LICEO CLASSICO STATALE “ PLAUTO”

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Transcript della presentazione:

LICEO CLASSICO STATALE “ PLAUTO” EDUCAZIONE AMBIENTALE

Lo scopo del progetto ”Il Plauto in Verde” è la conoscenza più approfondita dei luoghi che ci circondano con lo studio del territorio in cui viviamo,per far scaturire in tutti noi atteggiamenti rispettosi e volti alla tutela dell’ambiente. La tutela dell’ambiente è sancita dall’articolo 9 della Costituzione

Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Abbiamo cercato di sviluppare la consapevolezza per azioni di salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente scolastico e e non solo.

Primo passo:individuazione dell’area per l’impianto di un giardino di piante succulente per la valorizzazione dell’ambiente scolastico

Partendo dalla Scuola abbiamo percorso le vie di Spinaceto e ogni mese abbiamo effettuato l’esplorazione di un quartiere diverso Nel panorama romano il Municipio XII, con i sui 184 Km quadrati di estensione,il nostro quartiere, costituisce uno dei più estesi territorialmente. Il termine Spinaceto appare storicamente già dal 1536 per indicare una tenuta confinante con quella di Decima; il Piano Regolatore Generale decreta la nascita ufficiale dell'Eur-Spinaceto nel 1965.

Lo studio dei viali alberati , che sono intimamente connessi alla storia delle città e costituiscono un patrimonio da salvaguardare, ci ha impegnati per diversi mesi.

Dalle nostre ricerche è emerso che sembrano resistere bene in città: all’anidride solforosa: Quercus rubra, Tilia cordata; ai fluoruri: Acer campestre e platanoides, Quercus robur; all’ozono: Acer saccharinum, Fagus sylvatica, Liriodendron tulipifera; Riescono a ridurre il rumore: Acer pseudoplatanus, Tilia platiphyfillos, Carpinus betulus; Riducono la carica batterica dell’aria : Liquidambar, Chamaecyparis, Pinus silvestris; Presentano resistenza alla siccità :Celtis, Cercis, Gleditschia, Cedrus.

Abbiamo posto l’accento sullo studio anche della fauna urbana, cioè ci siamo interessati di quegli animali che scegliendo le aree urbane vivono a contatto con l’uomo. Oltre alle grandi quantità di cibo, questi ambienti antropizzati forniscono altri vantaggi: il calore che si disperde dagli edifici riscaldati rende le città più calde, le case forniscono i luoghi adatti per costruire nidi e/o tane i parchi costituiscono un'ottima alternativa alle zone incolte, infatti non si incontrano i comuni predatori degli habitat naturali.

TESTACCIO: Architetti che lo hanno realizzato Con cadenza mensile abbiamo analizzato un quartiere ad uscita, studiandone la geologia del terreno, l’architettura, la storia. Abbiamo iniziato con il Testaccio TESTACCIO: Architetti che lo hanno realizzato 9. Arch. Magni 11. Arch Pirani 12 Arch. Sabbatini 13Arch. Palmerini 14 Ing. Broggi

Testaccio il cui nome deriva dal cosiddetto "monte" (mons Testaceus) , alto circa 30 m, formatosi con i cocci delle anfore provenienti dalla Spagna,tali anfore, di datazione compresa tra I e III secolo d. C. è il XX rione di Roma.

Il nuovo ruolo di capitale d’Italia innescò a Roma un intenso processo di cambiamento , l’area venne identificata come zona destinata ad ospitare gli stabilimenti industriali e le abitazioni operaie. Il progetto fu attuato interamente solamente con riguardo alle strutture del nuovo Mattatoio che vennero realizzate in tre anni, al termine dei quali, nel 1891, fu inaugurato un impianto moderno e funzionale, mentre gli alloggi e le infrastrutture (rete idrica, elettrica, fognaria.) rimasero carenti determinando condizioni di vita precarie e inadeguate. Il regime fascista contribuì in parte all’espansione edilizia, come ancora oggi testimoniano le architetture di alcuni edifici del quartiere.

In concomitanza con l’analisi del territorio abbiamo continuato a lavorare a scuola, una volta a settimana, in orario pomeridiano alla realizzazione di un’aiuola di piante succulente

Come veri protagonisti di azioni di salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente scolastico ci siamo impegnati nel miglioramento degli spazi esterni alla scuola che molto spesso non vengono adeguatamente sfruttati e su cui si manifesta quindi una scarsa conoscenza dell’opportunità che è data. In particolare abbiamo messo a dimora alcune piante.

I Magazzini della Mira Lanza si affacciavano sul Lungotevere dei Papareschi. Qui giungeva e veniva riposta la materia prima (gli scarti del mattatoio), attraverso binari interni allacciati alla ferrovia o al sottostante porto fluviale

Dopo la visita al quartiere Marconi e agli ex stabilimenti ci siamo chiesti:dopo un'ottima frittura cosa ne fai dell'olio rimasto? Versarlo nello scarico del lavandino, o del bagno, non è possibile poiché, essendo molto denso, non si diluisce in acqua e può causare un intasamento degli scarichi. Anche gettarlo nell'immondizia creerebbe comunque un disagio. Allora? Abbiamo utilizzato l'olio per fare il sapone.

il sapone si ottiene facendo reagire grassi con un idrossido (ad esempio la soda caustica NaOH). I grassi possono essere di origine animale o vegetale; questi ultimi sono generalmente chiamati oli. trigliceridi + idrossido di sodio (aq) –> sapone + glicerolo Il sapone è generalmente un sale di sodio o di potassio di un acido carbossilico alifatico a catena lunga, caratterizzato da una testa polare idrofila e una coda apolare idrofoba Il sapone è dunque un sale ottenuto da un acido debole (il trigliceride) e una base forte (ad esempio la soda). Come tale subisce idrolisi basica, la quale dà luogo a una soluzione con prevalenza di ioni OH¯. L’acqua saponata ha infatti un pH leggermente basico di circa 8,5.

polietilene tereftalato o polietilentereftalato PET   Il PET è un materiale riciclabile.   Riciclare PET significa tutelare l’ambiente. La sigla PET indica un materiale plastico molto resistente, appartenente al gruppo dei poliesteri. PET   polietilene tereftalato o polietilentereftalato  

Bisogna pensare allo smaltimento dei rifiuti come all'inizio di un nuovo ciclo di vita dei materiali. Ottimizzare il processo che porta dalla demolizione o decostruzione, al riuso e riciclo dei materiali, è necessario per risolvere il problema del loro impatto ambientale.  

Progetto realizzato con la collaborazione della Associazione “ ARS IN URBE”