L’acquerello Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
il supporto di carta, di varie grammature, L’acquerello, impiegato fin dal 1700 nei disegni architettonici, anche per dare effetti pittorici alle immagini tecniche, si articola su 4 elementi fondamentali: il supporto di carta, di varie grammature, i pennelli, di svariate grandezze e tipi, il colore, di infinite tonalità e l’acqua, con cui il colore viene disciolto e reso applicabile con il pennello, su supporto cartaceo. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
La tecnica dell’acquerello per l’architetto. Su questa tecnica si ritiene opportuno soffermarsi, perché è quella più idonea per la rappresentazione cromatica manuale di un soggetto architettonico. Essa richiede velocità, decisione, assenza di ripensamenti: lo studente che avrà acquistato questi requisiti nell’esercizio grafico del disegno dal vero non avrà nessuna difficoltà nell’apprenderla e sarà per lui utilissima nel campo professionale. Arch. G. Romeo, - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof Valeria Macrì
Per lavorare, oltre all’acqua, alla carta, ai pennelli e ai colori, sempre da scegliere tra quelli di ottima qualità, occorre avere sul tavolo da lavoro una gomma morbida, una tavolozza o un piattino di porcellana o ceramica o di latta smaltata, su cui miscelare i colori, due bicchieri a base larga (per evitare che si ribaltino), una spugna grande e sintetica (per le grandi campiture), una spugna piccola e morbidissima per le correzioni insieme ad un fazzoletto di seta e ad un fazzoletto di pelle di daino morbida, e inoltre un raschietto, la carta assorbente bianca e la mollica di pane. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Il supporto. L’architetto che utilizza questa tecnica nel campo professionale difficilmente può lavorare sul classico supporto cartaceo della carta d’acquerello, perché i suoi elaborati sono prima eseguiti su carta lucida e poi stampati in copie eliografiche, o plottati, spesso in formati di misura libera che superano i normali formati cartacei in commercio. Quindi è bene che sin dall’inizio egli si eserciti ad applicare l’acquerello sulla copia del disegno stampato sul cartoncino – preferendo a quello martellato quello liscio e assolutamente privo della presenza del fondo, sempre leggermente grigiastro che renderebbe alterati i colori – e anche sulla copia eseguita sui vari tipi di carta su cui sono stampati i disegni CAD. . Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
I pennelli. Anticamente i pennelli erano legati in cannucce di penne e traevano il loro nome da quello dell’uccello che le forniva. Quelli adatti per l’acquerello, abitualmente realizzati con pelo di martora o anche sintetici, devono essere rotondi e non piatti (più adatti questi per rendere il fogliame, l’erba, le accentuazioni più precise), di grandezza adeguata all’estensione della superficie da colorare e della migliore qualità: un buon pennello non deve lasciar cadere i peli sul foglio ed una volta bagnato deve assumere una forma appuntita, per poter realizzare linee sottilissime. Il pennello non deve mai essere lasciato immerso nel bicchiere dell’acqua con la punta appoggiata sul fondo, perché potrebbe deformarsi e non essere più utilizzabile. Va condotto sul foglio con velocità e decisione, quasi sfiorandolo, senza esitazioni o ripensamenti, sempre gonfio di acqua colorata, senza ripassare sullo stesso tratto due volte, quando il foglio è ancora bagnato: solo quando l’acqua colorata è stata completamente assorbita dal foglio per rinforzare il tono cromatico si può tornare sul colore già applicato, per riapplicarlo in successive fasi, dette “velature”, fino ad ottenere la tonalità desiderata. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì Marcella Morlacchi, da Il libro del disegno. Nozioni di base per rappresentare l'architettura con la matita, con la penna, con il colore, con il computer , 2008.
