La pittura nel ‘700 A cura della prof. ssa Claudia Perrone.

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Transcript della presentazione:

La pittura nel ‘700 A cura della prof. ssa Claudia Perrone

Iniziamo il nostro percorso! Itinerario nelLa pittura del 1700

La pittura nel ‘700 La pittura nel secolo XVIII si è sviluppata e manifestata in vari modi , iniziamo allora con una mappa per chiarirci le idee... introduzione

La pittura nel ‘700 Le idee chiave Trionfo di luce e colore Vedutismo genere neoclassica

Trionfo di luce e colore Nelle chiese e nelle residenze nobiliari del XVIII secolo le decorazioni erano affidate a motivi ornamentali in legno e stucco ma nelle sale di rappresentanza spesso le pareti erano decorate con grandiosi affreschi come quelli del veneziano Giambattista Tiepolo (1696-1770) Giambattista Tiepolo, Venezia riceve I doni da Nettuno, 1758 Venezia, Palazzo Ducale

Trionfo di luce e colore La pittura di Tiepolo, monumentale e celebrativa, utilizza soprattutto soggetti storici, mitologici e allegorici. Le sue composizioni si caratterizzano per la scioltezza del disegno, la rapidità della pennellata, la luminosità dei colori pastello, gli spettacolari scorci prospettici, le ardite soluzioni illusionistiche. L’artista ha lavorato in diverse città del nord Italia ed all’estero: in particolare in Germania a Würzburg, dove ha decorato la residenza del principe di Franconia. Negli ultimi anni della sua vita Tiepolo lavora alla corte di re Carlo III di Spagna, per decorare con l’aiuto dei suoi figli il Palazzo Reale.

Trionfo di luce e colore Questo affresco, realizzato in occasione delle nozze di un esponente della famiglia Rezzonico, considerato tra le opere più importanti del Tiepolo, rappresenta i due sposi seduti sul carro del Sole, trainato da quattro cavalli bianchi, in compagnia di divinità e figure allegoriche. La composizione è movimentata, caratterizzata da un festoso tripudio di luci e colori. Giambattista Tiepolo, L’Allegoria nuziale, particolare , 1757 , affresco, Venezia, Ca’ Rezzonico

Il Vedutismo La pittura di paesaggio già affermtasi come genere autonomo nel Seicento, ottiene nel Settecento un vasto successo. A Venezia, in particolare, si sviluppa un genere tipico del Rococò: il vedutismo. Canaletto, Ritorno del Bucintoro al molo il giorno dell’Assunzione, 1734 circa Windsor, Royal Collection

Il Vedutismo La città lagunare è infatti meta di numerosi turisti stranieri che acquistano dipinti di piccolo e medio formato, raffiguranti vedute fedeli o fantastiche della città, per portare a casa souvenir dei luoghi visitati. I vedutisti più famosi sono Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto (1697-1768) e Francesco Guardi (1712-1793)

Camera ottica, (da Jombert, Méthode pour apprendre le dessin, 1755). Il Vedutismo Le vedute di Canaletto sono il più fedeli possibile alla realtà. L’artista veneziano utilizza a tale scopo la camera ottica , una scatola dotata di lenti e specchi per proiettare sul foglio l’immagine ridotta del paesaggio che intende raffigurare; grazie a tale strumento Canaletto crea composizioni prospetticamente precise e ricche di dettagli. Camera ottica, (da Jombert, Méthode pour apprendre le dessin, 1755).

Il Vedutismo La tela rappresenta il Canal Grande di Venezia durante lo svolgimento di una regata. Il dipinto , con grande esattezza prospettica, colori ricchi e squillanti e ricchezza di dettagli, comunica l’animazione della folla in una giornata di festa Canaletto, Regata sul Canal Grande, 1734-1744 , olio su tela, 133 x 182 cm, Londra, National Gallery

Il Vedutismo Francesco Guardi predilige invece le vedute di fantasia, dette “capricci”, perchè combinano insieme elementi del paesaggio reale con rovine ed edifici tratti da luoghi diversi e immaginari. Francesco Guardi, Capriccio con motivi veneziani, 1760 , olio su tela, 33 x 51 cm, Verona, Museo di Castelvecchio

