LUIGI PIRANDELLO
IL TEATRO
Il teatro italiano prima di Pirandello Teatro Borghese Verista sentimentale Teatro di poesia Teatro del Grottesco Stessi canoni del Verismo, ma con un ruolo maggiore per il sentimento. Giacosa Teatro in versi, situazioni fiabesche od oniriche. D’Annunzio, Sem Benelli Violenti contrasti che evidenziano le contraddizioni della società e dell’individuo. Satira antiborghese. Chiarelli
FASI DEL TEATRO PIRANDELLIANO 19101916 : VERISMO REGIONALE, ATTENZIONE AL DIALETTO (Liolà) 19171922 : RELATIVISMO, SMASCHERAMENTO FALSI PERBENISMI, DENUNCIA RUOLI ESISTENZIALI (Così è, se vi pare – Enrico IV) 19211930 : TEATRO NEL TEATRO ( Sei Personaggi…)
Se la vita è intesa da Pirandello come finzione, il teatro in quanto fondato proprio sulla finzione scenica gli appare il mezzo più adatto per rappresentarla.
Dal 1910 Pirandello ebbe il primo contatto con il mondo teatrale Dal 1915 Pirandello divenne soprattutto scrittore per il teatro, anche se non abbandonò mai la narrativa. Tra 1916 e il 1918 scrisse e fece rappresentare una serie di drammi che modificavano profondamente il linguaggio della scena del tempo
E’ la cosiddetta fase del “teatro siciliano”, tra cui possiamo citare Pensaci, Giacomino!, Liolà, Il berretto a sonagli e La giara - che vedono Pirandello lavorare in costante interscambio con novelle e capitoli di romanzo, che spesso costituiscono la base per l’invenzione drammaturgica vera e propria. Ricordiamo inoltre le opere: Così è (se vi pare), Il piacere dell'onestà (1917), Il giuoco delle parti (1918), che è la fase umoristica, e queste rappresentazioni suscitarono nel pubblico e nella critica reazioni sconcertate.
La prospettiva relativistica e fortemente critica nei confronti delle convenzioni borghesi poggia su alcuni elementi ricorrenti: la presenza di un protagonista che, più che agire, s’interroga sulla propria identità e sul modo in cui è visto dagli altri; la scomposizione della “forma” ufficiale della realtà per mezzo della deformazione ironica; la paradossale e amarissima presa di coscienza che per vivere è tuttavia necessario giocare una parte o vestire una maschera
I capolavori "Sei personaggi in cerca d'autore" ed " Enrico IV ", entrambi del 1921. Nel 1925 fonda la "Compagnia del teatro d'arte" con i due grandissimi interpreti dell'arte pirandelliana: Marta Abba e Ruggero Ruggeri, con i quali intraprende il giro d'Europa e delle due Americhe, mentre ovunque crescono i consensi alla sua opera e della sua fama
Dal 1920 il teatro di Pirandello cominciò a conoscere il successo di pubblico. I Sei personaggi in cerca d'autore rivoluzionavano radicalmente il linguaggio drammatico
Sei personaggi in cerca d’autore Con la “prima” dei Sei personaggi in cerca d’autore, il teatro di Pirandello conosce la terza svolta significativa, quella del metateatro, in cui la riflessione sulla reale consistenza della condizione umana porta a disgregare progressivamente (come si vede nella trilogia che ai Sei personaggi fa seguire Ciascuno a suo modo nel 1924 e Questa sera si recita a soggetto nel 1930) le regole stesse della pratica della messa in scena.
Nei Sei personaggi perfino l’identità dei soggetti sul palcoscenico è messa in discussione: lo spettatore non sa se è di fronte a dei personaggi o delle figure reali. I sei personaggi compaiono sulla scena dove sta per allestirsi una commedia di P. (Il giuoco delle parti) e chiedono un autore che li guidi, che dia loro personalità e crei un intreccio. I piani narrativi sono due: quello della vicenda dei personaggi, da loro raccontata come già avvenuta, e quello degli attori che dovrebbero impersonarli nel presente senza riuscirci, divenendo a loro volta pubblico insieme agli spettatori in sala.
Metateatro Definita anche come “teatro nel teatro”, è la fase in cui Pirandello riflette, attraverso l'artificio di trasportare all'interno della rappresentazione la messa in scena stessa, sulla natura fittizia ed illusoria dell'attività teatrale e, più in generale, sul fatto che ogni nostra attività nella vita reale avviene su un "palcoscenico" di cui sono spettatori gli altri; il procedimento - non inedito nella storia del teatro: basti pensare a Plauto, Goldoni o a Shakespeare e al suo Amleto, è comunque uno dei tratti distintivi del teatro pirandelliano, e getta le base per gran parte del teatro e della letteratura d'avanguardia del Novecento
Il conflitto tra forma e vita (o tra realtà e rappresentazione finzionale) viene trasposto oltre la “quarta parete” scenica, analizzando dalle radici la possibilità stessa di una finzione separata dalla vita, nella distanza incolmabile tra ciò che i personaggi sono e ciò che sono chiamati ad essere in scena.
Quarta parete Quarta parete, o creazione del teatro aperto o problematico. In precedenza il teatro tradizionale specie quello verista e naturalista, voleva che tra il mondo rappresentato e il mondo della rappresentazione non ci fosse nessun contatto. Si intendeva, dunque, che il palcoscenico fosse una scatola chiusa, cioè una stanza a quattro pareti dove la quarta parete è quella trasparente che separa il palcoscenico della platea, il mondo rappresentato del mondo della rappresentazione.