In questa operazione di coloritura, rivolta sia ad immagini di carattere generale che a quelle di architettura, per ottenere un buon risultato è necessario saper ben maneggiare il pennello: la mano si può appena appoggiare sul foglio con la punta del dito mignolo, lasciando la massima libertà al movimento delle dita e i colori devono essere applicati con disinvoltura, seguendo il contorno degli oggetti. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
I colori. I pigmenti colorati si possono suddividere in tre categorie: colori minerali, vegetali e animali. I primi si presentano allo stato naturale, terroso o roccioso, sotto forma di sali, solfuri o ossidi di vari metalli tra cui il ferro – tra questi è la terra di Siena, l’ocra gialla, il blu oltremare naturale (lapislazzulo) etc. – ma possono essere ottenuti anche artificialmente con trattamenti chimici, come il rosso indiano, il giallo cadmio, il giallo cromo, l’azzurro cobalto, il Bruno Van Dick. I secondi provengono dal mondo vegetale, come ad esempio la lacca di garanza e il verde vescica, ed i terzi dal regno animale, come il carminio – che si ottiene dalla coccinella - la seppia… Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Per i rossi: vermiglione, rosso di cadmio, lacca di garanza, carminio; I colori più comuni da adottare per la tecnica dell’acquerello per l’architetto sono: Per i rossi: vermiglione, rosso di cadmio, lacca di garanza, carminio; Per il gialli: giallo ocra, giallo cadmio, giallo cromo, giallo indiano; Per gli azzurri: blu oltremare, blu di Prussia, blu cobalto; Per il verdi: verde oliva, verde smeraldo, terra verde, verde vescica; Per i bruni: Bruno Van Dick, terra di Siena bruciata, terra di Siena naturale e seppia. E’ bene adottare colori di buona qualità (i migliori per bellezza, purezza di tinta, finezza e resistenza sono quelli inglesi della casa Windsor e Newton), che si trovano in commercio in confezioni già predisposte, sia in tubetti che in pasticche rettangolari, ed anche sfusi, iniziando ad esercitarsi con pochi colori base, come il giallo, l’azzurro, il rosso e il bruno. Dai colori deve essere eliminato sia il nero (che insudicia ed opacizza l’effetto colorato) che il bianco (che toglie al colore la trasparenza) che è estremamente necessario invece nella tecnica dei colori a tempera. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Esercizi. Con gli esercizi seguenti si esercita l’occhio a percepire le varie sfumature di tono ottenibili e quindi a scegliere i colori da miscelare per ottenere la tonalità desiderata: il verde si ottiene miscelando il blu e il giallo, il nero mescolando il carminio al verde etc… Per il primi esercizi occorrono un pennello di martora n.8, un foglio di carta d’acquerello di un album predisposto, detto album degli esercizi, alcuni tubetti o pasticche di colori base, un pacchetto di salviettine di carta, un bicchiere a base larga, colmo d’acqua e una scodellina. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Il primo esercizio, per chi non ha alcuna esperienza, è quello di miscelare un solo colore con l’acqua, cominciando, ad esempio, con il grigio di Payn, per ottenere le varie sfumature di grigio, esercizio che si può considerare tra i più noti per prendere confidenza per prendere confidenza con le gradazioni di colore ottenibili da un solo colore tramite strati successivi di velature: l’allievo è guidato a costruirsi una propria scala cromatica di una tinta scelta a piacere, predisponendo, su un foglio d’album, una tabella con un certo numero di rettangoli (di dimensioni pari circa a 3cm per 2 cm) o di quadrati (di circa 3cm per 3cm) uguali disegnati a matita e a righe a squadra da campire con l’acqua colorata ottenuta miscelando nella scodellina l’acqua con il colore all’acquerello. Su questi rettangolini si applica una prima mano di colore in modo da ottenere su tutti il colore identico, e poi quando il foglio è asciutto, una seconda mano, escludendo il primo quadratino, che risulterà più chiaro, rappresentando il primo tono della scala cromatica. Si passa quindi il terzo velo d’acquerello su tutti i quadratini escludendo i primi due, e così di seguito si prosegue l’operazione: se i quadratini sono dieci il decimo avrà dieci velature, risultando di colore più intenso. Un altro metodo è quello di aumentare l’acqua con un contagocce, diminuendo via via l’intensità del colore. Arch. G. Romeo, - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof Valeria Macrì
