laria si ossida per reazione con lossigeno, passando dallo stato liquido a quello solido (perciò lolio è chiamato siccativo) e formando per polimerizzazione un film che svolge azione protettiva sui pigmenti. Le tempere a olio quindi non evaporano come gli acquerelli ma piuttosto induriscono Gli oli siccativi sono esteri della glicerina con acidi grassi insaturi. Il più importante è l'olio di lino, ma sono impiegati anche lolio di semi di papavero, di noce o di girasole. La tecnica a olio è dinamica, in quanto il processo di ossidazione del siccativo non si arresta quando lo strato pittorico è secco, ma continua per anni. Inoltre i vari pigmenti tendono ad interagire con lolio in maniera differente: il nero di carbone, per esempio, rallenta lindurimento, mentre locra lo accelera La tempera a olio
Esempi di tempera a olio Linvenzione della tecnica a olio è generalmente attribuita ai fratelli fiamminghi Van Eyck e in particolare a Jan Van Eyck ( ), anche se è probabile che la tecnica fosse in uso già prima del XIV secolo. Tra i maestri più famosi nella pittura a olio cè senza dubbio Rembrandt van Rijn (sopra). In Italia lolio è introdotto durante il Rinascimento, dove conosce il suo periodo d'oro. Da allora, l'olio si è imposto in modo definitivo sulle tavolozze di tutti gli artisti diventando una delle più importanti tecniche artistiche
Lacquerello L'acquerello impiega pigmenti trattati con glicerina e gomma arabica e solubili in acqua, discendendo in questo dalla tecnica medievale della miniatura. Il termine acquerello compare nel 700, ma fin dall'antichità si utilizzavano tecniche basate sullo stesso principio, ad esempio per i papiri dell'antico Egitto o per le pitture a inchiostro in Estremo Oriente. Nel 500 e nel 600 si usavano gli inchiostri, per realizzare schizzi e studi monocromi La caratteristica più evidente dell'acquerello è la trasparenza del colore, steso per velature in modo da ricavare le tonalità più chiare sfruttando la luminosità del supporto che normalmente è la carta. L'effetto è molto diverso da quello spesso e opaco della pittura a olio
Colori acrilici I colori acrilici sono sostanzialmente delle tempere magre, solubili in acqua, che invece dei leganti organici classici contengono leganti sintetici La tecnica a colori acrilici è diventata tra le più usate per la pittura da cavalletto. I colori acrilici sono infatti molto più facili da usare dei colori a olio, con il vantaggio di asciugare prima anche se, trattandosi di un colore più magro, è più delicato (si riga facilmente) e ha gamme di colore generalmente più fredde e meno ricche dell'olio in emulsione a base, appunto, acrilica, ottenuti cioè per polimerizzazione dellacido acrilico (sx). A differenza degli oli siccativi che si ossidano una volta esposti allaria, lemulsione acrilica si essicca per evaporazione dellacqua, formano un film
Supporti per larte pittorica Per supporto si intende la superficie usata per dipingere. Una vasta gamma di materiali è disponibile per questo, con la limitazione che supporto e pigmenti devono essere compatibili I supporti più comunemente utilizzati sono i seguenti: supporti sottili di natura vegetale (carta, papiro) supporti sottili di natura vegetale (carta, papiro) supporti sottili di natura animale (pergamena) supporti sottili di natura animale (pergamena) supporti legnosi (tele, sculture lignee) supporti legnosi (tele, sculture lignee) supporti tessili (stoffe, arazzi) supporti tessili (stoffe, arazzi) supporti sintetici di natura minerale (vetro, ceramica) supporti sintetici di natura minerale (vetro, ceramica) supporti parietali (muri, rocce) supporti parietali (muri, rocce) Il tipo di supporto caratterizza e influenza fortemente la tecnica pittorica impiegata