Pirandello propose di abbattere tale quarta parete Un’esigenza che trova la sua giustificazione nel concetto di Pirandello della vita come un’enorme pupazzata. Se tutto il mondo è palcoscenico, che senso ha isolare il palcoscenico dal teatro? Questo spiega anche le altre due denominazioni: teatro aperto, in quanto coinvolge nell’azione anche gli spettatori, e teatro problematico, poiché tale coinvolgimento avviene mediante la proposta dei problemi lasciati insoluti dall’autore e che ciascuno spettatore deve risolvere da solo
L’opera è una, ma se la sua azione, oltre che i personaggi sulla scena, coinvolge anche quelli in platea, sollecitandoci non solo a partecipare, ma anche a fornire risposte ideologiche e culturali tali da integrare il dramma, allora essa diventa mille, diecimila, centomila quanti sono i fruitori e si arriva al concetto del teatro nel teatro o meta-teatro. Se il mondo è di per sé un’enorme pupazzata, quindi già teatro, dare una rappresentazione significa fare teatro nel teatro.
Sei personaggi in cerca d’autore La tragedia dei Sei personaggi è la tragedia dell'incomprensione e dell'orrore. Di quella impossibilità di esprimersi, di comunicare e di toccare un fondo concreto e vivo delle cose del mondo, che resterà anche nei drammi seguenti una delle caratteristiche dell'arte di Pirandello.
Sul palco di un teatro, durante alcune prove de Il giuoco delle parti, si presentano sei personaggi, inaspettatamente, con il bisogno di trovare chi rappresenta la loro storia. La storia dei personaggi “piombati” in teatro, interessa molto il capocomico: dal matrimonio tra il Padre e la Madre, nacque il Figlio, che fu affidato ad una persona, lontano dalla famiglia, per farlo crescere in buona salute Di questo, però, il Figlio ne soffrì, facendo maturare in lui un carattere scontroso. Durante la crescita lontana del Figlio, il Padre e la Madre si separarono: la donna s’innamorò del suo segretario; il padre favorì l’unione dei due, rinunciando, così, alla Moglie I due amanti si trasferirono in un’altra città e dalla loro unione nacquero tre figli: la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina; l’uomo, poco dopo morì, lasciando la famiglia in una crisi economica..
La Moglie fu, così, costretta a tornare nella vecchia città, per trovare lavoro: la “sartoria” di Madama Pace, che si rivelò, poi, essere una casa d’appuntamenti. La Figliastra iniziò a prostituirsi, poiché attirata in questo giro Nel frattempo, il Padre si recò alla “sartoria”, dove incontrò, a sua insaputa, la Figliastra. L’incesto, fortunatamente, fu evitato dalla Moglie. L’uomo, preso da un senso di vergogna e, venuto a conoscenza delle condizioni della Moglie, le propose di andare a vivere da lui, ma, il Figlio non accettò di buon grado, questi tre figli illegittimi. Un giorno, per “fuggire” da un discorso con la madre, il Figlio andò in giardino e, dopo aver assistito all’improvvisa morte della bambina (annegò nella vasca), estrasse la pistola dalla tasca e si sparò.
Tra gli attori e i Personaggi si apre ben presto un contrasto insanabile. Gli attori, nonostante gli sforzi, non riescono a rappresentare il dramma reale dei Personaggi, i loro sentimenti fondamentali, il vero essere di ciascuno: il dolore della Madre, il rimorso del Padre, la vendetta della Figliastra, lo sdegno del Figlio. Sulla scena tutto appare falso. Questa incomunicabilità, che rende la vita irrappresentabile, culmina nella scena finale in cui la storia finisce in tragedia, senza avere la possibilità di comprendere se essa sia reale o no I sei personaggi furono licenziati dal Capocomico, poiché perse la pazienza; gli attori, furono riconvocati in serata per la continuazione delle prove.
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La fase dei miti L’ultima fase del teatro pirandelliano coincide con quello che egli chiama il “teatro dei miti”: ambientato in un mondo lontano e favoloso qui l’esistenza è vissuta come un sogno, dove tutto è più puro. Ne fanno parte opere come La nuova colonia, Lazzaro e I giganti della montagna, rimasta incompiuta. Pirandello con queste opere pare proiettare la propria riflessione in una dimensione “altra”, utopica
La nuova colonia : trama Scritta nel 1926 e rappresentata per la prima volta nel 1928, vede un gruppo di sbandati e reietti della società sbarcare su un'isola per fondare una società giusta e libera da vincoli ed oppressioni. Tuttavia, il proposito idillico ed utopico (in cui pare riflettersi il sogno dell'"uomo nuovo" di molte ideologie novecentesche) è destinato all'insuccesso: lo sbarco sull'isola di padron Nocio, che porta donne e soldi, riaccende gli istinti egoistici insiti in ogni uomo; alla rovina dell'Eden corrisponde una sorta di catarsi conclusiva, quando un violentissimo terremoto fa affondare l’isola. Unici a salvarsi (e simboli di un residuo di ottimismo) sono La Spera, un'ex prostituta, e il suo figlio in fasce.
La perdita di fiducia nella possibilità di sistemare il reale, il relativismo conoscitivo, collegano Pirandello a quel clima culturale europeo del primo Novecento in cui si consuma la crisi dei fondamenti, della fiducia in una conoscenza oggettiva della realtà mediante gli strumenti della razionalità scientifica.