da un testo di P. Jesùs Castellano Cervera, ocd IL DECALOGO della GIOIA da un testo di P. Jesùs Castellano Cervera, ocd Clicca per avanzare
1. VIVERE LA GIOIA DELLA GRATUITA’ «Nessuno è felice come Dio e nessuno fa felice come Dio» (sant'Agostino) Il regno di Dio…è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo (Rm 14,17) L’uomo è fatto per la gioia e la gioia è fatta per l’uomo (S. François de Sales) Ciò che rende felice un’esistenza è avanzare verso la semplicità: la semplicità del nostro cuore e quella della nostra vita. Perché una vita sia bella, non è indispensabile avere capacità straordinarie o grandi possibilità: l’umile dono della propria persona rende felici…. Dio ci vuole felici! E l’umile dono di sé rende felici (Fr. Roger Schutz)
E’ dal sentimento della propria impotenza che il fanciullo trae umilmente il principio della sua stessa gioia. Si rifugia in sua madre, capisci? Presente, passato, avvenire, tutta la sua vita è compresa in un suo sguardo; e questo sguardo è un sorriso (George Bernanos)
2. VIVERE DAVANTI A DIO NELLA PREGHIERA Tanto più si prega, tanto più si è nella gioia Prego sempre con gioia in ogni mia preghiera (cf. Fil 1,4) Se non potete fare a meno di piangere quando l'anima vi spinge alla preghiera, essa dovrebbe spingervi, comunque, fino al punto che attraverso le lacrime spunti il sorriso. Quando pregate voi vi innalzate a incontrare nell'aria tutti coloro che in quel medesimo istante sono in preghiera, che mai, se non nella preghiera, potreste incontrare…
E se solo state in ascolto nella quiete delle notti udrete mormorare: "Dio nostro, è la tua volontà che vuole in noi, è il tuo desiderio che desidera in noi, è il tuo impulso in noi che può trasformare le nostre notti, che sono anche le tue notti, in giorni che siano anche i tuoi giorni. Nulla possiamo noi chiederti, poiché tu conosci le nostre necessità prima ancora che nascano in noi. Sei tu la nostra necessità; e nel darci te stesso, tu ci dai tutto" (Kahlil Gibran)
3. SUPERARE LE TENTAZIONI CONTRO LA GIOIA Solo chi dimentica se stesso può essere felice Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione (2Cor 7,4) La speranza vede la spiga quando gli occhi non vedono che il seme (don Primo Mazzolari)
dammi qualcuno da sfamare; quando ho sete, Signore, quando ho fame, dammi qualcuno da sfamare; quando ho sete, mandami qualcuno da dissetare; quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare; quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare; quando sono umiliato, fa’ che io abbia qualcuno da lodare. Signore, quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che abbia bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona (Madre Teresa di Calcutta)
4. SCOPRIRE LA BELLEZZA DEL QUOTIDIANO Dio è la fonte della felicità infinita Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo (Rm 15,13) Beati coloro che amano e che trasformano lietamente in luce le ombre del mondo (Teilhard de Chardin)
Allarghiamo i cuori alla fede, alla speranza e alla carità, leggendo nel quotidiano il dono infinito di Dio che ci viene incontro (Card. Carlo M. Martini)
5. VIVERE LA GIOIA DELL’AMICIZIA Per avere la gioia bisogna volerla donare Rendete piena la mia gioia con l`unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti (Fil 2,2) Bellezza dell’amicizia: riempie d’infinito la vita per essere più vicini (Emmanuel Mounier)
Ti voglio per amico. Non ti voglio bene per me, ti voglio bene per te Ti voglio per amico. Non ti voglio bene per me, ti voglio bene per te! Non sei una persona che voglio possedere, sei una persona che voglio vedere sbocciare ogni giorno di più. Guardami negli occhi e cerca di immaginarmi come un ponte: non devi restare in me, devi passare attraverso di me, perché io sono tuo amico, perché sono tua strada verso l'Infinito, perché sono il ponte che ti porta a Dio (Padre Zezhino)
6. VIVERE NELLA SAGGEZZA DEL MOMENTO PRESENTE Solo un cuore puro può gioire sempre di più Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi! (Fil 4,1) La gioia e l’amore sono le ali per le più grandi imprese (Johann Wolfgang Göethe) Accogli con gioiosa gratitudine il senso di ogni istante che passa, perché ti apre all’eternità (Card. Carlo M. Martini)
Signore, fammi accettare serenamente le cose che non è in mio potere modificare. Dammi il coraggio di modificare quelle che è in mio potere farlo e dammi la saggezza per distinguere le une dalle altre (Papa Giovanni XXIII)
7. VIVERE LA CORDIALITA’ NEI RAPPORTI La gioia vera è frutto del vero amore Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia (2Cor 9,7) Un giorno, non molto tempo fa, un contadino si presentò alla porta di un convento e bussò energicamente. Quando il frate portinaio aprì la pesante porta di quercia, il contadino gli mostrò, sorridendo, un magnifico grappolo d'uva. "Frate portinaio" disse il contadino "sai a chi voglio regalare questo grappolo d'uva che è il più bello della mia vigna?". "Forse all'Abate o a qualche frate del convento". "No, a te!". "A me?" Il frate portinaio arrossì tutto per la gioia. "Lo vuoi dare proprio a me?" "Certo, perché mi hai sempre trattato con amicizia e mi hai aiutato quando te lo chiedevo. Voglio che questo grappolo d'uva ti dia un po' di gioia!". La gioia semplice e schietta che vedeva sul volto del frate portinaio illuminava anche lui.