La carta La carta si ottiene dalla cellulosa ed è quindi composta da polisaccaridi. Essa è impiegata per diverse tecniche pittoriche, tra cui lacquerello e più genericamente il disegno. La sua invenzione si deve ai Cinesi intorno al III secolo a.C. e restò monopolio dellOriente fino allVIII secolo d.C. quando viene diffusa nel bacino del Mediterraneo dagli Arabi Per la preparazione in antichità erano impiegati il lino e la canapa, in particolare cordami e stracci; attualmente si usa la parte interna della corteccia delle betulle (il cosiddetto libro)
Il papiro Unaltra pianta di interesse artistico-archeologico è il papiro, la cui notorietà è legata alluso che ne facevano gli Egizi come supporto per la scrittura, oltre che come fibra tessile, alimento e combustibile. I fogli di papiro si ottenevano con un procedimento analogo alla feltratura. Gli Egizi detenevano il monopolio sul papiro; in Grecia esso fu importato tramite la città siriaca di Byblos e fu chiamato, da cui deriva linglese bible Grazie al clima secco dellEgitto, centinaia di migliaia di documenti su papiro sono giunti dal III millennio a.C. fino a noi per essere studiati e fornire informazioni sulla civiltà egiziana antica
Produzione di papiro Secondo un passo di Plinio il Vecchio, la preparazione della carta di papiro avveniva dividendo il fusto della pianta in sottili e lunghe strisce che incollate l'una accanto all'altra venivano a formare una scheda quadrangolare, cui si sovrapponeva un altro strato di strisce disposto trasversalmente; il foglio così ottenuto (plagula) veniva battuto e seccato al sole; quindi, con 20 plagule circa, incollate l'una all'altra si formavano i rotoli, che venivano immessi sul mercato, differenziando nel prezzo e nell'uso i tipi a seconda della qualità
Per quanto l'uso delle pelli animali come supporto per la scrittura sia documentato dal IV millennio a.C. in Egitto, si ritiene che la pergamena sia stata inventata nel II secolo a.C. presso la città di Pergamo, in Persia, alla quale essa deve il nome. L'invenzione potrebbe essere la conseguenza della necessità di trovare un'alternativa al papiro egiziano, divenuto troppo caro e completamente sostituito dalla pergamena a partire dal II secolo d.C. La pergamena La pergamena è il supporto più famoso dellepoca medioevale per quanto riguarda la scrittura, il disegno e la miniatura. Si ottiene dalla concia di pelli animali
calce viva per essere ripulita dalla carne, poi stirata su un telaio e scorticata con una Preparazione della pergamena La pergamena si preparava da pelle ovina, caprina, suina o bovina; quella ottenuta da animali più giovani, di più fine qualità, era chiamata vello Per produrre la pergamena o il vello, la pelle animale veniva immersa in un bagno di mezzaluna quando era ancora umida. In seguito, poteva essere trattata con allume e rosso d'uovo o con la pietra pomice, per rendere la superficie liscia e morbida e quindi adatta a usi artistici o letterari, e infine sbiancata con gesso e tagliata a pezzi Per comporre un manoscritto illuminato su pergamena era necessario sopprimere un numero elevatissimo di animali
Supporti lignei La maggior parte dei dipinti su tavola sono realizzati su pannelli di legno impiegati come tali oppure, più comunemente, coperti con una tela di lino Per preparare il supporto, il pittore prima inchioda la tela sul pannello, poi applica uno strato di gesso miscelato con colla animale, infine stende uno strato preparatorio di pigmento bianco piombo che crea un fondo ideale per accogliere i pigmenti successivi. Senza questa preparazione, lo strato pittorico sarebbe difficile da controllare sulla superficie La buona riuscita di un dipinto è influenzata dalle proprietà degli strati preparatori più che da quelle del supporto. Luso del gesso è comune dal 2000 a.C. al 1500 a.C.
