La valutazione economica della sostenibilità in agricoltura

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La valutazione economica della sostenibilità in agricoltura Aula Magna della Facoltà di Agraria 22 Novembre 2012 La valutazione economica della sostenibilità in agricoltura Gabriele Dono Università degli Studi della Tuscia, Viterbo - Italy Convegno sull’Agricoltura sostenibile

Gli economisti hanno iniziato a discutere del tema indicando che un sistema è sostenibile quando le sue scelte generano un livello d’utilità, o di consumo, della Società che non si riduce con il trascorrere del tempo (Hartwick – Solow). La sostenibilità definita in questo modo non implica la condizione d’efficienza e, per converso, identifica schemi di consumo che sono efficienti, ma che possono non essere considerati sostenibili.

Un’altra definizione di sostenibilità si basa sull’ipotesi che si possano sostituire tra loro capitali naturali e capitali riproducibili. Così, se la generazione corrente intacca la dotazione di risorse naturali non rinnovabili, il sistema resta sostenibile se viene ampliato lo stock di capitale fisico e di conoscenze scientifiche e tecnologiche trasmesso alle generazioni future (Solow). La sostenibilità debole si consegue quando un sistema mantiene nel tempo il valore aggregato dello stock di capitale totale, ossia il valore del capitale naturale più quello del capitale riproducibile. Così, offre alle generazioni future le stesse opportunità di produzione del presente (Tietenberg).

La sostenibilità forte: le generazioni del presente non devono intaccare il valore totale dello stock del capitale naturale. Solo così si mantiene nel tempo il potenziale economico e il livello d’utilità della Società (Pearce et al., Barbier, Markandaya). Si chiede di preservare il valore aggregato del capitale naturale più che uno specifico livello di dotazione fisica. Ciò rende accettabile che, ad esempio, si riduca lo stock di foreste pluviali tropicali purché si compensi con l’espansione delle foreste nelle aree temperate.

La difficoltà di valutare stock delle risorse naturali ha spinto a elaborare il criterio della sostenibilità ambientale. Garantire alle generazioni future un flusso fisico di risorse, più che loro valore totale: stima di prelievi sostenibili (ad esempio, risorse forestali e ittiche). Integrare analisi economica e biologica e simulare, ad esempio, meccanismi riproduttivi risorse ittiche per stimare prelievi sostenibili e non volume totale dei banchi di pesce da preservare.

Difficoltà: simulare la reazione riproduttiva dei sistemi biologici sottoposti ai vari stress cui sono sottoposti dall’azione dall’uomo (ad esempio effetto selettivo delle catture, etc.)

Sostenibilità ambientale influenzata dai limiti alla sostituibilità tra risorse diverse. Ecosistemi con funzioni di sostegno alla vita e regolazione equilibri climatici basilari per la sopravvivenza di varie specie e non sostituibili con capitali fisici o intellettuali (zone umide) . Si stima il valore delle funzioni ricreative di quelle zone ma è difficile stimare il contributo agli equilibri ecologici. Rispettare parametri fisici e non dati economici.

Boulding e Daly: i principi di conservazione della materia e leggi termodinamica condannano sistema a scarsità (nessuna tecnologia potrà modificare la tendenza ad aumento entropia). Orientare il sistema verso stato stazionario in cui la sostenibilità si ha quando l’entità dei rifiuti generati da produzione e consumo non supera la capacità di riciclaggio del sistema. Uso sostenibile delle risorse nel lungo periodo: la capacità di riciclaggio non supererà la quantità di energia che entra nel sistema, che corrisponde al flusso (costante) dell’energia solare.

Ancora un altro criterio: gli equilibri ecologici sono complessi e delicati, e spesso hanno la funzione cruciale di supporto alla vita. Una condizione sostenibile assicura stabilità e resilienza al sistema. Valutare fattori che possono modificare gli equilibri del clima e su quelli che, riducendo ricchezza popolazioni biologiche, inducono perdita di biodiversità: a. prelievo risorse rinnovabili non superi i tassi di rigenerazione, naturali o controllati; b. emissione rifiuti non superi le capacità di assimilazione dell’ambiente; c. limitare attività che riducono diversità biologica e intraprenderle solo se offrono sostanziali benefici netti alla Società;

Queste regole non specificano le soglie di resilienza, ossia i confini da non superare nel disturbare gli equilibri ecologici. Vi è ancora molta incertezza sul comportamento del sistema ecologico per definire ex ante il grado di resilienza. Spesso questo comportamento è osservabile solo dopo che si è alterato l’assetto ambientale. Così, la principale raccomandazione di politica economica e ambientale è: d. senza conoscenze precise sugli effetti ecologici dell’attività economica, si adotti un principio di precauzione che ne limiti o ne impedisca lo sviluppo.

L’incertezza sui limiti dell’ecosistema rispetto all’attività umana rende inapplicabile azione ambientale che vuole definire la capacità di carico dell’ecosistema e valutare l’alterazione equilibri ambientali come costo da gestire con misure politiche. La politica ambientale non deve indicare criteri con cui affrontare problemi tecnici che non sono precisamente definibili. Deve creare meccanismi istituzionali per costruire, col negoziato delle parti, il consenso sugli interventi ambientali e sui modi in cui orientare lo sviluppo delle attività umane, controllando che queste seguano le indicazioni politiche (de Graaf et al.).

La ricerca deve definire i dispositivi informativi che, in tempi rapidi, offrano ai soggetti economici tutti i dati per comprendere i problemi ambientali. Deve specificare i sistemi istituzionali che permettono il confronto tra i soggetti economici e sociali e, grazie al negoziato, permettono di definire gli interventi ambientali. Deve definire sistemi di controllo efficaci nel vigilare sul rispetto delle prescrizioni scaturite dai negoziati (Ison; Toderi; Roggero Seddaiu e Toderi).

In breve, la sfera economica e quella ambientale, su cui la prima s’insedia, presentano condizioni di forte incertezza e imprevedibilità. Molti equilibri ecologici sono irreversibili e così, se la soglia d’irreversibilità e lo sviluppo futuro della domanda di risorse naturali sono incerte, non vanno trattati con gli approcci meccanicistici delle analisi economiche. Per gestire equilibri ambientali fragili e condizioni incerte di sviluppo demografico, tecnologico ed economico, è meglio un atteggiamento precauzionale o conservativo. Questo va integrato da indicazioni sulla gestione che tutela delle risorse al più basso costo.

Queste indicazioni servono come un terreno da fornire ai vari Attori sociali per discutere su come conseguire un uso sostenibile delle risorse. Si ricordi inoltre, che molti elementi ambientali hanno anche forte valenza culturale e dunque non possono essere valutati con dei prezzi.

Progetto Agroscenari: accumulo dell’acqua disponibile per l’irrigazione nella diga del Cuga (Sassari)

Progetto Agroscenari: accumulo dell’acqua disponibile per l’irrigazione nella diga del Cuga (Sassari)

Distribuzioni di Probabilità degli accumuli d’acqua nella diga del Cuga: valori alla fine degli anni 2000 (in blu) e proiezione alla fine degli anni 2010. 42.6 62.1

Distribuzioni di Probabilità dell’Evapotraspirazione Netta: valori a metà degli anni 2000 (in blu) e proiezione a metà degli anni 2010. 1076

Convegno sull’Agricoltura sostenibile Aula Magna della Facoltà di Agraria 22 Novembre 2012 Evaluating productive and economic impacts of climate change variability and sustainability for agricultural activities Gabriele Dono Università degli Studi della Tuscia, Viterbo – Italy Convegno sull’Agricoltura sostenibile