Il Vedutismo Le vedute di Francesco Guardi sembrano quasi irreali, anche perchè le forme non sono nitide, la luminosità è soffusa. I colori sono tenui e le figure appena abbozzate. Francesco Guardi, Il Rio dei Mendicanti, nd , olio su tela, 19 x 15 cm, Bergamo, Galleria dell’Accademia Carrara

La pittura di genere Oltre alla pittura di paesaggio, nel Settecento altri generi pittorici rispondono al desiderio illuminstico di indagare la realtà: ritratto, natura morta, scene di vita quotidiana (la cosiddetta “Pittura di genere”) Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, I calzolai, 1730, olio su tela, 172 X 195 cm, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo

La pittura di genere Le scene di vita quotidiana della pittura di genere, in particolare, documentano i caratteri della società settecentesca, descrivendo sia gli svaghi ed i passatempi della classe benestante, sia l’umile esistenza delle classi più povere. Pietro Longhi, Concerto in casa, 1755-1760 circa, olio su tela, 50 x 62 cm, Milano, Brera Giacomo Ceruti, Portarolo seduto con cesta, uova e pollame, olio su tela, Milano, Brera

La pittura neoclassica L’arte neoclassica rifiuta le frivolezze del Rococò e supera la concezione dell’arte come imitazione della natura. Il Neoclassicismo imita la purezza delle linee e la semplicità delle forme classiche, note anche grazie alle scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei avvenute all’inizio del secolo XVIII. Per i neoclassici il mondo antico è un modello estetico e morale da imitare. Questi artisti ritengono che i greci abbiano raggiunto ciò a cui ogni artista deve aspirare: il bello ideale. L’opera d’arte deve rappresentare il meglio della natura purificato da ogni imperfezione ; le figure non devono esprimere passioni intense ma comunicare serenità e compostezza anche nel dramma. L’atteggiamento calmo e severo è, infatti, segno di nobiltà d’animo.

La pittura neoclassica Lo stile del dipinto neoclassico, è caratterizzato perciò dalla contenuta drammaticità delle scene, dalla semplicità della composizione, dal contorno nitido del disegno. Jaques-Louis David, I littori riportano a Bruto I corpi dei figli, 1789, olio su tela, Parigi, Louvre

La pittura neoclassica Questi caratteri della pittura neoclassica li ritroviamo, per eccellenza, nella pittura di Jacques-Louis David (1748-1825), un fervido sostenitore della Rivolouzione francese e poi sincero ammiratore di Napoleone. David sosteneva la necessità di tornare all’arte antica per recuperare gli ideali perduti e le virtù morali (forza, eroismo, valore) capaci di rinnovare la società del suo tempo. Lo spirito rivoluzionario dell’artista lo portava in molti dei suoi quadri, a creare dei veri e propri manifesti politici che avevano il fine di insegnare e di convincere non quello di commuovere.

La pittura neoclassica Un esempio dei caratteri distintivi della pittura di David lo ritroviamo nel “Giuramento degli Orazi”, soggetto tratto dalla leggenda dei tre fratelli romani che si scontrarono in duello con i tre fratelli Curiazi di Alba Longa per risolvere la guerra tra le due città. La vittoria spettò ai Romani perchè solo uno degli Orazi sopravvisse allo scontro. Il quadro raffigura il momento in cui i tre Orazi giurano al padre di combattere con lealtà fino alla morte. Osserviamo l’opera

La pittura neoclassica Jaques-Louis David, Il giuramento degli Orazi, 1784, olio su tela, 330 x 425 cm, Parigi, Louvre

La pittura neoclassica Un’altra opera di David che esalta le virtù morali e gli ideali rivoluzionari è: “La morte di Marat”, che ripropone un fatto contemporaneo (l’uccisione del rivoluzionario Marat), ma lo ambienta in un atmosfera fuori del tempo. La figura di Marat assume così un significato universalmente valido: la grandezza morale di un uomo sempre fedele ai propri ideali politici. Osserviamo l’opera

La pittura neoclassica Jaques-Louis David, La morte di Marat, 1793, olio su tela, 162 x 128 cm, Bruxelles, Musei Reali di Belle Arti

prossima lezione di Storia dell Arte !!! Fine della Lezione! Arrivederci alla prossima lezione di Storia dell Arte !!!