Supporti tessili Le fibre impiegate in campo tessile sono di origine vegetale o animale. Alla prima categoria appartengono il lino, la canapa, il cotone e la juta, costituite chimicamente da polisaccaridi e in particolare da cellulosa, un polimero costituito da molecole di -glucosio in catene di unità. Alla seconda categoria appartengono la lana, la cui composizione è basata su una proteina di nome cheratina, assai diffusa anche nel corpo umano in quanto costituisce i capelli e le unghie, e la seta, anchessa di composizione prevalentemente proteica (fibroina e sericina) I supporti tessili sono di interesse nellarte pittorica per quanto riguarda luso dei coloranti, in particolare nella tintura delle vesti ma anche nella produzione di arazzi. Di minore importanza è la pittura su stoffa, nella quale possono essere impiegati anche pigmenti
Supporti vetrosi o ceramici Il vetro e la ceramica sono spesso impiegati come supporti pittorici, al di là della possibilità di ottenere vetri e ceramiche colorati addizionando pigmenti alla miscela di preparazione. Esistono dei colori appositi di smalto per dipingere su questi supporti
Supporti parietali Le pareti sono impiegate per la pittura da almeno anni, a partire dalle pitture rupestri del Paleolitico fino agli odierni murales. Si può dipingere sulle pareti a secco, cioè sulla vernice già esistente o sul supporto nudo, oppure con la tecnica dell'affresco che richiede unadeguata preparazione. In questo caso sono necessari alcuni strati di intonaco intonaco Si possono distinguere due categorie principali di intonaci, a seconda che la materia prima sia calcare (carbonato di calcio, CaCO 3 ) o gesso (solfato di calcio biidrato, CaSO 4 ·2H 2 O). Queste sostanze assumono le caratteristiche richieste a seguito di reazioni chimiche ben definite
In entrambi i casi per ottenere il materiale è necessario riscaldare la materia prima: nel caso del calcare si ha la formazione di calce viva CaCO 3 CaO + CO 2 mentre nel caso del gesso si ha la perdita parziale di acqua con formazione del cosiddetto gesso di Parigi (solfato di calcio emiidrato, CaSO 4 ·½H 2 O) CaSO 4 ·2H 2 O CaSO 4 ·½H 2 O + 3/2H 2 O La decomposizione del calcare avviene a °C, quella del gesso a °C. A seguito dell'addizione di acqua si crea un miscuglio pastoso dalle proprietà plastiche che, dopo evaporazione dell'acqua stessa, riacquista le proprietà meccaniche del materiale di partenza; nel caso della calce l'addizione di acqua crea prima di tutto la calce spenta, Ca(OH) 2, che poi assorbendo anidride carbonica forma nuovamente carbonato di calcio: CaO + H 2 O Ca(OH) 2 Ca(OH) 2 + CO 2 CaCO 3 + H 2 O
Un cenno alla diagnostica Nellanalisi di opere pittoriche spesso si impiegano tecniche, come lXRF, che sono in grado di arrivare fino al supporto. In questo caso è utile conoscere il possibile contributo di questo strato allanalisi globale supporti vegetale (carta, papiro) Ca supporti vegetale (carta, papiro) Ca supporti sottili di natura animale (pergamena) Ca, Fe, S supporti sottili di natura animale (pergamena) Ca, Fe, S supporti legnosi (tele, sculture lignee) Ca supporti legnosi (tele, sculture lignee) Ca supporti tessili (stoffe, arazzi) Ca supporti tessili (stoffe, arazzi) Ca supporti sintetici di natura minerale (vetro, ceramica) Si, Al, Ca, Na, K supporti sintetici di natura minerale (vetro, ceramica) Si, Al, Ca, Na, K supporti parietali (muri, rocce) Ca, Si, Al, Fe, S supporti parietali (muri, rocce) Ca, Si, Al, Fe, S I contributi possono arrivare sia dal materiale costituente il supporto, sia da residui di sostanze impiegate per trattare la superficie (es. calce o gesso nella lavorazione della pergamena)