Il secondo esercizio è quello di miscelare tra loro due colori primari, ad esempio il giallo e il blu, realizzando in questo caso varie tonalità di verde, sempre adottando lo schema della tabella descritta per il primo esercizio. Il procedimento è il seguente: dipinti omogeneamente, ad esempio di giallo, tutti quadratini, si passa su tutti, escluso il primo, una velatura di colore blu oltremare, miscelato con acqua in una scodellina – e poi quando il foglio si è asciugato si applica nuovamente su tutti i quadretti, esclusi i primi due e così via, ottenendo una gradazione di toni azzurri. Sono certamente utili ulteriori esercizi di miscelazione di più colori: il rosso ad esempio si può miscelare con il giallo per ottenere l’arancio, con l’oltremare o il blu di Prussia per avere il viola, con il verde per ottenere i toni scuri dei marroni e dei bruni etc. Dai colori deve essere eliminato il nero, che insudicia e opacizza l’effetto colorato, realizzandolo in alternativa mescolando il carminio al verde. Gli esercizi portano a raggiungere una padronanza sufficiente della materia, per individuare e percepire le varie sfumature di tono ottenibili, e quindi scegliere i colori più idonei da miscelare per ottenere il tono voluto. Arch. G. Romeo, - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof Valeria Macrì
Il terzo esercizio è quello volto a raffinare gli elementi tridimensionali, disegnando un certo numero di cubi uguali di circa 3 cm di lato, e realizzando l’effetto di ombra, tramite successive velature, applicate secondo il procedimento precedente. La padronanza delle tecniche cromatiche è molto importante per l’architetto che nella sua professione si occuperà di edifici immersi nella realtà del colore, dell’edificio singolo da restaurare a interi centri storici sui quali interviene con piani di tutela cromatica a salvaguardia della loro immagine. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
La correzione dei colori dell’acquerello. Per cancellare il colore non voluto si passa l’acqua con il pennello inumidito sulla zona interessata e poi, strizzato il pennello, o con le dita o con la pezzetta asciutta, si risucchia l’acqua con il colore da togliere ripetendo l’operazione anche più volte se occorre. Certo è meglio evitare qualsiasi correzione, perché la caratteristica della tecnica dell’acquerello è proprio quello della purezza assoluta della pennellata senza ripensamenti che rende luminosa la resa cromatica. Per schiarire qualche tinta risultante troppo accesa occorre la gomma e la carta assorbente o, al suo posto, il fazzoletto di seta o la pelle di daino. Il procedimento da eseguire è il seguente: quando il foglio acquerellato è perfettamente asciutto, con il pennello rigonfio di acqua pulitissima, si inumidisce la parte da correggere; poi, dopo aver tolto la carta assorbente leggermente premuta l’umidità superflua, si strofina la parte umida ripetutamente e con molta leggerezza, con la gomma o con la mollica di pane, per evitare che il supporto di deteriori. Per togliere le macchie di colore eventualmente apparse sul foglio già acquerellato, si copre tutto il disegno con un foglio di carta pesante sul quale è stato praticato in precedenza un foro in corrispondenza della macchia e ad essa identico; quindi, con la spugnetta bagnata con acqua calda, si strofina la parte scoperta fino ad eliminare la macchia. A questo punto si toglie il foglio con il foro e si comprime la parte ancora umida, prima con la spugnetta asciutta e poi con la carta assorbente, e quando la parte che ha subito il trattamento è perfettamente asciutta, la si acquerella con la punta del pennello, con puntini serrati e vicinissimi in modo da colorarla perfettamente intonandola al colore circostante. Per togliere le macchie di colore eventualmente sgocciolate dal pennello troppo rigonfio d’acqua sul foglio, invece, occorre procedere immediatamente, o risucchiandole con la punta del pennello umido e pulitissimo, o con la spugnetta in modo da non permettere al colore di essere assorbito dalla carta. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Gli effetti di luce. Per ottenere effetti di luce brillanti come il luccichio delle foglie o di un vetro si può adoperare il raschino, da tenere sempre affilato, o inumidire con la punta del pennello rigonfia d’acqua le parti che si vogliono fare brillare e poi togliere di colpo il colore, con decisione e precisione, con il fazzoletto di seta avvolta attorno al pollice: un altro sistema è quello di strofinarvi sopra la gomma, ma occorre molta attenzione perché si rischia di togliere il colore anche dove non occorre. Esiste anche un apposito liquido, da applicare con il pennello nelle parti che devono rimanere luminose, e che forma una pellicola di protezione sul foglio; pellicola che si toglie facilmente quando il foglio è asciutto lasciando bianche le parti protette. Il miglior effetto di luce si ottiene infatti con il colore bianco del supporto cartaceo. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
L’applicazione dell’acquerello a tavolino: un metodo di lavoro. Per applicare il colore ad acquerello su un elaborato grafico di rilievo di architettura è bene rispettare alcune regole di posizione. Le fotografie a colori del soggetto rilevato vanno poste direttamente al di sopra del foglio, tenuto perfettamente orizzontale sul tavolo da lavoro; la fonte di luce, sia naturale che artificiale, deve essere sempre posizionata a sinistra dell’immagine, per permettere di avere la più ampia e completa luminosità, non ostacolata dall’ombra della mano; se chi lavora è mancino, la luce deve essere posizionata a destra. Un foglio di carta bianca, preferibilmente assorbente, pronto per assorbire eventuale acqua sgocciolata sul disegno, va sempre tenuto alla base di tutto il foglio da colorare, anche per evitare che il disegno perda la sua freschezza per il contatto della mano, del pennello o di qualsiasi altro oggetto; la scatolina dei colori con il piatto di porcellana, i pennelli e il bicchiere con l’acqua pulitissima, vanno posizionati sul lato destro dell’immagine. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Il colore deve essere applicato rapidamente e senza ripensamenti, a partire dalle parti più chiare, apponendo prima di tutto, sui vetri delle finestre, il tono trasparente dell’azzurro del cielo (blu di Prussia in due velature e blu cobalto per i riflessi) fino alle più scure e applicando poi alla coperture il colore delle tegole (seppia e rosso inglese), perché l’eventuale fuoriuscita del colore dalla copertura al sottostante intonaco più chiaro viene sempre assorbita dall’ombra prodotta dalla sporgenza della falda del tetto sulla parete. Infine si stendono i toni degli intonaci a calce nei fondi tra gli ordini architettonici (ocra gialla, terra di Siena, garanza naturale, rosso inglese chiaro e garanza rosa), e si applicano per ultimi i colori più scuri (bruno o verde bottiglia) della persiane e dei portoni. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Infine vanno posizionate con precisione le ombre, acquerellate sui toni del grigio azzurro (oltremare, Bruno Van Dick, carminio o grigio Paine), dopo avere disegnato il contorno preciso con la squadra e con la matita dalla mina dura per esempio la mina H o 2H su foglio asciutto già acquerellato. Questa fase è la più laboriosa, ma forse la più importante per la buona riuscita dell’operazione. Quando l’acquerello è impiegato per realizzare un rilievo architettonico cromatico occorre guardare attentamente il colore pre-sente sul manufatto per realizzare una vera e propria sintesi scientifica, senza indulgere a nessuna fantasia artistica: l’operazione ha l’obbiettivo della documentazione e deve essere quindi rigorosamente obiettiva. Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì ETTORE ROESLER FRANZ,1880
Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì Egon Schiele
Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Alcuni esempi: Alessandro Anselmi Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Alcuni esempi: Carlo Aymonino Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Alcuni esempi: Massimiliano Fuxsas Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Alcuni esempi: Renzo Piano Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Alcuni esempi: Renzo Piano Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì
Alcuni esempi: Renzo Piano Arch. Giuseppe Romeo - Corso di Disegno del Paesaggio 2011 - Prof V. Macrì