La fame di un bambino piccolo per l’amore e la presenza della madre è grande quanto la sua fame per il cibo… (Bowlby)
Che cos’è la teoria di attaccamento È una teoria spaziale: quando sono vicino a chi amo mi sento bene, quando sono lontano sono ansioso, triste e solo. L’attaccamento è mediato dal guardare, ascoltare e dal tenere.
Una relazione di attaccamento può essere definita da 3 caratteristiche: Ricerca di vicinanza Effetto base sicura Protesta per la separazione
I bambini allevati nelle istituzioni crescono meno bene e hanno dei ritardi nell’acquisizione del linguaggio e quando sono più grandi danno prova di una ridotta capacità di creare relazioni stabili, tendono a essere superficialmente amichevoli ma promiscui.
“La separazione prolungata di un bambino dalla propria madre durante i primi cinque anni di vita emerge come la causa più importante dello sviluppo di un carattere delinquenziale” (Bowlby)
Circolo negativo della nevrosi Il genitore trascurato emotivamente diventa il genitore trascurato di domani.
PERDITA, RABBIA, DOLORE
La propensione ad esperire l’angoscia e il dolore per la perdita sono i risultati ineluttabili di una relazione d’amore, del fatto di voler bene a qualcuno. Bowlby, 1973
Il bambino separato risponde all’assenza dei suoi genitori con sensazioni di rabbia furiosa e distruttiva. Ma se la madre è assente, o lei stessa è aggressiva o pronta a vendicarsi piuttosto che ad accettare la rabbia del bambino, il bambino può continuare ad albergare fantasie di vendetta e di odio che successivamente si manifestano nel comportamento delinquenziale. La determinazione a tutti i costi di non rischiare ancora una volta la delusione e la rabbia che puo’ derivare dal voler tanto qualcuno e non essere capaci di averlo, una politica di autoprotezione….(Bowlby)
Bambini in ospedale Tramite l’osservazione diretta Bowlby fu in grado di stabilire gli effetti sui bambini della temporanea separazione dai genitori. I bambini inizialmente diventavano facili al pianto e invocavano amaramente loro genitori e rifiutavano i tentativi degli operatori di distrarli. Successivamente subentrava la noia, l’apatia, i bambini si isolavano guardavano il vuoto, giocavano e mangiavano poco. Successivamente sembravano diventare attivi, “guarire”.
Tre fasi: Protesta Ritiro in se stessi Distacco
Anatomia del lutto La teoria della perdita di Bowlby è un’estensione della sua teoria dell’angoscia da separazione. Dato che chi cerca attenzione e chi ne dà formano un’alleanza reciproca (partnership) e dato che la dinamica dell’attaccamento prosegue per tutta la vita, l’angoscia da separazione sorgerà ogni volta che vengono minacciate le relazioni genitore-figlio, adulto-coniuge, adulto-compagno.
Bowlby vede la relazione di lutto come un particolare caso di angoscia da separazione considerando il fatto che la perdita è una forma irreversibile di separazione. Egli crede che la risposta psicologica al trauma della separazione sia programmata biologicamente.
4 fasi del lutto Torpore: chiusura emozionale in cui sono soppresse tutte le emozioni, o viene negata la realtà; Bramosia, ricerca, collera: ricerca per l’oggetto perduto. La persona abbandonata ripassa nella mente ogni dettaglio degli eventi che ha hanno condotto alla separazione in una specie di “replay” convulsivo.
Solo se può tollerare lo struggimento, la ricerca più o meno conscia, l’esame apparentemente infinito dei perché e dei come è avvenuta la perdita e la collera verso tutti quelli che possono esserne responsabili, inclusa la persona morta, egli può gradatamente giungere a rendersi conto che la perdita è in realtà permanente e che la vita deve prendere una nuova forma. (Bowlby, 1982)
La collera Solo se è possibile muovere a qualcuno la speranza che forse in qualche modo miracoloso la scoperta del “cattivo” porterà alla cura della perdita… Bowlby, 1961
3-4 Disorganizzazione, Disperazione, Riorganizzazione La perdita getta lo scompiglio nel mondo interno della persona che la soffre. Tutte le aspettative e le attese che dipendevano dalla presenza della persona amata ora vengono messe in dubbio. Nella fase di disorganizzazione si continua a mettere in dubbio e a ricercare ma l’oggetto non esiste più…