Il frate portinaio mise il grappolo d'uva bene in vista e lo rimirò per tutta la mattina. Era veramente un grappolo stupendo. Ad un certo punto gli venne un'idea: "Perché non porto questo grappolo all'Abate per dare un po' di gioia anche a lui?". Prese il grappolo e lo portò all'Abate. L'Abate ne fu sinceramente felice. Ma si ricordò che c'era nel convento un vecchio frate ammalato e pensò: "Porterò a lui il grappolo, così si solleverà un poco". Così il grappolo d'uva emigrò di nuovo. Ma non rimase a lungo nella cella del frate ammalato. Costui pensò infatti che il grappolo avrebbe fatto la gioia del frate cuoco, che passava le giornate ai fornelli, e glielo mandò. Ma il frate cuoco lo diede al frate sacrestano (per dare un po' di gioia anche a lui), questi lo portò al frate più giovane del convento, che lo portò ad un altro, che pensò bene di darlo ad un altro. Finché, di frate in frate il grappolo d'uva tornò dal frate portinaio (per portargli un po' di gioia). Così fu chiuso il cerchio. Il cerchio della gioia. (Bruno Ferrero)
8. VIVERE LA FELICITA’ DI ESSERE IN COMUNIONE CON TUTTI La gioia cresce donandola Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22) Per sapere quanta felicità una persona può ricevere dalla vita, basta sapere quanta è capace di darne (Arthur Schopenhauer)
Quando si è visto una volta sola lo splendore della felicità sul viso di una persona che si ama, si sa che per un uomo non ci può essere altra vocazione che suscitare questa luce sui volti che lo circondano (Albert Camus) La felicità non si ottiene puntando affannosamente alla sua ricerca, ma viene incontro, come una sorpresa, a chi è intento a far felice gli altri (Fulton Sheen)
9. TESTIMONIARE LA GIOIA DELLA VITA SPIRITUALE La gioia è un dono e una conquista Ringraziamo con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce (Col 1,12) "Essere presenza", Signore, è parlare di Te senza nominarti. Tacere nel momento in cui è necessario che siano i gesti al posto della parola. È dire agli altri che gli stiamo vicini, pur essendo grande la distanza che ci separa. È intuire la speranza degli altri e semplicemente riempirla. È soffrire insieme con quello che soffre al di dentro e mostrargli che Dio guarisce le nostre piaghe. È ridere con quello che ride e gioire del fratello perché ama.
È gridare con tutta la forza dello Spirito, la verità che è Dio soltanto che ci salva. È vivere esposto e senza armi, affidandosi ciecamente alla tua Parola. È condividere con i fratelli il tuo Mistero annunciando loro che tu li ami. È sapere ascoltare il tuo linguaggio nel silenzio. È "vedere" al loro posto quando la loro fede sembra spegnersi. "Essere presenza", o Signore, è sapere aspettare il tuo tempo senza fretta e nella quiete. È dare tranquillità con una pace profonda. È aprire se stesso ai "segni dei tempi", pur rimanendo fedele alla tua Parola. È alla fine, essere pellegrino in un cammino pieno di fratelli, che gridano nel silenzio che tu sei vivo e ci tieni stretti nelle tue mani (Cardinal Eduardo Pironio)
10. AVERE UN PIZZICO DI SIMPATIA UMANA E DIVINA La gioia è nutrimento del cuore Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti al nostro Dio (Ts 3,9) Risplenda in voi gioia e allegrezza, altrimenti pochi si innamoreranno e seguiranno Cristo! (S. Vincenzo Pallotti)
Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire. Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla. Donami, Signore, un'anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono e non si spaventi alla vista del male ma piuttosto trovi sempre il modo di rimetter le cose a posto. Dammi un'anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti, e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama "io". Dammi, Signore, il senso dell’umorismo. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po' di gioia e farne parte anche agli altri (Tommaso Moro)
a cura del Carmelo “Tre Madonne” Maria ha vissuto in pienezza il “decalogo della gioia”. “Il sorriso della ragazza di Nazaret… la gioia di Maria fa essere la fede ciò che è: ospitalità di un Dio innamorato e affidabile… Lei ci ricorda che la fede o è gioiosa o non è. La fede vera è quella del MAGNIFICAT” (Ermes Ronchi) a cura del Carmelo “Tre Madonne” www.tremadonne.net